Commento al Vangelo del 22 Settembre 2019 – p. Roberto Mela scj

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Molto concreto il messaggio delle letture liturgiche odierne. Il discepolo del Signore non vive in cielo, ma sulla terra. Ma vive sulla terra col cuore che serve il cielo, non schiavo di alcunchรฉ. Non ci sono โ€œzone francheโ€ per le quali la parola di Gesรน non abbia qualcosa da dire nella veritร  per la felicitร . Il vangelo รจ una buona notizia liberante per ogni campo dโ€™azione dellโ€™uomo, anche per quella prettamente economica o sociale ad ampio spettro. Il suo fine รจ infatti รจ quello di portare le persone da un โ€˜ฤbad a un altro โ€˜ฤbad, dalla schiavitรน al servizio.

Ruggito

ยซIn veritร , il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo piano ai suoi servitori, i profeti. Ruggisce il leone: chi non tremerร ? Il Signore Dio ha parlato: chi non profeterร ?ยป. YHWH ha ruggito di fronte alla situazione del suo popolo e Amos non puรฒ non mettersi a profetare. Fare il profeta non era il suo mestiere. Come ricorda nello scontro al calor bianco con il sacerdote Amasia (Am 7,10-17), egli non faceva parte della confraternita dei veggenti nรฉ aveva qualcuno nella famiglia che avesse fatto in precedenza questo mestiere.

Secondo Am 1,1ss Amos era un allevatore di una certa importanza nel villaggio di Teqoa, 9 chilometri a sud-est di Betlemme (lโ€™attuale Khirbet Taquโ€˜a), strapiombante a est sul deserto di Giuda. Il termine โ€œallevatore/nลqฤ“dโ€ โ€“ che ricorre solo qui in tutta la Bibbia โ€“ designava nella stele di Mesha i notabili di un paese. In Am 1,1 designa forse un allevatore di bestiame di livello superiore a quello di un semplice mandriano.

In Am 7,14 il profeta descrive il suo mestiere precedente alla vocazione profetica come quello di un โ€œmandriano/bรดqฤ“rโ€ e โ€œpungitoreโ€ o โ€œscortecciatoreโ€ di sicomori (bรดlฤ“s ลกiqmรฎm), operazione forse necessaria per farli diventare commestibili. Gli studiosi hanno appurato che nessuna di queste due attivitร  veniva compiuta a Teqoa. Egli dovette quindi probabilmente spostarsi per il suo lavoro, acquisendo in tal modo molteplici conoscenze.

Amos visse al tempo dei regni divisi di Israele e di Giuda. Al nord (con capitale Samaria) regnava Geroboamo II (783-743 ca. a.C.), re di Israele, mentre a sud comandava Ozia (781-740 a.C.), re di Giuda. Amos profetizzรฒ tra il 760 e il 722 a.C., forse per breve tempo.

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Sconvolto dal ruggito di YHWH e messo a parte dei suoi piani, Amos (โ€œil portato/il portatore di un fardelloโ€) si trova catapultato da sud a profetizzare a Bet El, nella tana del leone. A Bet El cโ€™era il santuario fatto costruire da Geroboamo I al confine meridionale del regno del nord per evitare che la gente andasse a Gerusalemme per il culto. Di fatto, era diventato la cappella reale. Il profeta si trova a portare il fardello del peccato del popolo di YHWH e il fardello di annunciare ad esso la parola del Signore senza se e senza ma.

A ognuno il suo oracolo

Lโ€™attivitร  di Amos non si limitรฒ alla proclamazione della parole di YHWH al regno del Nord (= Israele), il contenuto cioรจ delle visioni avute (โ€œParole di Amosโ€ฆ che vide in visione/Dibrรช โ€˜Amรดsโ€ฆ โ€˜ฤƒลกer แธฅฤzฤhโ€, Am 1,1), ma si estese nel suo raggio di azione anche con contro Giuda e le nazioni straniere. YHWH infatti รจ re di tutti i popoli e ha una parola di giudizio per ciascuno essi.

