Commento al Vangelo di domenica 21 maggio 2017 – Enzo Bianchi

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โ€œSe mi amate, osservate i miei comandamentiโ€

Il brano evangelico di questa domenica รจ la diretta continuazione di quello di domenica scorsa, sempre tratto dal capitolo 14 del vangelo secondo Giovanni. Se la prima parte del capitolo aveva come tema la fede in Gesรน (โ€œCredete in Dio e credete anche in meโ€: Gv 14,1), questa seconda parte ha come tema lโ€™amore per Gesรน (โ€œSe mi amate, osservate i miei comandamentiโ€: Gv 14,15). Nessuna opposizione tra fede in Gesรน e amore per Gesรน, perchรฉ credere non รจ un atto intellettuale ma รจ unโ€™adesione, un coinvolgimento con la vita di Gesรน; e un coinvolgimento si puรฒ attuare solo nella libertร  e par amore.

La struttura del brano รจ evidente:

– una cornice con le due affermazioni inclusive sullโ€™amore per Gesรน (vv. 15 e 21);
– due annunci al suo interno: il dono dello Spirito (vv. 16-17);
– la venuta di Cristo (vv. 18-20).

Il tema dellโ€™amore per Gesรน รจ giร  presente sulle sue labbra nei vangeli sinottici: โ€œChi ama padre o madre piรน di me, non รจ degno di meโ€ (Mt 10,37); ma nel quarto vangelo questo amore viene specificato, quasi che il redattore temesse un suo fraintendimento. Come Gesรน ha chiesto di credere in Dio e anche in lui, ha certamente anche chiesto di amare Dio e anche lui, ma a precise condizioni. Egli precisa soprattutto che questo amore non si esaurisce in un desiderio di Dio, in un anelito verso il divino, senza che in esso sia contenuta la disponibilitร  a essere conformi a ciรฒ che Dio vuole, volontร  di Dio manifestata nella sua parola, volontร  da realizzare ogni giorno quale osservanza concreta dei suoi comandamenti.

Ecco perchรฉ le parole di Gesรน appaiono perentorie: โ€œSe mi amate, osservate i miei comandamentiโ€. In tutte le vie religiose si ama Dio, ma lo si puรฒ amare come un idolo, soprattutto se รจ un dio da noi costruito e โ€œideatoโ€; anzi, proprio quando รจ un dio che รจ un nostro manufatto, lo amiamo di piรน! Ma il nostro Dio vivente ha un volto preciso. Non รจ la deitร , il divino: รจ un Dio che ha parlato esprimendo la sua volontร , e lo ama veramente solo chi cerca, seppur con fatica, di realizzare tale volontร . Mi pare che non affermiamo con sufficiente chiarezza e forza questa veritร  decisiva per la vita cristiana, ma pensiamo che basti dire, ad esempio, โ€œCiรฒ che abbiamo di piรน caro nel cristianesimo รจ Gesรน Cristoโ€, parole che possono essere una confessione di fede, a patto perรฒ che Cristo non sia il โ€œnostro Cristoโ€, quello inventato e scelto da noi, ma il Cristo Gesรน narrato dai vangeli e trasmesso dalla chiesa.

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Amare Gesรน, dunque, significa non solo nutrirsi di un amore di desiderio, non solo dirgli che di lui ha sete la nostra anima (cf. Sal 41,3; 62,2), ma realizzare ciรฒ che lui ci chiede, osservare il comandamento nuovo, cioรจ ultimo e definitivo, dellโ€™amore reciproco. Conosciamo bene come Gesรน ha formulato questo comandamento: โ€œCome io ho amato voi, cosรฌ anche voi amatevi gli uni gli altriโ€ (Gv 13,34; cf. 15,12). Si faccia attenzione, Gesรน non ha detto: โ€œCome io ho amato voi, cosรฌ anche voi amate meโ€, ma โ€œamatevi gli uni gli altriโ€. Perchรฉ egli ci ama senza chiederci il contraccambio, ma chiedendoci che il suo amore che ci raggiunge si diffonda, si espanda come amore per gli altri, perchรฉ questa รจ la sua volontร  dโ€™amore.

