Commento al Vangelo del 8 Settembre 2019 – p. Roberto Mela scj

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Il libro della Sapienza

Il libro deuterocanonico della Sapienza รจ stato composto in greco, in una data da porsi tra il 30 e il 14 a.C., probabilmente ad Alessandria dโ€™Egitto. Ai correligionari, specialmente giovani, tentati di abbandonare la cultura e la fede ebraica, lโ€™autore presenta la ricchezza della sapienza dei padri perchรฉ possano viverla e offrila come contributo proprio nella convivenza serena con la cultura ellenistica onnipervasiva e predominante nel loro ambiente di vita.

Secondo la recente proposta dellโ€™esegeta Vittoria Dโ€™Alario (Milano 2018), nel libro della Sapienza si puรฒ rinvenire la seguente struttura letteraria: 1,6โ€“6,21 Esordio: sapienza e giustizia; 6,22โ€“9,18 Elogio della sapienza; 10,1โ€“19,22 Esemplificazione: sapienza e storia; 19,13-22 La nuova creazione.

Lโ€™elogio della sapienza

Secondo la studiosa, che seguiamo (talvolta alla lettera) nella sua analisi, il corpo centrale (Sap 7, 1โ€“ 8,21) dellโ€™Elogio della sapienza (6,22โ€“9,18) puรฒ essere strutturato in modo concentrico:

6,22-25 Il discorso franco e aperto;

7,1โ€“8,21 Lโ€™anamnesi di Salomone e lโ€™elogio della sapienza:

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ย ย  A. 7,1-6 Lโ€™autopresentazione di Salomone, un uomo come tutti gli altri;

B. 7,7-12 Superioritร  della sapienza ai beni materiali;

C. 7,13-21 I tesori della sapienza;

D. 7,21โ€“8,1 Elogio della sapienza;

ย ย ย ย ย ย ย ย  Cโ€™. 8,2-9 Lโ€™amore di Salomone per la sapienza;

ย ย ย ย ย  Bโ€™. 8,10-16 I grandi vantaggi della sapienza;

ย ย  Aโ€™. 8,17-21 Lโ€™anamnesi di Salomone.

9,1-18 La preghiera di Salomone: 9,1-6 Lโ€™invocazione; 9,7-12 Un dono che viene dallโ€™alto; 9,13-18 Sapienza e spirito.

Pensiero umano e volontร  di Dio

Sap 9,13-18 riprende i temi della prima strofa (vv.1-6). La figura di Salomone viene posta in secondo piano, ed emerge lโ€™uomo nella sua genericitร .

Nel v. 13 sono riportati due interrogativi retorici che sottolineano lโ€™impossibilitร  per ogni uomo โ€œnormaleโ€ di scrutare lโ€™insondabile volontร  di Dio. Chi puรฒ infatti conoscere la โ€œvolontร /boulฤ“โ€ (< boulomai) di Dio? Il verbo esprime una pura intenzionalitร , ma implica anche un fatto determinato da questa volontร , la volontร  a livello progettuale. Nessuno, basandosi solo sulle proprie forze, puรฒ conoscere la volontร  generale di Dio, come neppure il suo โ€œdisegno concreto/boulฤ“maโ€, il progetto esecutivo, effetto della sua volontร  progettuale generale a livello intenzionale. Questa รจ la convinzione dei profeti (cf. Is 40,12-14, Bar 3,29-30: ยซChi รจ salito al cielo e lโ€™ha presa e lโ€™ha fatta scendere dalle nubi? Chi ha attraversato il mare e lโ€™ha trovata lโ€™ha comprata a prezzo dโ€™oro puro?ยป) e dei sapienti di Israele (cf. Gb 38โ€“39; Pr 30,2-5; Sir 1,2-6). Nessuno puรฒ immaginare che cosa Dio โ€œvuole/theleiโ€. Il verbo puรฒ implicare anche una connotazione di compiacimento, desiderio, amore.

