Nel risorto, amore senza misura
Commento per lavoratori cristiani
Perché in Paradiso non ci saranno più ‘né moglie né marito’? Perché l’amore esclusivo e totalizzante che qui sulla terra è sacramento dell’amore di Dio verso l’umanità dovrebbe essere cancellato e dimenticato ‘nella vita futura’? Possiamo pensare di desiderare il Cielo, se lassù non riconosceremo più il volto di chi tanto abbiamo amato e ci ha amato in questa terra?
Il paradosso dell’amore, in Gesù, va sempre colto in una logica della dilatazione. Mai dell’inaridimento. Se qualcosa si perde, inclusa la vita, è sempre per ricevere in dono un di più, un compimento. È la logica dell’eternità , che amplifica fino a rendere divine le tracce di bene racchiuse nella nostra esperienza umana.
Così non si può misurare la dinamica della Risurrezione con categorie matematiche. Le relazioni dei risorti non si contano a numeri. I mariti non sono oggetti da conteggiare, né i figli non nati sono fallimenti da contabilizzare. Ogni donna, ogni uomo, ogni figlio e figlia è presenza dell’amore. I sadducei, che sfidano Gesù con radicale cinismo – proprio di chi ha perso il contatto con il Cielo -, perdono di vista l’originaria bellezza di ogni persona.
Chi non crede – cioè non vive – nella Risurrezione, considera le persone e le relazioni da un punto di vista strumentale e utilitaristico. Così si rapporta alle cose della terra, e così pure a quelle del Cielo. E poiché queste ultime sfuggono spontaneamente a una prospettiva funzionalistica, allora è preferibile negarle, scappare, evitarle. Per chi non si lascia andare alla gratuità della logica celeste, la Resurrezione e il Paradiso sono motivo soltanto di scandalo. Per chi vuole controllare tutto, anche ciò che – come la morte – fugge inevitabilmente al povero controllo delle nostre misere forze, ogni anelito di infinito e ogni sguardo sull’eterno suscita un detestabile senso di vertigine. Meglio evitare la montagna, se nelle passeggiate in pianura si è abituati a limitare i passi per non far fatica.
Gesù invece, che non ha mai il fiato corto, nemmeno quando c’è da rallentare il passo per stare a fianco degli ultimi, alza sempre lo sguardo. Assume così il punto di vista del Padre, e commuove questo suo respiro a pieni polmoni. Questo Dio che è Padre dei nostri padri; che abbraccia il passato il presente e il futuro; che promette la vita per sempre a coloro che da sempre sono da Lui custoditi… questo Dio che penetra e scava nelle relazioni di intimità di ogni coppia; che trasfigura la vita famigliare perché non sia solamente una convivenza di comodo; che cuce instancabilmente gli strappi e lenisce le ferite inevitabili della relazione d’amore… questo Dio fa volare oltre la nostra stessa capacità di chiedere e di sperare!
Sì, perché qui, sulla terra, l’uomo e la donna si cercano e si sposano mossi dal desiderio che l’amore sia tutto e per sempre, che il reciproco appartenersi ricolmi il vuoto di eternità che ogni bisogno porta con sé. E poi sperimentano, l’uomo e la donna, che questo anelo mai può essere colmato dall’altro, perché l’altro è comunque creatura, fragile ferita e impotente. E allora che fare di fronte alla connaturale debolezza del nostro amore?
Gesù non rinuncia, perché non calcola. Gesù, piuttosto, annuncia che tale compimento ci sarà . In Cielo, infatti, quell’insito desiderio di un amore totale e totalizzante di cui il matrimonio è sacramento diventerà realtà . Per sempre. E lo diventerà al punto che non sapremo amare interamente soltanto una persona – la moglie, il marito -, ma tutti. Proprio come Dio Padre, partecipi della sua stessa capacità di amare, a immagine e somiglianza del Figlio. Anche noi, insomma, immersi definitivamente nella dinamica della Trinità , saremo avvolti dall’Amore e comunicheremo Amore, al punto da amare senza misura tutti: coloro che saranno con noi in Paradiso, e coloro che resteranno ancora in cammino su questa terra. Nella comunione dei Santi, con il cuore dilatato dall’Amore.
E ameremo anche chi, come i sadducei, a questo Paradiso non vogliono credere. Chissà se l’Inferno si svuoterà grazie all’offerta infinita di Amore dei Risorti, che vinceranno con la loro donazione anche le resistenze di chi non è ancora libero dalla schiavitù del male.
Proviamo intanto qui, finché possiamo: a scegliere la vita dei Risorti, anche dentro le contraddizioni dell’amore, perché un amore ferito ma consegnato diviene promessa e speranza per chi, quaggiù, ancora non sa che l’amore non ha misura.
Padre Luca Garbinetto della Pia Società San Gaetano
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XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- Â 2 Mac 7, 1-2. 9-14; Sal 16; 2 Ts 2, 16 – 3, 5; Lc 20, 27-38
27Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosé ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosé a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
- 06 – 12 Novembre 2016
- Tempo Ordinario XXXII, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net