
Oggi inizia lโanno liturgico. Non รจ una replica di una storia giร conosciuta. Siamo peraltro tutti analfabeti della vita e di Dio.
Ogni anno รจ comunque diverso dallโaltro. Anche noi non siamo gli stessi. Stare con il Signore non รจ una ripetizione sempre uguale: lo diventa quando teniamo la nostra vita lontana da Lui o siamo superficiali. Le domeniche ci aiuteranno a capire nellโoggi il mistero della sua presenza tra gli uomini. Come ogni storia di amore, anche quella di Dio con noi ha vari momenti, tutti importanti.
Cercheremo di riviverli assieme, per non invecchiare, per riscoprire, per capire come dei bambini. Il suo amore dona senso e futuro ai nostri giorni. La prima cosa che viene chiesta, a tutti, รจ di aspettarlo. Dice Gesรน: โVigilate dunque, poichรฉ non sapete quando il padrone di casa ritornerร โ. Tutta la nostra vita รจ unโattesa. Quando non aspettiamo piรน nessuno, quando il domani sembra non esserci piรน, ecco che iniziamo un poโ a morire. Quando lasciamo solo qualcuno lo aiutiamo a morire. Qualche volta pensiamo che in fondo gli altri non aspettino niente, che non serva loro nulla, che stiano bene cosรฌ. Non รจ vero. Chi aiuta gli uomini a sperare? Chi cerca di capire e rispondere allโattesa dellโaltro o di interi popoli segnati dalla guerra e dalla violenza? Chi incoraggia e risponde allโattesa dei giovani? Anche per questo dobbiamo essere โvigilantiโ. Il tempo liturgico viene scandito dal tempo di Dio; o meglio, รจ il tempo di Dio che entra in quello degli uomini. Ed รจ misurato dal mistero stesso di Gesรน: inizia dalla sua nascita, alla predicazione in Galilea e in Giudea sino alla morte, resurrezione e ascensione al cielo. Ogni domenica, da questa prima di Avvento sino alla festa di Cristo Re, la Parola di Dio ci prende per mano, ci sottrae in certo modo alla schiavitรน dei nostri ritmi, e ci introduce dentro il mistero di Cristo, per renderci partecipi della sua stessa vita. Con il tempo liturgico riceviamo il grande dono di divenire contemporanei di Gesรน. ร questa la โforzaโ delle domeniche, che faceva dire ai primi cristiani: โPer noi รจ impossibile vivere senza la domenicaโ.
โAvventoโ, lo sappiamo bene, significa โvenutaโ, ossia la nascita di Gesรน in mezzo a noi. E fin dai tempi antichi la Chiesa ha sentito il bisogno di preparare il cuore dei fedeli ad accogliere il Signore. La Liturgia di oggi mette sulle nostre labbra le parole di Isaia: โPerchรฉ Signore ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cosรฌ che non ti tema? Ritorna, per amore dei tuoi serviย Se tu squarciassi i cieli e scendessi!โ (Is 63,17.19). Sรฌ, chiediamo al Signore: โritorna, Signore, per amore dei tuoi serviโ. Ne abbiamo bisogno. Ne ha bisogno il mondo intero. Ne hanno bisogno i paesi piรน poveri ove milioni e milioni di uomini e di donne muoiono di fame ogni giorno. Ne hanno bisogno le grandi cittร dei paesi ricchi che emarginano schiere innumerevoli di deboli, di anziani, di malati. Ne hanno bisogno i cuori di tanti perchรฉ si allontanino dalla durezza e dalla violenza, si commuovano sui poveri e sui deboli e si adoperino per edificare un nuovo futuro di pace per tutti.
Con il profeta gridiamo ancora: โSe tu squarciassi i cieli e scendessi!โ. ร la nostra preghiera dellโAvvento; รจ la preghiera universale di questo tempo. LโAvvento irrompe nelle nostre giornate per ricordarci questa invocazione del profeta e per fare nostre le grida dei tanti che aspettano qualcuno che li salvi dalla tristezza della vita. Queste grida, spesso lontane dalle nostre orecchie, sono in realtร la vera nostra coscienza. Esse ci aiutano a comprendere il senso concreto dellโAvvento e ci spingono a non restare addormentati nella nostra ricchezza e nella nostra avara tranquillitร . Noi, pur cosรฌ smaliziati, abbiamo forse smarrito il senso dellโattesa; siamo convinti che non verrร nessuno a salvarci; tanto vale rassegnarci e ciascuno pensi a se stesso. Che triste una societร senza Avvento, senza un poโ dโinquietudine! Dio non lascia โavvizzire la nostra vitaโ; non vuole che vaghiamo come chi cammina senza sapere verso dove; non lascia senza forma lโargilla, la creta della nostra vita. Squarcia i cieli e diventa lui la via per il cielo. Ci fa scoprire il desiderio di cielo, di speranza, che cโรจ in ognuno di noi e in ogni uomo. E quando aspettiamo qualcuno cโรจ in noi la speranza, anzi la gioia dellโattesa. E a gioirne per primo รจ il Signore che ci viene incontro per stare con noi. Egli viene come uno che ci ama. La richiesta dellโAvvento รจ fare spazio nel nostro cuore al Signore che viene.
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Egli si avvicina alla porta del nostro cuore. Dobbiamo vigilare in questo tempo come quando aspettiamo qualcuno che deve tornare a casa e stiamo attenti a sentire il suo rumore, i suoi passi, per potergli aprire subito la porta della casa. โEcco ย dice il Signore, nellโApocalisse ย sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrรฒ da lui, cenerรฒ con lui ed egli con meโ. LโAvvento ci invita a stare svegli, a non lasciarci sorprendere dal sonno. Svegliamoci dal tepore dolce di chi pensa di stare a posto, perchรฉ ha giร fatto molto; dal sonno triste del pessimismo, per cui non vale la pena fare nulla; dal sonno agitato e sempre insoddisfatto degli affanni e dellโaffermazione di sรฉ. Svegliamoci dal sonno distratto di chi non ascolta piรน, dal sonno dellโimpaziente che vuole tutto e subito, che non sa attendere, che resta deluso e anche addormentato. Diciamo invece al Signore: โVieni Signore Gesรน, vieni presto, dona consolazione e pace. Squarcia i cieli e apri un futuro per chi รจ schiacciato dal male. Liberaci dallโamore per noi stessi che addormenta il cuore. Insegnaci a stare attenti per riconoscerti e aprirti la porta del cuore, dolce ospite, amico di sempre, speranza nostraโ.
Fonte: mons. Vincenzo Paglia
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di Vincenzao Paglia
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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 3 dicembre 2017 anche qui.
I Domenica di Avvento – Anno B
- Colore liturgico: Viola
- Is 63, 16-17.19; 64, 1-7;
- Sal.79;
- 1 Cor 1, 3-9;
- Mc 13, 33-37
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Mc 13, 33-37
Dal Vangelo secondo Marco
33Fate attenzione, vegliate, perchรฉ non sapete quando รจ il momento. 34ร come un uomo, che รจ partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerร , se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo allโimprovviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 03 – 09 Dicembre 2017
- Tempo di Avventoย I
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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