Commento alle letture del Vangelo del 25 dicembre 2016 – Carla Sprinzeles

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Amici, cerchiamo di capire se stiamo vivendo una festa cristiana o pagana.

Il natale cade nel solstizio di inverno e i nostri lontani antenati paventavano la morte del sole: per esorcizzare questa paura, facevano festa, accendevano lumi, usavano farsi regali. Con Costantino il culto del sole nascente diventรฒ il Natale di Cristo, Luce del mondo.

I simboli pagani del solstizio d’inverno segnano ormai la nascita di un bambino ebreo, che avrebbe cambiato la storia. era nato per instaurare un ordine nuovo e molto antico: quello progettato agli albori della creazione, in cui la terra era affidata all’uomo, non per accaparrare i frutti nรฉ il suolo, bensรฌ per condividerli con i fratelli.

Gesรน nasceva senza possedere nulla, ci ha presentato un Dio padre che viene verso di noi e arriva fino a donare a noi il suo sangue, la sua vita, per essere vicino all’ultimo della terra. L’ironia รจ che la nostra civiltร , che si dice cristiana, festeggia in modo pagano la sua nascita: radicalmente in modo opposto alla sua missione.

Dove sono i poveri, che condividono in modo che tutti abbiano il necessario, compreso loro stessi? Dove sono i miti, che rispettano i diversi e trasmettono nei loro gesti la bontร  del creatore per ogni essere umano? Dove sono i misericordiosi, che chiedono al Padre di perdonare a chi fa loro del male, consapevoli che questo male lo hanno spesso inconsciamente provocato?

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Dove sono coloro che sanno fare il lutto delle cose inutili, dei piaceri che tolgono il pane dalla bocca dei fratelli? Dove sono i puri, il cui cuore sa vedere solo il Bene all’opera in ogni uomo, persino attraverso le nefandezze, frutti del disagio accumulato per generazioni? Dove sono coloro la cui giustizia altro non รจ che il riflesso di quella del Padre, che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, il riflesso dell’amore infinito per ogni essere umano, qualunque sia il suo comportamento?

Cristo รจ nato perchรฉ nasca in ogni uomo l’essere vero, ossia quell’immagine del Padre di cui il bambino di Betlemme รจ stato il prototipo, per farci vivere, anche noi come lui, quale manifestazione del Bene, dell’Amore.

ISAIA 52, 7-10
La prima lettura richiama l’azione profonda della Parola di Dio nella storia degli uomini, attraverso il Deuteroisaia, quel profeta dell’esilio di cui non sappiamo il nome, che indicava ai messaggeri che annunciavano con gioia le vie tracciate da Dio per gli esuli che tornavano da Babilonia a Gerusalemme.

I versetti, che si leggono, sono inseriti in un inno di gioia e di esultanza per la ricostruzione di Gerusalemme, che il profeta intravvede in un prossimo futuro. Il significato del testo รจ concentrato sull’espressione: “vedono con gli occhi il ritorno del Signore.” Nulla di piรน consolante che poter vedere con i propri occhi la realizzazione di un desiderio, che รจ la ricostruzione di Gerusalemme, luogo della presenza di Dio e del suo popolo.

In un contesto di esilio e di lontananza, di assedio e di distruzione, tali parole riaccendono nel cuore una luce. Dunque c’รจ un messaggero che dร  buone notizie e annuncia la salvezza. La prospettiva รจ sempre piรน ampia e universale poichรฉ quello che Dio sta per fare a Gerusalemme non riguarderร  solo il popolo di Israele, ma tutta la terra abitata.

Il contenuto dell’annuncio รจ chiaro: la regalitร  di Dio non viene solo affermata, ma diventa oggetto di una professione di fede. Va notato che non si dice che Dio รจ re, quasi per attribuire un titolo onofirico, ma si dice che “regna”. Il Dio di Israele non ama ricevere titoli, ma vuole che sia riconosciuta la sua azione positiva nella storia. Dio non si รจ dimenticato della sua promessa, รจ fedele e le porta a compimento.

