Commento al Vangelo del 5 Maggio 2019 – p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 5 Maggio 2019.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Tanto affannarsi per nulla

Nella comunitร  cristiana elaboriamo programmi pastorali ambiziosi, in famiglia mettiamo in atto le tecniche psicologiche piรน aggiornate per educare meglio i figli, cโ€™impegnamo, facciamo progetti, eppure โ€“ lo sappiamo โ€“ anche gli sforzi piรน lodevoli non sempre sono coronati da successo. Il figlio iscritto, con tanti sacrifici, alla scuola cattolica piรน rinomata, al corso dโ€™inglese, di nuoto, di musica, educato secondo i canoni religiosi tradizionali, un giorno delude tutte le attese, dice di essere senza ideali e pensa solo a divertirsi. Perchรฉ?

Capita a noi qualcosa di simile a ciรฒ che รจ successo a sette discepoli che, dopo la Pasqua, si sono messi a pescare: erano persone preparate, esperte, volenterose, hanno lavorato per unโ€™intera notte, ma non hanno ottenuto nulla. Tanti sforzi vanificati: hanno agito al buio, senza la luce della parola del Risorto.

A volte questa parola sembra dare orientamenti assurdi, lontani da ogni logica, contrari al buon senso: costruire un mondo di pace senza lโ€™uso della violenza, porgere lโ€™altra guancia, amare il nemico, rifiutare la competizione, farsi poveriโ€ฆ sono suggerimenti assurdi quanto quello di gettare le reti in pieno giorno. Ma la scelta รจ tra fidarsi e ottenere un risultato e affannarsi senza concludere nulla.

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Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œSenza di te, Signore, senza la tua parola non possiamo fare nullaโ€.

Prima Lettura (At 5,27b-32.40b-41)

In quei giorni 27 il sommo sacerdote cominciรฒ a interrogarli dicendo: 28 โ€œVi avevamo espressamente ordinato di non insegnare piรน nel nome di costui, ed ecco voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quellโ€™uomoโ€.
29 Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: โ€œBisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. 30 Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesรน, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. 31 Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. 32 E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a luiโ€.
40 Allora li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesรน; quindi li rimisero in libertร . 41 Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesรน.

La comunitร  cristiana, fin dai suoi primi anni di vita, ha dovuto affrontare lโ€™opposizione delle guide spirituali di Israele che hanno condannato Gesรน di Nazareth come bestemmiatore. Dopo la sua morte ignominiosa, per Anna e Caifa il caso era definitivamente chiuso, anche perchรฉ i discepoli non avevano dato alcuna prova di coraggio, si erano dati tutti precipitosamente alla fuga.

Passa invece poco tempo ed ecco che questi discepoli divengono impavidi, si organizzano in una nuova, pericolosa โ€œsettaโ€ che osa โ€“ come ha fatto il Maestro โ€“ sfidare lโ€™indiscussa autoritร  religiosa dei capi del popolo. Questi un giorno decidono di arrestare gli apostoli e di farli comparire davanti al sinedrio. Dopo averli interrogati, il sommo sacerdote ricorda la disposizione che ha dato di non insegnare piรน nel nome di costui e li rimprovera: โ€œVoi volete far ricadere su di noi il sangue di quellโ€™uomoโ€ (vv.27-28). Si noti come Caifa eviti perfino di pronunciare il nome Gesรน; lo chiama costui, quellโ€™uomo.

Per nulla intimorito, Pietro, in nome di tutti, risponde: โ€œBisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uominiโ€ (v.29).

Gesรน รจ stato un uomo scomodo per i detentori del potere sia politico che religioso e gli apostoli sono stati altrettanto scomodi per le autoritร  costituite, per questo sono stati perseguitati.

I cristiani non possono che essere persone scomode. Hanno dato e daranno sempre fastidio a chi difende situazioni ingiuste, incompatibili con il Vangelo. Hanno disturbato e disturberanno sempre chi vuole perpetuare tradizioni intollerabili, lesive della dignitร  dellโ€™uomo e della donna. Non lasceranno tranquilli coloro che codificano pratiche che violano i diritti della persona.

La seconda parte della lettura (vv.30-32) contiene un breve discorso che riassume tutto il messaggio cristiano sulla risurrezione. Pietro fa una drammatica contrapposizione fra lโ€™azione di Dio e quella delle autoritร  religiose giudaiche. Dice: โ€œDio ha risuscitato Gesรน che voi avete uccisoโ€. Colui che gli uomini hanno condannato come una persona pericolosa, come un nemico dellโ€™ordine costituito, Dio lo ha esaltato come capo e salvatore.

