Commento alle letture del 28 Settembre 2018 – Mons. Costantino Di Bruno

Il commento alle letture del 28 Settembre 2018 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

LE FOLLE, CHI DICONO CHE IO SIA?

Qo 3,1-11 ; Sal 143; Lc 9,18-22

Le folle sono come pecore senza pastore, abbandonate al vento delle molte parole che navigano nell’aria e che giungono al loro orecchio. San Paolo nella Lettera agli Efesini parla di vento di dottrine. Questi venti sempre sballottolano l’uomo di falsità in falsità.

Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore. Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità (Ef 4,11-16).

Già il Signore aveva rivelato questa verità. Quando un popolo non viene formato – e chi deve formarlo è il sacerdote – esso perisce perché consumato dalla falsità.

«Ascoltate la parola del Signore, o figli d’Israele, perché il Signore è in causa con gli abitanti del paese. Non c’è infatti sincerità né amore, né conoscenza di Dio nel paese. Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono. Ma nessuno accusi, nessuno contesti; contro di te, sacerdote, muovo l’accusa. Tu inciampi di giorno e anche il profeta con te inciampa di notte e farò perire tua madre. Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza. Poiché tu rifiuti la conoscenza, rifiuterò te come mio sacerdote; hai dimenticato la legge del tuo Dio e anch’io dimenticherò i tuoi figli. Tutti hanno peccato contro di me; cambierò la loro gloria in ignominia. Essi si nutrono del peccato del mio popolo e sono avidi della sua iniquità. Il popolo e il sacerdote avranno la stessa sorte; li punirò per la loro condotta e li ripagherò secondo le loro azioni. Mangeranno, ma non si sazieranno, si prostituiranno, ma non aumenteranno, perché hanno abbandonato il Signore per darsi alla prostituzione (Os 4,1-10).

Le folle tuttavia sanno che per esse ci sarà un liberatore. Tutto però ignorano della Legge e dei Profeti. Pietro, per mozione dello Spirito Santo, confessa che Gesù è il Cristo di Dio. Anche lui, come tutto il popolo, vive di grande ignoranza sulla verità del Messia del Signore. Non sa che Questi dovrà passare per la grande sofferenza, il grande rifiuto del suo popolo, la morte per crocifissione. Da questo momento Gesù inizia a preparare i suoi discepoli perché non siano travolti dallo scandalo della sua Croce. Da oggi Lui si rivela come il Giusto Sofferente, come il Servo del Signore della profezia di Isaia. Passare da un Messia glorioso e vincitore sui nemici del popolo di Dio, ad un Messia ucciso dallo stesso popolo del Signore necessità di una vera conversione del cuore e della mente. È questa la conversione più difficile.

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Oggi il mondo è nella grande confusione. Non conosce più chi è Gesù Signore. Ogni sacerdote in qualche modo è responsabile di una così grande incertezza e confusione. Urge una vera conversione a Cristo Crocifisso. Urge un ritorno alla sua purissima verità. Cristo Signore non può essere confuso con nessun altro uomo, né grande e né piccolo, né ricco e né povero. Solo Lui è il Messia di Dio e solo Lui il Salvatore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, convertite i cristiani alla più pura verità di Cristo Crocifisso.

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