Commento al Vangelo di domenica 5 luglio 2009 – P. Curtaz

Data:

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He laid his hands on a few sickXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) Ez 2,2-5 / Sal 122 / 2Cor 12,7-10 / Mc 6,1-6

Stupori

รˆ tutto uno stupore il Vangelo di oggi. Lo stupore della gente di Nazareth che vede il piccolo Gesรน tornato come un Profeta dalla sua esperienza a Cafarnao, la cittร  sul lago, lo stupore di Gesรน che si meraviglia della loro incredulitร . Uno stupore negativo, un dolore condiviso, unโ€™incomprensione che si consuma proprio in casa del Nazareno, proprio in mezzo ai suoi compagni di giochi. Tra la folla divertita si trova gente che da Giusppe, quel bravโ€™uomo, ha comprato un solido tavolo di cedro e che resta basita dalla pretesa del figlio del falegname che, pur non avendo studiato in una scuola rabbinica di Gerusalemme e pur provenendo da una famiglia onesta ma povera, si รจ messo in testa di fare il Profeta.

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Incomprensioni

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Succede cosรฌ anche a noi, vero? Siamo scandalizzati dal fatto che la Parola di Dio, la Parola di salvezza, che converte e riempie, sia stata affidata alle fragili mani dei discepoli. Vorrei parlarvi della fragilitร , quindi. Della fragilitร  degli uomini di fede e dei nuovi profeti che sono gli uomini di Chiesa. Una fragilitร  reale, documentata, unโ€™infedeltร  fin troppo evidente nel corso della storia, e tutti sappiamo โ€“ alle volte piรน per stereotipo che per oggettiva e documentata conoscenza โ€“ degli errori commessi da Papi, Vescovi e semplici cristiani. Il ragionamento รจ semplice e disarmante: gli uomini di fede, spesso, non danno una gran testimonianza di coerenza nella loro vita, non nella preghiera, non nella tolleranza, non nella vita evangelica. Quindi, si conclude, il Vangelo รจ una montatura e chi ne parla un presuntuoso in malafede, magari pure moralista. Il ragionamento non fa una grinza, specie in questo tempo in cui si esige dagli altri unโ€™integra rettitudine morale (per gli altri) salvo essere pronti a giustificare sempre se stessi davanti ai piccoli compromessi e alle piccole ruberie quotidiane. Gesรน non viene accolto perchรฉ conosciuto, banale, normale, privo di quellโ€™aura di ascetismo che dovrebbe caratterizzare gli uomini religiosi. Ecco, diciamolo chiaramente: Gesรน รจ poco religioso per pretendere di parlare di Dio (!). (Non cโ€™รจ nulla di piรน difficile di parlare di Gesรน a dei cristiani, qui in occidente. Tutti sanno giร  tutto, il prete parla di Dio perchรฉ รจ il suo mestiere e cosรฌ il Vangelo viene dato per scontato e, perciรฒ, drammaticamente abbandonato.)

I cristiani (secondo Gesรน)

I cristiani non sono perfetti e forse neanche piรน buoni degli altri e forse nemmeno tanto coerenti. Ma questo non basta a fermare la Parola, non basta a fermare il Cristo, non sgambetta il contagioso annuncio della Parola. Stupiti? Leggetevi il vangelo: gli apostoli, ben lontani dal nostro modello asettico e idealista di uomo di fede, vivono la loro pesantezza con realismo e tragicitร . Ma Gesรน li ha scelti, perchรฉ sappiano comprendere le miserie degli altri, accettando anzitutto le proprie. La Chiesa, mi si secca la lingua a predicarlo, non รจ la comunitร  dei perfetti, dei giusti, dei puri, ma dei riconciliati, di figli. Fatichiamo ad accettarlo, rischiamo di voler correggere il Vangelo perchรฉ noi, in fondo in fondo, siamo un poโ€™ meglio della gente che critichiamo. Sogno il sogno di Dio: una comunitร  di persone che si accolgono per ciรฒ che sono, che hanno il coraggio del proprio limite, che non hanno bisogno di umiliare lโ€™altro per sentirsi migliori.

Rifiuti

Gesรน รจ rifiutato, e con lui viene rifiutato il Vangelo e la presenza di Dio: troppo umano questo Messia, troppo pesante il suo passo, banale il suo vivere, troppo povero, troppo fragile. Talora anche noi siamo talmente attenti a sottolineare lโ€™incoerenza dei discepoli da non accogliere il Vangelo, talmente scandalizzati dai presunti difetti degli altri da non voler entrare a un altro livello di autenticitร  e vedere che lโ€™essenziale non รจ la coerenza costi quel che costi, ma la misericordia. Cosรฌ Israele, nella sua splendida e luminosa storia, ci parla di questi uomini di Dio โ€“ i profeti โ€“ capaci di leggere il presente, non di indovinare il futuro, e di richiamare a Dio la realtร . Ma il destino dei profeti, lo stesso Gesรน lo sperimenta, รจ di essere ignorati in vita e celebrati da morti. Ancora intorno a noi uomini e donne profetizzano, leggono la realtร , ci richiamano allโ€™essenziale, innalzano la loro voce nel deserto mediatico che ci circonda. Un vecchio polacco Parkinsoniano ha richiamato forte il valore della pace, ammonendo i potenti del mondo che โ€“ garbatamente โ€“ gli hanno sorriso e lo hanno ignorato, accorrendo, poi, devoti alle sue esequie. Ascoltiamoli da vivi i profeti, non da morti! Riconosciamo i profeti, diventiamo profeti, lasciamo che la Parola ci aiuti a leggere questi tempi e raccontiamolo โ€“ Dio benedetto โ€“ questo Vangelo. Malgrado la nostra fragilitร .

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