Commento al Vangelo del 4 ottobre 2009 – Paolo Curtaz

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Paolo Curtaz commenta il vangelo della 27ma domenica del tempo ordinario, anno B. Dal sito www.tiraccontolaparola.it

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) Gen 2,18-24 / Sal 127 / Eb 2,9-11 / Mc 10,2-16
All’inizio non fu cosรฌ
La Parola di Dio oggi ci mette di fronte ad un tema caldo e faticoso, che mette in difficoltร  me che rifletto e voi che ascoltate. Parliamo del fallimento dellยดamore di coppia, il piรน doloroso e sanguinante, il piรน drammatico e diffuso, tema appesantito dalla posizione ufficiale della Chiesa nei confronti delle persone divorziate e risposate o conviventi, posizione che pochi, anche fra i discepoli, capiscono e che i fratelli e le sorelle che portano sulla propria pelle le stigmate del fallimento coniugale sperimentano come una immensa ingiustizia e un giudizio sulla loro vita, versando sale sulle loro ferite. Invoco lo Spirito e balbetto qualcosa, allora, lasciando che sia la Parola a parlare.
Divorzi maschilisti
Al tempo di Gesรน il divorzio era un fatto consolidato, addirittura attribuito a Mosรจ, quindi intangibile. Come accade ancora oggi nella cultura islamica, perรฒ, era un divorzio maschilista: solo lยดuomo, stancatosi della moglie, poteva rimandarla a casa con un libello di ripudio. Nessuno avrebbe mai osato mettere in discussione una norma cosรฌ favorevole ai maschi: la domanda che viene posta a Gesรน รจ retorica, tutti si aspettano che, ovviamente, Gesรน benedica questa norma. O forse no: la domanda viene posta proprio come un tranello, per far diventare Gesรน improvvisamente antipatico alle folla che lo ha cosรฌ presto elevato al rango di profeta. (Sai che novitร ! Tutti seguiamo il guru di turno, finchรฉ questi non ci dice qualcosa di sgradevole…).
La risposta di Gesรน รจ una rasoiata: voi fate cosรฌ, ma Dio non la pensa cosรฌ, Dio crede nell ยดamore come unico, crede nella possibilitร  di vivere insieme ad una persona per tutta la vita. Senza sopportarsi, senza sentirsi in gabbia, senza massacrarsi: lยดobiettivo della vita di coppia non รจ vivere insieme per sempre, ma amarsi per sempre! Silenzio imbarazzato, sguardi sorridenti e complici: “Ma che, scherziamo?”. Gli apostoli, preso da parte Gesรน, insistono: “Non parlavi sul serio, vero?”. Matteo, nel brano parallelo, giunge ad annotare la sconsolata affermazione dei dodici: “Allora รจ meglio non sposarsi!” (19,10)
Sogno lยดamore
Che forza! Gesรน dice che รจ possibile amarsi per tutta la vita, che Dio lยดha pensata cosรฌ l avventura del matrimonio, che davvero la fedeltร  ad un sogno non รจ utopia adolescenziale ma benedizione di Dio! Quando due giovani decidono di sposarsi e parliamo della fedeltร  non stiamo disquisendo di una norma anacronistica di una struttura reazionaria che propone un modello superato: stiamo parlando del sogno di Dio. A partire da qui, con fatica, con tenacia, i discepoli hanno scoperto la ricchezza del matrimonio cristiano. Da prima di Cristo ci si incontra e ci si innamora, si vive insieme e si hanno dei figli. Farlo nel Signore, mettere Gesรน nel mezzo, fa comprendere delle cose straordinarie, nuove, sconcertanti su di sรฉ e sulla coppia. In questi anni, frequentando molte coppie, pregando e vivendo con loro, abbiamo scoperto e riassunto la novitร  del matrimonio nel Signore.
Fratture

Paying taxes to CeasarFra voi, amici lettori, alcuni avrebbero desiderato tanto fare questa esperienza e non ci sono riusciti: non erano pronti, hanno compiuto un gesto a cuor leggero, hanno trovato una persona migliore del proprio coniuge… Molti vivono sulla propria pelle il dramma di una separazione che porta sempre con sรฉ molto dolore. Come possiamo fare? Dobbiamo capire, cercare, intuire. Da una parte abbiamo la Parola del Signore Gesรน, cristallina e forte. Dall altra la prima regola del cristianesimo: lยดaccoglienza e lยดamore. Questo incrocio difficile porta con sรฉ alcune conseguenze. La prima รจ la richiesta di distinguere sempre le varie situazioni: altro รจ chi abbandona il proprio coniuge colpevolmente, altro chi รจ abbandonato; altro chi รจ libero e sposa una persona separata o chi proviene da un matrimonio fallito; altro chi vuole condividere un cammino di discepolato e chi si ricorda di essere cattolico solo quando gli viene chiesto di fare il padrino e allora tira fuori la questione del “diritto a…”.
La seconda รจ lยดaffermazione perentoria che una coppia separata e risposata รจ parte della comunitร , partecipa alla vita della comunitร , porta il suo contributo a partire dal proprio vissuto. Dio non si stanca mai, egli รจ fedele e tutta la storia di Israele ci dice che Dio non abbandona mai il suo popolo, anche quando questi รจ infedele allยดalleanza. Come segno di questo percorso doloroso la Chiesa chiede ai coniugi risposati di non ricevere la comunione; รจ un segno forte, indubbiamente, e anche discutibile, ma che non vuole essere “punitivo”. I fratelli separati non sono esclusi dalla comunione perchรฉ non “degni” (siamo tutti “indegni” di ricevere Dio, รจ lui che vuole donarsi!), ma per segnalare alla comunitร  il loro percorso di conversione. La terza รจ che dobbiamo ancora capire come fare: occorre ribadire fortemente il valore dellยดindissolubilitร , senza schiacciare le persone che hanno sbagliato o che fanno scelte di vita in cui sono coinvolte persone separate. La strada, come vedete, รจ ancora piuttosto lunga e necessitiamo di tutta lยดinfanzia di Dio per trovare delle soluzioni…

Paolo Curtaz

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