Commento alle letture di domenica 24 Ottobre 2021 – Carlo Miglietta

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IL CIECO DI GERICO

Brano del Vangelo Mc 10,46-52

Il miracolo della guarigione del cieco di Gerico รจ carico di valenze simboliche. Innanzitutto lโ€™episodio si svolge nella cittร  dove si concluse il cammino di liberazione dalla schiavitรน dโ€™Egitto alla terra promessa, fortezza inespugnabile che solo un prodigio di Dio (Gs 6) riuscรฌ a fare cadere nelle mani degli israeliti. E la cecitร , che fa vivere lโ€™uomo nelle tenebre, รจ unโ€™infermitร  reale e allegorica.

Gesรน luce del mondo

Nella Bibbia Dio รจ luce. Il salmista prega: โ€œRisplenda su di noi, Signore, la luce del tuo voltoโ€ (Sl 4,7). Isaia dice che Dio โ€œfarร  camminare i ciechi per vie che non conosconoโ€ฆ, trasformerร  davanti a loro le tenebre in luceโ€ (Is 42,16); โ€œColui che cammina nelle tenebre, senza avere luce, speri nel nome del Signore, si appoggi al suo Dioโ€ (Is 50,10). La grande promessa dei profeti era lโ€™arrivo del Messia che avrebbe illuminato le tenebre: โ€œAlzati, rivestiti di luce, perchรฉ viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di teโ€ (Is 60,1); allโ€™arrivo del Cristo โ€œil sole non sarร  piรน la tua luce di giorno, nรฉ ti illuminerร  piรน chiarore della luna. Ma il Signore sarร  per te luce eterna, il tuo Dio sarร  il tuo splendoreโ€ (Is 60,19).

Gesรน รจ annunciato da Simeone nel tempio come โ€œluce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israeleโ€ (Lc 2,32). Giovanni afferma di lui: โ€œVeniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomoโ€ (Gv 1,9). E Gesรน dice di sรฉ: โ€œIo sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerร  nelle tenebre, ma avrร  la luce della vitaโ€ (Gv 8,12; cfr 12,46). Presentandosi nella sinagoga di Nazaret, Gesรน afferma di essere venuto โ€œper annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertร  gli oppressiโ€ (Lc 4,18). Al Battista che gli chiede se sia lui il Messia, Gesรน fa rispondere: โ€œAndate e riferite a Giovanni ciรฒ che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vistaโ€ (Lc 7,22). E alla fine dei tempi โ€œNon vi sarร  piรน notte e non avranno piรน bisogno di luce di lampada, nรฉ di luce di sole, perchรฉ il Signore Dio li illuminerร โ€ (Ap 22,5).

La Fede รจ illuminazione

Paolo, nelle tenebre della cecitร , ritroverร  la luce solo dopo che Anania gli avrร  imposto le mani, conferendogli lo Spirito santo (At 9,1-19). La prima Chiesa chiamerร  spesso il battesimo โ€œilluminazioneโ€.

Nella guarigione del cieco di Gerico รจ simboleggiato il cammino di fede di ogni uomo: senza la luce di Dio, ciascuno di noi si trova in situazione disperata, โ€œcieco, seduto presso la via, mendicandoโ€ (Mc 10,46). Il cieco รจ seduto: non ha la capacitร  di stare in piedi. Non รจ nemmeno sulla strada, ma fuori della via: non รจ coinvolto nel movimento che porta a Gerusalemme, la cittร  santa. Non รจ autosufficiente: sta mendicando. รˆ la situazione del nostro mondo, inchiodato dai suoi problemi, incapace di trovare un senso alla vita, attanagliato dal buio dell’angoscia e della paura, oppresso dalla miseria e dalla morte; e tutti mendichiamo alla vita una qualche sopravvivenza, stordendoci nel divertimento, nella corsa al denaro, al piacere, al potere, alienandoci in mille frivolezze: ma alla fine ci ritroviamo soli, al margine della strada, nelle tenebre…

Il cammino della Fede

Per fortuna โ€œGesรน passa di lร โ€ (Lc 18,37): รจ Dio che prende l’iniziativa, che viene incontro alla nostra miseria, che scende dai suoi cieli a soccorrerci. Dio ode il disperato grido di aiuto dell’uomo e interviene a liberarlo, anche se questi ne intuisce soltanto la presenza.

