p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
Le prime domeniche di avvento ci invitano a vivere la fede nel tempo che ci รจ dato. Ci รจ richiesto di attendere e stare con gli occhi aperti andando incontro al Signore che viene: รจ il Signore risorto che tornerร e chiede a noi di vivere il presente con impegno e fiducia. La nostra vita รจ passaggio e tende ad un incontro. Siamo chiamati ad attuare una responsabilitร nella storia, e questo richiede uno sguardo al presente e una tensione allโoltre.
Il profeta โterzo Isaiaโ offre un messaggio sul volto di Dio โTu Signore sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore โฆ Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dร forma, tutti noi siamo opera delle tue maniโ.
Il nome di Dio รจ โpadreโ e โliberatoreโ. Eโ lui il parente vicino, prossimo, che interviene perchรฉ non si perda la libertร , dono prezioso del cammino dellโesodo che costituisce lโidentitร piรน profonda dei credenti.
La vita umana รจ come argilla a cui le mani dellโartigiano possono dare forma nuova. In questโimmagine si delineano i tratti della vita umana come terra che richiede di essere formata e di lasciarsi plasmare in unโopera di creazione che continua e non รจ compiuta. Scoprirsi nelle mani di Dio, stare nelle sue mani, significa anche questo: non solo la percezione di essere custoditi da colui che รจ vicino, ma anche la disponibilitร a lasciarsi cambiare come lโargilla viene plasmata dal vasaio.
Tra questi nomi si fa strada unโinvocazione perchรฉ si renda presente: โse tu squarciassi i cieli e scendessi!โฆ Il contesto รจ quello della devastazione conseguente allโesperienza dellโesilio che diviene paradigma di ogni momento di prova: โperchรฉ ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, perchรฉ non ti si tema? Ritorna per amore dei tuoi serviโฆโ. โRitornaโ: รจ un grido che si fa preghiera โconvertitiโ. Eโ una intensa supplica. โRitornaโ รจ voce colma di attesa, che sgorga da chi si sente disperso e senza direzione: parla di un convertirsi di Dio a noi che rende possibile il nostro convertirci a Lui da una condizione di desolazione: avvizziti come foglie dโautunno, come panni che devono essere lavati. โRitornaโ: lโavvento ci richiama a non smarrire il senso del cambiamento e della conversioneโฆ รจ un tempo per lasciare spazio al desiderio di un incontro che trasforma e plasma un mondo nuovo. Lโavvento รจ segnato da una tensione da unโattesa, attesa che riguarda la vita personale e il cammino della storia.
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Dio, il Padre, รจ fedele e chiama alla comunione. Il termine che Paolo usa quale attributo di Dio stesso ha la medesima radice del termine โcredereโ. Lโaffidamento a Dio in un incontro personale che trasforma lโesistenza โ e qui Paolo non puรฒ non aver presente la sua esperienza personale โ รจ fondato sulla scoperta di una fedeltร che precede, afferra e trasforma la vita. Eโ la fedeltร di colui che non viene meno alla sua promessa. Questa fedeltร rinvia alla comunione con il Figlio suo Gesรน Cristo e in lui ad un incontro nuovo che si apre a tutta lโumanitร .
โEโ come un uomo (il Signore) che รจ partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliareโ.
La parabola riportata da Marco non รจ indirizzata ad esortare i servi a โprendere il potereโ costruendo una situazione ben installata e tranquilla ma ha al suo centro lโinvito a โstare svegliโ: un uomo lascia la propria casa per un viaggio e lascia a ciascuno dei suoi servi un compito; e incarica di vegliare: โvegliate, perchรฉ non sapete quando viene il signore della casaโ. Eโ suggerirmento di una spiritualitร degli occhi aperti tesi a leggere i segni dei tempi. La parabola di Gesรน rivolta ai capi e responsabili religiosi richiamandoli allโincarico di una custodia, dalla comunitร dopo la pasqua รจ riletta come appello allโattesa del ritorno del Figlio dellโuomo. โvigilateโ, indica la condizione di chi non si lascia prendere dal sonno. Eโ questo il medesimo invito rivolto ai discepoli nellโorto degli ulivi: โvegliare e pregareโ (Mc 14,37-39). Lโattesa della fine dei tempi e del ritorno del Signore non puรฒ andare scissa dalla disponibilitร a seguire il Signore nella sua passione. Colui che tornerร un giorno sulle nubi del cielo รจ colui che ha percorso la strada della passione.
Eโ innanzitutto attenzione per non lasciarsi irretire da chi chiede di farsi seguire con annunci apparentemente religiosi ma dove non cโรจ il vangelo: sono gli annunci dei falsi profeti (Mc 13,22). Vegliare implica una disponibilitร ad esser protesi in una cura che lasci spazio allโaltro, che sta arrivando, รจ presente e va incontrato. Sta qui il fare propria la via di Gesรน.
Lโavvento richiama ad un cammino nellโattendere il Signore in questa storia, nel lasciargli spazio, nel leggere i segni della sua chiamata che ci converte a Lui.
