Commento al Vangelo di sabato 26 maggio 2018 – Paolo Curtaz

È distratto, il nostro mondo occidentale. Molto. Troppo. Siamo tutti pronti a smarcarci dal cristianesimo, a guardare, dall’altro della nostra ridicola supponenza, al passato e alla Chiesa come ad una associazione a delinquere, facendo di tutto per cancellare le tracce culturali della presenza cristiana dal nostro mondo contemporaneo.

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Così, nel nome di un ambiguo “politicamente corretto” il Natale diventa una festa della famiglia (!) e la memoria dei santi e dei defunti una mascherata. E invece il cristianesimo ha plasmato il pensiero moderno e molte delle migliori cose dell’occidente derivano proprio dall’avere preso sul serio la Bibbia.

Così l’amore per i bambini, e il desiderio di tutelarli e di proteggerli, come leggiamo nel Vangelo di oggi in cui Gesù, addirittura, propone i bambini come modello da seguire. In realtà, al suo tempo, i bambini erano visti con fastidio, come non-ancora-uomini e ancora oggi, in alcune culture tribali africane, ad esempio, il bambino è una merce di proprietà dei genitori.

L’attenzione ai piccoli e un dono prezioso che il cristianesimo ha lasciato alla nostra dimentica modernità.

Paolo Curtaz – qui il commento nel suo blog

Mc 10, 13-16
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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