Commento al Vangelo del11 Ottobre 2020 – don Giovanni Berti (don Gioba)

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Il vestito del Vangelo

Se cโ€™รจ una cosa che personalmente mi scoccia molto fare รจ andare a comprarmi i vestiti e le scarpe. Per farlo devo essere accompagnato e fortemente motivato da qualcuno! Non รจ che non ami vestire bene e con gli abbinamenti giusti, ma รจ proprio tutta lโ€™operazione di andare in negozio, trovare qualcosa per me in mezzo alla montagna di cose, capire quello che mi sta bene sia come taglia e come forma, poi provare e riprovareโ€ฆ Eppure quando esco dal โ€œtour del forceโ€ dello shopping e ho trovato qualcosa sono contento specialmente quando qualcuno me lo fa notare (โ€œbella quella camicia, quel pantalone ti sta bene, ottime quelle scarpeโ€ฆ eccโ€)

Il vestire, lo sappiamo bene, non รจ solo una copertura per la decenza e per il freddo, ma sempre piรน un modo anche di esprimere noi stessi. Sia in quel che mettiamo e anche dal loro piรน o meno apparente costo, noi comunichiamo noi stessi allโ€™altro. A volte, anche questo lo sappiamo bene, rischiamo di fare del vestito, della sua marca e del costo una sorta di maschera alla quale affidiamo tutto quello che vogliamo comunicare di noi. Ma noi siamo piรน del vestito che indossiamo come dice anche il famoso proverbio โ€œlโ€™abito non fa il monacoโ€. Noi infatti โ€œindossiamoโ€ quando siamo con gli altri, non solo dei tessuti, ma parole, gesti e modi di fare che diventano il nostro โ€œabitoโ€ e anchโ€™essi dicono chi siamo. A volte siamo molto attenti a quello che indossiamo come vestiti ma meno a quello che indossiamo come modo di fare.

รˆ questo il vestito di cui parla in modo allegorico una parte della parabola di questa domenica.
Quella che Gesรน racconta in questo passo del Vangelo di Matteo รจ una serie di immagini simboliche che parlano di come รจ la vita di fede e come deve essere intesa la comunitร  dei credenti secondo Dio.
Prima di tutto la vita cristiana รจ una festa di nozze, la festa piรน bella che si possa fare perchรฉ nasce dalla celebrazione di un amore e tutti sono chiamati a farne parte. Dio invita tutti a far parte della sua festa dโ€™amore che vuole celebrare in mezzo agli uomini. Essere credenti in Dio e discepoli di Gesรน significa accettare questo invito sopra tutti gli altri inviti. La parabola evidenzia questa insistenza dellโ€™invito anche quando viene rifiutato e come รจ esteso davvero a tutti, โ€œcattivi e buoniโ€ come dice in modo incredibile Gesรน nel racconto.
Ma la parte del Vangelo che a qualcuno potrebbe risultare โ€œdisturbanteโ€ ad una prima lettura, รจ quella finale quando si parla di un uomo che non avendo il vestito da nozze viene cacciato fuori dalla festa. Per capire questo passaggio bisogna ricordare che รจ una parabola, quindi un insieme di immagini simboliche. Gesรน non vuole dare regole di come vestire in maniera materiale, ma parla del vestito che lโ€™uomo indossa con la sua vita quando accetta la chiamata di Dio. Il vestito di nozze รจ il vestito dellโ€™uomo che con le parole, i gesti, le scelte di vita accetta di โ€œindossareโ€ il Vangelo e farne il suo abito quotidiano. Indossare il Vangelo vuol dire mostrarsi pacifici, capaci di amare e perdonare, avere atteggiamenti di accoglienza e comprensione. E soprattutto sorridere il piรน possibileโ€ฆ

Possiamo avere anche i vestiti e gli accessori materiali piรน belli e preziosi, ma se non siamo capaci di amare, accogliere e sorridere, come cristiani rischiamo di vestire assai male e di non avere lโ€™abito adatto per la festa del Vangelo.
Questo รจ quello che mi chiede Gesรน con questa provocatoria parabola: indossare il Vangelo ogni giorno e scoprire che รจ della mia misura e si abbina benissimo a tutto quello che sono e in qualunque situazione di vita mi trovo. Lโ€™abito del Vangelo non va indossato solo a messa in chiesa, ma dalla celebrazione domenicale ce lo sistemiamo, per poi portarlo sempre tutti i giorni e ovunque, e far capire anche agli altri che la fede in Gesรน รจ il vestito migliore per la vita, il vestito piรน bello che neanche girando tutti i negozi del mondo possono trovare.


Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)

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