Notiamo che le folle cercano di dissuadere il cieco dal ricorrere a lui, anzi โ€œlo rimproveravano perchรฉ tacesseโ€ (Mc 10,48): Dio non c’รจ, e se c’รจ non puรฒ sentirti, รจ inutile ricorrere a lui… Sono folle che stanno attorno a Gesรน, ma che forse non lo seguono: solo il cieco guarito si metterร  alla sequela. Sono i tanti cristiani che vogliono seguire il Signore a modo loro, senza essere disturbati dai poveri, dagli emarginati, dagli oppressi di tutto il mondo che gridano il proprio dolore e la propria rabbia. Sono il prototipo di una Chiesa che รจ spessoโ€ฆ atea, che non crede alla potenza di Dio, alla sua possibilitร  di fare miracoli.

A questa folla il cieco dร  un grande esempio di vera fede. Innanzitutto si mette in ascolto della Parola: โ€œAvendo uditoโ€ (Mc 10,47). Il primo passo della Fede รจ lโ€™ascolto. Paolo parlerร  dellโ€™โ€œupakoรจ pรฌsteosโ€ (Rm 1,5), dellโ€™โ€œobbedienza della fedeโ€, cioรจ quella fede che si identifica con l’obbedienza. Il greco โ€œupakoรจโ€ (da โ€œupโ€, โ€œsottoโ€ e โ€œakoรนoโ€, โ€œascoltoโ€), cosรฌ come il latino โ€œob-audireโ€ (โ€œobโ€, โ€œversoโ€; โ€œaudireโ€, โ€œsentireโ€) e lโ€™italiano โ€œudire-obbedireโ€, richiama l’ascolto. Ascoltare รจ lโ€™atteggiamento attivo della persona (Es 33,11; 1 Sam 3,9; Is 8,9) e del popolo (โ€œShemร โ€: Dt 5,1; 6,4; 9,1) dinanzi a Dio che si rivela. โ€œLa fede dipende dall’ascolto (ยซakoรจยป)โ€ (Rm 10,17).

ย Lโ€™annuncio che il cieco riceve รจ che โ€œGesรน, il Nazareno, cโ€™era (โ€œรฉstinโ€)โ€ (v. 47). Solo il Gesรน storico, il povero falegname che veniva dallโ€™infima Nazaret (Gv 1,46), colui che morirร  crocifisso come un malfattore, รจ la salvezza unica dellโ€™uomo, la risposta definitiva di Dio, la luce che squarcia le nostre tenebre.

Ma รจ poi necessaria la perseveranza, lโ€™insistenza nella ricerca del Signore, senza lasciarci scoraggiare (โ€œMa egli gridava piรน forteโ€: Mc 10,48). E occorre cercare un rapporto personale, diretto, fiduciario con Dio: il cieco chiama Gesรน (Mc 10,47) per nome: e โ€œchiunque invocherร  il nome del Signore sarร  salvatoโ€ฆ In nessun altro c’รจ salvezza; non vi รจ infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale รจ stabilito che possiamo essere salvatiโ€ (At 2,21-4,12).

Il cieco chiede a Gesรน il suo amore: โ€œGesรน, figlio di Davide, abbi pietร  di me!โ€. รˆ la stupenda โ€œpreghiera del cuoreโ€ che nellโ€™ortodossia diventerร  il dolce mantra che, ripetuto ritmato al respiro, diventerร  la โ€œpreghiera del cuoreโ€ di tanti Santi.

โ€œFiglio di Davideโ€ รจ un titolo messianico che compare 19 volte nei sinottici, mai in Giovanni, e che connota un messianismo glorioso regale. รˆ lโ€™unica volta che tale titolo compare nel Vangelo di Marco. Ma ormai i tempi sono compiuti: il Figlio dellโ€™uomo sta per soffrire, sarร  consegnato, ma รจ il Figlio di Davide, il Messia glorioso, che verrร  a giudicare tutte le nazioni. Per capire questo mistero del figlio di Davide che sta per essere consegnato e che sta per morire in croce, bisogna che Dio faccia per noi discepoli alcune cose.

Primo: che ci apra gli occhi.

Secondo: che noi ci alziamo, cioรจ che risorgiamo interiormente: il verbo in ebraico indica la risurrezione. Dobbiamo passare da una realtร  di morte ad una realtร  di vita.

Terzo: bisogna gettare via il mantello. Cโ€™รจ nella Bibbia tutta una โ€œteologia del vestitoโ€: quando si parla di abiti, cโ€™รจ sempre dietro un simbolismo molto importante. Il mantello รจ segno della dignitร  dellโ€™uomo, รจ segno della potenza dellโ€™uomo: ecco perchรฉ il massimo sfregio di Gesรน sarร  la spogliazione delle sue vesti che verranno tratte a sorte: รจ Dio che ha rinunciato ad ogni potenza, ad ogni dignitร . Lโ€™uomo che vuol capire il mistero di Cristo non deve solo aprire gli occhi, non deve solo alzarsi in piedi, ma deve buttare via i suoi simboli di potenza, di dignitร , riconoscersi nudo di fronte Signore, e avere fede in lui solo.