I v. 14-17 riflettono sulla debolezza costitutiva dellโ€™uomo, che รจ parallela alla constatazione fatta nei vv. 5-6, in cui la fragilitร  dellโ€™uomo e la sua incapacitร  di comprendere la volontร  di Dio giustificavano la necessitร  del dono della sapienza. La fragilitร  strutturale dellโ€™uomo รจ legata alla sua corporeitร  (v. 15). Questo rende problematico il rapporto tra la mente e la realtร , per cui i ragionamenti degli uomini sono spesso approssimativi e instabili v. 14).

Corpo e anima

Secondo il v. 15, ยซil corpo corruttibile appesantisce lโ€™anima/phtharton gar sลma barynei psychฤ“nยป. Si percepisce chiaramente il condizionamento culturale ellenistico nel momento in cui si vuole esprimere la propria fede ebraica. Il richiamo al linguaggio platonico per sottolineare la debolezza dellโ€™uomo connessa alla sua corporeitร  (cf. Fedone 81c; Fedro 247b) รจ innegabile a livello lessicale e semantico. Occorre tenere presente perรฒ che lโ€™autore biblico conserva in pienezza la propria mentalitร  ebraica olistica. Secondo tale mentalitร , lโ€™uomo รจ costituito dalla compresenza indissolubile di corporeitร  fragile e caduca (โ€œbฤล›ฤr/gr. sarx/carneโ€), principio spirituale (โ€œebr. rรปaแธฅ/gr. pneuma/spirito-animaโ€) e principio responsabile dello psichismo e della vitalitร  (ebr. nepeลก/gr.psychฤ“/spirito-anima-animoโ€).

La fede e la cultura ebraica non giunge mai a sposare in toto il dualismo che connota in modo dicotomico il pensiero filosofico greco, secondo il quale lโ€™uomo รจ costituito dualisticamente di corpo e di anima e il corpo รจ considerato qualesepolcro dellโ€™anima (sลma-sฤ“ma).

Secondo la riflessione credente propria dellโ€™ebraismo, invece, lโ€™uomo nella sua totalitร  รจ costitutivamente un essere fragile e caduco dalla sua nascita fino alla sua morte (cf. Sap 7,12-6). La radice di questa sua precarietร  non va infatti individuata nella sua componente carnale intesa in modo dicotomico e dualistico rispetto allโ€™โ€œanimaโ€, ma alla perdita della sua incorruttibilitร  dovuta a un peccato iniziale (cf. Sap 2,23-24: ยซSรฌ, Dio ha creato lโ€™uomo per lโ€™ [lett. โ€œnellโ€™/gr. epiโ€] incorruttibilitร , lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per lโ€™invidia del diavolo la morte รจ entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengonoยป).

Mantenendo intatti i dettami dellโ€™antropologia ebraica trasmessa dalla fede dei padri, lโ€™autore della Sapienza cerca di esprimere in categorie greche la propria fede e la propria antropologia (teologica), per renderla comprensibile allโ€™uditorio greco della propria cittร  (e tendenzialmente al vasto mondo dellโ€™ellenismo coevo).

Unโ€™operazione di inculturazione della fede davvero ammirevole, ma che non deve essere mal compresa o sovradimensionata dal lettore cristiano dei nostri giorni. Il cristianesimo, infatti, sposa in toto lโ€™antropologia olistica ebraica, innestandovi a livello teologico la novitร  della propria fede nel Cristo morto e risorto. Innestato in lui per la fede e il battesimo, lโ€™uomo gode della presenza e dellโ€™opera dello Spirito Santo. Lโ€™uomo si trova quindi a vivere con una corporeitร  corruttibile, un concetto creato dallโ€™autore della Sapienza. In Sap 12,1 egli dirร  che ยซlo spirito incorruttibileยป di Dio รจ presente in tutte le cose e in 18,4 applicherร  lโ€™aggettivo โ€œincorruttibileโ€ alla luce che emana dalla Legge.

