La vocazione è la fedeltà a se stessi come risposta al progetto di dio
Gesù ci lascia Uberi di aderire. Propone discretamente e non impone. Non rivuole «servi», ma «amici». Nell’episodio sempUce e suggestivo del Vangelo di Giovanni, Gesù scegUe con uno sguardo, legge nel cuore, accetta anche solo la curiosità : un povero sentimento umano. Possibile che voi non siate curiosi? Nella chiamata di questi discepoli c’è la nostra. Ma bisogna saper cercare, saper ascoltare, saper seguire, saper lasciare. E noi? Conosciamo la nostra fede?
I motivi della nostra speranza? L’oggetto del nostro amore? La vocazione, poi, come l’esistenza, è un fatto-evento personale. Non ci sono uomini in serie per Dio. Non ci sono vocazioni a stampo. Dio ha un progetto irripetibile, ma l’iniziativa è sempre Sua e ci previene nella scoperta.
Ogni vocazione, poi, è servizio. La chiamata è legata alla missione. La missione è collaborare con Dio. Dio mi dona perchè doni a mia volta, mi salva perchè salvi. La vocazione non è un fatto esterno alla persona. Ma è rautorealizzazione, il costruire la propria identità , la fedeltà a se stessi come risposta al progetto di Dio.
E un dialogo continuo: il tuo servo ascolta! Ma non intimistico, bensì di impegno «politico», che non allontana mai dal mondo.
DAVANTI A DIO OGNI VOCAZIONE È UN SERVIZIO
Il mondo di oggi, si dice, è stanco di parole ed è sensibile solo alla testimonianza della vita. Eppure la «parola che chiama» è «segno» decisivo di Dio: Saulo sulla via di Damasco; Mosè davanti al roveto ardente; Samuele nel tempio, di notte.
Altre volte Dio «chiama» attraverso vie misteriose, che EgU solo conosce e che nessuno saprebbe spiegare: altri «segni». Per esempio, uomini collaboratori di Dio, guide con la parola e l’esempio; oppure circostanze irripetibili. Forse uno sguardo di Gesù ha convinto Andrea e Giovanni a lasciare il Battista, Pietro a convertirsi. Cristo parlò al cuore degli Apostoli quando lasciarono tutto per seguirLo. E Filippo guidò Bartolomeo, Andrea indirizzò Simone. Ognuno di noi ha il suo momento, la sua persona, il suo segreto. Quando si parla di chiamata si pensa sempre al momento sublime dell’incontro decisivo. In realtà , tutta la vita è vocazione: nel quotidiano di cui è formata la vita, Dio ci soflecita. La chiamata diventa ascolto, Tascolto diventa fedeltà nel servizio fatto ai fratelli ma riferito a Dio. È la mia risposta. Che importanza può avere? Non so, non mi interessa. Ma so che bastarono pochi apostoli per cambiare il volto della storia.
Davanti a Dio ogni vocazione è un servizio, più ampio, più impegnativo, più pericoloso. Ognuno di noi dovrebbe saperlo e cercare, conoscere, seguire Cristo.
E il mondo comincerebbe di nuovo a cambiare: dalla mia testimonianza più che dalla mia parola.
Se noi accogliamo Tinvito di Dio l’uomo accoglierà noi, trasformati da Simone in Cefa.
DIO PARLA A TUTTI: MA IO, QUANDO ME NE SONO ACCORTO?
Dio non accetta il rapporto con l’uomo in termini di gerarchia. Ha parlato e parla ad ogni uomo, buono e cattivo. Perchè Dio ha voluto l’uomo come interlocutore e gli parla sempre: Gesù è la Parola che ha usato le categorie della nostra ragione, i canali della coscienza, della storia, della Rivelazione.
Nel Vangelo Dio usa le parole di Giovanni per mettere in moto i discepoli. Questi coinvolgerarmo gli altri… Come si spiega? Se Dio parla, anche l’uomo deve muoversi; e si muove anche se non se ne rende conto.
Anche la bestemmia è una preghiera sbagliata. L’uomo banalizza l’interlocutore Dio, ma non lo può ignorare. Per poi gridare nella disperazione « Mio Dio»: perchè Dio si fa cercare anche nel dolore. Queste pagine mi fanno pensare alla Chiesa anche come istituzione. Giovanni non segue Gesù, ma Lo sa indicare. La gerarchia non è un titolo di privilegio, ma ha il carisma per orientare. «Signore, dove abiti?» Piaccia o no, ognuno di noi Lo cerca. Ma non abbiamo il coraggio di porre la domanda con decisione; soprattutto, di seguirLo e restare con Lui.
E questo il momento che cambia una vita: non perdiamolo. Dio parla a tutti: ma io quando me ne sono accorto? Non è sempre facile nella confusione. Non siamo in sintonia. Ma se crediamo che Dio parla veramente, dobbiamo fare attenzione. Se crediamo, prima o poi dobbiamo sentirLo. E ci dice: «Vieni».
NON C’È ALTRA SALVEZZA CHE ACCETTARE LA SUA CHIAMATA
Chi è per noi Gesù Cristo? La domanda è fondamentale, deve illuminare tutta la vita. Parliamo di tutto, rispondiamo a tutto, ma sviamo questo problema. La risposta non può essere irrilevante: è al centro della fede e della vita. Cristiano è chi ha fatto la scelta.
Presupposti: autenticità di ricerca anche nel possibile errore; realismo e non solo intellettualismo; accettare la fatica della ricerca, anche rimettendo tutto in discussione, perchè nessuno possiede la verità ; la fede deve diventare fedeltà nei momenti difficili («Rimasero con Lui»).
Di qui la scoperta di Cristo: il Messia, la salvezza, Tuomo perfetto che mi rende più uomo. Egli conosce il mio nome e mi dice «seguimi». Dalla scoperta di Cristo deriva senso di sicurezza e fiducia. Le paure, il timore che tutto crolli, derivano dal fatto che, in realtà , ci aspettiamo la salvezza da altri. Mentre non c’è altra salvezza che accettare la Sua chiamata.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della II Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 Gennaio 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- 1 Sam 3, 3-10. 19;
- Sal.39;
- 1 Cor 6, 13-15. 17-20;
- Gv 1, 35-42
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Gv 1, 35-42
Dal Vangelo secondo Giovanni
35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 14 – 20 Gennaio 2018
- Tempo Ordinario II
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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