Commento al Vangelo del 25 dicembre 2014 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

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LA PRESENTAZIONE

La legge di Mosè prescriveva che ogni primogenito maschio venisse riscattato con un sacrificio. Era il modo di ricordare l’ultima delle piaghe d’Egitto, quando il Signore fece morire tutti i primogeniti del bestiame e del popolo, permettendo così agli israeliti di partire. I genitori di Gesù compiono questo rito andando al tempio. La vita della Santa Famiglia, che è cominciata con dei segni straordinari, si avvia ad essere del tutto ordinaria, anche se la presenza dello Spirito affiora negli avvenimenti quotidiani. Gerusalemme era l’unico luogo in tutto il paese dove sorgeva il tempio, perciò possiamo immaginare che, insieme a Maria e Giuseppe, molte altre famiglie fossero là quel giorno, per presentare i loro figli. Gesù dunque era un bambino come gli altri, ma il vec- chio Simeone lo riconosce, perché era mosso dallo Spirito. La stessa cosa suc- cede alla profetessa Anna, che aveva consacrato la sua vita a Dio vivendo nel tempio e pregando incessantemente. È proprio la preghiera che permette a questi due anziani di leggere la presenza divina negli avvenimenti quotidiani. Anche noi dobbiamo imparare a farlo, perché la Provvidenza muove tutte le vi- cende delle nostre vite. Non si sovrappone mai alla nostra libertà, ma ci offre sempre delle occasioni per riconoscere la sua presenza. La preghiera aumenta la consapevolezza. Anche oggi ci sono uomini illuminati che, come Simeone, sanno svelare alle persone il piano provvidenziale della loro vita. Un esempio tipico dei nostri tempi è stato quello di Padre Pio, ma può succedere che il Si- gnore si serva anche di persone comunissime per dirci la cosa giusta al mo- mento giusto. Maria e Giuseppe sono stupiti di questo intervento, ma è una importante conferma. I sogni e le visioni infatti sono esperienze molto sogget- tive, mentre l’incontro con una persona reale ha un valore assolutamente og- gettivo. Alla Vergine Simeone predice che la sua anima sarà trafitta da una spada, così come la vita del bambino sarà una lama che metterà a nudo tante contraddizioni. Questo dolore non è una crudeltà da parte di Dio, ma indica la resistenza che il peccato e il male offrono all’intervento divino. Gli israeliti non seppero accettare il Messia e questo provocò molte sofferenze, ma purtroppo anche oggi noi non siamo da meno. Gesù rinnova continuamente il suo sacrifi- cio e continua a essere rifiutato da molti. La fatica di vivere viene spesso dalla poca fiducia nella Provvidenza, che ci fa credere che tutto dipenda da noi au- mentando enormemente le nostre preoccupazioni. Simeone ci invita a ricono- scere la presenza di Gesù nel nostro presente e a prenderlo tra le braccia. Chiediamo al Signore questa capacità.

Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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