Celebriamo in questa domenica la solennità del Corpus Domini, e celebrando ringraziamo il Padre per il grande dono del Corpo del Signore che dà vita alle nostre vita, che ci nutre e sostiene i nostri passi verso Dio e verso il mando… passi che ripercorrono gli stessi del suo Signore.
Ma una domanda, oggi, diventa incontenibile: cos’è il Corpo del Signore? No, non prendetemi per folle. Lasciatevi portare dentro questa domanda, e quindi dentro questa riflessione.
È chiaro per tutti noi che il Corpo del Signore è l’Eucaristia, la presenza sacramentale del Risorto che si rinnova per noi, e a noi di offre per amore, per la nostra salvezza. E fin qui tutto bene. È lui che si offre a noi.
Ma Corpo del Signore è anche la Chiesa. Giusto? O almeno è quello che diciamo. Quindi lo è.
E poi san Paolo aggiungeva che noi siamo tutti membra dell’unico Corpo, il cui capo è Cristo. Quindi, se la logica qualche senso lo ha anche nella fede, allora possiamo concludere che celebrando il Corpus Domini noi non siamo chiamati semplicemente a guardare fuori di noi – a lui –, ma siamo interpellati a diventare quel Corpo, quel suo Corpo vivente oggi, che è sacramente vivente della sua salvezza.
Chiederete: ma come si fa? Ci vorrebbero i miracoli! Beh, ma comunicarsi al suo Corpo – l’Eucaristia – altro senso non ha se non diventare parte viva del suo Corpo vivo. È lo Spirito che, agendo in noi, fa sì che comunicarsi al suo Corpo, lasciarci penetrare dalla sua vita ci trasformi da singoli in comunità, da parti singole in membra comunicanti. È il grande miracolo che lo Spirito opera in noi. Ma a noi spetta dire il nostro sì. A noi è chiesto di aderire, di non porre ostacoli, di lasciar operare Dio. E allora non ci resta che dare quel poco che abbiamo, come il Vangelo chiede. Noi stessi abbiamo qualcosa da dare: da quel poco Dio inizia per ridonare vita al mondo, per rendere l’umanità suo corpo vivente, elargitore di salvezza.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Alla tua presenza
- Pubblicità -
Ti lodo, Signore mio Dio!
Ti adoro, Pane di vita,
che nutri e fecondi il mondo;
che alimenti e dai sostegno
alla storia del mondo
e alla mia… piccola e fragile.
Io ti adoro, fragile Pane,
la cui vita rigenera l’universo.
Ti benedico, perché in te
tutto è possibile, ogni giorno;
in te tutto rinasce;
in te tutto si ricrea.
Eccomi, Signore, silenzioso,
resto alla tua presenza.
Amen.

