Commento alle letture del Vangelo del 9 ottobre 2016 – Carla Sprinzeles

- Pubblicitร  -

carla-sprinzeles

[ads2]Oggi la liturgia ci manda un messaggio: รจ necessario imparare a ringraziare, ricordarsi di ringraziare, non solo per il dono iniziale della vita, il fatto che siamo venuti al mondo, perchรฉ veniamo creati continuamente.
L’azione di Dio ci perviene in modo inadeguato, imperfetto, perchรฉ passa attraverso le creature create, ma occorre accogliere il dono continuo della sua forza creatrice, che ci conduce a diventare figli: questo รจ il nostro traguardo.
Riconoscere che nulla ci รจ dovuto, tutto ci รจ donato: la capacitร  di pensare, di parlare, di amare, di mangiare e cosรฌ via..riteniamo che tutto ci appartenga e non pensiamo a ringraziare.

2 RE 5, 14-17

Il secondo libro dei Re, dal quale รจ tratta la prima lettura, narra le vicende parallele dei due regni, quello di Giuda al sud e quello di Israele al nord.
Un aspetto importante รจ un insegnamento sul senso della storia, tutto ricondotto alla fedeltร -infedeltร  al patto dell’alleanza.
Qui in particolare viene descritto l’episodio della visita che Naaman, generale dell’esercito arameo, pagano proveniente da un ambiente politeistico, fece ad Eliseo “uomo di Dio”: un incontro che per il generale comporterร  la guarigione fisica e la conversione al Signore.
Il generale arameo รจ colpito dalla lebbra, male di una gravitร  unica, in quanto considerato impuritร  contagiosa, equivalente a una morte fisica e sociale, per di piรน ritenuto un castigo divino.
Il brano inizia con il racconto delle sette immersioni nel Giordano.
Il generale si รจ rivolto al re d’Israele, poi al profeta, da questi al suo servo e mentre si aspettava grandi rituali magici gli viene chiesto di immergersi sette volte nel fangoso fiume Giordano, quando nella sua terra c’erano limpidi fiumi.
La guarigione per la quale “il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo” corrisponde alla resurrezione dai morti che solo il Signore puรฒ operare.
Nella seconda parte si narra il ritorno di Naaman dal Giordano alla casa del profeta, insieme con “tutto il seguito” evidentemente per dare al doveroso ringraziamento anche i contorni di un atto pubblico.
All’uomo di Dio, individuato come operatore della guarigione miracolosa, egli vuole donare una vera fortuna precedentemente descritta nei dettagli: “dieci talenti d’oro, seimila sicli d’oro, e dieci mute di abito”.
Il netto rifiuto del profeta Eliseo ad accettare il dono, dimostra la consapevolezza che accettandoli avrebbe perso la sua libertร , ma soprattutto che la parola e l’opera di Dio non si possono comperare.
Questo profeta testimonia la potenza della Parola a lui affidata: ad essa va attribuita anche questa guarigione e dunque al Signore solo spetta il ringraziamento.
Il funzionario pagano guarito prorompe in una solenne confessione di fede:”Ora so che non c’รจ Dio su tutta la terra se non in Israele”. Come ogni uomo antico, Naaman credeva che ogni terra avesse il suo Dio, ma ora ha la certezza che c’รจ un Signore unico per tutti gli uomini.
Questa guarigione assumerร  un carattere programmatico, quando nella sinagoga di Nazareth proporrร  il suo programma rivolto ai bisognosi di salvezza.
Gli stranieri, i pagani, ritenuti esclusi, mostrano una migliore predisposizione all’accoglienza, come era avvenuto al tempo del profeta Eliseo, anche il Vangelo di oggi ci presenterร  uno straniero samaritano, che ritornerร  a ringraziare il Signore per la guarigione.

