XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Al centro del capitolo 9 di Marco cโรจ la guarigione โ o salvezza โ dellโepilettico indemoniato che il padre porta ai discepoli mentre Gesรน sta scendendo dal monte della trasfigurazione. I discepoli non sono in grado di scacciare questo demonio muto, tuttavia impediscono a un altro di farlo perchรฉ โnon li seguivaโ.
Qui si inserisce il brano del vangelo di oggi. ร curioso che i discepoli non colgano che se qualcuno scaccia i demoni nel nome di Cristo, non puรฒ che essere di Cristo. Il fatto che non li segua per loro รจ determinante e sufficiente a bloccarlo. Ma โin nome diโ รจ unโespressione che significa essere mandato da qualcuno, agire in nome di qualcuno, o meglio ancora che tramite te agisce un altro, la sua forza.
Si rende evidente, di nuovo, che i discepoli in fondo non si sentono ancora identificati con Gesรน e che la loro mentalitร รจ ancora molto distante dal pensiero di Cristo (cf Mc 9,34). ร per questo, infatti, che non possono scacciare i demoni: avendo compreso la missione โa modo loroโ, non riescono a fare nulla perchรฉ solo un ragionamento di fede puรฒ essere il motore di tale azione. Lโemorroissa del capitolo 5, la donna che va da Cristo con una fiducia assoluta, con la certezza che sarebbe bastato toccarlo per essere salvata (cf Mc 5,25-34), partecipa della forza di Gesรน, rimette tutta la sua vita nelle sue mani sapendo che solo Cristo potrร sanarla. Gesรน afferma: โQuesta specie di demoni non si puรฒ scacciare in alcun modo, se non con la preghieraโ (Mc 9,29). Solo, cioรจ, in comunione con il Padre. Infatti: โChi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoโ (Mc 9,37). ร la vita che scorre tra le persone la forza contro il male. Lโunica potenza che si puรฒ opporre al male รจ quella di una vita comunionale, quella che scorre dal Padre al Figlio e si estende su di noi.
Perciรฒ chi aderisce a Gesรน non รจ solo, ha questa vita comunionale proprio perchรฉ aderisce a Cristo. Chi non aderisce rimane solo e facilmente puรฒ arrivare alla presunzione di poter gestire autonomamente le cose, anche il rapporto con Cristo, riducendolo ad una mera pratica religiosa dove รจ facile adottare criteri non evangelici: perciรฒ i discepoli, a un certo punto, discutevano su chi fosse il piรน grande.
ร un rischio molto presente, per noi cristiani, quello di non coltivare un vero rapporto con Cristo e dโaltra parte imporre limiti e criteri agli altri. La nostra storia ci fa vedere che siamo bravi a operare divisioni e sottodivisioni dellโumanitร , a emanare tante censure e a edificare tante dogane: chi puรฒ e chi non puรฒ aderire, chi puรฒ entrare e chi non puรฒ. Siamo grandi maestri nelle costruzioni di portoni e di porte, di recinti e di serrature.
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Ai discepoli dร fastidio uno che agisca usando, anzi, appellandosi al nome di Cristo e che, a loro dispiacere, la sua forza agisca nello scacciare i demoni, perchรฉ partecipa alla forza di Cristo. Dร fastidio che quello non stia con loro!ย Essi stanno ancora ragionando nei termini angusti della loro religione, cioรจ in termini di chiusure, di esclusivismi, di far parte e di non far parte, etc.ย Fondamentalmente stanno ancora dentro la mentalitร del mondo, la mentalitร del piรน grande e del piรน piccolo. Gesรน invece รจ giร in unโaltra dimensione.