Dopo gli oracoli contro le nazioni, contro Giuda e Israele (Am 1,3โ€“2,16), il libro di Amos annuncia il castigo previsto da YHWH nei confronti di Israele (3,1โ€“6,14): alle accuse e alle minacce (3,1โ€“4,13) segue una serie di โ€œguai/hรดyโ€, lamenti profetici accorati di fronte al male compiuto (5,1โ€“6,14). Le visioni vere e proprie di Amos sono raccolte in Am 7,1โ€“9,10) e prevedono la fine della casa di Israele. Il libro si conclude perรฒ con una nota positiva nella quale viene intravista la restaurazione delle sorti di Israele (9,11-15).

Ingiustizie sociali e โ€œspolveratineโ€ clericali

Il santuario di Bet El era diventato di fatto la cappella reale e Amasia, il profeta venduto al potere regale, permetteva che al suo interno si dicessero solo parole gradite al regnante d turno. Sentita la forte predicazione di Amos, lo invita ritornare al suo paese e a guadagnarsi lร  il proprio pane profetizzando visioni. Amos gli risponde sul muso, prendendolo a male parole e prevedendo per lui un futuro fosco segnato dallโ€™impuritร  totale e da una morte spregevole (cf. Am 7,10-17). Amos rinfaccia ad Amasia di essere un mestierante prezzolato, mentre lui si รจ trovato โ€œcostrettoโ€ a profetizzare solo su un impulso โ€œleoninoโ€ di YHWH.

Amos non รจ un letterato raffinato, ma un uomo legato al lavoro manuale, a contatto con la fatica quotidiana dellโ€™โ€œuomo della stradaโ€. Trovandosi catapultato al centro religioso e politico del regno del Nord, Israele, vede immediatamente le storture inaccettabili del sistema. Il prolungato tempo del regno di Geroboamo II era segnato dalla prosperitร  economica e dalla tranquillitร  politica. Questo nascondeva perรฒ grandi disparitร  sociali tra ricchi e poveri, tra i ricchi possidenti e latifondisti e i poveri salariati ridotti quasi in schiavitรน alla loro mercรฉ. Il lusso sfrenato della corte di Samaria, con i suoi letti dโ€™avorio (resti dei quali trovati negli scavi archeologici) e le sue orge che coinvolgono maschi e femmine, fanno a pugni con la miseria totale della stragrande maggioranza della popolazione.

Ammantare tutto questo con una giustificazione religiosa soffiata sopra come una โ€œspolveratinaโ€ da parte dei profeti cultuali e da sacerdoti prezzolati dal re come Amasia fa infuriare il concreto โ€œlaicoโ€ Amos, dai piedi ben piantati per terra. Un vero vir probatus che potrebbe guidare benissimo anche oggi molte comunitร  di cristianiโ€ฆ

Facciamo โ€œcessareโ€ i poveri

Tra la quarta visione in cui il profeta preannuncia che รจ maturata la fine di Israele (8,1-3) e la quinta in cui si intravede il crollo del tempio (9,1-4), il libro di Amos contiene una serie di oracoli sulla fine di Israele (8,4-14).

Alla denuncia dei commercianti disonesti, dei fraudolenti e degli sfruttatori (8,4-8, la lettura odierna), segue lโ€™annuncio del castigo consistente in un giorno di oscuritร  e di lutto (8,9-10), al quale subentrerร  una misteriosa ricerca affamata e assetata della parola di Dio (8,11-13). Il castigo del culto contaminato non potrร  che realizzarsi in maniera ineluttabile (8,13-14).

Le parole di Amos prendono di mira direttamente per primi coloro che โ€œcalpestano il poveroโ€ (haลกลกลโ€™ฤƒpรฎm โ€™ebyรดn) e โ€œannientano i miseri della terra/laลกbรฎt โ€˜ฤƒniwwรช-โ€˜ฤreแนฃโ€ facendoli โ€œriposare/laลกbรฎtโ€ per sempre nel riposo eternoโ€ฆ

Amos li invita ad ascoltare con attenzione le sue parole, perchรฉ lo sfruttamento dei poveri (cf. 2,6-7) รจ una delle principali ragioni del giudizio di Dio contro il suo popolo (cf. anche 4,1; 5,11). Secondo Os 1,4 sarร  YHWH a โ€œfar riposare/distruggereโ€ la casa di Israele! Amos ha di mira le persone arroganti, i potenti a livello socio-economico, che mettono in ginocchio le classi sociali inferiori.

