โSe mi amate, osservate i miei comandamentiโ
Il brano evangelico di questa domenica รจ la diretta continuazione di quello di domenica scorsa, sempre tratto dal capitolo 14 del vangelo secondo Giovanni. Se la prima parte del capitolo aveva come tema la fede in Gesรน (โCredete in Dio e credete anche in meโ: Gv 14,1), questa seconda parte ha come tema lโamore per Gesรน (โSe mi amate, osservate i miei comandamentiโ: Gv 14,15). Nessuna opposizione tra fede in Gesรน e amore per Gesรน, perchรฉ credere non รจ un atto intellettuale ma รจ unโadesione, un coinvolgimento con la vita di Gesรน; e un coinvolgimento si puรฒ attuare solo nella libertร e par amore.
La struttura del brano รจ evidente:
– una cornice con le due affermazioni inclusive sullโamore per Gesรน (vv. 15 e 21);
– due annunci al suo interno: il dono dello Spirito (vv. 16-17);
– la venuta di Cristo (vv. 18-20).
Il tema dellโamore per Gesรน รจ giร presente sulle sue labbra nei vangeli sinottici: โChi ama padre o madre piรน di me, non รจ degno di meโ (Mt 10,37); ma nel quarto vangelo questo amore viene specificato, quasi che il redattore temesse un suo fraintendimento. Come Gesรน ha chiesto di credere in Dio e anche in lui, ha certamente anche chiesto di amare Dio e anche lui, ma a precise condizioni. Egli precisa soprattutto che questo amore non si esaurisce in un desiderio di Dio, in un anelito verso il divino, senza che in esso sia contenuta la disponibilitร a essere conformi a ciรฒ che Dio vuole, volontร di Dio manifestata nella sua parola, volontร da realizzare ogni giorno quale osservanza concreta dei suoi comandamenti.
Ecco perchรฉ le parole di Gesรน appaiono perentorie: โSe mi amate, osservate i miei comandamentiโ. In tutte le vie religiose si ama Dio, ma lo si puรฒ amare come un idolo, soprattutto se รจ un dio da noi costruito e โideatoโ; anzi, proprio quando รจ un dio che รจ un nostro manufatto, lo amiamo di piรน! Ma il nostro Dio vivente ha un volto preciso. Non รจ la deitร , il divino: รจ un Dio che ha parlato esprimendo la sua volontร , e lo ama veramente solo chi cerca, seppur con fatica, di realizzare tale volontร . Mi pare che non affermiamo con sufficiente chiarezza e forza questa veritร decisiva per la vita cristiana, ma pensiamo che basti dire, ad esempio, โCiรฒ che abbiamo di piรน caro nel cristianesimo รจ Gesรน Cristoโ, parole che possono essere una confessione di fede, a patto perรฒ che Cristo non sia il โnostro Cristoโ, quello inventato e scelto da noi, ma il Cristo Gesรน narrato dai vangeli e trasmesso dalla chiesa.
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Amare Gesรน, dunque, significa non solo nutrirsi di un amore di desiderio, non solo dirgli che di lui ha sete la nostra anima (cf. Sal 41,3; 62,2), ma realizzare ciรฒ che lui ci chiede, osservare il comandamento nuovo, cioรจ ultimo e definitivo, dellโamore reciproco. Conosciamo bene come Gesรน ha formulato questo comandamento: โCome io ho amato voi, cosรฌ anche voi amatevi gli uni gli altriโ (Gv 13,34; cf. 15,12). Si faccia attenzione, Gesรน non ha detto: โCome io ho amato voi, cosรฌ anche voi amate meโ, ma โamatevi gli uni gli altriโ. Perchรฉ egli ci ama senza chiederci il contraccambio, ma chiedendoci che il suo amore che ci raggiunge si diffonda, si espanda come amore per gli altri, perchรฉ questa รจ la sua volontร dโamore.
Dirร ancora: โVoi siete miei amici, se fate ciรฒ che vi comandoโ (Gv 15,14), perchรฉ il discepolo non deve nutrire in sรฉ illusioni, coltivando il suo โio religiosoโ, pieno di sentimenti affettivi per Dio o per Gesรน, ma misconoscendo le loro parole, la loro volontร , la loro attesa. Cโรจ qui il grande mistero della sequela cristiana: si segue Gesรน non come un discepolo segue il Buddha o un altro maestro spirituale. Secondo la tradizione buddhista zen, il Buddha poteva affermare: โSe incontri il Buddha per la strada, uccidilo!โ, a dire che lโamore per il maestro puรฒ ostacolare quello per il suo messaggio. Gesรน invece vuole che lo si ami, che si sia coinvolti nella sua vita, al punto che i suoi comandi non siano imposizioni o leggi, ma siano realizzati nellโamore.
Proprio per questo, ecco la presenza di un dono fatto dal Padre, per intercessione di Gesรน: un Parรกkletos, uno che sta accanto, โun Consolatore altroโ che, siccome Gesรน รจ ormai presso il Padre, sia sempre con i discepoli. ร il dono dello Spirito, che รจ sempre Spirito dellโamore che discende nel cuore del cristiano, dandogli la capacitร di rispondere al Padre nella libertร e con amore. Grazie allโamore per Gesรน possiamo dunque essere fedeli ai suoi comandi; e nel contempo lโosservanza dei suoi comandi testimonia lโautenticitร del nostro amore per lui. Questi comandamenti di Gesรน non sono una legge โ si faccia attenzione a non operare regressioni! โ, sono Gesรน stesso, โvia, veritร e vitaโ (Gv 14,6), sono una vita umana concreta vissuta nellโamore fino alla fine (cf. Gv 13,1).
