Commento al Vangelo di domenica 9 Settembre 2018 – p. Alessandro Cortesi op

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Un cieco che recupera la vista, un sordo che comincia a udireโ€ฆ sono immagini che parlano di un rovesciamento e di cambiamento. Una situazione nuova, umanamente impensabile, di apertura e di gioia si sta compiendo. Isaia, con lo sguardo del profeta usa queste immagini per indicare il capovolgimento che un tempo nuovo reca con sรฉ: un mondo sta sorgendo in cui male e sofferenza non avranno posto. Eโ€™ una proposta fragile e potente ad un tempo: fragile perchรฉ puรฒ apparire frutto di una immaginazione che cerca di evadere dal peso del presente. Potente perchรฉ รจ sรฌ un sogno, ma fondato sulla fede in Dio incontrato come colui che non abbandona e che sta vicino.

Quanto Isaia presenta non รจ esito di uno sforzo umano. Eโ€™ piuttosto il frutto di una azione potente di Dio. Eโ€™ il Dio dellโ€™inatteso e lโ€™inimmaginabile. Eโ€™ un cambiamento che coinvolge lโ€™umanitร  e la natura stessa perchรฉ tutto รจ in relazione: il deserto si trasformerร  in giardino, il suolo riarso si muterร  in sorgenti dโ€™acqua, fuggiranno tristezza e pianto e regneranno gioia e felicitร . Eโ€™ un sogno ed una speranza che contrasta con la dura realtร  del presente. Eโ€™ indicazione della certezza che la vita umana non รจ abbandonata alla solitudine ma รจ destinata ad una visita e ad un incontro. La gloria del Signore giungerร : โ€˜egli viene a salvarviโ€™. Sono immagini che raccontano la salvezza come dono di presenza di Dio che libera e salva. Lโ€™esperienza della vicinanza di Dio come liberatore รจ fondamento di una attesa nel suo ritorno per cambiare la storia, ed รจ invito rivolto agli smarriti di cuore nel momento della prova, nella fatica del cammino. Nel tempo dello smarrimento queste parole riportano allโ€™evento dellโ€™esodo, alla scoperta che una novitร  รจ possibile.

Nel vangelo Gesรน รจ presentato nel suo agire e alcuni gesti riprendono le attese e le promesse dei profeti. Gesรน incontra un sordomuto nel Nord della Galilea, in territorio pagano: riportando i gesti della guarigione Marco evangelista indugia sui diversi momenti. Gesรน gli tocca le orecchie con le dita, pone a contatto la sua saliva con la lingua di colui che non puรฒ parlare, volge gli occhi al cielo. Infine sospira. Eโ€™ quasi un gemito che esprime la sua compassione per la condizione del sordomuto e la sua reazione di fronte al male che tiene chiuso lโ€™uomoโ€ฆ โ€œe disse โ€˜Effataโ€™ cioรจ โ€˜apritiโ€™. Subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della lingua e parlava correttamenteโ€.

Marco sottolineando questi particolari intende offrirci alcuni motivi per scorgere lโ€™identitร  di Gesรน e per entrare in rapporto autentico con lui. Innanzitutto i gesti di bene e di salvezza di Gesรน sono non solo per il popolo dโ€™Israele, per le pecore perdute della casa dโ€™Israele, ma si aprono a coinvolgere tutti, oltre i confini del puro e dellโ€™impuro. Nel territorio dei pagani Gesรน apre un uomo alla parola.

In secondo luogo lโ€™incontro con Gesรน รจ liberazione e apertura. Una vita chiusa nella sofferenza di non poter comunicare con altri si apre alla parola ricevuta e donata, ad ascoltare e ad esprimere il proprio mondo interiore.

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In terzo luogo Marco suggerisce che nel rapporto con lโ€™umanitร  di Gesรน, nel suo toccare, cโ€™รจ una via per divenire pienamente ed essere se stessi: nel contatto esistenziale e corporeo con lui, passa la salvezza.

Infine Marco suggerisce anche che lโ€™identitร  piรน profonda di un uomo e di una donna consiste nellโ€™entrare in relazione, nel comunicare, nellโ€™ascoltare e nel rivolgere la parola. Sono le parole dellโ€™affetto e dellโ€™amore quelle che fanno vivere.

Marco sottolinea che questa azione รจ compiuta da Gesรน in disparte lontano dalla folla: la folla รจ spesso ostacolo ad un incontro autentico e personale con lui, addirittura allontana e fa da schermo. Ancora una volta questa pagina del vangelo ci parla dellโ€™identitร  di Gesรน: la sua presenza apre ad una comunicazione nuova, egli รจ colui che nellโ€™incontro fa udire i sordi e parlare i muti. Eโ€™ lui che inaugura quel mondo nuovo sognato da Isaia. In lui possiamo intravedere anche la nostra identitร  di uomini e donne chiamati a stare nellโ€™ascolto, di Dio e degli altri, chiamati a chinarci sulle sofferenze di chi รจ rinchiuso, chiamati a vivere lโ€™apertura del comunicare.

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XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ Anno B

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Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondoย Marco

31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decร poli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป. 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: ยซHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 09 – 15 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXIII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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