
โLa parola di Dio non รจ incatenata!โ. Lo dice Paolo dettando la Lettera a Timoteo mentre porta le catene della prigionia (2 Tm 2,9). E aggiunge: โPerciรฒ sopporto ogni cosa per gli eletti, perchรฉ anchโessi raggiungano la salvezzaโ. Queste sofferte parole dellโapostolo ci dicono la libertร e la forza della Santa Scrittura che ogni domenica ci viene annunciata; in tal senso la Parola di Dio รจ davvero un dono prezioso del Signore.
Le vicende tristi o meno tristi che accadono a noi personalmente o al mondo che ci circonda non riescono a soffocare il Vangelo, come neppure le catene riuscirono a fermare lโapostolo Paolo nel suo ministero di predicazione. Ogni domenica, sia che partecipiamo alla liturgia, sia che la disertiamo, il Vangelo torna a parlare alla vita degli uomini. Si potrebbe dire che, a differenza di Paolo, costretto a โportare le catene come un malfattoreโ a causa del Vangelo, noi incateniamo noi stessi per escluderci dallโascolto di quellโunica parola che puรฒ salvarci. Lo stesso Vangelo di questa domenica (Luca 17,11-19) ci mostra la potenza della parola.
Gesรน si trova nel territorio di Jezreel, tra la Galilea e la Samaria. Mentre sta entrando in un villaggio, gli vengono incontro dieci lebbrosi (era facile incontrarli vicino ai luoghi abitati). Essi, fermatisi a distanza, comโรจ previsto dalle leggi, gridano verso di lui: โGesรน maestro, abbi pietร di noi!โ (v. 13). Gesรน non li evita, come in genere fanno tutti, ma si mette persino a parlare con loro. Alla fine li congeda: โAndate a presentarvi ai sacerdotiโ (v. 14). Non li guarisce subito come ha fatto in altri casi (Lc 5,12-16); nรฉ li tocca con le sue mani, ma li invia ai sacerdoti, chiedendo cosรฌ un atto di fede. I dieci lebbrosi obbediscono immediatamente e si incamminano verso i sacerdoti. Lโevangelista nota che durante il cammino sono โsanatiโ; potremmo dire, si accorgono di guarire. Tutto questo non รจ senza significato: la guarigione, il miracolo, non รจ un fatto prodigioso che capita in modo improvviso quasi fosse frutto di una magia. Possiamo paragonare la prima parte della scena evangelica ai primi passi di ogni conversione e della stessa vita del discepolo. La conversione, infatti, nasce sempre da un grido, da una preghiera, come quella di questi dieci lebbrosi. La stessa liturgia, ogni domenica, proprio mentre inizia, ci fa ripetere: โSignore, pietร !โ. La guarigione si radica nel riconoscere la propria malattia, il proprio bisogno di aiuto, di protezione, di sostegno.
Il Signore, a differenza degli uomini spesso distratti di fronte al grido di aiuto, ascolta e si ferma. Non solo. Subito risponde. Come abbiamo ascoltato dallโapostolo, la Parola di Dio non รจ mai incatenata: parla con libertร e con potenza, sempre. Il problema semmai si pone sul nostro versante; siamo noi che non prestiamo ascolto, o perchรฉ sfiduciati, o perchรฉ colmi delle nostre parole. In questa domenica ci รจ chiesto di ascoltare la parola evangelica e di porre la nostra fiducia in essa, come fecero i dieci lebbrosi. Sulla parola di Gesรน, essi intrapresero il cammino verso i sacerdoti e, proprio mentre stavano per via, tutti furono guariti. Questo sta a dire che la guarigione inizia quando si comincia a obbedire al Vangelo, e non piรน a se stessi o alle proprie abitudini mondane. In tal senso il nostro cammino spirituale ci porterร la guarigione, nel cuore e nel corpo, nella misura in cui รจ scandito dallโascolto del Vangelo. Una cosa analoga accade ai due discepoli di Emmaus: essi guarirono dalla loro malattia (la profonda tristezza del cuore) mentre erano in cammino e ascoltavano Gesรน che parlava.
Il testo evangelico di questa domenica, dopo aver notato che tutti e dieci i lebbrosi sono stati guariti, aggiunge che uno solo torna indietro โlodando Dio a gran voceโ; e appena arriva vicino a Gesรน gli si getta โai piedi per ringraziarloโ (v. 16). Lโevangelista intende sottolineare con questo gesto lโulteriore passo della conversione: ossia la riconoscenza e lโaffidamento della propria vita a Gesรน. La piena guarigione infatti prende anche il cuore. Potremmo dire che il decimo lebbroso non รจ solo โguaritoโ, ma anche โsalvatoโ. Gli altri nove, tutti ebrei, forse ritenevano la guarigione una cosa dovuta, perchรฉ figli di Abramo. Il decimo, un samaritano, uno straniero, sentรฌ la guarigione come una grazia, come un dono immeritato, che esigeva un ritorno di amore. Egli รจ esempio per ognuno di noi, perchรฉ accogliamo la commozione gratuita di Dio sulla nostra vita e lo ringraziamo per essersi chinato su di noi.
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Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia
Letture della
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Tornato Naamร n dall’uomo di Dio, confessรฒ il Signore.
Dal secondo libro dei Re
2 Re 5,14-17
ย
In quei giorni, Naamร n [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisรจo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
ย
Tornรฒ con tutto il seguito ย da [Elisรจo,] lโuomo di Dio; entrรฒ e stette davanti a lui dicendo: ยซEcco, ora so che non cโรจ Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servoยป. Quello disse: ยซPer la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderรฒยป. Lโaltro insisteva perchรฉ accettasse, ma egli rifiutรฒ.
ย
Allora Naamร n disse: ยซSe รจ no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perchรฉ il tuo servo non intende compiere piรน un olocausto o un sacrificio ad altri dรจi, ma solo al Signoreยป.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 97 (98)
R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perchรฉ ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
ย
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si รจ ricordato del suo amore,
della sua fedeltร alla casa dโIsraele. R.
ย
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.
Seconda Lettura
Se perseveriamo, con lui anche regneremo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 2,8-13
ย
Figlio mio, ricรฒrdati di Gesรน Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non รจ incatenata! Perciรฒ io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perchรฉ anchโessi raggiungano la salvezza che รจ in Cristo Gesรน, insieme alla gloria eterna.
ย
Questa parola รจ degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherร ;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perchรฉ non puรฒ rinnegare se stesso.
Parola di Dio
Vangelo
Non si รจ trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, allโinfuori di questo straniero.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 11-19
ย
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesรน attraversava la Samaria e la Galilea.
ย
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: ยซGesรน, maestro, abbi pietร di noi!ยป. Appena li vide, Gesรน disse loro: ยซAndate a presentarvi ai sacerdotiยป. E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornรฒ indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrรฒ davanti a Gesรน, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesรน osservรฒ: ยซNon ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si รจ trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, allโinfuori di questo straniero?ยป. E gli disse: ยซรlzati e vaโ; la tua fede ti ha salvato!ยป.
Parola del Signore
