Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 8 Luglio 2018.
Il rischio di rimanere senza casa
Il politico abile gestisce sempre con accortezza i rapporti con la struttura religiosa: non la combatte, ma la blandisce, cerca di farsela alleata, perchรฉ sa che il suddito religioso รจ piรน affidabile e anche il piรน devoto, se si riesce a convincerlo che sostenere lโordine stabilito equivale a promuovere il regno di Dio.
Chi detiene il potere si oppone a ciรฒ che sovverte lโequilibrio della societร o dellโistituzione; raggiunge il suo obiettivo quando fa recepire lโidea che esiste unโequazione fra ciรฒ che normalmente si pensa e il messaggio evangelico, fra i principi dettati dalla morale corrente e i valori predicati da Cristo, fra le beatitudini del mondo e quelle della montagna.
ร una strategia subdola nella quale, spesso in buona fede, molti cristiani vengono coinvolti, ma che porta a snaturare il vangelo. Vi si adeguano a volte le gerarchie ecclesiastiche e anche il popolo, ma mai il profeta, che non รจ, per costituzione, una persona irrequieta e insoddisfatta, ma uno che ha recepito e assimilato i pensieri del Signore, per questo si rifiuta di porre il sigillo di Dio sui disegni dellโuomo e denuncia le strutture segnate dal peccato. Le sue parole infastidiscono, suscitano irritazione e il destino che lo attende non puรฒ essere che lโincomprensione e il rifiuto.
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ร accaduto a Geremia, minacciato dai suoi compaesani: โSmetti di profetare nel nome del Signore, se no morirai per mano nostraโ (Ger 11,21) e messo in guardia da Dio: โPerfino i tuoi fratelli e la casa di tuo padre, perfino loro sono sleali con teโ (Ger 12,6).
ร accaduto a Maometto quando, alla Mecca, ha voluto scuotere i suoi concittadini dallโindifferenza religiosa, dallโattaccamento allโaldiqua e dallโingiustizia sociale.
A Nazareth รจ accaduto anche a Gesรน.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โSolo se esco dalla casa costruita dagli uomini posso incontrare il Signoreโ
Prima Lettura (Ez 2,2-5)
In quei giorni, 2 uno spirito entrรฒ in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava.
3 Mi disse: โFiglio dellโuomo, io ti mando agli israeliti, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri hanno peccato contro di me fino ad oggi. 4 Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: Dice il Signore Dio. 5 Ascoltino o non ascoltino โ perchรฉ sono una genรฌa di ribelli โ sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loroโ.
Ezechiele doveva avere una trentina dโanni quando, nel 597 a.C., fu deportato a Babilonia assieme allโultimo re della dinastia di Davide e agli uomini validi, ai falegnami, ai fabbri e alle persone istruite. Conquistata Gerusalemme, Nabucodรฒnosor aveva lasciato nel paese solo la gente povera, tutti gli altri li aveva portati con sรฉ (2 Re 24).
A questi esiliati, quattro anni dopo, Ezechiele fu inviato da Dio ad annunciare un messaggio duro e sgradito. Essi agognavano allโimmediato ritorno nella terra dei loro padri e il profeta fu incaricato di dissipare queste illusioni e convincerli a organizzare la loro vita in terra straniera. Da Gerusalemme, anche Geremia li esortava: โCostruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; prendete moglie e mettete al mondo figli e figlie. Cercate il benessere del paese in cui siete stati deportatiโ (Ger 29,5-7).
Lโinvio di un profeta รจ il segno che il Signore, come un padre, continua ad amare e a prendersi cura del suo popolo. Non lo abbandona e, anche quando pecca e si rende responsabile della propria sventura, non gli lascia mancare la sua parola di salvezza.
Nel brano di oggi abbiamo una delle migliori descrizioni della vocazione e della missione profetica.
Mentre รจ prostrato per terra, Ezechiele ode una voce che gli ingiunge: โAlzati, ti voglio parlareโ (Ez 3,1). Subito sente uno spirito, una forza nuova e misteriosa che penetra in lui e lo solleva in piedi. La voce continua: โFiglio dellโuomo, ti mando agli israelitiโฆ figli testardi e dal cuore indurito; tu dirai loro: cosรฌ dice il Signore Dioโฆโ (vv. 2-4).
