p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
โMaestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?โ. Una domanda apre un dialogo con Gesรน. Questo tale che lo interroga esprime il desiderio di ognuno che si lascia toccare dal desiderio di dare un senso autentico alla propria vita. Questo โtaleโ ha condotto una vita di impegno dal punto di vista religioso, nellโosservanza dei comandamenti, e presenta il profilo di un credente che ha camminato secondo la legge: un uomo buono, con apertura sincera a vivere la vita in modo significativo per sรฉ e per gli altri. Gesรน manifesta verso di lui sentimenti di ammirazione e simpatia: il suo sguardo รจ di sintonia e di amore: โFissatolo lo amรฒโฆโ.
E la sua risposta apre ad una scelta da vivere: โuna cosa sola ti manca: vaโ vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimiโ. La โcosa che mancaโ ha a che fare con la condivisione di quanto si ha: ricchezze materiali ma anche ricchezze di vita. Gesรน indica la via del farsi solidali con i poveri, del condividere per entrare in una dimensione nuova, autentica nel rapporto con lui. Propone di lasciarsi sgravare da ciรฒ che situa la vita nellโorizzonte del possesso e del mantenere per aprirla ad una scioltezza che permette di โvenire e seguireโ lui.
Questa pagina รจ stata letta nella tradizione cristiana come indice di una chiamata particolare solamente per pochi. Si tratta invece di una chiamata che Gesรน nel suo cammino rivolge a tutti per seguirlo: Marco infatti nel vangelo situa questo incontro dopo aver parlato del progetto di Dio sul rapporto tra uomo e donna. Ora si tratta del rapporto con i beni e con ogni genere di ricchezza. I molti beni imbrigliano e opprimono e solamente nella condivisione possono lasciare la vita aperta e non soffocata.
Quel tale โse ne andรฒ via afflitto perchรฉ aveva molti beniโ. Non sappiamo se in seguito iniziรฒ a seguire Gesรน: รจ una storia che rimane aperta e sospesa, segnata da questo invito. Ma questo passaggio del vangelo indica ai discepoli che una vita autentica deve passare per un rapporto nuovo con i beni: โQuanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dioโฆ รจ piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dioโ. Questo cammello รจ stato variamente interpretato: forse una corda utilizzata sulle barche dai marinai oppure una porta stretta della cittร di Gerusalemme detta โcruna dโagoโ, ingresso aperto quando le altre porte erano chiuse o ancora riferimento ad altro: lโimmagine in ogni caso รจ finalizzata ad aprire il cuore dei discepoli ad una scelta nel vivere la sequela di Gesรน, per tutti. La reazione รจ a questo punto di smarrimento e di paura: โe chi mai si puรฒ salvare?โ.
Gesรน propone ancora una volta un affidamento senza riserve a Dio, trovando in lui la forza per vivere rapporti nuovi sin dโora: legami di fraternitร e sororitร che fanno scorgere gli altri come parte di un noi sempre piรน grande. La pretesa di salvarsi con le sole proprie forze e di considerare la salvezza un progetto umano รจ fallimentare: โImpossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! perchรฉ tutto รจ possibile presso Dioโ: รจ questo il grande annuncio della salvezza come opera del Dio che viene e per primo ci ha amati (cfr Lc 1,37). Il senso autentico della nostra vita non si compie nei termini di sicurezza, conquista accumulo o possesso, ma secondo la logica dellโaffidamento, del dono, della condivisione. La salvezza non รจ solo orizzonte da attendere nel futuro ma da scorgere in una vita liberata sin da ora.
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Da qui sorge un modo diverso di usare ogni bene e la possibilitร di rispondere allโinvito di Gesรน a condividere con i poveri ed a seguirlo lungo la strada che lui ha percorso.
Alessandro Cortesi op



