Tutte le letture di oggi sono molto ricche.
Il Vangelo ci riporta al giorno di Pasqua, quando due discepoli tornano a casa ormai rassegnati alla sconfitta, ma incontrano Gesรน e ritornano con gioia a ritrovare gli amici e a riprendere il cammino con loro. Questo racconto ci dร la consapevolezza del compito che tutti noi abbiamo di sostenerci nel cammino di fede, spezzandoci il pane come fece quel giorno Gesรน e facendo risuonare la parola, quella parola che narra la presenza di Dio nella storia degli uomini.
Ci sono dei giorni in cui, sfiduciati, ci allontaniamo dai nostri amici, ci rinchiudiamo in noi stessi, ci illudiamo di trovare nella nostra casa, separati dagli altri, la salvezza. E’ proprio in queste situazioni che scopriamo l’insufficienza della nostra vita, il bisogno di aprirci al dono che ci perviene attraverso i fratelli che incontriamo.
I due discepoli di Emmaus “narrarono tutto ciรฒ che avevano vissuto”: comunicano la loro esperienza, che consiste nell’accogliere una forza nuova, un’energia che prima non avevano. Dalla sfiducia per cui avevano abbandonato gli amici, tornano pieni di entusiasmo, dalla paura per cui si allontanavano dalla cittร , tornano in cittร spavaldi e raccontano ciรฒ che avevano vissuto. Questo cambiamento รจ avvenuto per un incontro, un incontro che si svolge, potremmo dire attraverso i riti, lo stesso rito che celebriamo anche noi: il richiamo alle Scritture e lo spezzare il pane.
Noi spesso cadiamo nella tentazione di metterci al centro, come questi due discepoli che si allontanavano dagli amici: erano centrati su di sรฉ, sulle loro paure, sulla loro angoscia, sulla loro delusione: “speravamo”. Proprio per questo non riconoscono che Gesรน era accanto a loro.
ATTI 2, 14; 22-23
La prima lettura ci fa ascoltare l’annuncio di Pietro, a nome degli altri apostoli, nel giorno di Pentecoste. Da qui parte l’annuncio della testimonianza: essa ci rivela il senso di ciรฒ che ha fatto Gesรน nel corso della sua esistenza terrena e ci stimola a riconoscere l’agire di Dio anche ai nostri giorni.
Se l’evento di Pentecoste ha un valore programmatico per la Chiesa, tale valore รจ da attribuirsi anche al discorso di Pietro, che รจ il primo esempio di predicazione cristiana. Esso intende rispondere alla domanda posta dai presenti: “Che cosa significa questo?”, spiegando non il contenuto del discorso in lingue, bensรฌ l’avvenimento e la sua origine.
Il discorso di Pietro รจ di grande ampiezza e profonditร , per cui non puรฒ essere qui approfondito in tutti i suoi aspetti, ma annotiamo alcuni elementi fondamentali. Anzitutto l’effusione dello Spirito rende capaci di parlare di Gesรน Cristo e del suo Dio in modo autentico ed efficace. Il vento e il fuoco non sono manifestazioni spettacolari, ma hanno lo scopo di orientare a Cristo e al Dio in lui rivelato! Pietro dichiara che il compito profetico di cui รจ rivestito Israele รจ assunto dai discepoli di Gesรน. Nel corpo principale del discorso di Pietro proclama la resurrezione di Gesรน. Il discorso di Pietro รจ concentrato il mistero del Cristo risorto e del nuovo linguaggio su Dio che ne scaturisce. Infatti, d’ora in poi, Dio รจ colui che ha risuscitato Gesรน e che ha riconosciuto il Crocifisso come il suo inviato, il suo Messia. Dio si รจ riconosciuto nel Crocifisso, in quell’uomo che gli ascoltatori di Pietro hanno rifiutato.
E’ paradossale questo linguaggio, in quanto molti dei presenti potrebbero obiettare di non essere stati presenti agli eventi della morte di Gesรน e non sarebbero coinvolti. Tuttavia il linguaggio di Pietro รจ plausibile perchรฉ la morte di Gesรน ci riguarda tutti.
La storia di Gesรน รจ al centro dell’annuncio cristiano, perchรฉ non viene annullata la resurrezione, ma compresa pienamente alla luce della Pasqua. In secondo luogo si parla di Gesรน citando le Scritture, in quanto rivelazione del disegno di Dio: il piano di Dio per il suo popolo si compie in Gesรน. Al rifiuto degli uomini si oppone l’iniziativa di Dio, che risuscita Gesรน. Il mistero di Cristo annunciato da Pietro รจ sorgente di trasformazione per gli uomini, perchรฉ con la risurrezione Cristo รจ costituito Signore e datore dello Spirito, che รจ appunto la forza che trasforma la vita.