Le accuse si specificano. Prima di tutto, nel mirino entra il commercio disonesto. Innanzitutto Amos denuncia come i commercianti vivano un culto vuoto di significato, unโ€™ipocrisia religiosa. Esso รจ per loro una pura osservanza sociale che non incide sul loro vissuto religioso. Con efficace astuzia retorica, Amos mette in bocca agli stessi accusati i loro propositi. I commercianti aspettano con ansia che trascorra la festivitร  religiosa del novilunio, vissuta a malincuore, per tornare quanto prima al loro commercio di grano.

Le feste religiose โ€“ in fondo YHWH stessoโ€ฆ โ€“ non sono altro che un intralcio che fa ritardare o interrompere il flusso delle transazioni commerciali. La festa mensile della โ€œluna nuovaโ€ (cf. Nm 10,10; Is 66,23; Ez 46,1) รจ bissata da quella settimanale del sabato, che ogni sette giorni impedisce di โ€œaprire il saccoโ€ (espressione tecnica per โ€œvendere i cerealiโ€). โ€œVendere il grano/ลกฤbar ลกeberโ€ non รจ perรฒ unโ€™espressione innocente. Contiene in sรฉ il verbo ลกฤbar che significa anche โ€œrompereโ€, distruggereโ€. Il gioco di parole di Amos sembra voler dire che ogni attivitร  commerciale tende di fatto, nella sua radice, a danneggiare in vari modi i poveri, affamandoli e portandoli alla distruzione fisica.

La disonestร  dei commercianti si manifesta tramite la manipolazione dei pesi e delle misure. Come pesi si usavano pezzi dโ€™argento, che potevano essere โ€œaggiustatiโ€ in modo fraudolento. Le misure principali dei cereali erano invece lโ€™efa (circa 36 litri) e il siclo (circa 12 grammi) che serviva a pesare lโ€™argento. In tal modo si falsificavano le bilance. ยซRidurre lโ€™efa significava rubare sul peso della merce e aumentare il siclo significava richiedere piรน denaro del dovuto. Il retto utilizzo delle bilance รจ raccomandato in piรน punti dellโ€™Antico Testamento (cf., p. es., Lv 19,36; Ez 45,10), che ne condanna lโ€™uso ingannevole (cf., p. es., Mi 6,11; Pr 11,1). In questo versetto, tuttavia, il crimine della disonestร  nel commercio viene abilmente coniugato con lโ€™ipocrisia religiosaยป (L. Lucci).

Un povero per un paio di sandali

La religiositร  di questi commercianti รจ falsa, vuota. Il loro culto รจ insensato. Lo vivono a malincuore, perchรฉ time is money. Il culto fa perdere tempo al business, e al business disonestoโ€ฆ A loro non interessa YHWH, ma il denaro, il loro vero idolo. Guardando solo ad esso, non si guarda in faccia a nessun altro, fossero anche delle persone (oggi anche continenti interi!) ridotte in miseria per ogni genere di motivi.

Sono i โ€œpoveri economici/dalliโ€ (equivalenti al โ€œpovero/โ€™ebyรดnโ€ successivo) โ€“ poveri perchรฉ impoveriti โ€“, che sono costretti a vendersi al miglior offerente per ripianare i loro debiti o portare a casa la sera qualcosa da mangiare per la famiglia.

Agli occhi dei commercianti disonesti e senza scrupoli di alcun genere essi valgono quanto un paio di sandali. Schiavi o liberi, per loro gli esseri umani valgono quanto una parte infinitesimale di merce. E poi cโ€™รจ sempre lo scarto del grano da vendere, magari facendolo passare per buono o facendolo in ogni caso pagare come fosse di prima qualitร .

