Il commento di padre Gian Franco Scarpitta al Vangello di domenica 6 settembre 2015.
Ascoltare o rovinarci?
Ascoltare o non ascoltare la Parola di Dio? Questo รจ il problema. Il paradosso intende sottolineare che dalla buona disposizione e dalla sensibilitร all’ascolto dipende la salvezza o la disfatta dell’uomo. Questi rovina se stesso quando mostra distanza e refrattarietร al divino messaggio; provvede alla propria salvezza e destina se stesso a vivere per sempre quando invece presta attenzione, assimila e vive assiduamente la Parola, lasciandosi da essa avvincere e trasformare.
[ads2]Dice il profeta Amos. “Ruggisce il leone: chi non trema? Il Signore Dio ha parlato: chi non puรฒ profetare?”(Am 3,8) La Parola di Dio in se stessa ha la sua motivazione perchรฉ vi si presti attenzione, la sua provenienza trascendentale รจ sufficiente a che da parte nostra la si accolga e la si metta in pratica per il semplice fatto che essa รจ parola di Dio e non di uomo e pertanto capace di azione immediata e di trasformazione: il concetto stesso di “parola” (dabar) riferita a Dio racchiude in se etimologicamente un parlare che racchiude un’azione o un proposito di intervento. Ogni volta che Dio “parla”, oltre che a comunicare realizza di fatto ciรฒ che annuncia perchรฉ nella salvezza parole e opere sono intrinsecamente connesse (Cfr Dei Verbum).
Ecco perchรฉ chi manca all’ascolto rovina irrimediabilmente se stesso. Cosรฌ ammonisce il profeta Isaia (I lettura) quando annuncia il rientro imminente in patria del popolo d’Israele per anni costretto alla schiavitรน in Babilonia: il mancato ascolto del Signore era stato il motivo della condanna all’esilio e solo a condizione che si presti ascolto all’annuncio divino sarร possibile adesso recuperare la comunione con il Signore e per ciรฒ stesso la riconciliazione e il perdono. L’esilio a Babilonia aveva ridotto il popolo a schiavitรน, complice la tracotanza degli stessi Israeliti, del tutto refrattari ai divini annunci. Con la liberazione si annuncia la salvezza e questo renderร necessaria l’apertura di cuore a Dio: “Si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi” poichรฉ tale occlusione รจ causa fondamentale di peccato e di conseguente autopunizione.
Anche il Salmista esclama, portavoce di Dio: “Israele, se tu mi ascoltassi!” E invita il popolo a confidare unicamente nel solo Dio veritร e a rifuggire ogni sorta di mera idolatria o subdola illusione. Di contro, il fatto che il popolo sia continuamente minacciato dagli avversari dimostra che non ha mai mostrato sensibilitร verso la Parola del Signore e che questo ora verte a sua condanna.
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Colui che comunica con โuomo non manca di attrezzare all’ascolto il suo interlocutore perchรฉ mentre rivela se stesso nella piena auto donazione e auto comunicazione, in forza dello Spirito Santo apre i nostri occhi e dischiude le nostre orecchie alla prontezza dell’attenzione.
Nel Sacramento del Battesimo siamo stati rivestiti dallo stesso Spirito di fortezza che ci ha liberati dai vincoli peccaminosi per purificarci dalla macchia originaria con il suo lavacro innovatore. Poi perรฒ ci รจ stato detto “Effatร ”, cioรจ apriti! e con un gesto contemporaneo sulle labbra siamo stati invitati a tradurre questo ascolto nella possibilitร di annuncio, cosicchรฉ ciascun cristiano, in forza del Sacramento del Battesimo, รจ diventato capace di ascolto, di attenzione e di conseguente annuncio per cui la Parola di Dio, seppure non perde mai la sua efficacia, non potrร mai apportare i frutti per cui viene mandata allorquando deliberatamente ad essa ci mostriamo chiusi, freddi e insensibili. Nel Battesimo, Gesรน “ha fatto bene ogni cosa; ha fatto udire i sordi e parlare i muti” come aveva fatto con il sordomuto di cui al brano odierno di Vangelo: “Gli pose (al sordomuto) le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป ;
la nostra coerenza e la buona disposizione dovrebbero far sรฌ che nulla di ciรฒ che รจ stato fatto bene si guasti o per l’uso eccessivo o per il poco uso.
Aprirci alla Parola e lasciarci interpellare da essa รจ indispensabile per reimpostare adeguatamente la nostra vita e per rendere possibili e fattibili i nostri obiettivi, ma perchรฉ Dio possa avere il dovuto spazio occorre che smettiamo di voler parlare sempre noi e ad ogni costo. Diceva un vecchio spot pubblicitario: “Silenzio, parla Agnesi” e appunto la capacitร di limitare frastuoni e distrazioni รจ la condizione essenziale perchรฉ il nostro ascolto sia efficace: il silenzio e il raccoglimento non possono non essere indispensabili per quanti intendano prendere sul serio la Parola, affinchรฉ questa possa recare frutto in abbondanza. Ma non va trascurato nemmeno il fatto che per noi Gesรน รจ la Parola (Verbo) del Dio che ama e che riconcilia e pertanto vivere di lui vuol dire non sbagliare mai.
padre Gian Franco Scarpitta | via Qumran
XXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Is 35, 4-7; Sal.145; Gc 2, 1-5; Mc 7, 31-37
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesรน, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidรฒne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decร poli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: ยซHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!ยป.
Fonte: LaSacraBibbia.net
