Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
FEDE E RIVELAZIONE
Abramo รจ lโuomo della fede. Il patriarca delle tre grandi religioni monoteiste ha creduto alla voce di Dio. La sua vita รจ stata un lungo viaggio in cui il Signore lo ha guidato e fatto crescere fino alla tappa finale sul monte Moria. Isacco era il figlio della sua vecchiaia, aveva cento anni quando nacque, e rappresentava tutta la sua speranza di futuro. Come ha potuto Dio chiedergli di sacrificarlo? Puรฒ sembrare una prova esagerata e disumana, ma Abramo lโaccettรฒ perchรฉ il sacrificio umano era praticato in Canaan, lโattuale Palestina, dove egli viveva. I Cananei sacrificavano il primogenito maschio sperando che con quel tributo di sangue la divinitร non avrebbe funestato con altri lutti inaspettati la famiglia. Era una idea distorta e mercantile del divino. Possiamo immaginare lโangoscia terribile di Abramo che cammina tre giorni verso la montagna sulla quale il figlio, il suo avvenire, sarebbe stato offerto. Fu Isacco stesso a portare sulla schiena la legna per lโolocausto. ร lโimmagine di Gesรน che porta il suo patibolo fino sulla vetta del Calvario. Abramo arrivรฒ fino ad alzare il coltello sul figlio e di fatto, anche se fu trattenuto, รจ come se lโavesse ucciso. In realtร egli uccise se stesso, il suo io. Lโuomo del peccato originale รจ colui che non si fida del giudizio di Dio, ma solo di sรฉ stesso. Al contrario Abramo mette da parte la sua pretesa di voler giudicare anche lโAltissimo e accetta la prova, quello che non seppero fare Adamo ed Eva. Egli su quel monte sacrifica il suo io e si abbandona completamente al Signore che, con quella prova, gli insegna che il futuro, la sua discendenza, non gli appartengono, ma sono un dono del Cielo. ร il culmine della crescita spirituale del patriarca, che scendendo dal monte sa di non dover temere piรน nulla, perchรฉ Dio stesso fa grande il suo nome e il suo futuro. Colpisce il fatto che il Padre risparmia la vita di Isacco, ma non quella di suo Figlio sul Calvario. Gesรน deve preparare i suoi a sopportare il sacrificio della croce e li porta sul monte per rivelare loro la sua divinitร . In pochi minuti i tre apostoli attraversano tutta la storia, incontrano le radici in Mosรจ ed Elia e vedono lโesito finale nella luce del Cristo trasfigurato e glorioso. Possono ascoltare la voce stessa dellโInfinito che rivela loro la sua Paternitร . Sulla cima del Tabor essi fanno lโesperienza piรน alta che un uomo possa fare, anche se non hanno ancora la capacitร di comprenderla. La gloria passa per il sacrificio, la vita eterna si ottiene solo se si affronta la morte. Chiediamo al Signore la fede di Abramo e la forza di portare con coraggio le nostre piccole croci quotidiane.
Mc 9, 2-10
In quel tempo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cosรฌ bianche. E apparve loro Elia con Mosรจ e conversavano con Gesรน. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซRabbรฌ, รจ bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Elia”. Non sapeva infatti che cosa dire, perchรฉ erano spaventati. Venne una nube che li coprรฌ con la sua ombra e dalla nube uscรฌ una voce: ยซQuesti รจ il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!ยป. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro piรน nessuno, se non Gesรน solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinรฒ loro di non raccontare ad alcuno ciรฒ che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