Time is money, tutto si compra o si vende. Ogni cosa o persona ha il suo prezzo.

Memoria dโ€™elefante

Puntuale giunge il giuramento di YHWH e lโ€™annuncio del suo castigo (vv. 7-8).

YHWH giura per se stesso, per la sua signoria (โ€œorgoglio di Giacobbeโ€, cioรจ di Israele, il regno del Nord). La memoria di YHWH non conosce alcun vuoto. รˆ una memoria di ferro, una memoria di elefante. Nessuna delle azioni (malvage) dei ricchi potenti del regno del Nord sarร  dimenticata.

Il castigo รจ espresso con il linguaggio apocalittico che descrive una teofania punitiva di YHWH. La terra si scuoterร  di dosso i suoi abitanti peccatori. Il โ€œterremotoโ€ seminerร  morte e provocherร  lutto e lamento. Sarร  come lโ€™esondazione annuale del fiume Nilo (โ€œil Fiume/Yeโ€™รดrโ€). Abbassando il livello delle proprie acque dopo lโ€™esondazione, il Nilo lascia limo, fango e detriti che fecondano la terra. Non sarร  il caso di Israele. Esso vedrร  solo lโ€™esito mortale delle proprie azioni malvage, il fango sterile e i detriti aridi di una vita passata allโ€™insegna della falsitร , della religiositร  ipocrita e dellโ€™ingiustizia sociale.

Ricchezza: Giano bifronte

Le strutturazioni retorico-letterarie proposte da R. Meynet sono sempre illuminanti, anche per chi non le condivide in pieno per lโ€™articolazione delle pericopi o per la loro titolazione. Secondo lโ€™autore, Lc 15,1โ€“17,10 รจ una lunga sequenza intitolata โ€œCiรฒ che fra gli uomini รจ esaltato รจ abominio davanti a Dioโ€. Si riferisce alla parola di Gesรน riportata in Lc 16,15b. Egli articola la sequenza in modo concentrico:

15,1-32ย  Accogliere il fratello peccatore che si pente: tornato dal lavoro dei campi, non

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  inorgoglirsi di non aver disobbedito ai comandamenti del padre.

ย ย ย ย ย ย ย  16,1-8 ย ย ย ย ย ย ย  Lโ€™amministratore scaltro si fa degli amici con il denaro: conta sulla misericordia

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  16,9-13 Il denaro, simbolo o idolo

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  16,14ย ย ย ย ย ย ย ย  I farisei amici del denaro si fanno beffe di Gesรน

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  16,15-18ย ย ย ย ย ย  La Legge, simbolo o idolo

ย ย ย ย ย ย ย  16,19-31 Il ricco stolto non si fa amici con il denaro: conta sulla Legge

17,1-10ย  Perdonare il fratello che si pente: tornato dal lavoro dei campi, non inorgoglirsi di

ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  aver fatto tutto ciรฒ che era stato comandato.

Il c. 16 del Vangelo di Luca tratta del tema della ricchezza e della sua ambiguitร  e pericolositร  per il discepolo di Gesรน.

Il brano evangelico di oggi inizia con la parabola dellโ€™amministratore infedele (per i piรน, cf. BJ), disonesto (S. Grasso), scaltro (L. Bovon), astuto (G. Rossรฉ) (Lc 16,1-9 Crimella, Bovon; 16,1-8 BJ). Infedele o astuto? Dove cade di fatto lโ€™accento della parabola, dove si trova il suo tertium comparationis tra il racconto fittizio costituito dalla parabola e la realtร  che costituisce il referente extradiegetico, cioรจ la realtร  indicata dal brano: il regno di Dio, il Padre, il Figlio, il giorno escatologico del Giudizioโ€ฆ?

A livello letterario sembra di dover distinguere fra la parabola (16,1-8a), lโ€™applicazione fatta da Gesรน (vv. 8b-9), altre applicazioni (vv. 10-13) e alcuni detti sui farisei amanti del denaro e alcuni detti sulla Legge (vv. 14-18).