Seconda Lettura (Ap 5,11-14)

Io Giovanni 11 vidi e intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia 12 e dicevano a gran voce:
โ€œLโ€™Agnello che fu immolato รจ degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizioneโ€.
13 Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano:
โ€œA Colui che siede sul trono e allโ€™Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoliโ€.
14 E i quattro esseri viventi dicevano: โ€œAmenโ€. E i vegliardi si prostrarono in adorazione.

Ci sono domande alle quali gli uomini non riescono a dare risposta: perchรฉ il dolore, perchรฉ in questo mondo ci sono persone fortunate ed altre che, senza alcuna colpa, vivono infelici? Perchรฉ un bimbo innocente รจ colpito da un male incurabile? Perchรฉ le guerre, i terremoti, le catastrofi? Perchรฉ la morte? E dopo la morte? Lโ€™esistenza dellโ€™uomo sulla terra รจ come avvolta nellโ€™oscuritร , sembra un libro misterioso che nessuno riesce a decifrare.

Allโ€™inizio del capitolo 5 dellโ€™Apocalisse, lโ€™autore descrive una scena solenne e grandiosa: lโ€™Agnello che รจ stato immolato si avvicina al trono di Dio, prende dalla sua destra il libro e ne rompe i sigilli. Il significato della visione รจ il seguente: lโ€™Agnello, cioรจ Gesรน, รจ lโ€™unico che puรฒ aprire il libro in cui รจ contenuta la risposta agli interrogativi piรน inquietanti del cuore umano. Solo lui รจ capace di dare un senso agli avvenimenti della storia, di illuminare tanti drammi e tante angosce.

A questo punto inizia il brano che รจ ripreso nella nostra lettura. Gli angeli, tutti gli esseri viventi, tutti i membri del popolo di Dio, lieti e riconoscenti allโ€™Agnello che, con la sua morte e risurrezione, ha gettato una luce sui misteri piรน profondi della vita dellโ€™uomo, uniscono le loro voci in un canto di giubilo. A questa lode proclamata dagli esseri intelligenti si uniscono anche le creature inanimate (v.13).

Il canto della creazione indica che tutte le creature sono state liberate dalla schiavitรน del peccato. Quando lโ€™uomo le utilizzava per il male erano schiave, non servivano allo scopo per il quale Dio le aveva fatte. Dopo che il sacrificio dellโ€™Agnello ha trasformato il cuore dellโ€™uomo esse servono finalmente il bene. Anche per loro รจ giunta la redenzione, per questo esultano di gioia.

Vangelo (Gv 21,1-19)

1 Dopo questi fatti, Gesรน si manifestรฒ di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberรฌade. E si manifestรฒ cosรฌ: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dรฌdimo, Natanaรจle di Cana di Galilea, i figli di Zebedรจo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: โ€œIo vado a pescareโ€. Gli dissero: โ€œVeniamo anche noi con teโ€. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
4 Quando giร  era lโ€™alba Gesรน si presentรฒ sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesรน. 5 Gesรน disse loro: โ€œFiglioli, non avete nulla da mangiare?โ€. Gli risposero: โ€œNoโ€. 6 Allora disse loro: โ€œGettate la rete dalla parte destra della barca e trovereteโ€. La gettarono e non potevano piรน tirarla su per la gran quantitร  di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesรน amava disse a Pietro: โ€œรˆ il Signore!โ€. Simon Pietro appena udรฌ che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poichรฉ era spogliato, e si gettรฒ in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesรน: โ€œPortate un poโ€™ del pesce che avete preso or oraโ€. 11 Allora Simon Pietro salรฌ nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrรจ grossi pesci. E benchรฉ fossero tanti, la rete non si spezzรฒ. 12 Gesรน disse loro: โ€œVenite a mangiareโ€. E nessuno dei discepoli osava domandargli: โ€œChi sei?โ€, poichรฉ sapevano bene che era il Signore.
13 Allora Gesรน si avvicinรฒ, prese il pane e lo diede a loro, e cosรฌ pure il pesce. 14 Questa era la terza volta che Gesรน si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
15 Quandโ€™ebbero mangiato, Gesรน disse a Simon Pietro: โ€œSimone di Giovanni, mi vuoi bene tu piรน di costoro?โ€. Gli rispose: โ€œCerto, Signore, tu lo sai che ti voglio beneโ€. Gli disse: โ€œPasci i miei agnelliโ€. 16 Gli disse di nuovo: โ€œSimone di Giovanni, mi vuoi bene?โ€. Gli rispose: โ€œCerto, Signore, tu lo sai che ti voglio beneโ€. Gli disse: โ€œPasci le mie pecorelleโ€. 17 Gli disse per la terza volta: โ€œSimone di Giovanni, mi vuoi bene?โ€. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: โ€œSignore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio beneโ€. Gli rispose Gesรน: โ€œPasci le mie pecorelle. 18 In veritร , in veritร  ti dico: quando eri piรน giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerร  la veste e ti porterร  dove tu non vuoiโ€. 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: โ€œSeguimiโ€.

