Commento al Vangelo di domenica 9 Agosto 2020 – p. Alessandro Cortesi op

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โ€œElia giunse al monte di Dio lโ€™Oreb. Ed ecco il Signore passรฒ davanti a luiโ€ฆโ€ Nel deserto, in un momento di solitudine e desolazione, Elia incontra Dio che gli si fa vicino. Non nel vento forte, non nel fuoco, non nel terremoto ma nel silenzio. Elia si era scontrato con i sacerdoti di Baal che proponevano un culto che rispondeva al desiderio di potenza e di dominio, e conduceva ad abbandonare il Dio dellโ€™esodo e dellโ€™alleanza per cercare sicurezze immediate. Elia si oppone ad un modo di vivere la religione che deresponsabilizza e si fa idolatria. Per questo si era trovato solo e pensava che la sua vita fosse sprecata. Ma proprio in questo momento in cui non ha altri sostegni vive la sconvolgente esperienza del farsi vicino di Dio. Un Dio dicreto che non รจ nel terremoto, non nel fuoco, non nel vento gagliardo ma nella โ€˜voce di un leggero silenzioโ€™. Elia avverte una parola su di lui come promessa di futuro e invito a riprendere il cammino.

Dio si fa a lui vicino in modo inaspettato, in punta di piedi. Incontrarlo esige la capacitร  di ascoltare la voce del silenzio. In questo racconto cโ€™รจ una critica a varie forme di intendere la religione, le forme della paura e del magico, ed anche alla pretesa di possedere Dio piegandolo a progetti umani. Elia scopre che il Dio che lo chiama รจ un Dio nascosto, Dio dellโ€™esodo e del deserto: i suoi pensieri non corrispondono ai pensieri di grandezza e di dominio umani. Eโ€™ un Dio che spiazza, disorienta e sempre apre ad un โ€˜oltreโ€™ e ad un โ€˜altroveโ€™ verso cui andare, dove incontrarlo in modo nuovo. Eโ€™ un Dio che coinvolge e invia per una missione che cambia la vita. Anche Elia nel suo cammino di profeta รจ chiamato a convertirsi ad un volto di Dio che non corrisponde alle sue idee e a lui affidarsi.

La pagina del vangelo narra un altro momento di crisi: dopo la moltiplicazione dei pani Gesรน costrinse ai discepoli a recarsi allโ€™altra riva. Eโ€™ consapevole che il gesto della moltiplicazione dei pani puรฒ aprire a fraintendimenti: lo cercheranno non per divenire comunitร  che impara a condividere ma per usarlo per risolvere i propri interessi. Es inge i suoi altrove verso la riva dei pagani e lui rimane solo. Matteo a questo punto presenta cosรฌ la crisi della comunitร  durante la tempesta nel lago. Riuniti sulla stessa barca i discepoli provano paura di fronte alla violenza del vento e delle onde. Ma Gesรน stesso si fa loro incontro proprio in questo momento di paura e impotenza. Dice ai suoi: โ€˜Coraggio, sono io, non abbiate pauraโ€™. Il camminare sulle acque รจ nella Bibbia prerogativa di Dio (Gb 9,8) e le sue parole evocano lโ€™โ€™Io sonoโ€™ il nome di Dio stesso (Es 3,14). La sua parola รจ di fiducia e incoraggiamento: chiama allโ€™incontro con lui. Anche quando afferra Pietro lo richiama alla fede: โ€˜Uomo di poca fede perchรฉ hai dubitato?โ€™ E Pietro scopre di essere descritto dallโ€™invocazione โ€˜Signore salvamiโ€™. Cโ€™รจ un desiderio di salvezza al cuore profondo dellโ€™esistenza umana.

Sulla barca, di fronte alle forza del male simboleggiate dallo sconvolgimento del mare, la paura รจ vinta dalla parola di coraggio rivolta da Gesรน ai suoi. Gesรน si fa vicino e sostiene il cammino della sua comunitร  simboleggiato dalla barca dove tutti, nessuno escluso, sperimentano la fatica e il disorientamento. Il racconto rinvia ai prodigi dellโ€™esodo quando Dio fece passare Israele attraverso il mare (Es 15,8.16). Gesรน apre ai suoi ancora la strada dellโ€™esodo, di liberazione per divenire popolo di Dio.

Al mare, che racchiude il rinvio alle forze del male e della morte, Gesรน dice โ€˜Taci, calmatiโ€™. La sua รจ una parola autorevole piรน forte del male. Matteo in questo racconto delinea il profilo di Gesรน risorto, come il piรน forte, colui che nella risurrezione ha sconfitto ogni male. E porta la pace. Gesรน invita i suoi ad avere fede: il suo farsi vicino vince la paura, libera dal sentirsi dipendenti da forze capricciose e sconvolgenti, ed apre alla fiducia di sapersi tra le mani di un Dio buono, che ci libera da ogni male e rende responsabili di liberazione e di condivisione โ€“ come il segno dei pani aveva indicato โ€“ per gli altri.

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Fonte


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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