Commento al Vangelo del 6 settembre 2015 – Carla Sprinzeles

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Siamo a settembre, la liturgia oggi ci propone un testo di Isaia e un brano del Vangelo di Marco paralleli, vediamo cosa ci vuole dire.

ISAIA 35, 4-7
Il testo di Isaia รจ un testo messianico, cosa vuol dire?
Il testo messianico รจ la soluzione di quello che c’รจ nella storia.
Tutte le volte che ci scontriamo con qualche difficoltร  in questa terra, immaginiamo che nell’aldilร  tutto sarร  piรน chiaro e semplice.
Ci si capirร : il tempo del messia sarร  una meraviglia.
Oggi ragioniamo diversamente, pensiamo che i problemi devono essere risolti qui, ora e che il bene che c’รจ sarร  prolungato.
Nel testo si parla molto di acqua, perchรฉ il popolo viveva nel deserto “la terra bruciata diventerร  una palude”, tanta acqua!
[ads2]La storia รจ un tempo di deserto! Dio salverร  la storia!
“Irrobustite le mani stanche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore:-Coraggio, non temete!-“
Questo รจ il nostro compito: occuparci degli altri, delle tre cose necessarie per viaggiare: mani fiacche, ginocchia vacillanti, cuori smarriti.
Da parte di Dio:”Si apriranno gli occhi dei ciechi, si schiuderanno gli orecchi dei sordi, lo zoppo salterร  come un cervo, griderร  la lingua del muto.
E’ interessante: Dio toglierร  tutti quegli impedimenti che sono irrisolvibili, che non dipendono da noi! Sei sordo, sei cieco, sei muto: Dio cambia le cose, le rovescia!
La nostra tentazione รจ che dobbiamo risolvere noi i problemi, mentre Dio deve consolare!
Funziona esattamente il contrario!
Noi non possiamo nulla sulla sostanza delle cose, niente di radicale. Poichรฉ non possiamo niente sulla morte, sulle cose serie.
Possiamo fare compagnia, fare coraggio, impedirci reciprocamente che il nostro cuore si smarrisca!
Dio ha le soluzioni. A noi competono mani, ginocchia e cuore, a Dio le gambe (lo zoppo salterร  come un cervo), occhi, orecchie e lingua.
Sono i luoghi, le porte, dove il “dentro” del cuore si incontra col “fuori”.
Le nostre porte di casa sono il nostro fortino piรน segreto, il piรน protetto, sono il luogo dove noi non siamo disponibili a cambiare.
Essere ciechi, sordi e muti significa essere incapaci di relazionarsi, ed รจ Dio che cambia la nostra impossibilitร  a relazioni vere.
Se ci domandiamo: -tu cosa vuoi fare?- Non lo so! Sono smarrito!
Il tempo dello smarrimento รจ il novanta per cento della nostra vita!
Lo smarrimento del cuore spetta a noi, non a Dio!
“Coraggio non temete”, dobbiamo farci coraggio reciprocamente. Non so la soluzione, ma mi faccio coraggio!
Come quando si va in montagna, si arriva alla curva, poi si vedrร !
La nostra vita non รจ appianata, รจ piena di saliscendi, di curve, di asperitร , bisogna farsi coraggio….solo fino alla prossima curva, senza angosciarsi quante curve ci saranno dopo, chi si incontrerร … Dio appianerร  la strada…..
E’ bella questa immagine: il percorso รจ tale che uno va piรน in fretta della propria gioia e felicitร , che lo seguono, ci vengono dietro.
Noi abbiamo questa idea: se finalmente arrivasse una gioia!
A noi compete di irrobustire le mani fiacche, rendere salde le ginocchia vacillanti e dire agli smarriti di cuore: coraggio!
Dio farร  il resto: aprirร  gli occhi ai ciechi, schiuderร  gli orecchi ai sordi, scioglierร  la lingua dei muti!

MARCO 7, 31-37
L’episodio narrato da Marco, che leggiamo oggi, รจ collocato nella Decapoli, in pieno territorio pagano. L’intenzione di Marco รจ chiara: la missione di Gesรน non รจ circoscritta al popolo di Israele, ma va oltre, verso il mondo pagano.
Un’altra osservazione da non lasciarci sfuggire รจ che l’episodio avviene in un contesto di crescente incomprensione e incredulitร  a cui non sono estranei neppure i discepoli.
Ecco che quanto abbiamo detto per commentare Isaia, l’intervento di Gesรน “tocca” gli orecchi e gli occhi dei discepoli, a far sรฌ che la loro incredulitร  sia vinta.
Gesรน chiama in disparte il sordomuto e compie dei gesti: pone le dita nelle orecchie del sordo e tocca con la saliva la sua lingua.
Gesรน “prende contatto” con il sordomuto. Comunica a gesti….
Prima di guarire “emette un sospiro”, dร  voce al gemito del travaglio del parto della creazione.
Lo Spirito di Cristo “intercede con sospiri ineffabili”, dร  all’uomo la capacitร  di ascoltare e parlare in un colloquio con Dio e l’uomo.
Nell’era delle comunicazioni di massa, l’uomo resta sordo e muto. Non sa piรน ascoltare. Fugge di fronte al disagio del fratello, evita la sua angoscia.
Quando l’altro ha bisogno di parole costruttive, esprime solo luoghi comuni, perchรฉ resta al centro, non sa percepire quello che vive il prossimo.
Oggi non sappiamo piรน ascoltare anche perchรฉ spesso le parole sono vuote, il discorso รจ muto.
Gesรน, il Verbo fatto carne, puรฒ far sรฌ che le parole diventino vita.
Ripete spesso: “Se uno ha orecchi per intendere intenda, appunto perchรฉ istintivamente l’uomo si cautela, non vuole cambiare.
La lieta notizia รจ una parola, che certo puรฒ far paura, ma che ristabilisce il contatto col fratello, perchรฉ anche l’inaudito puรฒ risvegliare l’orecchio del cuore e aprire al dialogo!
Il vangelo guarisce sorditร  e mutismo. Perchรฉ Gesรน anzichรฉ imporre le mani al sordomuto, lo porta lontano dalla folla?
Perchรฉ gli tocca la lingua con la saliva? Il Signore percepisce il messaggio muto di quell’uomo.
Sa immaginare quanto il brusio della gente lo spaventerebbe all’inizio, gli parla con gesti per farsi capire. Gli chiede, in qualche modo di entrare in comunicazione con lui, perchรฉ il miracolo dipenderร  dalla collaborazione della sua fede.
Guarire la sorditร  e il mutismo dell’umanitร  รจ come compiere una seconda creazione: per plasmare l’uomo nuovo c’รจ bisogno della saliva del figlio dell’uomo, quella saliva che permette alla lingua di pronunciare parole nuove, nate da un’interioritร  risvegliata, ascoltata da orecchi sensibili alla parola di Dio che รจ vita!

Amici, ora sappiamo che la soluzione dei problemi non spetta a noi, il nostro compito รจ consolare, fare coraggio, ma che la gioia e la felicitร  ci seguono, ci vengono dietro: quello che รจ impossibile lo farร  Dio, aprirร  le nostre chiusure, ci renderร  capaci di comunicare, di ascoltare e parlare, di dialogare con lui e con chi ci vive a fianco! Un abbraccio e alla settimana prossima!

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A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

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