Dirร  ancora: โ€œVoi siete miei amici, se fate ciรฒ che vi comandoโ€ (Gv 15,14), perchรฉ il discepolo non deve nutrire in sรฉ illusioni, coltivando il suo โ€œio religiosoโ€, pieno di sentimenti affettivi per Dio o per Gesรน, ma misconoscendo le loro parole, la loro volontร , la loro attesa. Cโ€™รจ qui il grande mistero della sequela cristiana: si segue Gesรน non come un discepolo segue il Buddha o un altro maestro spirituale. Secondo la tradizione buddhista zen, il Buddha poteva affermare: โ€œSe incontri il Buddha per la strada, uccidilo!โ€, a dire che lโ€™amore per il maestro puรฒ ostacolare quello per il suo messaggio. Gesรน invece vuole che lo si ami, che si sia coinvolti nella sua vita, al punto che i suoi comandi non siano imposizioni o leggi, ma siano realizzati nellโ€™amore.

Proprio per questo, ecco la presenza di un dono fatto dal Padre, per intercessione di Gesรน: un Parรกkletos, uno che sta accanto, โ€œun Consolatore altroโ€ che, siccome Gesรน รจ ormai presso il Padre, sia sempre con i discepoli. รˆ il dono dello Spirito, che รจ sempre Spirito dellโ€™amore che discende nel cuore del cristiano, dandogli la capacitร  di rispondere al Padre nella libertร  e con amore. Grazie allโ€™amore per Gesรน possiamo dunque essere fedeli ai suoi comandi; e nel contempo lโ€™osservanza dei suoi comandi testimonia lโ€™autenticitร  del nostro amore per lui. Questi comandamenti di Gesรน non sono una legge โ€“ si faccia attenzione a non operare regressioni! โ€“, sono Gesรน stesso, โ€œvia, veritร  e vitaโ€ (Gv 14,6), sono una vita umana concreta vissuta nellโ€™amore fino alla fine (cf. Gv 13,1).

Dopo la sua glorificazione, lโ€™amore di Gesรน รจ sperimentabile dal discepolo quale amore dellโ€™altro Consolatore, dello Spirito santo sempre con noi per intercessione di Gesรน stesso: Spirito che va da noi invocato, accolto, custodito, obbedito fino a essere il nostro โ€œrespiroโ€, ciรฒ che ci anima. Dobbiamo confessarlo: questo Spirito non puรฒ essere accolto dal mondo, quel mondo che non รจ lโ€™umanitร  tanto amata da Dio (cf. Gv 3,16), bensรฌ lโ€™assetto mondano, lโ€™ordinamento di ingiustizia dominante sulla terra che รจ in rivolta contro Dio, cioรจ contro lโ€™amore e contro la vita. Questo sistema di menzogna organizzata, di violenza che non conosce limiti, di ingiustizia che opprime i poveri e i piccoli, ingloba purtroppo anche gli uomini e le donne a esso alienati. Ebbene, costoro non ricevono il dono dello Spirito, non percepiscono lo Spirito e non lo vogliono neppure conoscere, preferendo le tenebre alla luce (cf. Gv 3,19), la morte alla vita. I cristiani, se sono veri discepoli, non a parole e con riti religiosi ma nella concretezza della vita quotidiana, nel tessuto della fraternitร  e della sororitร , conoscono invece in loro la presenza nascosta dello Spirito. Lo Spirito รจ difesa nellโ€™ora del processo intentato dal mondo, รจ consolazione nellโ€™ora della prova, รจ sostegno nella debolezza (cf. Mc 13,11 e par.; Gv 14,26), รจ presenza di Cristo, sicchรฉ il cristiano puรฒ sempre sentirsi โ€œcomitante Christoโ€, in compagnia di Gesรน Cristo, attraverso il suo Spirito.