Se consideriamo questo brano solo come la cronaca di un fatto redatta da un testimone oculare, non possono sfuggire alcune difficoltร . Stupisce ad esempio il fatto che, dopo tante manifestazioni del Risorto, i discepoli ancora non lo riconoscano. รˆ giร  la terza volta che lo incontrano (v.14), eppure si ha la netta sensazione che non lo abbiano mai visto prima. Poi, non si capisce bene come mai essi si meraviglino di fronte alla pesca miracolosa; Luca dice che essi avevano giร  assistito a un episodio analogo nel giorno in cui Gesรน li aveva invitati a seguirlo per diventare pescatori di uomini (Lc 5,1-11). Poi ancora, come mai Pietro e gli altri apostoli si trovano in Galilea ed hanno ripreso la loro normale vita di pescatori? Dopo la Pasqua, non si erano dedicati immediatamente e completamente allโ€™annuncio del Vangelo?

Queste difficoltร  sono preziose perchรฉ ci insospettiscono riguardo al genere letterario del testo: non siamo di fronte a una pagina di cronaca, ma a un brano di teologia e il linguaggio usato รจ biblico, non giornalistico. Risulta dunque difficile stabilire cosa sia realmente accaduto. Lโ€™evangelista vuole certamente dire che gli apostoli hanno fatto lโ€™esperienza del Risorto, ma vuole soprattutto dare catechesi ai cristiani delle sue comunitร .

Domenica scorsa ci ha raccontato due manifestazioni del Signore: una avvenuta nel giorno di Pasqua, in assenza di Tommaso, lโ€™altra, otto giorni dopo, presente Tommaso. Questa insistenza sul ritmo โ€œsettimanaleโ€ โ€“ dicevamo โ€“ era il modo con cui Giovanni voleva che i cristiani prendessero coscienza che, ogni volta che si radunavano, nel giorno del Signore, per celebrare lโ€™eucaristia, il Risorto si trovava in mezzo a loro.

A differenza del Vangelo della scorsa settimana, quello di oggi non colloca lโ€™apparizione di Gesรน in domenica, ma in un giorno feriale, mentre i discepoli sono intenti al loro lavoro. Hanno dunque ripreso la vita di ogni giorno. Cosa fanno i discepoli di Cristo lungo la settimana, qual รจ la missione che รจ loro affidata e come la portano a compimento? A queste domande lโ€™evangelista risponde raccontando un episodio carico di simbolismo che ora cercheremo di decodificare.

Cominciamo dagli occupanti della barca. Sono sette. Questo numero indica la perfezione, la completezza. Pietro e gli altri sei rappresentano la totalitร  dei discepoli che costituiscono lโ€™intera comunitร  cristiana. Il simbolismo potrebbe spingersi anche oltre fino a cogliere, nellโ€™identitร  di questi discepoli, unโ€™immagine dei vari tipi di cristiani che, nonostante i loro limiti e le loro manchevolezze, hanno pur sempre diritto di cittadinanza nella Chiesa: quelli che hanno difficoltร  a credere (Tommaso), quelli un poโ€™ fanatici (i due figli di Zebedeo che volevano invocare il fuoco del cielo contro gli oppositori; Lc 9,54), quelli che hanno rinnegato il Maestro (Pietro), quelli legati alle tradizioni del passato, ma onesti e aperti ai segni dei tempi (Natanaele), e anche i cristiani anonimi che non sono conosciuti da nessuno (i due discepoli senza nome).

Il mare, lo abbiamo notato spesso, era, presso gli israeliti, il simbolo di tutte le forze nemiche dellโ€™uomo.

Se essere sommersi dallโ€™acqua significa rimanere in balia del male, pescare vuol dire allora tirare fuori da questa condizione di โ€œnon vitaโ€, liberare dalle forze del male che mantengono in situazioni di morte. Pensiamo a tutte quelle schiavitรน che ci impediscono di vivere con gioia, di sorridere: la bramosia del denaro, i rancori, le passioni sregolate, la droga, la pornografia, lโ€™ansia, la fretta, i rimorsi, la pauraโ€ฆ.