In definitiva, lโ€™uomo รจ fragile, secondo lโ€™antropologia ebraica, perchรฉ รจ privato di quella incorruttibilitร  alla quale era destinato nel progetto di Dio (cf. Sap 2,23).

Realtร  alla mano e realtร  del cielo

Il v. 16 riporta il terzo interrogativo retorico (tis exichniasen;; cf. vv. 13a tisโ€ฆ gnลsetai;; v. 13b tis enthymฤ“thฤ“setai;). Lโ€™uomo non รจ capace di decifrare le realtร  che trascendono la realtร  sensibile, โ€œle cose celesti/taโ€ฆ en ouranoisโ€.

In vari libri sapienziali si riporta questa domanda retorica per evidenziare i limiti della sapienza umana di fronte allโ€™insondabilitร  del disegno di Dio: cf. Sir 1,3; 18,4; Bar 3,29; Qo 3, 21.22; 8,1.7). Se Sap 3,16b afferma che, a stento, lโ€™uomo puรฒ scoprire โ€œle realtร  a portata di mano /ta en chersinโ€, Qo 6,10-12 afferma che lโ€™uomo รจ persino incapace di conoscere ciรฒ che รจ bene per lui. La sapienza di Dio รจ inaccessibile (Qo 7,23-24) e lรฌ lโ€™uomo deve rinunciare a progetti conoscitivi troppo ambiziosi, accettando con gioia la quotidianitร  come dono di Dio (2,24; 3,13). Dio ha posto nellโ€™uomo โ€œil mistero del tempo/โ€™et hฤโ€˜รดlฤmโ€ ma lโ€™uomo รจ incapace di comprendere la totalitร  del disegno di Dio dal suo inizio al suo termine (cf. Qo 3,11, in una traduzione piรน accurata proposta dallโ€™esegeta L. Mazzinghi).

Sapienza e spirito

Il libro della Sapienza propone una linea risolutiva del rapporto uomo-Dio e uomo-storia diverso rispetto a Qohelet. I grandi progetti politici e religiosi possono essere rivelati grazie al dono della sapienza (Sap 9,11-12: ยซElla infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderร  con prudenza nelle mie azioni e mi proteggerร  con la sua gloriaยญ โ€“ prega il Salomone fittizio autore di Qohelet โ€“. Cosรฌ le mie opere ti saranno gradite; io giudicherรฒ con giustizia il tuo popolo e sarรฒ degno del trono di mio padreยป.

Secondo Sap 9,17, nessuno avrebbe potuto conoscere la โ€œvolontร  intenzionale/boulฤ“โ€ di Dio (cf. 9,13a), se egli non avesse dato allโ€™uomo โ€œla sapienza/tฤ“n sลphianโ€, messa in parallelismo con il dono dello spirito santo di Dio inviato dallโ€™alto (epempsas to hagion sou pneuma hypo hypsistou).

La sapienza di Dio non รจ conoscibile attraverso gli sforzi della sapienza umana, come pensava il pensiero filosofico dei greci. Essa รจ un dono di Dio.

La sapienza di Dio assicura la conoscenza della volontร  di Dio e nei testi sapienziali viene di fatto identificata con la Legge: ยซEgli ha scoperto ogni via della sapienza e lโ€™ha data a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo amato. Per questo รจ apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini. Essa รจ il libro dei decreti di Dio e la legge che sussiste in eterno; tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita, quanti lโ€™abbandonano morirannoยป (Bar 3,37โ€“4,1). ยซLa sapienza fa il proprio elogio โ€“ si ricorda nel libro del Siracide โ€“, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. [โ€ฆ]. Tutto questo รจ il libro dellโ€™alleanza del Dio altissimo, la legge che Mosรจ ci ha prescritto, ereditร  per le assemblee di Giacobbeยป (Sir 24,1.23).

