Commento al Vangelo di domenica 6 Gennaio 2019 – Enzo Bianchi

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Lโ€™Epifania, manifestazione dellโ€™anti-regalitร  di Gesรน

Enzo Bianchi

Alla nascita e alla morte di Gesรน risuona per lui lo stesso titolo, โ€œRe dei giudeiโ€. Alla nascita โ€“ รจ il testo che oggi la liturgia ci propone โ€“ lo dicono i magi e lo ripetono gli scribi ed Erode; alla morte lo fa scrivere Pilato su un cartello (cf. Mc 15,26 e par.; Gv 19,19), lo usano i soldati per schernirlo (cf. Mc 15,18; Mt 27,29; Gv 19,3), lo leggono tutti i presenti allโ€™esecuzione barbara della crocifissione (cf. Gv 19,20). Alla nascita e sotto la croce vi รจ la stessa rivelazione: lโ€™umanitร  รจ una nella ricerca di Dio e nel ripudio di Dio, o meglio nel credere al bene con speranza oppure nel non credere al bene, preferendo la violenza, il male.

Dunque il vangelo dellโ€™Epifania, della manifestazione dellโ€™identitร  di Gesรน alle genti, a quelli che non erano ebrei, figli di Israele, รจ un vangelo decisivo, che dร  alla festa odierna un particolare significato: Gesรน รจ nato Re dei giudei, Re del popolo di Dio, ma per tutti, e tutti possono cercarlo e andare a lui. In questo racconto di Matteo ci sono eventi, eventi nella storia, ma cโ€™รจ anche una lettura che lโ€™evangelista fa nella fede. Nasce un bambino in una semplice famiglia formata da un artigiano, Giuseppe, e dalla sua giovane moglie, Maria; nasce in una stalla, riparo per il gregge nella campagna di Betlemme, eppure alcuni uomini da lontano, dallโ€™oriente, o meglio dalla loro sapienza โ€œorientataโ€, nella loro ricerca sono portati a vedere in questa semplice nascita il compimento del loro cercare, la pienezza della loro attesa.

I magi non conoscono le Scritture nรฉ la lingua o le consuetudini della terra verso cui si mettono in viaggio. Sono talmente sprovveduti da chiedere informazioni a Erode circa la nascita del nuovo re, ma sono uomini abitati dal desiderio, dallโ€™inquietudine e dunque in ricerca, in attesa. Tutti gli umani di ogni tempo e cultura hanno in comune soprattutto la ricerca del bene, anche se poi contraddicono questo loro desiderio cosรฌ impegnativo. In ogni essere umano cโ€™รจ un anelito al bene, alla vita piena, alla pace, e questo fuoco che abita gli umani li spinge a cercare, a mettersi in cammino, a dichiarare per loro insufficiente la terra che abitano, lโ€™orizzonte consueto. Per questo cammino gli umani cercano e trovano come segnali ciรฒ che possono: il cielo, la terra, il mare e anche le creature animate e inanimate con le quali sanno comunicare.

In quel lungo pellegrinaggio, soprattutto della mente e del cuore, alcuni sapienti, i magi, hanno guardato alle stelle, alla sabbia del deserto, alle bestie che cavalcavano, al bagaglio che trasportavano con sรฉ, per vivere e per fare doni. Per chi scruta lโ€™orizzonte sempre sorge una stella, sempre โ€“ come dice il nostro brano evangelico โ€“ cโ€™รจ un oriente, un segno che sorge allโ€™orizzonte, che invita al cammino. E cosรฌ รจ avvenuto per quei mรกgoi, che dallโ€™oriente (apรฒ anatolรดn) giungono a Gerusalemme, la cittร  santa, lโ€™ombelico del mondo (cf. Sal 48,3; cf. Ez 5,5; 38,12). Essi chiedono: โ€œDovโ€™รจ il Re dei giudei che รจ nato?โ€, proprio ai giudei che non si erano accorti della nascita del loro Re. Non se nโ€™era accorto il re che regnava in quel momento, Erode, non se nโ€™erano accorti i sacerdoti del tempio di Gerusalemme e neppure gli esperti delle sante Scritture, gli scribi. Ecco lo scandalo: chi รจ deputato a conoscere e a osservare ciรฒ che accade non sa, chi รจ capace di interpretare puntualmente le Scritture in riferimento al Re dei giudei lo annuncia con chiarezza e certezza, eppure in una situazione di radicale accecamento. รˆ cosรฌ, e ancora oggi avviene cosรฌ: si possono conoscere le parole di Dio contenute nelle Scritture, si possono citare e spiegare con competenza, si possono addirittura insegnare agli altri, eppure, nel contempo, restare in una situazione di totale cecitร  o sorditร , manifestazioni della sklerokardรญa, della callositร  del cuore che impedisce di discernere la presenza dellโ€™azione di Dio.

Questa venuta dei magi causa perรฒ inquietudine, turbamento da parte dei rappresentanti del potere politico e di tutta Gerusalemme, perchรฉ quando un potere ne vede sorgere un altro teme e trema, sentendosi minacciato. Da quellโ€™ora lโ€™inquietudine e il turbamento non cesseranno, fino al giorno in cui questo Re dei giudei che รจ nato andrร  alla morte, rivestito di un manto di porpora, con una canna come scettro in mano, con una corona di spine sulla testa, deriso, sbeffeggiato e infine appeso nudo a un palo, la croce!