Figlio dโuomo รจ unโespressione ebraica che significa semplicemente uomo, essere fragile, comune mortale. Ezechiele era figlio di Busรฌ, un sacerdote del tempio di Gerusalemme, ed era orgoglioso di appartenere a un nobile casato; il Signore si rivolge a lui chiamandolo con un nome nuovo, figlio dโuomo, per ricordargli la sua condizione umile, legata alla terra.
Il profeta non รจ un angelo, non รจ un personaggio dotato di capacitร misteriose e poteri arcani, ma un semplice uomo, con tutti i difetti, le debolezze, i limiti anche psichici e mentali da cui nessun mortale รจ esente. Ezechiele aveva una sensibilitร particolare: alternava momenti di esaltazione a momenti di abbattimento, era propenso alla depressione e si chiudeva spesso in prolungati mutismi. Dopo la chiamata del Signore โ racconta egli stesso โ โrimasi per sette giorni come stordito in mezzo ai deportatiโ (Ez 3,15). Parlava bene, questo sรฌ e la gente accorreva per ascoltarlo, perchรฉ la sua parola era come una canzone dโamore: โBella รจ la voce โ si diceva โ e piacevole lโaccompagnamento musicaleโ (Ez 33,32).
Non sono perรฒ le doti straordinarie che conferiscono al profeta lโautoritร di parlare in nome di Dio, ma il fatto di essere stato chiamato, di aver ricevuto una vocazione.
Scelto dal Signore, Ezechiele รจ incaricato di una missione. Non gli viene chiesto di predire un futuro lontano e nebuloso, di compiere prodigi e gesti straordinari, ma di svolgere un servizio: trasmettere ai deportati a Babilonia la parola di Dio.
Tutti i popoli hanno conosciuto forme e tecniche divinatorie; si sono affidati agli indovini, agli astrologi e ai negromanti per conoscere i segreti e i progetti degli dรจi. Le sibille che pronunciavano oracoli erano comuni in tutto il Mediterraneo, associate in genere a rocce e fonti sacre. Israele ha ripudiato presto questi surrogati della profezia, perchรฉ ha compreso che lโunico strumento scelto da Dio per comunicare con gli uomini รจ il profeta, lโuomo capace di cogliere i pensieri e la volontร del Signore e di trasmetterli fedelmente ai suoi fratelli.
Con ragione i profeti sono soliti introdurre il loro messaggio con la formula solenne: โCosรฌ dice il Signoreโฆโ (v. 4), perchรฉ sono coscienti che ciรฒ che riferiscono non appartiene a loro, ma a Dio.
ย A chi รจ inviato Ezechiele? Alla gente del suo popolo, a โuna genia di ribelliโ (v. 5). I deportati a Babilonia non erano piรน peccatori degli altri, si lasciavano solo sedurre da chi alimentava vane speranze, da chi proponeva scelte facili e accattivanti, ma che non conducevano alla vita.
ร la sorte di tutti i profeti: inquietano le coscienze, scomodano, suggeriscono scelte impegnative e, per questo, sono rifiutati.
Non si devono scoraggiare per questo. โAscoltino o non ascoltinoโฆ sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loroโ, dichiara Dio a Ezechiele (v. 5). Anche se, apparentemente, la missione di questo profeta risultรฒ fallimentare, un obiettivo lo raggiunse comunque: rivelรฒ le premure di Dio per il suo popolo, mostrรฒ che il Signore non lo dimentica mai e che neppure il piรน grande peccato puรฒ fargli rompere lโalleanza che ha stipulato con lโuomo.
Seconda Lettura (2 Cor 12,7-10)
7 Perchรฉ non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi รจ stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perchรฉ io non vada in superbia.
8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che lโallontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: โTi basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezzaโ.
Mi vanterรฒ quindi ben volentieri delle mie debolezze, perchรฉ dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciรฒ mi compiaccio nelle mie infermitร , negli oltraggi, nelle necessitร , nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, รจ allora che sono forte.