LUCA 17, 11-19

- Pubblicitร  -

Nell’episodio che leggiamo oggi dei dieci lebbrosi guariti, occorre qualche accenno per capirlo meglio.
La lebbra era espressione del peccato nel corpo. Erano considerati “impuri”, dovevano tenersi lontano dagli altri, non solo per il pericolo del contagio, ma perchรฉ era scritto nella legge, non solo i lebbrosi ma anche i malati, gli handicappati, i ciechi, gli storpi non potevano entrare nel tempio, perchรฉ erano impuri.
Gesรน, li manda dai sacerdoti perchรฉ questi dovevano certificare la guarigione avvenuta e poter rientrare nelle loro case e nei villaggi.
I Samaritani al tempo di Gesรน, erano degli eretici da evitare, Samaria nel tempo dell’esilio aveva acquistato un certo potere e si era contrapposta a Gerusalemme, poi c’erano state delle diversitร  di posizioni su alcune leggi, per cui era nata un’ostilitร  profonda contro i samaritani.
Gesรน guarisce tutti e dieci i lebbrosi, ritorna a ringraziarlo solo il samaritano e Gesรน gli dice: “La tua fede ti ha salvato!”.
La guarigione รจ stata l’occasione per una ricchezza ulteriore, per una crescita nella dimensione spirituale.
Noi siamo restii a ringraziare perchรฉ riteniamo che tutto ci appartenga, non ci sentiamo dipendenti, per cui non ci sentiamo in dovere di ringraziare.
Quando entriamo nella consapevolezza che continuamente tutto ci รจ donato, cadono le nostre presunzioni, i sentimenti di superioritร , per cui dominiamo gli altri.
Un miracolo di guarigione รจ un processo affrettato delle dinamiche di vita di una persona nella quale le forze di morte o le aggressioni esterne hanno distrutto l’equilibrio fisico.
Il Signore puรฒ allora in un cuore aperto, risvegliare le energie di vita, piรน forti del malessere.
In senso biblico, la salute e la malattia simboleggiano la vicinanza o la distanza che esistono fra lo Spirito e la lettera, fra l’osservanza della legge e la fedeltร  alla Vita.
Riconoscersi bisognosi di guarigione, desiderare di essere accolti dalla misericordia รจ giร  un passo verso la liberazione.
I lebbrosi alzano la voce per gridare il loro malessere.
E’ necessario riconoscere di fronte a se stessi, e quindi di fronte agli altri il proprio disagio.
Tuttavia non basta ancora. Occorre anche avere l’umiltร  di capire che non siamo mai all’origine delle nostre guarigioni, che le nostre piaghe non possono essere sanate dalla sola buona volontร  o dai meriti. Dobbiamo imparare ad alzare la voce, ossia vincere la vergogna di fronte a noi stessi e agli altri, e poi alzare la stessa voce per affermare che il Bene che in noi si manifesta non viene da noi, che siamo solo beneficiari di un dono risanante, non solo per noi, ma perchรฉ il Bene si manifesti nel mondo attraverso il nostro miglioramento.
“Rendere gloria a Dio” รจ riconoscere il suo “peso” nella nostra vita -gloria e peso sono la stessa parola in ebraico-.
Ci confessiamo per essere in regola, come i lebbrosi che volevano essere guariti per essere reintegrati nella vita normale, ma forse senza riconoscere la nostra incapacitร , con le nostre sole forze, di fidarci della Vita che รจ in noi.
Occorre che nella Riconciliazione ci affidiamo all’abbraccio tenero di Dio, che vuole far sgorgare dalla nostra debolezza riconosciuta fiumi d’acqua viva per noi e per gli altri, allora il nostro cuore si apre all’altro e diventa capace di compassione, somigliante al Padre, testimone della sua misericordia: questa รจ vera lode!

Amici, non ci rimane che imparare a ringraziare, a riconoscere la nostra debolezza, senza che questo ci porti alla depressione, perchรฉ il Signore non aspetta altro che donarci la sua Vita in ogni momento e in ogni situazione.

A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

[toggle title=”LEGGI IL VANGELO” state=”close”]

VUOI ALTRI COMMENTI AL VANGELO?

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 17, 11-19
Dal Vangelo secondo Luca

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesรน attraversava la Samarรฌa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: ยซGesรน, maestro, abbi pietร  di noi!ยป. Appena li vide, Gesรน disse loro: ยซAndate a presentarvi ai sacerdotiยป. E mentre essi andavano, furono purificati.

Uno di loro, vedendosi guarito, tornรฒ indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrรฒ davanti a Gesรน, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesรน osservรฒ: ยซNon ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si รจ trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?ยป. E gli disse: ยซร€lzati e va’; la tua fede ti ha salvato!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 09 – 15 Ottobre 2016
  • Tempo Ordinario XXVIII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

[/toggle]

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Altri Articoli
Related

Commento alle letture della liturgia del 23 Dicembre 2025

Tempo di Avvento IV, Colore Viola - Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4 Il...

Missio Ragazzi – Commento al Vangelo di giovedรฌ 25 Dicembre 2025 per ragazzi

Di quante cose il Vangelo ci fa dono nella notte...

Carlo Miglietta – Commento alle letture di giovedรฌ 25 Dicembre 2025

NATALE DEL SIGNORE Letture: Messa della Notte: Is 9,1-3.5-6; Tt...

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Nascita di Giovanni Battista.Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo,...