Lโ€™amministratore disonesto, ma scaltro

Nella parabola, un amministratore viene accusato di โ€œsperperare/diaskorpizeinโ€ i beni di un uomo ricco che lo aveva assunto come โ€œeconomo/amministratore/oikonomonโ€. Lโ€™amministratore รจ solo accusato del fatto, ma lโ€™accusa non viene dimostrata nel resto del racconto.

Risulta difficile identificare le modalitร  operative con le quali lโ€™amministratore danneggiasse la consistenza e stabilitร  dei beni del proprio signore, โ€œsperperandoliโ€. รˆ ipotizzabile che lโ€™amministratore โ€œsperperasseโ€ i beni del suo padrone per via della quota supplementare che egli imponeva di propria iniziativa come spesa di commissione spettante a lui oltre alla somma dovuta dai vari acquirenti come debito nei confronti del proprio padrone per lโ€™acquisto di derrate alimentari o prodotti agricoli vari. La somma totale del debito veniva in tal modo ad aumentare in modo considerevole, cosรฌ da indurre vari clienti a procrastinare lโ€™estinzione del debito con il pagamento completo dellโ€™importo se non addirittura a sottrarsi totalmente a tale impegno, arrecando un danno economico piรน o meno consistente al proprietario dei beni, che non poteva rientrare in tale modo dagli investimenti fatti, ricavandone un guadagno piรน o meno consistente da reinvestire eventualmente in altre attivitร .

Che la realtร  fosse questa o unโ€™altra, che lโ€™amministratore potesse dimostrare la propria innocenza e correttezza amministrativa o no, egli si premunisce immediatamente verso proprio il futuro assicurandosi buone relazioni con le persone debitrici maneggiando con scaltrezza il denaro. Abituato al lavoro sedentario tipico di un amministrativo, egli sente di non avere le forze fisiche sufficienti per intraprendere un lavoro manuale in proprio e in un lavoro dipendente. Non se la sente neppure di andare in giro a elemosinare, per la profonda vergogna che il fatto avrebbe inflitto alla sua onorabilitร .

Lode allโ€™astuzia preveggente

Lโ€™astuto amministratore โ€“ ancorchรฉ disonesto โ€“ convoca i vari debitori e fa annullare la quota di commissione prevista per ciascuno dei loro importi, stimolando in tal modo la loro buona volontร  a onorare lโ€™estinzione totale del loro debito nei confronti del suo padrone. Allo โ€œsperperoโ€ egli aggiunge cosรฌ una frode nei documenti contabili, il falso in bilancio.

Che agendo in tal modo egli svelasse la propria coda di paglia dimostrando in modo inoppugnabile la veritร  delle voci negative sul suo modus operandi o che egli mettesse in campo una strategia studiata in modo da assicurarsi il proprio futuro tramite buone relazioni umane istituite con i debitori, resta il fatto che la sua scaltrezza viene lodata dal โ€œsignoreโ€.

Per alcuni studiosi questi รจ il padrone dei beni (S. Grasso), per altri รจ il Signore Gesรน, che non loderebbe la disonestร  ma la scaltrezza dellโ€™amministratore nel procurarsi in pochissimo tempo, quello che precede lโ€™eventuale/probabile licenziamento in tronco per giusta causa, le risorse umane ed economiche che lo avrebbero protetto nel futuro, assicurandogli giorni sereni e senza preoccupazioni.

Lโ€™incertezza su chi sia il โ€œsignoreโ€ che loda lโ€™astuzia dellโ€™operato dellโ€™economo fa terminare la parabola al v. 7 per chi pensa che sia il Signore Gesรน a lodare (cosรฌ G. Rossรฉ), vedendo nei vv. 8-9 il giudizio di Gesรน e lโ€™applicazione della parabola.

