Commento al Vangelo del 5 Agosto 2018 – don Domenico Bruno

Il commento alle Letture di domenica 5 Agosto 2018, a cura di don Domenico Bruno.

Tra il dire e il fare c’è l’essere… di Dio

Quando c’è il Signore, la vita è tutta una Pasqua, una grande gioia. Però coloro che sono attratti da Gesù gli chiedono sempre “cosa devono fare” per fare la volontà del Padre. 

Fare la volontà del Padre rende certamente felici, ma prima o poi stanca perché ciò che si fa non convince pienamente. Questo accade quando si asseconda qualcuno senza coglierne il motivo profondo. Invece, vivere la volontà del Padre significa entra in comunione con Lui, partecipare della suo gioia, della sua luce e divenire luce che illumina altri affinché quella luce entri nelle persone che si incontrano e queste, contagiate da questa luminosità, iniziano a illuminare altri e altri ancora… È l’amore che entra in circolo virtuoso.

È come dire: faccio l’innamorato oppure sono innamorato: nel primo caso devo dimostrare, devo far vedere, devo sforzarmi con gesti e parole d’amore, e spesso si avverte l’inautenticità; nel secondo caso non ho bisogno di dimostrare nulla, perché ciò che vivo si palesa da solo e la gente intorno a me vede una luce particolare che mi illumina. 

“Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato»” (Gv 6,28-29).

Gesù non vuole che facciamo, ma che semplicemente crediamo e chi crede è convinto di qualcosa al punto che essa prende vita nella sua vita, conforma il suo pensiero al pensiero di Dio, trasforma in parole proprie la Parola e non desidera splendere di luce propria, perché sa che il suo splendore viene da Chi splende più forte di lui…

  • Non sempre sono stato vicino al Signore: cosa mi ha avvicinato a Lui?
  • Perché ho scelto di rimanere con Dio, di pregare, di andare a messa…?
  • La mia vita si sta modellando al Vangelo o trova ancora difficoltà?
  • Quali sono le difficoltà che non mi permettono di aderire a Cristo?

Fonte

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XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

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Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,24-35
 
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
 
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
 
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
 
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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