Ora รจ chiaro cosa intendeva dire Gesรน quando disse ai discepoli: โ€œSeguitemi, vi farรฒ diventare pescatori di uominiโ€ (Mc 1,17).

Eccoli difatti allโ€™opera. Pietro si รจ rimesso a fare il suo mestiere, la sua รจ una pesca materiale, ma โ€“ nel linguaggio teologico dellโ€™evangelista โ€“ essa indica la missione apostolica della chiesa impegnata nella liberazione dellโ€™uomo. Nel Vangelo di Matteo il regno dei cieli รจ paragonato ad una rete gettata in mare che raccoglie ogni genere di pesci e quando รจ piena รจ trascinata a riva (Mt 13,47-48).

La notte con lโ€™oscuritร  che lโ€™accompagna ha pure un significato negativo. โ€œSe uno cammina nella notte, inciampaโ€ (Gv 11,10), โ€œchi segue me, non camminerร  nelle tenebreโ€ (Gv 8,12) โ€“ ha detto Gesรน. Durante la notte nessuno puรฒ agire o orientarsi (Gv 9,4). Senza la luce, la โ€œpescaโ€ dei discepoli non puรฒ ottenere alcun risultato.

Non manca solo la luce, manca anche Gesรน, anzi โ€“ secondo il simbolismo dellโ€™evangelista Giovanni โ€“ non cโ€™รจ luce proprio perchรฉ non cโ€™รจ Gesรน โ€œluce del mondoโ€ (Gv 8,12). Pietro e gli altri si impegnano allo spasimo nella missione che รจ stata loro affidata, ma non concludono nulla. Potrebbero intuire la ragione del loro fallimento se ricordassero le parole del Maestro: โ€œSenza di me non potete fare nullaโ€ (Gv 15,5).

Sono soli, forse si sentono anche abbandonati in mezzo ai pericoli e alle difficoltร . Pensano di dover svolgere la loro missione di โ€œpescatori di uominiโ€ contando unicamente sulle loro capacitร  e sulle loro forze. Non vedono Gesรน, non percepiscono la sua presenza perchรฉ hanno lo sguardo offuscato dalla mancanza di fede. Non riescono neppure a richiamare alla mente le sue parole rassicuranti: โ€œNon vi lascerรฒ orfani, ritornerรฒ da voi. Il mondo non mi vedrร  piรน, voi invece mi vedreteโ€ (Gv 14,18-19).

Il Signore non รจ sulla barca, โ€“ รจ vero โ€“ si trova sulla riva, ha giร  raggiunto la terraferma, cioรจ, la condizione definitiva dei risorti. Verso questa terra tendono e giungeranno anche i discepoli.

Finalmente ecco spuntare lโ€™alba (v.4) e con il nuovo giorno giungere anche la luce, quella vera โ€œche illumina ogni uomoโ€ (Gv 1,9), quella che viene โ€œa visitarci dallโ€™alto, come sole che sorgeโ€ (Lc 1,78). รˆ Gesรน, ma solo con gli occhi della fede รจ possibile vederlo e riconoscerlo, perchรฉ รจ il Risorto.

La sua voce รจ nitida e ben percettibile, la sua parola giunge dalla riva e guida lโ€™attivitร  dei discepoli.

Non appena questi si fidano, ecco il miracolo: contro tutte le logiche umane, contro ogni ragionevole aspettativa ottengono un risultato stupefacente.

Giovanni vuole che i cristiani delle sue comunitร  arrivino a comprendere che Gesรน, pur stando sulla โ€œrivaโ€, cioรจ, nella gloria del Padre, รจ sempre accanto a loro, tutti i giorni e continua a far risuonare la sua voce, chiama, parla, indica ciรฒ che devono fare.

Il risultato della missione della chiesa รจ indicato dalla straordinaria quantitร  di pesci pescati: 153. Questo numero ha un significato simbolico. Risulta da 50ร—3+3. Per gli israeliti il numero cinquanta indicava tutto il popolo; il numero 3 rappresentava la perfezione, la pienezza. Dei pesci non ne sfugge dunque neppure uno.

Il senso di questo curioso particolare รจ il seguente: la comunitร  cristiana porterร  a compimento con pieno successo la sua missione di salvezza. Tutto il popolo, tutta lโ€™umanitร  verrร  liberata dai vincoli di morte che la avvolgono, la tengono prigioniera, la portano alla rovina, come le acque impetuose del mare trascinano sul fondo anche il piรน abile dei nuotatori. I discepoli riusciranno in questa grandiosa impresa โ€“ assicura il Vangelo di oggi โ€“ a condizione che si lascino sempre guidare dalla voce del Risorto.

