Commento al Vangelo di domenica 10 aprile 2011 – padre Bruno Secondin

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In questa quinta Domenica di Quaresima, la liturgia ci propone il Vangelo della risurrezione di Lazzaro. Marta e Maria piangono il fratello morto. Quando arriva Gesù, Maria si getta ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le risponde:

“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

“Signore, ecco, colui che tu ami è malato”. Rispondendo a questo appello angosciato delle sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, Gesù non solo dimostra la sua amicizia, ma anche sa di andare incontro ad un rischio mortale. Va a mettersi proprio in mano a coloro che lo volevano eliminare, e aspettavano che tornasse a Gerusalemme. Le due vicende si sovrappongono in questo episodio: la morte di Lazzaro e la morte di Gesù. E in tutte e due c’è un senso di mistero: se Gesù amava tanto Lazzaro e le sue sorelle, perché ha tardato a farsi presente? È la domanda che si fanno anche i giudei; ma che ci facciamo anche noi tante volte di fronte alla sofferenza che ci scortica la vita. Perché, Signore, non ti sei fatto vivo? Una domanda radicale, e ingigantita, che Gesù stesso farà al Padre dalla Croce: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Nel pianto e nell’urlo davanti al sepolcro di Lazzaro – “Lazzaro, vieni fuori!” – e in quell’urlo finale sulla Croce, c’è tutta la fatica e la solidarietà del Figlio di Dio con le nostre tenebre. Ma non è un urlo che rimbomba a vuoto: il Padre lo ascolterà e la vita trionferà. Lazzaro, morto e sepolto esce dalla tomba ancora avvolto in bende. E con la sua risurrezione profetizza la risurrezione definitiva di Gesù, la vittoria su ogni morte, grazie al suo amore per la vita. Sì, la vita trionfa!

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