Lo spirito di Dio sembra essere una forza che sostiene lโ€™uomo nel compimento della Legge. Secondo Geremia (3333-34) ed Ezechiele (Ez 36,26-29), la Legge sarร  interiorizzata e, per Ezechiele, sarร  lo stesso spirito di Dio a essere โ€œdonato/nฤtanโ€ (piรน che โ€œpostoโ€): ยซPorrรฒ il mio spirito dentro di voi e vi farรฒ vivere secondo le mie leggi e vi farรฒ osservare e mettere in pratica le mie normeยป (Ez 36,27).

Sapienza e salvezza

Lโ€™uomo รจ strutturalmente fragile e caduco, incapace di conoscere la volontร  di Dio e di metterla in pratica. Lo puรฒ perรฒ fare chiedendo questo dono nella preghiera, come ha fatto โ€œSalomoneโ€ che ha invocato il dono della sapienza (cf. Sap 9,1-18).

La preghiera di โ€œSalomoneโ€ si conclude con il v. 18, che riprende il v. 2 (ยซe con la tua sapienza hai formato lโ€™uomo perchรฉ dominasse sulle creature che tu hai fattoยป). Come con la sapienza Dio creรฒ lโ€™uomo, cosรฌ โ€œcon la sapienza furono salvati/en sophiai esลthฤ“sanโ€ (da Dio, passivum divinum) gli uomini.

Sap 9,18 introduce il tema trattato nei capitoli successivi (Sap 10โ€“19). Essi mostreranno allโ€™opera la sapienza in rapporto alla storia, illustrando come essa agisca per la salvezza di Israele dalla schiavitรน in Egitto nel momento stesso in cui prova i carcerieri con gli stessi strumenti con i quali essi avevano oppresso gli israeliti (cf. le sette โ€œantitesiโ€ in Sap 11,2โ€“19,12).

I sentieri della terra, le realtร  sbagliate, storte, inique e ingiuste dei โ€œpensieri e delle azioni concrete/le vie/hoi triboiโ€ degli uomini che operano nella storia umana sulla terra sono state in tal modo โ€œraddrizzate/diลrthลthฤ“sanโ€ (da Dio). In tal modo, grazie alla sapienza di Dio che agisce nella storia (Sap 10โ€“19), gli uomini โ€œfurono catechizzati/edidachthฤ“sanโ€ su ciรฒ che รจ gradito a Dio: la volontร  inconoscibile di Dio fu rivelata e illustrata nella storia.

Una volontร  di libertร  per il suo popolo, una volontร  salvifica per tutti ยซcoloro che sono sulla terraยป (Sap 9,18a).

Il discepolo andrร  fino alla fine

Secondo lโ€™interessante strutturazione retorica proposta da R. Meynet, la sequenza Lc 13,22โ€“14,35 รจ imperniata sul detto di Gesรน: ยซChi si esalta sarร  abbassato e chi si abbassa sarร  esaltatoยป (Lc 14,11), che puรฒ fornire il titolo alla sequenza stessa. La doppia parabola centrale (4,7-14) รจ incorniciata da due sotto sequenze che comprendono ciascuna due passi: 13,22-30 e 13,31โ€“14,6, da una parte, e 14,15-24 e 14,25-25, dallโ€™altra. I titoli dei quattro passi li possiamo ricavare dalla relazione tra loro. Il primo (13,22-30) con il penultimo (14,15-24) e il secondo (13,31โ€“14,6) con lโ€™ultimo (14,25-35). Se Lc 13,31โ€“14,6 puรฒ essere titolato โ€œGesรน andrร  fino alla fineโ€, Lc 14,25-35 potrร  ricevere il titolo โ€œIl discepolo andrร  fino alla fineโ€.

Le condizioni per il discepolato

In sintesi, la sequenza Lc 13,22โ€“14,35 puรฒ essere compresa alla luce delle seguenti correlazioni letterarie e semantiche.