LUCA 24, 13-35
Il Vangelo di oggi traccia il cammino di fede che noi compiamo nella nostra vita, con le sue tappe principali. Probabilmente i due discepoli di Emmaus erano marito e moglie, che tornavano a casa dopo l’esperienza vissuta a Gerusalemme. Erano in preda alla sfiducia, allo sconforto, ad un senso di fallimento. In realtร il cammino di fede era giร cominciato per loro con l’incontro di Gesรน: con lui avevano vissuto esperienze, ma non ancora esperienze di autentica fede.
“Stolti e tardi di cuore!”, dice Gesรน ai due che camminavano tristi sulla strada della loro vita. E’ l’unica volta nei vangeli in cui il Signore usa queste invettive, perchรฉ ha vinto la morte, ha vinto la negativitร e loro non se ne accorgono. La coppia cammina triste e delusa, cercando di diluire l’angoscia in un flusso di parole: “Discorrevano e discutevano”, senza cercare di capire il senso degli avvenimenti terribili appena successi, senza ricordare nemmeno che erano stati annunciati non solo da Gesรน stesso ma anche dalla Scrittura.
Hanno giร seppellito il loro sogno di una vita liberata, non hanno neanche osato credere al racconto delle donne, tornano a casa per riprendere la vita di prima, appesantiti dall’amarezza di chi si sente ingannato.
“Stolti e tardi di cuore”, grida il Risorto alle nostre tristezze sterili, “non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella gloria?” E noi, che siamo il suo corpo, non dobbiamo sopportare il peso della nostra “stoltezza” e di quella degli altri? Coloro che aspettavano la liberazione d’Israele non si erano accorti che il Signore li aveva liberati dalla morte.
Da quando Gesรน รจ risorto, ogni separazione รจ un passo verso la libertร , ogni dolore รจ un varco verso la crescita, persino ogni peccato riconosciuto รจ un appuntamento con la sua misericordia, ognicondivisione รจ presenza del Risorto tra noi.
I bambini non hanno paura della morte. “Ti voglio cosรฌ bene, mamma, che vorrei che andessi a vedere Gesรน”, diceva Teresa di Lisieux a sua madre. Due ragazzi stupivano per la loro allegria, eppure lui era handicappato, i loro genitori erano morti quando lei era ancora piccola ed erano rimasti soli. Se credessimo davvero che siamo a immagine del Bene, che la morte รจ vinta e con lei ogni separazione e tristezza, ogni smacco e peccato, sapremmo riconoscere il Bene nascosto in ogni situazione. Ma siamo soffocati dal peso dei sensi di colpa che ci siamo addossati. Non pensiamo che ci potrebbero capitare delle cose belle. Non crediamo al racconto delle donne che affermano che la pietra del sepolcro รจ rotolata via e che lui รจ vivo.
Non immaginiamo che siamo capaci di produrre del bene, di scoprire sotto il fango una sorgente limpida.
Amici, affidiamo al Risorto le nostre perplessitร , le nostre paure, la tristezza e lo scoraggiamento, lui ci rinfranca e ci dona la capacitร di vedere il Bene in noi e negli altri. Portiamo anche ai nostri fratelli il messaggio della misericordia e della vita che il Risorto offre a tutti per rinfrancarci e rimetterci sulla via.
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A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran
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III Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: Bianco
- At 2, 14. 22-33; Sal 15; 1 Pt 1, 17-21; Lc 24, 13-35
Lc 24, 13-35
Dal Vangelo secondo Luca
13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome รmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesรน in persona si avvicinรฒ e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
17Ed egli disse loro: ยซChe cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?ยป. Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clรจopa, gli rispose: ยซSolo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciรฒ che vi รจ accaduto in questi giorni?ยป. 19Domandรฒ loro: ยซChe cosa?ยป. Gli risposero: ยซCiรฒ che riguarda Gesรน, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autoritร lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.
21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciรฒ, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli รจ vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non lโhanno vistoยป. 25Disse loro: ยซStolti e lenti di cuore a credere in tutto ciรฒ che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?ยป.
27E, cominciando da Mosรฉ e da tutti i profeti, spiegรฒ loro in tutte le Scritture ciรฒ che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare piรน lontano. 29Ma essi insistettero: ยซResta con noi, perchรฉ si fa sera e il giorno รจ ormai al tramontoยป. Egli entrรฒ per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitรฒ la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparรฌ dalla loro vista.
32Ed essi dissero lโun lโaltro: ยซNon ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?ยป. 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: ยซDavvero il Signore รจ risorto ed รจ apparso a Simone!ยป. 35Ed essi narravano ciรฒ che era accaduto lungo la via e come lโavevano riconosciuto nello spezzare il pane.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 30 Aprile – 06 Maggio 2017
- Tempo di Pasqua III, Colore – Bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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