Stare con Cristo e operare con una impostazione di pensiero mondana, cioรจ diversa dalla sua, significa far inciampare i deboli e i piccoli. Perciรฒ il Signore interviene drasticamente a favore dei piccoli, scartati dal mondo. ร brutta la fine di chi scandalizza uno di questi piccoli che credono in Lui (cf Mc 9,42). Micron รจ il piccolo che qui non indica semplicemente il bambino, ma piuttosto quelli che non hanno niente, che sono emarginati, indifesi al punto di essere in balia di tutti.ย Chi scandalizza uno di questi โ cioรจ fa da inciampo, ossi ostacola la loro adesione a Cristo โ รจ meglio che sia buttato nel mare (Mc 9, 42) e, per essere sicuri che non torni a galla, รจ opportuno legarlo anche una macina da mulino. Alcune scuole rabbiniche, vicine alle correnti farisaiche, insegnavano che coloro che affondavano nel mare non ritornavano piรน e dunque non potevano essere sepolti, di conseguenza per loro non ci sarebbe stata risurrezione. Gesรน, a scanso di equivici, dice che siano assicurati a una macina per essere certi che non torneranno davvero e specifica che sia quella da mulino, pesantissima, e non semplicemente quella che usavano le donne che preparavano il grano ed era piccola e piรน leggera.
Il Maestro poi prosegue: se qualche cosa in te รจ di ostacolo nellโadesione a Cristo tagliala subito. Qui, con i discepoli, Gesรน รจ molto preciso: con lโesempio del corpo dice di buttare via la mano che รจ lโoperare, il piede che รจ la condotta e lโocchio che รจ il criterio con cui si ragiona. Quando coloro che seguono il Signore scoprono in se stessi una mentalitร che sta creando inciampo, prima che essa li faccia precipitare nella Geenna, conviene che essi provvedano a sradicarla, a tagliarla.
NellโAntico Testamento due erano le possibilitร di una fine assolutamente tragica: il verme, di cui si parla in Is 66, 24, che non muore perchรฉ ha sempre il cibo dei cadaveri e il fuoco della Geenna, un immondezzaio nel quale un fuoco sempre ardente bruciava i rifiuti.
Cristo rimanda a entrambi: il verme del cimitero sarร sempre vivo perchรฉ avrร sempre cibo, il fuoco non si spegnerร perchรฉ ci sarร sempre qualcuno che butterร qualcosa sopra. Gesรน invita a vigilare perchรฉ ci si puรฒ ingannare o essere ingannati tanto da trovarsi, alla fine, gettati nella Geenna.
La questione รจ molto seria: o si ha unโadesione a Cristo, tale che si partecipa alla sua dynamis, alla sua forza, o con i nostri criteri umani e la nostra mentalitร mondana ci illudiamo di essere โa lui viciniโ, mentre facciamo solo i giudici e gestiamo il prossimo decidendo arbitrariamente โchi puรฒ, chi non puรฒโ, โcome puรฒ e come non puรฒโ.
Al centro del discorso cโรจ il Padre che conosce lโanima di ogni uomo. Egli sa sempre trovare le strade che, come un fiume carsico, arrivano al cuore di ogni uomo.
P. Marko Ivan Rupnik – Fonte
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XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Nm 11, 25-29; Sal.18; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Chi non รจ contro di noi รจ per noi. Se la tua mano ti รจ motivo di scandalo, tagliala.
Mc 9,38-43.45.47-48
Dal Vangelo secondoย Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesรน: ยซMaestro, abbiamo visto uno che scacciava demรฒni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perchรฉ non ci seguivaยป. Ma Gesรน disse: ยซNon glielo impedite, perchรฉ non cโรจ nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non รจ contro di noi รจ per noi.
Chiunque infatti vi darร da bere un bicchiere dโacqua nel mio nome perchรฉ siete di Cristo, in veritร io vi dico, non perderร la sua ricompensa.
Chi scandalizzerร uno solo di questi piccoli che credono in me, รจ molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti รจ motivo di scandalo, tagliala: รจ meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anzichรฉ con le due mani andare nella Geรจnna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti รจ motivo di scandalo, taglialo: รจ meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anzichรฉ con i due piedi essere gettato nella Geรจnna. E se il tuo occhio ti รจ motivo di scandalo, gettalo via: รจ meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anzichรฉ con due occhi essere gettato nella Geรจnna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingueยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 30 Settembre – 06 Ottobre 2018
- Tempo Ordinario XXVI
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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