Commento al Vangelo del 29 marzo 2018, Giovedì Santo – Charles de Foucauld

CHARLES DE FOUCAULD:
COMMENTI AL VANGELO DI MARCO

GIOVEDÌ SANTO

MEDITAZIONE NUM. 479

Gv 13, 1-15

«Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine».

Come sei buono, mio Dio, a continuare la tua opera «di accendere sulla terra il fuoco» dell’amore di Dio, dicendoci e dimostrandoci che Dio ci ama… Niente porta di più ad amare qualcuno se non sapersi amati da lui… Ci porti ad amarti dicendoci (parola di una dolcezza ineffabile) che ci ami e dimostrandocelo con un miracolo d’amore… Ci dici, ci dichiari (soave dichiarazione! Quanto siamo felici!) a due riprese che ci ami: «Avendo amato i suoi» dici una prima volta, e aggiungi: «Li amò fino all’estremo più inaudito»… E dopo questa duplice dichiarazione d’amore, il nostro Dio ci dimostra l’immensità del suo amore, donando se stesso a noi, dono che è la prova che si ama totalmente, senza riserve colui al quale ci si dona totalmente e senza riserve, che si ama con tutto il proprio cuore, con tutto il proprio essere, colui al quale si abbandona, al quale si dona, tutto il proprio essere. O mio Dio, come sei immensamente, infinitamente, divinamente tenero! Sacro Cuore di Gesù, quale abisso d’amore sei! «Cor altum» ti adoro, mi getto in te, consumami.

«Amiamo Dio, poiché ci ha amato per primo». Diamo infine tutto a lui poiché non solamente si è donato una volta per noi, nei dolori del calvario, ma si dona ogni giorno a noi nell’abbraccio di un infinito amore!… Si dona tutto a noi!… Ci dona il massimo che Dio stesso possa dare: Dio stesso non può donarci più di se stesso… e ci dona tutto se stesso, nell’unione più intima, più amorevole, più desiderabile, nel nostro corpo e nella nostra anima; si consegna a noi, si abbandona a noi, interamente, sia con la sua divinità, sia con il corpo e l’anima umani che ha preso per assomigliarci. Ci consegna il tutto e ci dona nel nostro corpo e nella nostra anima il suo corpo e la sua anima, per possederlo interamente, in un possesso perfetto, senza misura e senza fine.

O Cuore di Gesù, infiammami affinché ti riceva bene quando ti ricevo così e affinché bruci sempre dal desiderio di riceverti !

 Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo .

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Gv 13, 1-15
Dal Vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

LAVANDA DEI PIEDI

Dove motivi pastorali lo consigliano, dopo l’omelia ha luogo la lavanda dei piedi. I prescelti per il rito – uomini o ragazzi – vengono accompagnati dai ministri agli scanni preparati per loro in un luogo adatto.
Il sacerdote (deposta, se è necessario, la casula) si porta davanti a ciascuno di essi e, con l’aiuto dei ministri, versa dell’acqua sui piedi e li asciuga.
Durante il rito, si cantano alcune antifone, scelte tra quelle proposte, o altri canti adatti alla circostanza.

ANTIFONA PRIMA (cf. Gv 13,4.5.15)

Il Signore si alzò da tavola versò dell’acqua in un catino,
e cominciò a lavare i piedi ai discepoli:
ad essi volle lasciare questo esempio.

ANTIFONA SECONDA (Gv 13,6.7.8)

“Signore, tu lavi i piedi a me?”.
Gesù gli rispose dicendo:
“Se non ti laverò, non avrai parte con me”.
V. Venne dunque a Simon Pietro, e disse a lui Pietro:
– Signore, tu lavi…
V. “Quello che io faccio, ora non lo comprendi,
ma lo comprenderai un giorno”.
– Signore, tu lavi…

ANTIFONA TERZA (cf. Gv 13,14)

“Se vi ho lavato i piedi,
io, Signore e Maestro,
quanto più voi avete il dovere
di lavarvi i piedi l’un l’altro”.

ANTIFONA QUARTA (Gv 13,35)

“Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli,
se vi amerete gli uni gli altri”.
V. Gesù disse ai suoi discepoli:
– Da questo tutti sapranno…

ANTIFONA QUINTA (Gv 13,34)

“Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato voi”, dice il Signore.

ANTIFONA SESTA (cf. 1Cor 13,13)

Fede, speranza e carità,
tutte e tre rimangano tra voi:
ma più grande di tutte è la carità.
V. Fede, speranza e carità,
tutte e tre le abbiamo qui al presente:
ma più grande di tutte è la carità.
– Fede…

Subito dopo la lavanda dei piedi – quando questa ha luogo – oppure dopo l’omelia, si dice la preghiera universale.
In questa Messa si omette il Credo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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