Dopo la sua glorificazione, lโamore di Gesรน รจ sperimentabile dal discepolo quale amore dellโaltro Consolatore, dello Spirito santo sempre con noi per intercessione di Gesรน stesso: Spirito che va da noi invocato, accolto, custodito, obbedito fino a essere il nostro โrespiroโ, ciรฒ che ci anima. Dobbiamo confessarlo: questo Spirito non puรฒ essere accolto dal mondo, quel mondo che non รจ lโumanitร tanto amata da Dio (cf. Gv 3,16), bensรฌ lโassetto mondano, lโordinamento di ingiustizia dominante sulla terra che รจ in rivolta contro Dio, cioรจ contro lโamore e contro la vita. Questo sistema di menzogna organizzata, di violenza che non conosce limiti, di ingiustizia che opprime i poveri e i piccoli, ingloba purtroppo anche gli uomini e le donne a esso alienati. Ebbene, costoro non ricevono il dono dello Spirito, non percepiscono lo Spirito e non lo vogliono neppure conoscere, preferendo le tenebre alla luce (cf. Gv 3,19), la morte alla vita. I cristiani, se sono veri discepoli, non a parole e con riti religiosi ma nella concretezza della vita quotidiana, nel tessuto della fraternitร e della sororitร , conoscono invece in loro la presenza nascosta dello Spirito. Lo Spirito รจ difesa nellโora del processo intentato dal mondo, รจ consolazione nellโora della prova, รจ sostegno nella debolezza (cf. Mc 13,11 e par.; Gv 14,26), รจ presenza di Cristo, sicchรฉ il cristiano puรฒ sempre sentirsi โcomitante Christoโ, in compagnia di Gesรน Cristo, attraverso il suo Spirito.
Nella seconda parte del brano Gesรน parla della sua venuta, dopo la sua andata presso il Padre. Sรฌ, sta per venire un tempo di assenza, nel quale i discepoli potranno sentirsi turbati, senza guida, senza pastore. Sperimenteranno questa orfanitร cosรฌ dolorosa per la mancanza della fonte dellโamore e della vita? No, assicura Gesรน, perchรฉ egli, pur assente fisicamente, non li abbandonerร . La presenza dello Spirito, santo, dono del Padre e insieme di Gesรน, non li farร sentire orfani. Ci sarร una nuova โesperienzaโ di Gesรน che il mondo non conoscerร e che i discepoli invece vivranno, fino a vederlo non con gli occhi di carne ma con gli occhi della fede e dellโamore, gli occhi del cuore. Gesรน non sarร un morto ma un vivente, il Vivente, e i discepoli che vivono della sua stessa vita avranno questa conoscenza di lui. Presenza elusiva quella del Risorto, veniente a noi senza apparizioniโฆ Bernardo di Clairvaux, nel suo mirabile commento al Cantico dei cantici, confessa queste venute di Gesรน e le descrive come โvisite del Verboโ, visite furtive e sporadiche. E proprio quando il nostro cuore percepisce la presenza di Gesรน, egli allora scompare, come lโAmato: โEgli era lร โฆ Nessuna sensazione, eppure nel mio cuore avvenivano mutamentiโ (Discorsi sul Cantico 74,6), mutamenti di conversione, palpiti dโamore, realizzazioni della sua volontร โฆ
Gesรน รจ il Vivente e il discepolo vive, vive in lui con vita piena, nella libertร e nella gioiosa fiducia di chi non รจ mai orfano. E ancora una volta Gesรน parla di una contrapposizione: โIl mondo non mi vedrร , ma voi mi vedreteโ. Parole che accogliamo nella consapevolezza che non possiamo vantarci nรฉ sentirci garantiti. Non possiamo dire โnoiโ e โloroโ, i redenti e i dannati! Possiamo vedere Gesรน alla luce della fede, non della visione (cf. 2Cor 5,7), possiamo fare esperienza della vita abbondante che egli vuole donarci; ma siamo anche spesso incapaci di accogliere il dono, siamo ciechi che dicono di vedere (cf. Gv 9,40-41). Queste parole di Gesรน non diventino dunque fonte di giustificazione, spingendoci a eludere lโistanza della conversione e a non accogliere quel dono che noi non possiamo darci: il dono dello Spirito di cristo, il dono del suo amore.
Ecco allora la conclusione, che riprende lโinizio del discorso: โChi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi รจ colui che mi ama. Chi mi ama sarร amato dal Padre mio e anchโio lo amerรฒ e mi manifesterรฒ a luiโ. Amare, osservare i comandamenti รจ la condizione affinchรฉ Gesรน si manifesti, e nellโosservanza della volontร di Dio, attraverso lโamore fraterno, saremo amati da Dio e da Gesรน. La vita di Dio รจ un flusso di amore nel quale, se accogliamo il suo dono, possiamo essere coinvolti. Questo รจ ciรฒ che dovremmo conoscere nellโebbrezza dello Spirito e nella comunione con Cristo in ogni eucaristia che viviamo: una celebrazione dellโamore!
p. Enzo Bianchi
Fonte: –
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VI Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: Bianco
- At 8, 5-8. 14-17; Sal.65; 1 Pt 3, 15-18; Gv 14, 15-21
Gv 14, 15-21
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซSe mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherรฒ il Padre ed egli vi darร un altro Parร clito perchรฉ rimanga con voi per sempre, lo Spirito della veritร , che il mondo non puรฒ ricevere perchรฉ non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perchรฉ egli rimane presso di voi e sarร in voi.
Non vi lascerรฒ orfani: verrรฒ da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrร piรน; voi invece mi vedrete, perchรฉ io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi รจ colui che mi ama. Chi ama me sarร amato dal Padre mio e anch’io lo amerรฒ e mi manifesterรฒ a luiยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 21 – 27 Maggio 2017
- Tempo di Pasqua VI, Colore – Bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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