Il brano รจ tratto da una lettera polemica nella quale Paolo, per dimostrare di non essere inferiore a coloro che, nella comunitร di Corinto, tentano di diffamarlo, elenca i sacrifici sopportati per la causa del vangelo (2 Cor 11,22-29) e le esperienze piรน o meno straordinarie che ha vissuto. Afferma di aver avuto, da parte del Signore, rivelazioni particolari, di aver udito โparole ineffabili che non รจ permesso allโuomo di pronunciareโ (2 Cor 12,4). Si รจ trattato certamente non di una visione, ma di un suo rapimento nel mondo di Dio, di un momento di intimitร con il Signore, di unโestasi in cui ha percepito veritร sublimi.
Potrebbe gloriarsi, di fronte ai suoi avversari, di queste esperienze straordinarie, ma non lo fa. Il suo vanto รจ un altro, sono le debolezze, le avversitร , le angustie, perchรฉ Dio รจ solito attuare i suoi interventi salvifici servendosi di strumenti privi di valore.
Nel presente brano accenna a una difficoltร che lo fa soffrire e lo umilia. Si tratta di una tribolazione molto dolorosa, paragonabile a una spina conficcata nella carne, a un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarlo, perchรฉ non si gonfi di orgoglio (v. 7).
Sono state scritte molte pagine per tentare di spiegare il significato di questa โspina nella carneโ. La maggioranza dei biblisti ritiene che Paolo si riferisca a una malattia perchรฉ, scrivendo ai galati, accenna a una grave infermitร che lo ha colpito e che avrebbe potuto suscitare ripugnanza in chi lo avvicinava (Gal 4,14). Ma รจ possibile che questa โspinaโ indichi unโaltra sofferenza, piรน intima: lโostilitร nei suoi confronti da parte dei membri del suo popolo che, nella Lettera ai romani, egli chiama โsuoi fratelli e consanguinei secondo la carneโ (Rm 9,3). In ogni cittร dove si recava per annunciare il vangelo, essi hanno sempre frapposto ostacoli alla sua predicazione. Piรน volte, nei suoi scritti, ha ammesso la sua fatica nel sopportare tale opposizione ed รจ stato tentato di scoraggiarsi.
Con insistenza ha pregato il Signore di essere liberato da questa spina, ma Dio non glielโha tolta, non ha miracolosamente risolto la difficoltร , gli ha perรฒ dato la forza di superarla (v. 9). Dio non รจ solito liberare i suoi profeti dalle fragilitร legate alla condizione umana, dalle malattie, dalla stanchezza, dai difetti; vuole che, attraverso la debolezza degli strumenti, si manifesti la sua potenza.
Vangelo (Mc 6,1-6)
1 Partito quindi di lร , Gesรน andรฒ nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
2 Venuto il sabato, incominciรฒ a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: โDonde gli vengono queste cose? E che sapienza รจ mai questa che gli รจ stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? 3 Non รจ costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?โ. E si scandalizzavano di lui.
4 Ma Gesรน disse loro: โUn profeta non รจ disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa suaโ.
5 E non vi potรจ operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarรฌ. 6 E si meravigliava della loro incredulitร .
Vari particolari di questo brano non risultano immediatamente chiari.
Gli abitanti di Nazareth sono stupefatti di fronte ai prodigi compiuti da Gesรน (v. 2), ma subito dopo rimangono โscandalizzatiโ (v. 3). Come mettere dโaccordo le due reazioni apparentemente contradditorie? Scandalizzare non significa provocare un banale dissenso, ma essere in totale disaccordo. I compaesani sono stati sconvolti dalle sue parole a tal punto da ritenerle un ostacolo insormontabile, un grave intralcio per la loro fede. Deve quindi aver detto o fatto qualcosa di particolarmente provocatorio.
Non si capisce poi come mai non riesca a compiere miracoli a causa della loro mancanza di fede (v. 5) e sorprende anche la sua meraviglia di fronte allโincredulitร dei compaesani. Ha appena affermato che โun profeta non รจ disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa suaโ (v. 4), quindi non dovrebbe risultargli strano il loro rifiuto.