Pietro tira fino a terra la rete con i pesci.

Gesรน aveva predetto: โ€œQuando sarรฒ innalzato da terra, attirerรฒ a me tutti gli uominiโ€ (Gv 12,32). Ecco che ora egli realizza, attraverso i suoi discepoli, la promessa. Nessun uomo sfuggirร  allโ€™opera di salvezza portata avanti dalla sua comunitร .

La rete non si spezza, nonostante la grande quantitร  di pesci. In questo dettaglio apparentemente banale รจ contenuto un messaggio significativo: Pietro riesce a mantenere integra e salda lโ€™unitร  dei credenti nonostante il loro numero e la conseguente diversitร  di cultura, di idee, di linguaggio.

Il banchetto con il quale si chiude il racconto della pesca miracolosa รจ il simbolo della conclusione della storia della salvezza. Gesรน attende i discepoli sulla terra ferma, in cielo. Ha con sรฉ del pesce (v.9): รจ il frutto dellโ€™opera da lui compiuta in questo mondo. Ricordiamo ad esempio il buon ladrone che egli ha portato con sรฉ in paradiso (Lc 23,43).

Come ai sette discepoli sul lago di Galilea, a tutta la comunitร  cristiana viene chiesto di presentare il pesce, il frutto del lavoro apostolico. Il pane invece รจ sempre offerto gratuitamente da Gesรน, non viene portato dagli uomini. รˆ lโ€™eucaristia, รจ il pane che il Risorto spezza e vuole che tutti i fratelli condividano fino al giorno in cui il segno sacramentale sarร  realizzato dallโ€™unione piena e definitiva con lui e con il Padre.

Lโ€™ultima parte del brano (vv.15-19) descrive la missione di Pietro.

Lungo tutto il racconto questo apostolo ha occupato una posizione di rilievo: รจ lui che ha preso lโ€™iniziativa di andare a pescare, poi, malgrado abbia riconosciuto il Signore dopo il โ€œdiscepolo che Gesรน amavaโ€, รจ stato ancora lui a prendere in mano la rete piena di grossi pesci e, senza romperla, a trascinarla fino a riva.

รˆ innegabile il significato simbolico di questi particolari: dentro la comunitร  cristiana il primato โ€“ diciamo cosรฌ โ€“ della โ€œsensibilitร โ€ spetta al discepolo senza nome, ma quello di presiedere al lavoro apostolico e allโ€™unitร  della chiesa รจ indubbiamente di Pietro. Pur arrivando sistematicamente โ€œin ritardoโ€ e meritando spesso i rimproveri di Gesรน, rimane il punto di riferimento della vita ecclesiale. A lui รจ chiesto di pascere il gregge del Signore.

Lโ€™immagine del pastore non suscita solo risonanze positive. Lโ€™essere paragonati a degli agnellini, magari incapaci di pensare e di decidere in modo responsabile, non a tutti piace. Ma non รจ questo il senso delle parole di Gesรน. Egli non ha conferito a Pietro il potere di comandare, di dare ordini come fa il pastore con le pecore e, meno ancora, quello di costituire una casta privilegiata e staccata dalla comunitร  dei fratelli. Pietro โ€“ lo ricordiamo โ€“ non era immune da questa tentazione. รˆ giunto a rifiutare il gesto del Maestro che voleva lavargli i piedi perchรฉ un giorno sperava di poter far da padrone sul gregge.

Chiedendogli di pascere il gregge, Gesรน esige da lui una conversione completa, un cambiamento radicale del suo modo di pensare e di agire. Vuole che manifesti una capacitร  di amare incondizionata, superiore a quella di tutti gli altri. Pascere significa alimentare i fratelli con il cibo della Parola di vita.

Non sarร  facile per Pietro capire ed accettare questa proposta. Per molto tempo ancora rimarrร  aggrappato alle sue convinzioni, ai suoi sogni. Solo col passare degli anni, dopo molti tentennamenti, giungerร  alla completa conversione. Nel Vangelo di oggi gli viene preannunciata la conclusione del suo cammino al seguito del Maestro. Durante la passione non ha avuto il coraggio di stare con Gesรน. Un giorno perรฒ โ€“ gli viene detto โ€“ sarร  posto nella condizione di dare la sua vita; conoscerร  la coercizione, la prigionia (โ€œaltri ti cingeranno e ti porteranno dove tu non vorraiโ€) ed infine morirร  su una croce (โ€œtenderai le maniโ€).

Fonte – Settimana News

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