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Eppure quei sapienti obbedienti alle Scritture dei giudei, anzi ri-orientati dalle Scritture, riescono nuovamente a vedere la stella che, dopo una lunga eclisse, li conduce fino al bambino Re Messia, a Betlemme, dove trovano ciรฒ che cercavano ma che certamente non si aspettavano cosรฌ: non una reggia, non una corte regale in festa, non lo sfarzo degno della nascita di un principe, ma semplicemente un bambino e sua madre. Contemplano non quello che avevano tanto atteso e cercato, ma altro: lโ€™imprevedibile nascita di un povero bambino in una famiglia semplice che ha trovato riparo in una grotta. Tre sono i segni che i magi hanno ascoltato interpretato: la stella apparsa nel cielo, un evento di questo mondo che va assolutamente percepito e decifrato; le sante Scritture, che contengono quella parola di Dio che illumina e rivela ciรฒ che non possiamo sapere da noi stessi; lโ€™ardere del cuore che chiede di fare il viaggio, lโ€™inquietudine che spinge a cercare, ad andare verso una promessa.

E cosรฌ, come convertiti, mutati nella loro mente e nel loro cuore, i magi riconoscono la vera regalitร  nellโ€™anti-regalitร , la regalitร  potente e universale nella debolezza umana, in un infante incapace di parlare e di essere eloquente con la parola. Eppure capiscono, giungono alla fede, sebbene non siano destinatari nรฉ della rivelazione nรฉ delle sante Scritture; e non a caso Matteo annota che fanno ritorno al loro paese attraverso un altro cammino, cioรจ un altro modo di pensare e di vivere; โ€œconvertitiโ€, dunque.

Cosรฌ avviene la rivelazione, per i giudei e per le genti: solo guardando alla debolezza di Gesรน, al suo essere piccolo, si puรฒ comprendere la sua vera regalitร , la sua vera identitร , non plasmata in base alle immagini dei re e dei potenti di questo mondo. Per altre strade gli altri vangeli diranno la stessa cosa: contemplazione (theorรญa) di Gesรน รจ il vederlo crocifisso (cf. Lc 23,48); visione che porta alla fede in Gesรน รจ vederlo come seme caduto a terra (cf. Gv 12,24). Quei magi, convertiti alla vista del bambino in quella povera famiglia, in quella greppia, adorano, si prostrano e gli offrono in dono oro, incenso e mirra, prodotti preziosi dellโ€™oriente, elaborati dalla cultura delle genti. Ciรฒ che Gesรน risorto chiederร  ai discepoli โ€“ โ€œAndate e fate discepole tutte le gentiโ€ (Mt 28,19) โ€“ ha qui la sua primizia, perchรฉ nei magi le genti iniziano a farsi discepole di Gesรน stesso. Le genti, infatti, divengono discepole quando cercano con sinceritร , si aprono con audacia e si mettono in cammino senza indugio.

Nellโ€™Epifania del Re dei giudei a Betlemme comincia a manifestarsi quello scisma che si consumerร  di fronte a Gesรน: da una parte il riconoscimento e lโ€™adorazione delle genti, dallโ€™altra il non riconoscimento da parte dei figli della promessa. Eppure proprio in questo evento Gesรน, lโ€™umanizzazione del Dio di Israele, appare come luogo di incontro tra le genti e il popolo di Dio, perchรฉ figlio di Israele, Re dei giudei, ma riconosciuto e adorato come Re anche dallโ€™umanitร  priva della promessa.

Quanti uomini e quante donne, dallโ€™oriente e dallโ€™occidente, dal nord e dal sud, come questi magi cercano il bene, si sentono viandanti, in cammino, si esercitano a riconoscere la salvezza come umanizzazione e si impegnano perchรฉ lโ€™umano sia sempre piรน umano. Lo sappiano o meno, sono persone alle quali ogni bambino che nasce, ogni umano che viene al mondo deve apparire con la dignitร  di un re; come un fratello o una sorella che attende da noi il nostro oro (ciรฒ che abbiamo), il nostro incenso (il profumo sprigionato dalla nostra presenza), la nostra mirra (ciรฒ che sappiamo sacrificare di noi stessi, spendendo la vita per lโ€™altro).

Lโ€™Epifania รจ manifestazione della vera regalitร  a tutti, cristiani e non cristiani. Ma ormai ci incamminiamo verso la Pasqua, come ricorda lโ€™indizione della data di questa โ€œfesta delle festeโ€, che oggi viene fatta nelle chiese dโ€™oriente e dโ€™occidente: la Pasqua, quando il Re dei giudei farร  la fine di chiunque osa pensare e mettere in pratica una regalitร  come servizio dellโ€™altro e non come potere violento. Ma lโ€™ultima parola spetta a Dio, al Dio di Gesรน, colui che lo ha costituito Signore e Messia per sempre, Re dei Giudei e dunque Re dellโ€™universo.

p. Enzo Bianchi – Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica

Fonte: Monastero di bose

Leggi il brano del Vangelo

Mt 2, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesรน a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: ยซDov’รจ colui che รจ nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarloยป. All’udire questo, il re Erode restรฒ turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: ยซA Betlemme di Giudea, perchรฉ cosรฌ รจ scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle cittร  principali di Giuda: da te infatti uscirร  un capo che sarร  il pastore del mio popolo, Israele”ยป.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviรฒ a Betlemme dicendo: ยซAndate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perchรฉ anch’io venga ad adorarloยป.
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finchรฉ giunse e si fermรฒ sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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