Segnaliamo un ultimo dettaglio: Gesรน a Cafarnao รจ stato coinvolto in drammatici conflitti con le autoritร politiche e religiose, ha attaccato i formalismi degli scribi e dei farisei, ne ha denunciato lโipocrisia e la durezza di cuore, ma non ha mai avuto problemi con la gente semplice. Ora invece รจ il popolo, sono i contadini del suo paese che non lo capiscono e lo rifiutano, non cโรจ, infatti, alcuna allusione alla presenza di dirigenti religiosi. Come si spiega questa reazione inconsueta?
Dopo aver trascorso alcuni mesi a Cafarnao e aver visitato i villaggi della Galilea, predicando il vangelo e curando i malati, Gesรน torna al suo villaggio natale (v. 1).
Qualche tempo prima i suoi parenti hanno cercato di convincerlo a rientrare in famiglia e a riprendere il suo dignitoso lavoro di falegname, ma egli non ha aderito alla loro proposta. Volgendo lo sguardo su coloro che gli stavano attorno per ascoltarlo, ha esclamato: โEcco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontร di Dio, costui รจ mio fratello, sorella e madreโ (Mc 3,31-35).
Ora, di sua iniziativa, torna a Nazaret e non vi torna solo, รจ accompagnato da un gruppo di discepoli. La sua non รจ una visita di cortesia alla madre, ai fratelli, alle sorelle, agli amici, ma รจ un gesto dal significato inequivocabile per chi, fin qui, ha accompagnato le sue scelte di vita. Torna a Nazaret per presentare, allโantica famiglia, la sua nuova famiglia, composta da coloro che hanno risposto alla sua chiamata: hanno lasciato le reti, il padre sulla barca con i garzoni (Mc 1,16-20), il banco delle imposte (Mc 2,13) e lo hanno seguito lungo la via da lui intrapresa.
Lโincomprensione nei suoi confronti non si manifesta immediatamente al suo arrivo. Dal racconto di Marco risulta che egli trascorre alcuni giorni in famiglia, senza incidenti; il dissenso esplode solo quando, โvenuto il sabato, egli incomincia a insegnare nella sinagogaโ (v. 2).
Questo fatto va posto in risalto, perchรฉ รจ significativo. Finchรฉ egli rimane tranquillo nella casa in cui รจ cresciuto, cioรจ, finchรฉ rimane dentro gli schemi tradizionali del suo popolo, finchรฉ mostra di apprezzare le convinzioni religiose trasmesse dai rabbini e condivise da tutti, nessuno ha nulla da ridire sul suo conto. I problemi sorgono non appena egli esce di casa e rende pubblica la scelta di costituire una nuova casa, una nuova famiglia.
La reazione dei compaesani รจ duplice: da un lato rimangono stupiti dalle sue parole e ammirano le opere che compie, dallโaltra sono tormentati da molteplici interrogativi.
Educati nella fede dei loro padri, credono nel Signore che ha stretto alleanza con il suo popolo e riserva le sue benedizioni ai figli di Abramo, a coloro che appartengono alla casa dโIsraele e siedono ai piedi dei rabbini per ascoltare la Torร h.
Per gli abitanti di Nazareth Gesรน rappresenta un enigma insolubile: รจ cresciuto, come loro, in una famiglia dai solidi principi religiosi, appartiene al popolo eletto, a quella che, per 119 volte nella Bibbia, รจ chiamata Casa dโIsraele. Ora dร lโimpressione di non trovarsi piรน a suo agio in questa casa, pare che la ritenga troppo angusta e la voglia aprire a tutti.
Sanno che, a Cafarnao, ha espresso la sua ammirazione per il gesto di quattro uomini che hanno abbattuto il tetto di una casa per introdurvi un paralitico (Mc 2,4); ha approvato il loro gesto perchรฉ era il segno che la Casa dโIsraele doveva essere accessibile anche agli esclusi. Ha invitato i peccatori in casa sua e ha voluto che partecipassero con lui al banchetto, simbolo del regno di Dio (Mc 2,15-17). Ha accarezzato i lebbrosi e li ha resi puri, idonei ad appartenere alla sua nuova famiglia (Mc 1,41), a condizione che rimanessero seduti attorno a lui, ascoltassero la sua parola e la mettessero in pratica.
