Commento al Vangelo di domenica 26 marzo 2017 – Sr. Myriam

Occhi nuovi per guardare il mondo, anche questa è con-versione

Occhi nuovi per guardare il mondo, per ritrovarsi in verità e in profondità, molto spesso il nostro giudizio sulla storia, sulla nostra e su quella degli altri inizia da come guardiamo, da occhi abbiamo, da che punto di vista abbiamo, da quale angolatura ci siamo limitati a scegliere, facendo di ogni parzialità un assoluto di verità. 

In questa domenica la Liturgia ci consegna il capitolo 9 di Giovanni, che ovviamente consiglio a tutti di leggere almeno una volta per intero, un capitolo dove vi è una forte polemica contro la cecità dell’istituzione religiosa, che per osservare le sue irrigidite leggi, smette di guardare all’uomo nella sua “umanità”.

La cecità era considerata simbolicamente punizione divina, ancora di più se è cecità dalla nascita, se sei cieco in qualche modo te lo sei meritato, qualcosa hai combinato, e se non tu i tuoi genitori, insomma qualche colpa devi scontarla, quindi per punizione ti becchi di esser cieco.

Fortunatamente Gesù smonta questa struttura, che avevano all’epoca e che ancora oggi ci portiamo dentro, di rapporto tra male/malattia, peccato,castigo: “ non ha peccato né lui, né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio”.

In questo magnifico incontro tra Gesù che scappa dal tempio, perchè lo vogliono lapidare ,e gli esclusi dalla vita religiosa, perchè “maledetti”, si compie una nuova creazione, un nuovo atto creativo, dal fango e dal soffio di Gesù l’uomo torna alla sua dignità originaria.

Quello che viene compiuto non è magia, non è un miracolo così come noi lo intendiamo, una soluzione ad un problema, ma è creatività che meraviglia, è la vita che rinasce dall’incontro con qualcuno che ti accoglie, che non ti esclude, che non ha paura di contaminarsi con la tua malattia, che non si vergogna delle tue ferite, che ti sta talmente vicino da guardarti negli occhi.

Domenica ci verrà quindi proposto un nuovo passo del nostro cammino verso la Pasqua, apri gli occhi, guardati attorno, non fermarti alle tue convinzioni, alle tue sovrastrutture, ai tuoi pregiudizi che rendono la vita come un vicolo cieco, senza speranza, senza futuro, ma nell’incontro con l’altro e l’Altro lascia che si compia in te una nuova creazione.

Buona domenica a tutti!

Sr. Myriam (Miriam D’Agostino) del Monastero Benedettino di Sant’Anna – Bastia Umbra

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IV Domenica del Tempo di Quaresima

Gv 9, 1-41
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».

Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 26 Marzo – 01 Aprile 2017
  • Tempo di Quaresima IV, Colore rosa
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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