Commento al Vangelo di domenica 10 febbraio 2013 – padre Bruno Secondin

Nella quinta Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Pietro, invitato da Gesù, getta di nuovo le reti per pescare, dopo una notte di vana fatica. Presa una quantità enorme di pesci, Pietro si getta alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Il Signore gli dice:

«Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

Oggi Gesù appare un po’ invadente: prima sale sulla barca di Simone per farsi sentire meglio mentre predica; e poi vuole anche insegnare ai pescatori dove trovare il pesce che per una notte intera non avevano incontrato. Un falegname che si improvvisa esperto di pesca: ce ne voleva per credergli! Eppure danno credito alla sua parola, nonostante la fatica di una notte sprecata. E le reti si riempiono e anche le barche quasi affondano per la quantità enorme di pesci. Fortuna e sorpresa, ma anche forse segnale di qualcosa di straordinario, come Simon Pietro subito pensa: non è degno di tanta grazia, non ha meriti e forse non ha neanche capito bene i discorsi di Gesù. Il rabbì non lo lascia neppure finire, e subito gli propone un affare: lasciare barca e lavoro, e farsi con lui pescatore di uomini. Che vorrà dire mai pescare uomini? Raccoglierli da quel fondo dove pensano di vivere e invece non vivono; mostrare loro la luce, a guardare in alto, a camminare con libertà e audacia. Anche noi possiamo fare qualcosa, almeno ospitare in barca Gesù; o più ancora imparare da lui come pescare uomini, come servire il Regno, come diffondere la Parola.

Cari amici, sono tre anni che ogni sabato ci parliamo e insieme ascoltiamo con cuore innamorato la Parola. Il nostro incontro finisce qui: grazie per l’ascolto e grazie alla Radio Vaticana che di sabato in sabato ha trasmesso il mio breve commento. È stata una bella avventura e una dolce fatica. Grazie ancora!

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