Se la pericope di Lc 13,22-29 intendeva rispondere allโ€™interrogativo: โ€œChi entrerร  e siederร  nel regno di Dio?โ€, la sua corrispondente Lc 14,15-23 sembra rispondere allโ€™interrogativo: โ€œChi mangerร  il pane nel regno di Dio?โ€. Se รจ vero che, per Gesรน, alcuni ultimi saranno primi e alcuni primi saranno ultimi (Lc 13,30), รจ altrettanto vero che chi si esalta sarร  abbassato e chi si abbassa sarร  esaltato (Lc 14,11) e che nessuno di quegli invitati che rifiutano gusterร  la cena del generoso padrone di casa (Lc 14,24).

Se Gesรน andrร  sino alla fine (13,31โ€“14,6), anche il discepolo andrร  fino alla fine (Lc 14,25-35).

Amare di piรน

Allโ€™indistinta โ€œfolla numerosa/ochloi polloiโ€ che lo accompagna nel suo cammino (per alcuni tratti โ€“ alla sera probabilmente tornavano alle loro case) Gesรน propone alcune impegnative condizioni per diventare suoi veri discepoli (cf. v. 26.27.33). Occorre โ€œandare verso di lui/erchetai pros meโ€ scegliendolo come persona unica, non come una dottrina di pensiero o una causa socio-politico-religiosa. Questo comporta un ยซamarlo di piรน/โ€œodiareโ€/miseiยป delle realtร  affettive familiari piรน care.

Si tenga presente che nellโ€™AT la โ€œmoglie odiataโ€ era la seconda moglie rispetto alla prima. ยซHai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla, ma se non le vuoi bene/alla odiata/misoumenฤ“i, non fidartiยป ammonisce il Siracide (Sir 7,26). Si veda anche Gen 29,31 ยซOra il Signore, vedendo che โ€œLia veniva trascurata [gr LXX: era odiata/miseitai Leia]โ€, la rese feconda, mentre Rachele rimaneva sterileโ€ฆ Il Signore ha udito che io โ€œero trascurata/gr LXX: misoumaiโ€ยป.

Importante รจ anche il testo di Dt 21,15-17, dove si assicura la doppia ereditร  al figlio della moglie โ€œodiataโ€ (cinque volte il testo greco ha misoumenฤ“; cosรฌ la traduzione CEI 2008) rispetto a quello della โ€œamataโ€.

Il testo molto citato di Dt 24,1-4 non regola tanto il divorzio โ€“ come si dice molto spesso! โ€“, quanto vieta allโ€™uomo che ha ripudiato una donna di riprendersela in casa dopo che sia stata ripudiata da un altro uomo con cui nel frattempo si fosse sposata. Al v. 3 si ricorda la possibilitร  che il secondo marito โ€œla odi/misei autฤ“nโ€ e che perciรฒ la ripudi.

Si ricordi anche il dramma della sterile Anna, la sposa di Elkanร , sbeffeggiata dalla seconda moglie, Peninnร , a cui YHWH aveva aperto il grembo (cf. 1Sam 1,2-8).

Gesรน non intende certo violare il quarto comandamento o rompere le unioni coniugali. Amando lui sopra ogni cosa, si ritrova, in seconda battuta, ogni altro valore situato nel suo giusto ordine e grado, onorato, trasfigurato ed elevato perfino a โ€œmistero/mystฤ“rionโ€ sacramentale dellโ€™unione di Cristo con la Chiesa (cf. Ef 5,25ss).

Solo Gesรน รจ una persona che salva la vita; nessuna persona cara lo puรฒ fare. Dopo aver accettato in prima istanza di inserirsi nella persona divina di Gesรน come realtร  primaria della propria vita, il discepolo troverร  poi, in seconda istanza, la forma vivendi concreta che realizzi in piena felicitร  la propria vocazione specifica.

La croce

Il discepolo che non โ€œva dietroโ€ a Gesรน in un cammino discepolare, prendendo cioรจ su di sรฉ personalmente la croce โ€“ costituita dalle esigenze del Regno, dalla dolce persona di Gesรน, dalle sue richieste esigenti vissute da lui stesso per primo in totale abbassamento di sรฉ fino al dono totale sulla croce โ€“, non puรฒ essere suo discepolo.

