Commento al Vangelo di domenica 25 settembre 2016 – mons. Giuseppe Mani

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Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it

La parabola del ricco epulone è servita a varie cause. A consolare i poveri promettendo il benessere nell’aldilà. Solo Gesù che ha sposato la cause dei poveri diventando povero come loro poteva usare un tale linguaggio. E’ stata anche considerata l’oppio del popolo: con questa storia i poveri resteranno sempre poveri e i ricchi sempre più ricchi (Marx)

[ads2]Da precisare che la Scrittura non si è mai indirizzata ai poveri per dire loro di rassegnarsi ma soltanto per dire loro che sono amati da Dio. Apre una speranza ed esorta tutti gli uomini a condividere questo amore di Dio per i poveri. Questo amore deve condurci a ristabilire la giustizia. Per questo la parabola è detta per convertire i ricchi che si trovano nella condizione di Epulone. I Testi mettono sotto accusa il cattivo ordine stabilito, sia quello presentato nella prima lettura sia quello del Vangelo e annunciano la rivincita della giustizia di Dio. Dobbiamo prendere questo sul serio: questo annuncio invece di essere oppio del popolo serve a far uscire i ricchi dalla loro illusione di bontà.
La porta e il grande abisso hanno la stessa funzione: rappresentare un limite invalicabile. In fondo l’abisso che separa per l’eternità il ricco da Dio è lo stesso della porta che il ricco aveva posto tra lui e Lazzaro.

Dio, sotto la figura di Abramo, è dalla parte della porta in cui si trova Lazzaro. Cioè Dio è escluso dalla vita del ricco, giace fuori ed è ridotto a livello degli animali. La porta, la separazione è di una grande portata: Dio è colui che riunisce , che supera la divisione per fare unità tra tutti i separati. La porta è una immagine della separazione, dell’esclusione naturale: rappresenta l’inverso dell’opera di Dio. In fin dei conti è la ricchezza del ricco la vera porta di separazione, è lui che dovrebbe superarla per fare unità. Ma “è più facile per un cammello passare per la cruna di un ago”.

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Il grande abisso insuperabile in rapporto al seno di Abramo è l’immagine dell’origine divina dell’uomo e della terra in cui l’uomo è andato dopo il peccato. Questa separazione la traversa il povero e questo fa pensare alla Pasqua del Signore. Il testo infatti termina col tema della Resurrezione dei morti. Ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. Non disperiamo quindi del ricco. Potrà anche lui ascoltare Mosè e i profeti e superare la porta della sua ricchezza che lo separa dal povero per andare, come ha fatto il Cristo a ritrovare il povero. E’ da subito che siamo invitati a superare le nostre separazioni ed essere ammessi alla gioia del Regno.

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XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 16, 19-31
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.

Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.

E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 25 Settembre – 01 Ottobre 2016
  • Tempo Ordinario XXVI, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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