Commento al Vangelo di domenica 24 Febbraio 2019 – p. Alessandro Cortesi op

“Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore. Ed ecco, come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sia preziosa la mia vita agli occhi del Signore ed egli mi liberi da ogni angoscia”. Davide non sceglie la via della vendetta di fronte al re Saul che lo inseguiva nel deserto. Sceglie di non toccare il consacrato del Signore, il re. pur braccato Davide non uccide Saul. L’episodio si chiude con una preghiera che richiama alla preziosità di ogni vita davanti a Dio, e chiede la sua liberazione.

Davide attua in misura eroica l’atteggiamento sintetizzato da una regola rabbinica: “Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Questa regola è anche presentata in altri modi nella Bibbia (ad esempio in Tob 4,15). Nel vangelo la formulazione compare, ed è presentata in senso positivo. E’ la ‘regola d’oro’ ripresa dalla tradizione ebraica e che attraversa le religioni e che Gesù allarga a dismisura i confini di questo invito. Non solo i vicini, gli amici, coloro con cui già è piacevole condividere e da cui si riceve del bene in cambio devono essere destinatari di cura e amore, ma addirittura chi è oppositore, nemico ed opera il male: “A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano”. E’ una tra le parole più provocatorie e rivoluzionarie di Gesù. Egli stesso l’ha vissuta rispondendo con il silenzio di resistenza davanti ai suoi persecutori e non usando violenza a fronte della ingiustizia e della violenza. E’ espressione della fiducia che solo il bene può generare altro bene fino a cambiare l’altro da nemico in amico, ed entrare nella logica del male non può che provocare inimicizia e violenza.

“A chi ti percuote la guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Gesù indica un’opzione radicale per un atteggiamento di nonviolenza attiva che divenga opzione e stile di vita. Non è assuefazione al male, non è scambiare il male con il bene e ritenere che non vi sia differenza, è invece e piuttosto resistenza che si oppone al male e all’ingiustizia nel non riprodurre i medesimi meccanismi della violenza. Al cuore sta la fiducia che il contagio del bene può disarmare chi fa il male. Gesù propone una via della smilitarizzazione dei cuori.

Il prestito senza esigere interessi era previsto dell’Esodo e del Deuteronomio, pur se ristretto ai membri del popolo d’Israele: “Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio” (Es 22,24; cfr. Deut 15,7-11; 23,20-21: “allo straniero potrai prestare ad interesse ma non al tuo fratello…”). Anche i salmi offrono tale descrizione del giusto: “presta denaro senza fare usura e non accetta doni contro l’innocente” (Sal 15,5); ”felice l’uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia” (Sal 112,5). Gesù estende la richiesta a tutti. In tal modo approfondisce e interiorizza le indicazioni della legge. Suggerisce uno stile di vita nel dono senza calcoli, senza riserve. La ricompensa non è ‘qualche cosa’ ma consiste in un incontro e diviene accogliere la misericordia di Dio stesso: è quindi la gioia di incontro con il Dio misericordioso.

La radice di questo nuovo modo di intendere i rapporti sta nella misericordia di Dio: il Padre è fonte da cui è possibile trarre forza per vivere secondo questa logica nuova. “Se amate quelli che vi amano che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto… Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”

Matteo, nel discorso della montagna utilizza l’espressione ‘siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48). Luca da parte sua individua nella misericordia la caratteristica propria di Dio: ‘siate misericordiosi come il Padre vostro…’. La vita al seguito di Gesù si concretizza in questa direzione di misericordia nell’impegno ad attuare la nonviolenza del cuore che si traduce in gesti di gratuità, cura e attenzione.

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