Non si tratta tanto e solo di accogliere e sublimare nella preghiera e nellโ€™offerta a Dio โ€œle crociโ€ piccole e grandi che la vita presenta, quanto di abbracciare personalmente una persona decisiva per la propria vita, che si distingue per uno stile di vita di autodonazione, di pro-esistenza fino allโ€™abbassamento totale di sรฉ (cf. la parabola di Lc 14,7-10 presente nella stessa sequenza, con la sua conclusione in 14,11).

Oculatezza

La prima paraboletta di Gesรน (vv. 28-30) โ€“ raccontata per simboleggiare le esigenze del discepolato attraverso un racconto fittizio che si conclude con una domanda, piรน o meno esplicita, a cui si deve rispondere personalmente โ€“ รจ impostata su un impianto simbolico edilizio. Essa invita allโ€™oculatezza nel calcolare il budget a propria disposizione prima di iniziare un complicato lavoro di costruzione di una torre. Il tutto per evitare che, in caso di esaurimento dei fondi a disposizione, la costruzione debba essere interrotta, con la solita conseguenza dellโ€™inesorabile tremenda vergogna sociale che ne seguirebbe (cf. Lc 14,9, nella stessa sequenza, circa lโ€™invitato arrivista declassato e ricoperto di vergogna). Un disvalore opposto allโ€™onore, codice principe della vita sociale nel Mediterraneo (cf. la โ€œgloria/doxaโ€ di Lc 14,10, nella stessa sequenza).

Se si intende abbracciare il Regno seguendo Gesรน e la sua proposta impegnativa di discepolato, occorre essere oculati per vedere se si hanno a disposizioni le forze per farlo.

Queste, perรฒ, a differenza di ciรฒ che avviene nella parabola, possono sempre essere richieste nella preghieraโ€ฆ La parabola (racconto intradiegetico), infatti, non corrisponde mai totalmente al referente extradiegetico a cui si narratore intende far riferimento: Dio Padre, Gesรน, il Regno, le realtร  escatologicheโ€ฆ

Oculatezza e flessibilitร 

La seconda paraboletta di Gesรน (vv. 31-32) รจ impostata su un impianto simbolico di natura bellica. Occorre molta oculatezza nel voler affrontare in guerra un re avendo a disposizione la metร  delle forze rispetto allโ€™avversario. Lโ€™oculatezza deve essere unitร  alla flessibilitร . Si sceglierร  allora di diversificare le strategie, recedendo dallโ€™azione bellica e preferendo il percorso della trattativa diplomatica in vista di una risoluzione pacifica del conflitto.

Stessa oculatezza e flessibilitร  occorrono per seguire Gesรน e accogliere il Regno. Oculatezza rispetto al proprie forze rispetto allโ€™impegno che si ha davanti e flessibilitร  nel cercare gli strumenti piรน adatti a conseguire lo scopo, eventualmente cambiandoli anche in corso dโ€™opera.

Alle parabole fa spesso seguito la loro applicazione. Non sempre lโ€™applicazione di una parabola โ€“ gesuana o ecclesiale, cioรจ di natura esplicativa e applicativa alla situazione postpasquale curata dalla Chiesa in un momento successivo โ€“ si situa in linea perfetta con lโ€™andamento dialogico seguito nel racconto fittizio parabolico.

Lโ€™applicazione (โ€œcosรฌ/houtลsโ€) delle due parabole (v. 33) che richiede il distacco dai beni โ€“ gesuana o ecclesiale che sia โ€“ si pone esplicitamente sul filo logico del discorso riguardante il vero discepolo di Gesรน (ยซNon puรฒ essere mio discepoloยป, cf. vv. 27.28), ma non รจ esattamente in linea col filo logico e argomentativo dei due racconti parabolici fittizi. Questi prevedono oculatezza nellโ€™avere i mezzi adatti e sufficienti, oppure oculatezza e flessibilitร  nel raggiungere lo stesso risultato diversificando la strategia grazie allโ€™utilizzo di mezzi diversi.