La porta della Casa dโIsraele รจ stata dunque spalancata a tutti. Questo รจ lo scandalo dei compaesani.
ย Con il suo messaggio e con i suoi gesti, Gesรน ha rotto gli equilibri, sta demolendo la casa in cui essi hanno riposto tutte le loro speranze. Si sentono interpellati, colgono, nelle sue parole e nella sue scelte, lโinvito ad abbandonare le sicurezze offerte dalla religione dei loro padri, ad abbracciare i rischi del regno e a entrare nella sua casa, nella sua nuova famiglia, costituita dai discepoli che hanno creduto in lui.
La serie di domande che si pongono sono giustificate (vv. 2-3).
Che garanzie puรฒ offrire โil carpentiere, il figlio di Mariaโ che, per piรน di trentโanni, non ha fatto altro che aggiustare porte e finestre, costruire zappe ed aratri e del quale conoscono fratelli e sorelle? Donde gli viene il messaggio che espone? Chi gli conferisce la forza di compiere prodigi?
Il problema che piรน li intriga non riguarda perรฒ il contenuto del suo insegnamento, ma la provenienza di questa nuova dottrina. Non mettono in dubbio la bontร delle sue opere, ma la loro origine. Si chiedono: sono compiute in nome di Dio o, come hanno insinuato gli scribi discesi da Gerusalemme (Mc 3,22), provengono dal maligno?
Concludono: meglio non fidarsi di questโuomo che propone novitร pericolose.
Si noti che non lo nominano, lo identificano con la professione che ha esercitato e, stranamente, con il riferimento a sua madre, forse per sottolineare maggiormente il loro giudizio negativo. Non lo ricollegano con il padre che, in Israele, rappresenta il legame con la tradizione dalla quale egli si รจ staccato. Preferiscono non rischiare, rimangono aggrappati ai loro antichi costumi e abitudini, non vogliono rinunciare alla vecchia casa e alle sicurezze offerte dallโantica famiglia.
Avviene cosรฌ il distacco molto doloroso, ma inevitabile, di Gesรน dai familiari, dai vicini e dagli amici.
ร il destino di tutti i profeti, che non sono disprezzati che nella loro patria, tra i loro parenti e nella loro casa (v. 4).
Lโatteggiamento assunto dagli abitanti di Nazareth si ripete anche oggi.
Gesรน si ripresenta a coloro che sono convinti di conoscerlo e di appartenere alla sua famiglia e avanza la sua proposta. Chiede, come ha fatto Dio ad Abramo, di lasciare tutto ciรฒ che la casa, la famiglia e la patria rappresentano; invita a riconsiderare le convinzioni religiose, assimilate durante lโinfanzia e mai piรน approfondite e fatte evolvere; esige che si prendano le distanze dai principi della morale corrente, dagli ideali e dai valori proposti dalla societร in cui si vive. La risposta che riceve รจ, nella maggior parte dei casi, la stessa: prima lโincomprensione, poi il rifiuto.
Questa incredulitร ha perรฒ sempre conseguenze drammatiche. Gesรน รจ ridotto allโimpotenza, diviene incapace di realizzare quei prodigi che la sua parola e il contatto con la sua persona producono ovunque. Egli offre la sua salvezza, ma non la puรฒ imporre, perchรฉ ama e lโamore rispetta la libertร .
Se nel mondo di oggi non accadono eventi miracolosi, se le condizioni di vita non subiscono trasformazioni radicali, se non si instaurano la pace, la giustizia e la riconciliazione fra i popoli, la ragione รจ sempre la stessa: gli uomini non hanno il coraggio di accordare piena fiducia a Cristo e alla sua parola.
Si registra, sรฌ, qualche piccolo cambiamento, come a Nazaret รจ stato curato qualche malato non grave: un poโ di elemosina in piรน e qualche parola offensiva in meno, ma i grandi prodigi, i segni sorprendenti della presenza del regno di Dio nel mondo non possono accadere dove รจ carente o manca del tutto la fede.
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[accordion title=”Chi รจ Fernando Armellini” load=”hide”]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโUniversitร di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโestero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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