Personalmente, con S. Grasso e F. Bovon, credo che al v. 8a sia โ€œlโ€™uomo riccoโ€, il signore/padrone della parabola a lodare lโ€™astuzia del suo sottoposto: ยซโ€ฆ osservo che il padrone non si complimenta con lโ€™amministratore in assoluto, ma lo loda per aver agito con intelligenza, cioรจ nel proprio interesse e a proprio vantaggio (il che rientra nella prospettiva di un uomo ricco). Da buon perdente il kyrios, il โ€œsignoreโ€ si inchina davanti alla classe del suo amministratore. Non รจ la prima volta nรฉ lโ€™ultima โ€“ annota ancora F. Bovon โ€“ che il Gesรน di Luca scandalizza il borghese e presenta comportamenti indegni per mettere meglio in evidenza quello che un esegeta spagnolo [M. de Burgos Nรบรฑez, ndr] chiama โ€œlo scandalo della giustizia del regno di Dioโ€. Con unโ€™argomentazione a minori ad maiusยป.

Amici con la disonesta ricchezza

Al v. 8b Gesรน nota come ยซi figli di questo mondoยป โ€“ cioรจ coloro che appartengono in pieno (โ€œfigliโ€) a un modo di vivere e di pensare puramente umano โ€“ siano โ€œpiรน scaltri/saggi/astuti/phronimลteroiโ€ verso coloro che condividono la loro condizione esistenziale rispetto a quelli che appartengono al mondo della luce, al mondo di Dio rivelato da Gesรน nel vangelo.

Gesรน invita i discepoli ad essere saggi e preveggenti come lโ€™amministratore scaltro, facendosi degli amici con la ricchezza, che in un mondo o nellโ€™altro รจ sempre collegata nel suo inizio e nel suo accrescersi a una dose piรน o meno grande di ingiustizie varie: sfruttamento delle persone e delle risorse (sopra e sottosuolo), egoismi privati e collettivi, prezzo basso del pagamento per le materie primeโ€ฆ

Lo si puรฒ fare con il giusto prezzo pagato per le materie prime, la giusta ridistribuzione degli utili, investimenti produttivi per il territorio, finanziamento di progetti in paesi impoveriti, sostegno ad opere caritative strutturate in modo intelligente e continuativoโ€ฆ

Gli amici fatti servendosi della ricchezza ingiusta sono i poveri, qualunque volto essi possano avere. Al momento del pieno compimento del regno di Dio essi accoglieranno con gioia i loro benefattori per condividere una vita di comunione divina iniziata giร  sulla terra servendosi dei beni materiali.

โ€œSperperatoreโ€ il Figlio?

[Domanda provocatoria: non potrebbe essere anche Gesรน lโ€™amministratore โ€œprodigo/sperperatoreโ€ che โ€œdisperdeโ€ i beni del Padre per far del bene e farsi amici i fratelli poveri che lo circondano? Se il Padre รจ โ€œprodigoโ€ (cf. Lc 15,1-32, la lettura evangelica di domenica scorsa, che precede immediatamente il brano evangelico odierno), perchรฉ non dovrebbe essere โ€œprodigo e sperperatoreโ€ anche il Figlio? (cf. Lc 15,1-3, accusa ben precisa avanzata dai farisei e dagli scribi!). A minori ad maius? Cf. sotto].

Fedeltร  e affidabilitร 

Le applicazioni della parabola (vv. 10-13) si basano sul riscontro di ยซun parallelismo tra una buona gestione dei beni materiali e la gestione della ricchezza vera: il denaro non puรฒ che rimanere uno strumentoยป (L. Lucci).

Le applicazioni spostano quasi sempre leggermente lโ€™asse argomentativo della parabola e la sua pointe (avviene anche nel nostro caso) per โ€œapplicareโ€ la sua logica dominante a sotto-argomentazioni che esprimono perรฒ altre linee di forza argomentativa che si dipartono e divergono in parte da quella principale espressa nella parabola.

Chi รจ fedele/affidabile/pistos nel poco/poco importante (pistos in greco significa prima di tutto โ€œaffidabileโ€) lo sarร  anche nel molto/molto importante (di qualsiasi genere), cosรฌ come รจ vero il contrario.

