Commento al Vangelo del 9 Settembre 2018 – Wilma Chasseur

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CHI SONO GLI SMARRITI DI CUORE?

“Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio! Non temete…”

Chi sono questi smarriti di cuore, se non tutti noi, sempre più smarriti in un mondo che sembra abbia perso la bussola e ci spaventa per l’insicurezza e la precarietà che regnano pressoché in ogni ambiente. Anche le istituzioni più consolidate, come la famiglia e la scuola, sembra siano in fase di dissestamento più che di assestamento e non si sa più dove sbattere la testa.

Chi ci salva e quando ci salva ?

Chi sono coloro che hanno bisogno di sentirsi dire: “Coraggio ! non temete”? Ma siamo sempre noi, uomini e donne del ventunesimo secolo, apparentemente così sicuri e baldanzosi a cavallo di tecnologie sempre più avanzate e marchingegni sempre più sofisticati, ma interiormente così pieni di paure, timori, ansie e angosce varie. Paura del futuro: chissà cosa accadrà? Paura del passato: ma guarda cos’ho combinato, Dio mi perdonerà? Paura addirittura delle paure: ora sono tranquillo, ma ho paura che mi tornino le paure! Abbiamo veramente bisogno di sentirci dire ogni momento: “Non temete, ecco il vostro Dio, Egli viene A SALVARVI”. Ecco cos’è che ci salva: la certezza che abbiamo un Salvatore che non ci ha salvati una volta per tutte, ma continua a venire ogni momento a salvarci da ogni sbandamento e oscuramento. Infatti Isaia dice proprio: “Non temete, Egli VIENE a salvarvi”. Non lo dice al passato “è venuto” ma al presente “viene”, ed è un presente continuo (come si dice in inglese), che durerà fino alla fine dei secoli, fino a quando non ci saranno più giorni e quindi non ci sarà neanche più il presente… E abbiamo bisogno di poter contare su Uno “che è fedele per sempre”( Salmo).

Un grande sospiro

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Nel Vangelo vediamo Gesù sempre itinerante, di ritorno da Tiro e diretto verso il territorio della Decapoli. Da quando è partito di casa, Gesù è instancabile nel proclamare la buona novella, sempre in cammino passando notti insonni in preghiera, e giornate di un’attività intensissima tra miracoli, guarigioni e insegnamenti. Sarà perché sapeva che il suo ministero sarebbe stato di breve durata? O perché “lo zelo per la casa del Padre lo divorava”?
Oggi lo vediamo di nuovo alle prese con la malattia: “Gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano”. Gli condussero. Questi malati del Vangelo, magari hanno perso tutto, compresa la salute, ma non hanno perso la cosa più importante: gli amici. L’abbiamo già visto altre volte: il più celebre è il paralitico calato dal tetto,dagli amici. Anche oggi vediamo il sordomuto che ha amici fedeli che lo conducono davanti a Gesù pregandolo di guarirlo. Si capisce che erano veri amici, perché ci tengono alla sua guarigione e, non solo la chiedono, ma la implorano. E Gesù lo porta in disparte. Chissà perché! E’ la prima volta che notiamo questo atteggiamento in Gesù e mi ha colpito tantissimo. Cosa vorrà dire? Sarà stato dettato sicuramente dalla compassione, non solo per il sordomuto, ma per la condizione umana in sé, soggetta a mille sordità e a mille fragilità. Infatti siamo soggetti a fragilità fisiche; quante malattie; fragilità psicologiche: quante depressioni, esaurimenti e disturbi di carattere psicosomatico; fragilità morali: le tendenze al male contro cui dobbiamo lottare per far trionfare il bene e, come se non bastasse, anche le tentazioni che vengono dal maligno. Il nostro cuore è un vero e proprio campo di battaglia e in questo sospiro di Gesù, possiamo vedervi tutta la sua ansia di Salvatore e il desiderio di vederci tutti salvi e liberati soprattutto dalle innumerevoli sordità ai suoi richiami.
Chiediamo orecchie funzionanti per udire i richiami dello Spirito Santo.

www.incamminocongesu.org

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 9 Settembre 2018 anche qui.

Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco

31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 09 – 15 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXIII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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