E Gesรน โ€œsi fermaโ€ (Mc 10,49) accanto all’uomo; non lo chiama perรฒ direttamente, ma per il tramite della Chiesa (โ€œDisse: ยซChiamatelo!ยปโ€: Mc 10,49): la Chiesa ha il compito di portare un annuncio di salvezza che non รจ suo, ma che le รจ stato affidato. La Chiesa non dovrebbe mai allontanare gli uomini da Dio, ma sempre portare a lui tutti i malati, i sofferenti, i peccatori, quanti sono โ€œnelle tenebre e nellโ€™ombra della morteโ€ (Lc 1,79). La Chiesa deve essere speranza e liberazione per tutti gli uomini, nessuno escluso.

Gesรน chiede al cieco: โ€œChe vuoi che io ti faccia?โ€ (Mc 10,51). รˆ la stessa domanda che aveva fatto a Giacomo e Giovanni: lร  gli Apostoli gli chiedono il potere e la gloria, e Gesรน risponde loro: โ€œVoi non sapete ciรฒ che domandateโ€ (Mc 10,36-40). Qui il cieco chiede lโ€™illuminazione, e viene esaudito: โ€œAna-blรจphoโ€, che traduciamo in genere: โ€œChe io vedaโ€, significa letteralmente: โ€œChe io guardi in altoโ€, e ha probabilmente anche valenze teologiche, esprime una ricerca che va al di lร  della semplice vista fisica.

Il salvato alla sequela del Signore

Gesรน proclama: โ€œLa tua fede ti ha salvatoโ€ (Mc 10,52). ย Notiamo che Gesรน non ha mai detto a nessuno: โ€œIo ti ho salvatoโ€, bensรฌ: โ€œLa tua fede ti ha salvatoโ€ (cfr Lc 7,50; 17,19; Mc 5,34; 10,52โ€ฆ); โ€œVaโ€™, e sia fatto secondo la tua fedeโ€ (Mt 8,13); โ€œDavvero grande รจ la tua fede! Ti sia fatto come desideriโ€ (Mt 15,28). Gesรน รจ il vero Educatoreโ€: โ€œe-ducareโ€ vuol dire infatti tirare fuoriโ€, โ€œfar affiorareโ€ dallโ€™altro. โ€œNel rispondere a chi incontrava, Gesรน cercava la fede presente nellโ€™altro, come se volesse risvegliare e far emergere la sua fede. Egli sapeva infatti che la fede รจ un atto personale, che ciascuno deve compiere in libertร : nessuno puรฒ credere al posto di un altro! Gesรน sapeva che a volte negli uomini cโ€™รจ lโ€™assenza di fede, atteggiamento che lo stupiva e lo rendeva impotente a operare in loro favore (cfr Mc 6,6); era anche consapevole che ci puรฒ essere una fede non affidabile nel suo Nome, suscitata dal suo compiere segni, miracoli, come annota il quarto vangelo: ยซMolti, vedendo i segni che faceva, mettevano fede nel suo Nome; ma Gesรน non metteva fede in loroยป (Gv 2,23-24), perchรฉ lโ€™uomo diventa rapidamente religioso, ma รจ lento a credereโ€ฆ Gesรน cercava invece in chi incontrava la fede autentica, e quando essa era presente poteva dire: ยซLa tua fede ti ha salvatoยปโ€ (E. Bianchi).

Il cieco guarito โ€œlo seguiva lungo la stradaโ€ (Mc 10,52): lโ€™uomo che sperimenta la salvezza e la liberazione, lโ€™uomo che trova in Gesรน il senso del suo vivere e anche del suo morire, diventa il seguace, il discepolo, che fa della sua vita una lode al Signore e alla sua bontร . Solo chi ha gustato la dolcezza del Signore puรฒ diventare suo apostolo e testimone. Tante volte il nostro slancio missionario รจ scarso perchรฉ abbiamo fatto poca esperienza della sua salvezza, non ci siamo lasciati entusiasmare da Dio, non fremiamo di gioia per lui.

Noi ciechi siamo quindi chiamati prima a sperimentare che solo Gesรน รจ la luce che vince la tenebra. Che anche noi poi sappiamo seguirlo โ€œsubitoโ€ (โ€œeuthรนsโ€: Mc 10,52), con prontezza ed entusiasmo come il miracolato di Gerico, per non meritare la condanna di quanti โ€œhanno preferito le tenebre alla luceโ€ (Gv 3,18-21)!

Carlo Miglietta


Il commento alle letture di domenica 24 ottobre 2021 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.