p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
Il profeta Eliseo di fronte ad una offerta di primizie recate a lui come uomo di Dio invita a compiere una distribuzione nel dare pani alla gente. ยซDallo da mangiare alla gente. Poichรฉ cosรฌ dice il Signore: โNe mangeranno e ne faranno avanzareโยป. I venti pani dโorzo e grano novello, cibo dei poveri, sono distribuiti ad un gran numero di persone e per tutti ce nโรจ a sufficienza: non solo tutti poterono mangiare ma i pani distribuiti sono sovrabbondanti e ne avanzano, secondo la promessa del Signore. La parola del profeta lascia spazio al compiersi di quello che vuole il Signore: pochi pani sono poca cosa eppure il dono, il metterli a disposizione sfama tanta gente. Quel poco rivela nellโessere distribuito una sorprendente abbondanza.
Lโintero capitolo 6 del IV vangelo si svolge attorno al segno dei pani. Gesรน compie segni sugli infermi, segni che indicano un mondo nuovo, la cura perchรฉ chi soffre abbia vita. E cโรจ una gran folla. Gesรน รจ preoccupato di dare da mangiare: รจ attenzione concreta, immediata, risonde ad una attea e ad una fame che sa leggere in quei volti davanti a lui. ยซDove potremo comprare il pane perchรฉ costoro abbiano da mangiare?ยป Filippo si fa portavoce del dubbio di poter sfamare tante persone anche andando a comprare il pane: la folla รจ immensa โ sono indicate cinquemila persone โ e il denaro non basta. Ma cโรจ un piccolo gesto che interrompe una situazione senza speranza. Eโ la disponibilitร di un ragazzo: cinque pani e due peci che vengono messi a disposizione. โGli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: ยซCโรจ qui un ragazzo che ha cinque pani dโorzo e due pesci; ma che cosโรจ questo per tanta gente?ยป. Andrea scorge lโinsignificanza e la pochezza di quei pani e dei pesci. Ma quel gesto di donoรจ accolto e continuato da Gesรน che apre spazio ad una distribuzione senza limiti. โGesรน prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevanoโ. Lui stesso comincia a distribuirli. Attorno ai tre gesti del prendere, ringraziare, dare si genera lโimpossibile, lโinatteso. Quel poco diviene corrente inestinguibile che viene incontro alla fame di tutti. Dallโaccoglienza, nel ringraziamento, nella condivisione di un dare senza riserve e senza trattenere sorge una realtร nuova.
Il racconto di questa distribuzione porta a scorgere quellโesperienza cosรฌ presente nella vita di Gesรน, il mangiare insieme con gli altri: un pasto comune diviene oggetto di una lettura che lo rende un racconto di segno con riferimenti rilevanti alla cena eucaristica, e ai gesti di Elia e di Eliseo.
Il IV vangelo presenta infatti lโepisodio dei pani in un luogo distante dai centri abitati e lo colloca temporalmente in riferimento alla Pasqua vicina. Sono allusioni allโepisodio della manna e delle quaglie nel deserto (Es 16; Num 11) e alla figura del profeta atteso come Mosรฉ che avrebbe rinnovato il miracolo della manna.
Gesรน stesso distribuisce il pane ed invita a raccogliere quanto รจ avanzato perchรฉ nulla vada perduto. I canestri in cui vengono raccolti i pani avanzati sono dodici, un numero che si riferisce alle dodici tribรน del popolo dโIsraele orientato a comprendere lโintera umanitร .
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Di fronte al segno dei pani perรฒ da parte della folla sorge unโincomprensione: riconoscono in Gesรน un profeta e vogliono prenderlo per farlo re: โMa Gesรน, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirรฒ sulla montagna tutto soloโ. Gesรน prende le distanze da una ricerca di un messia che corrisponde ai bisogni ed รจ visto come soluzione ai problemi immediati.
Il segno dei pani รจ richiamo esigente ad un modo nuovo di vivere nella linea della condivisone della distribuzione. Gesรน stesso nel gesto di distribuire i pani manifesta il suo volto. Eโ lui stesso pane della vita (Gv 6,35): โIo sono il pane della vita: chi viene a me non avrร piรน fame e chi crede in me non avrร piรน seteโ.



