Il commento alle letture del 24 Ottobre 2018 a cura diย Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dellโArcidiocesi di CatanzaroโSquillace (CZ).
A CHIUNQUE FU DATO MOLTO
Ef 3.2-12; C Is 12.2-6; Lc 12,39-48
San Paolo rivela nella Lettera ai Romani che il cristiano sarร giudicato secondo il Vangelo, il pagano che non ha conosciuto il Vangelo sarร giudicato secondo la sua personale coscienza. Anche del soffocamento della coscienza nellโingiustizia ogni uomo รจ responsabile. Altrimenti, oltrepassato questo limite, non vi sarebbe responsabilitร . Invece si รจ responsabili, si รจ rei di aver oltrepassato il limite del male.
Tutti quelli che hanno peccato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge saranno giudicati. Infatti, non quelli che ascoltano la Legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la Legge saranno giustificati. Quando i pagani, che non hanno la Legge, per natura agiscono secondo la Legge, essi, pur non avendo Legge, sono legge a se stessi. Essi dimostrano che quanto la Legge esige รจ scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. Cosรฌ avverrร nel giorno in cui Dio giudicherร i segreti degli uomini, secondo il mio Vangelo, per mezzo di Cristo Gesรน (Rm 2,12-16).
Perciรฒ Dio li ha abbandonati allโimpuritร secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perchรฉ hanno scambiato la veritร di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anzichรฉ il Creatore, che รจ benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo cosรฌ in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poichรฉ non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagitร , di cupidigia, di malizia; pieni dโinvidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignitร ; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioรจ gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa (Rm 1,24-32).
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Lโuno e lโaltro giudizio sarร esercitati sul fondamento di ogni bene spirituale e materiale dato ad ogni uomo dal Signore. Questo significa che un papa sarร giudicato da papa, un vescovo da vescovo, un presbitero da presbitero, un battezzato da battezzato. Ma anche un cappo di stato da capo di stato, un responsabile da responsabile, un padre di famiglia da padre di famiglia, un professore da professore, un giudice da giudice. I peccati del proprio ministero in azioni e in omissione saranno passati al vaglio.
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโora che non immaginate, viene il Figlio dellโuomoยป. Allora Pietro disse: ยซSignore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?ยป. Il Signore rispose: ยซChi รจ dunque lโamministratore fidato e prudente, che il padrone metterร a capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverร ad agire cosรฌ. Davvero io vi dico che lo metterร a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: โIl mio padrone tarda a venireโ e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverร un giorno in cui non se lโaspetta e a unโora che non sa, lo punirร severamente e gli infliggerร la sorte che meritano gli infedeli. ย Il servo che, conoscendo la volontร del padrone, non avrร disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrร fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverร poche. A chiunque fu dato molto, molto sarร chiesto; a chi fu affidato molto, sarร richiesto molto di piรน.
Se perรฒ tutti saremo accolti nel regno eterno di Dio, quanto Paolo dice e Gesรน insegna appartiene al genere della favola antica. Se perรฒ Gesรน e Paolo sono Parola di Dio, anche se con modalitร altamente differenti, allora chi รจ nellโerrore siamo noi. Un papa con una sola parola puรฒ salvare o distruggere la Chiesa. Su questa Parola sarร giudicato. Cosรฌ dicasi di vescovi o presbiteri o per chi esercita il governo sulla terra.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci di fede forte e invincibile nella Parola di Gesรน.