Nella seconda parte del brano Gesรน parla della sua venuta, dopo la sua andata presso il Padre. Sรฌ, sta per venire un tempo di assenza, nel quale i discepoli potranno sentirsi turbati, senza guida, senza pastore. Sperimenteranno questa orfanitร  cosรฌ dolorosa per la mancanza della fonte dellโ€™amore e della vita? No, assicura Gesรน, perchรฉ egli, pur assente fisicamente, non li abbandonerร . La presenza dello Spirito, santo, dono del Padre e insieme di Gesรน, non li farร  sentire orfani. Ci sarร  una nuova โ€œesperienzaโ€ di Gesรน che il mondo non conoscerร  e che i discepoli invece vivranno, fino a vederlo non con gli occhi di carne ma con gli occhi della fede e dellโ€™amore, gli occhi del cuore. Gesรน non sarร  un morto ma un vivente, il Vivente, e i discepoli che vivono della sua stessa vita avranno questa conoscenza di lui. Presenza elusiva quella del Risorto, veniente a noi senza apparizioniโ€ฆ Bernardo di Clairvaux, nel suo mirabile commento al Cantico dei cantici, confessa queste venute di Gesรน e le descrive come โ€œvisite del Verboโ€, visite furtive e sporadiche. E proprio quando il nostro cuore percepisce la presenza di Gesรน, egli allora scompare, come lโ€™Amato: โ€œEgli era lร โ€ฆ Nessuna sensazione, eppure nel mio cuore avvenivano mutamentiโ€ (Discorsi sul Cantico 74,6), mutamenti di conversione, palpiti dโ€™amore, realizzazioni della sua volontร โ€ฆ

Gesรน รจ il Vivente e il discepolo vive, vive in lui con vita piena, nella libertร  e nella gioiosa fiducia di chi non รจ mai orfano. E ancora una volta Gesรน parla di una contrapposizione: โ€œIl mondo non mi vedrร , ma voi mi vedreteโ€. Parole che accogliamo nella consapevolezza che non possiamo vantarci nรฉ sentirci garantiti. Non possiamo dire โ€œnoiโ€ e โ€œloroโ€, i redenti e i dannati! Possiamo vedere Gesรน alla luce della fede, non della visione (cf. 2Cor 5,7), possiamo fare esperienza della vita abbondante che egli vuole donarci; ma siamo anche spesso incapaci di accogliere il dono, siamo ciechi che dicono di vedere (cf. Gv 9,40-41). Queste parole di Gesรน non diventino dunque fonte di giustificazione, spingendoci a eludere lโ€™istanza della conversione e a non accogliere quel dono che noi non possiamo darci: il dono dello Spirito di cristo, il dono del suo amore.

Ecco allora la conclusione, che riprende lโ€™inizio del discorso: โ€œChi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi รจ colui che mi ama. Chi mi ama sarร  amato dal Padre mio e anchโ€™io lo amerรฒ e mi manifesterรฒ a luiโ€. Amare, osservare i comandamenti รจ la condizione affinchรฉ Gesรน si manifesti, e nellโ€™osservanza della volontร  di Dio, attraverso lโ€™amore fraterno, saremo amati da Dio e da Gesรน. La vita di Dio รจ un flusso di amore nel quale, se accogliamo il suo dono, possiamo essere coinvolti. Questo รจ ciรฒ che dovremmo conoscere nellโ€™ebbrezza dello Spirito e nella comunione con Cristo in ogni eucaristia che viviamo: una celebrazione dellโ€™amore!

p. Enzo Bianchi

Fonte: –

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 21 maggio 2017 anche qui.

VI Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 14, 15-21
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซSe mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherรฒ il Padre ed egli vi darร  un altro Parร clito perchรฉ rimanga con voi per sempre, lo Spirito della veritร , che il mondo non puรฒ ricevere perchรฉ non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perchรฉ egli rimane presso di voi e sarร  in voi.
Non vi lascerรฒ orfani: verrรฒ da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrร  piรน; voi invece mi vedrete, perchรฉ io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi รจ colui che mi ama. Chi ama me sarร  amato dal Padre mio e anch’io lo amerรฒ e mi manifesterรฒ a luiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 21 – 27 Maggio 2017
  • Tempo di Pasqua VI, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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