Lโ€™applicazione insiste in ogni caso su unโ€™altra richiesta esigente rivolta a chi voglia diventare discepolo di Gesรน. Egli deve โ€œallontanarsi/separarsi/rinunciare/mettersi da parte rispetto a/apotassetaiโ€ dai beni in proprio possesso.

Il โ€œdistaccoโ€ interiore dal dominio che i beni possono avere sul cuore รจ richiesto a tutti i discepoli. Il verbo apo-tassomai rimanda a un porsi in una tassonomia valoriale ben precisa, che prende le distanze da altre tassonomie. La forte esigenza richiesta rimane immutata per tutti i discepoli di Gesรน.

Le forme concrete, esteriori della sequela di Gesรน sono state tuttavia chiaramente diversificate fin allโ€™inizio. Molti discepoli di Gesรน non lo hanno seguito anche esternamente scegliendo come propria la โ€œforma vivendiโ€ itinerante del gruppo che formava il cerchio piรน ristretto dei Dodici e dei discepoli piรน vicini (โ€œapostoliโ€ e quantโ€™altro). Essi lo โ€œseguivanoโ€ e lo โ€œappoggiavanoโ€ restando a casa e continuando la propria vita familiare e lavorativa normale.

Proposte sapienziali evangeliche

Gesรน propone delle esigenze discepolari non accessibili alla mente umana.

Occorre la sapienza donata da Dio per afferrarle.

Occorre il suo santo spirito.

Lo spirito evangelico del Regno.

Lo Spirito del Figlio.

Seguire lui รจ trovare la fonte della sapienza.

Seguire lui รจ trovare il bandolo della volontร  concreta di Dio sui sentieri dellโ€™uomo sulla terra.

Un disegno di salvezza.

Richiede oculatezza, flessibilitร .

Soprattutto distacco interiore e coraggio evangelico.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj

Fonte del commento: Settimana News

Letture della
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Chi puรฒ immaginare che cosa vuole il Signore?

Dal libro della Sapienza
Sap 9, 13-18
ย 

Quale uomo puรฒ conoscere il volere di Dio?
Chi puรฒ immaginare che cosa vuole il Signore?
ย 
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perchรฉ un corpo corruttibile appesantisce lโ€™anima
e la tenda dโ€™argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
ย 
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
ย 
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dallโ€™alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
ย 
Cosรฌ vennero raddrizzati i sentieri di chi รจ sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciรฒ che ti รจ gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 89 (90)

R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.Tu fai ritornare lโ€™uomo in polvere,
quando dici: ยซRitornate, figli dellโ€™uomoยป.
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che รจ passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
ย 
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come lโ€™erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera รจ falciata e secca. R.
ย 
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietร  dei tuoi servi! R.
ย 
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi lโ€™opera delle nostre mani,
lโ€™opera delle nostre mani rendi salda. R.

Seconda Lettura

Accoglilo non piรน come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera a Filรจmone
Fm 9b-10.12-17

ย 
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, cosรฌ come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesรน. Ti prego per Onรจsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
ย 
Avrei voluto tenerlo con me perchรฉ mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perchรฉ il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
ย 
Per questo forse รจ stato separato da te per un momento: perchรฉ tu lo riavessi per sempre; non piรน perรฒ come schiavo, ma molto piรน che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora piรน per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.

Parola di Dio

Vangelo

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepolo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesรน. Egli si voltรฒ e disse loro:
ยซSe uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non รจ in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: โ€œCostui ha iniziato a costruire, ma non รจ stato capace di finire il lavoroโ€.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se puรฒ affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre lโ€™altro รจ ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Cosรฌ chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepoloยป.

Parola del Signore

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