GIOVANNI 1, 1-18
Il vangelo di oggi, in una forma universale e solenne, ci ha presentato, attraverso le tappe della storia della salvezza, l’azione di Dio nella creazione prima, poi nella storia degli uomini, poi attraverso i profeti nel suo popolo, il popolo che ha raccolto perchรฉ annunciasse appunto il compimento, e infine nel Figlio che si รจ espresso in Gesรน.

In tutta la sua vita, non solo nella nascita. La nascita anzi non avrebbe nessun significato se non avesse avuto il compimento; non sammo qui a ricordarla se non avesse poi avuto quell’espressione suprema di amore sulla croce che l’ha condotto alla resurrezione e al dono dello Spirito. Per questo nel celebrare come ogni domenica la morte e resurrezione del Signore, oggi ricordiamo anche questo avvio, questa nascita: proprio perchรฉ ha avuto quel compimento.

Spesso identifichiamo l’incarnazione con il momento del concepimento o della nascita di Gesรน, ma non รจ esatto, perchรฉ l’incarnazione si รจ realizzata in tutta la vita di Gesรน.

Se non ci fosse stato il compimento non avremmo neanche registrato questa nascita, come non la registrarono al suo tempo: nessuno si accorse che era nato colui che poi sarebbe diventato il messia: รจ il compimento che ha reso significativa la sua nascita.

Questo vale anche per noi: la nostra nascita potrร  essere celebrata, a livello profondo, a livello invisibile agli occhi umani, se avrร  come compimento un nome, il nome dei figli di Dio. E’ per questo che noi celebriamo la nascita di Gesรน, perchรฉ coinvolge il nostro cammino, perchรฉ dร  un senso alla nostra esistenza.

Gesรน รจ cresciuto “in sapienza, etร  e grazia”, ma appunto perchรฉ cresceva a livello spirituale: all’inizio per merito della sua famiglia, per la fedeltร  di Giuseppe e Maria, che col loro amore hanno creato un clima tale di vita spirituale, per cui l’hanno educato a conoscere Dio, ad amarlo, a pregare. Successivamente per il suo cammino di fedeltร .

Oggi tocca a noi diventare messaggeri di pace e gioia. Tocca a noi annunciare al mondo che รจ possibile distribuire i beni sulla terra in modo diverso, che รจ possibile una forma nuova di umanitร , che รจ possibile distribuire i beni sulla terra in modo diverso, che รจ possibile eliminare la povertร  estrema sulla terra e procedere sulla via della giustizia! E’ possibile perchรฉ giร  la forza creatrice contiene tutto questo, ma richiede persone che diventino strumento, espressione efficace di questa Parola.

Cominciando da noi, dai piccoli gesti di ogni giorno. E’ possibile. E quando una parola รจ resa visi bile e udibile nella storia umana, se รจ Parola di Dio, sconvolge le cose e crea novitร : nascono figli di Dio in mezzo a noi e la salvezza รจ assicurata.

Siamo fatti per essere contenti, facciamo fatica a riconoscere che abbiamo bisogno di questo amore per vivere. Il grave รจ che lo possiamo rifiutare! Neppure Dio estorce un amore, ma se lo accettiamo, non perchรฉ siamo bravi e belli e santi, ma perchรฉ siamo stati generati da DIO.

Restiamo dei poveretti, ma con un cuore a misura di Dio, capaci di gioia infinita.

Buon Natale a tutti!

A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

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Natale del Signore, La messa dei Pastori (di Mezzanotte) (Solennitร )

Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinรฒ che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria cittร .

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla cittร  di Nร zaret, salรฌ in Giudea alla cittร  di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perchรฉ per loro non c’era posto nell’alloggio.

C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentรฒ a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.

Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: ยซNon temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarร  di tutto il popolo: oggi, nella cittร  di Davide, รจ nato per voi un Salvatore, che รจ Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoiaยป.

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

ยซGloria a Dio nel piรน alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli amaยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 25 – 31 Dicembre 2016
  • Tempo di Natale I, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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