Chi non รจ stato fedele/affidabile nellโ€™amministrare il mammona connotato dallโ€™ingiustizia non si vedrร  assegnata lโ€™amministrazione del mammona vero. Il denaro viene designato con un termine aramaico, traslitterato in greco, che rimanda alla fissa soliditร  (mamลna < โˆš โ€™mn) del denaro (che nel Medio Oriente antico consisteva, come nel caso del talento, in un pesante blocco di argento che variava dai 26 ai 40 kg) in cui si finisce per credere come ad uno strumento solido di salvezza, un idolo a cui sacrificare tutto e tutti. Del resto, anche ai nostri giorni, in tempi di crisi, si ricorre allโ€™investimento in lingotti dโ€™oroโ€ฆ A chi รจ stato infedele/inaffidabile nellโ€™amministrare il denaro connotato sempre piรน o meno dallโ€™ingiustizia, non sarร  affidata di certo la ricchezza vera, la vita divina quale fioritura della vita evangelica che sboccia nella pienezza del regno inaugurato da Gesรน.

Chi non รจ stato fedele/affidabile nel gestire (la ricchezza) altrui non si vedrร  assegnare di certo la gestione della ricchezza propria, quella vera ed esente dallโ€™ingiustizia, la vita divina.

Dio o i soldi?

Lโ€™ultima applicazione va alla radice della questione.

Gesรน afferma che come nessun โ€œservitore domestico/oiketฤ“sโ€ puรฒ โ€œservire/douleueinโ€ due padroni contemporaneamente, mettendo a disposizione totale di ciascuno di essi la propria vita, le proprie forze, lโ€™intelligenza, lโ€™affetto ecc. Il suo cuore sarebbe diviso e sarebbe indotto a fare preferenze, finendo in tal modo per amare di piรน uno e โ€œamare (molto) meno/odiareโ€ lโ€™altro. Lโ€™espressione โ€œodiareโ€ col significato di โ€œamare di meno/ in seconda battuta, come โ€œseconda sceltaโ€, si ritrova varie volte nella Bibbia applicata anche alle relazioni coniugali di un uomo con piรน mogli, delle quali una รจ โ€œla preferitaโ€ e lโ€™altra/le altre รจ definita โ€œlโ€™odiataโ€. Si finisce per affezionarsi maggiormente a un padrone e a trascurare/disprezzare lโ€™altro.

Lโ€™applicazione finale di Gesรน, radicale, giunge in tal modo ben preparata ma secca nella sua formulazione: ยซNon potete โ€œservire come schiavi/douleueinโ€ Dio e Mammona/il denaro/i soldiยป.

Economia circolare

Tirando le fila che partono dalla linea argomentativa principale della parabola fino ad arrivare alle varie diramazioni semantiche attuate nelle varie applicazioni, Gesรน conclude le sue parole ai suoi discepoli scongiurando la sciagurata possibilitร  che lโ€™uomo possa trovarsi nella condizione di vivere da schiavo del denaro.

Questo accade quando esso non รจ piรน visto come strumento per la vita e per il fare del bene ai meno abbienti, ma un vero e proprio fine a cui sacrificare tutto, un idolo ben fisso, stabile, rassicurante a cui affidare la propria vita nel mentre stesso che la prosciuga con lโ€™ingiustizia, lo sfiancamento delle forze per acquisire sempre profitti maggiori, lo stravolgimento di ogni affetto familiare e socialeโ€ฆ Una vita succhiata via dal cuore e dai polmoni, intossicata di lavoro e di droga per mantenere i ritmi imposti dal sistema, senza piรน margini di tempo da dedicare alle realtร  umane e divine fondamentali, che fanno espandere la vita umana nella sua pienezza di vita divina, filiale, fraterna, comunionale.

Dio vuole essere lโ€™unico a essere servito con dedizione totale. Egli perรฒ non รจ un padre padrone, un idolo manipolabile a piacimento ma che finisce per succhiare la vita. Egli รจ la fonte della vita dโ€™amore e di comunione manifestata totalmente in Gesรน.

Servire Dio non significa vivere da schiavi (il douleuein greco e lโ€™โ€˜ฤbad ebraico) ma โ€œservire(cultualmente)โ€ la vita, lโ€™amore, la liberazione. Essere a servizio esclusivo della vita divina e della sua potenza comunionale fa fiorire la vita che spinge dal di dentro dellโ€™uomo per trovare espressione piena nella comunione con Dio e con gli uomini. Il denaro resterร  un semplice strumento di cui servirsi per il bene, non un idolo da adorare pensando che ci faccia piรน liberi, nel momento stesso in cui ci fa diventare schiavi dalla vita rinsecchita.

Il Dio di Gesรน รจ un Dio che libera, espande la vita, crea comunione.

Servire questo Dio รจ libertร , servizio (cultuale-esistenziale) che rigenera lโ€™uomo nella sua dignitร  e nella sua veritร , perchรฉ collocato in una linea dโ€™onda di connaturalitร  con le spinte vitali piรน vere che animano il cuore dellโ€™uomo: amare creando comunione attorno a sรฉ.

Dio o i soldi?

Dio.

Dio รจ la vera economia circolare.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj

Fonte del commento: Settimana News

Letture della
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

Dal libro del profeta Amos
Am 8,4-7

ย 
Il Signore mi disse:
ย 
ยซAscoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: โ€œQuando sarร  passato il novilunio
e si potrร  vendere il grano?
E il sabato, perchรฉ si possa smerciare il frumento,
diminuendo lโ€™efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del granoโ€ยป.
ย 
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
ยซCerto, non dimenticherรฒ mai tutte le loro opereยป.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 112 (113)

R. Benedetto il Signore che rialza il povero.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.
ย 
Su tutte le genti eccelso รจ il Signore,
piรน alta dei cieli รจ la sua gloria.
Chi รจ come il Signore, nostro Dio,
che siede nellโ€™alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.
ย 
Solleva dalla polvere il debole,
dallโ€™immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prรฌncipi,
tra i prรฌncipi del suo popolo. R.

Seconda Lettura

Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
1 Tm 2,1-8

ย 
Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perchรฉ possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa รจ cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della veritร .
ย 
Uno solo, infatti, รจ Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, lโ€™uomo Cristo Gesรน, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli lโ€™ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo โ€“ dico la veritร , non mentisco โ€“, maestro dei pagani nella fede e nella veritร .
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Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.

Parola di Dio

Vangelo

Non potete servire Dio e la ricchezza.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16, 1-13
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In quel tempo, Gesรน diceva ai discepoli:
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ยซUn uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamรฒ e gli disse: โ€œChe cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchรฉ non potrai piรน amministrareโ€.
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Lโ€™amministratore disse tra sรฉ: โ€œChe cosa farรฒ, ora che il mio padrone mi toglie lโ€™amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farรฒ perchรฉ, quando sarรฒ stato allontanato dallโ€™amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa suaโ€.
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Chiamรฒ uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: โ€œTu quanto devi al mio padrone?โ€. Quello rispose: โ€œCento barili dโ€™olioโ€. Gli disse: โ€œPrendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquantaโ€. Poi disse a un altro: โ€œTu quanto devi?โ€. Rispose: โ€œCento misure di granoโ€. Gli disse: โ€œPrendi la tua ricevuta e scrivi ottantaโ€.
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Il padrone lodรฒ quellโ€™amministratore disonesto, perchรฉ aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piรน scaltri dei figli della luce.
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Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perchรฉ, quando questa verrร  a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
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Chi รจ fedele in cose di poco conto, รจ fedele anche in cose importanti; e chi รจ disonesto in cose di poco conto, รจ disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderร  quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darร  la vostra?
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Nessun servitore puรฒ servire due padroni, perchรฉ o odierร  lโ€™uno e amerร  lโ€™altro, oppure si affezionerร  allโ€™uno e disprezzerร  lโ€™altro. Non potete servire Dio e la ricchezzaยป.

Parola del Signore

Oppure forma breve: Lc 16,10-13

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