Gesรน riafferma il primato di Dio
Dopo esserci disincagliati dalla raffica di parabole delle scorse domeniche, ci si imbatte in tranelli tesi a Gesรน per intrappolarlo. Ma lui se la cava sempre elegantemente. Il primo รจ quello del 22 ottobre; il secondo, per la sua strampalatezza, รจ pietosamente omesso dalla liturgia; il terzo lo sentiremo prossimamente.
Questa domenica tocca ai farisei farsi avanti, con una disputata questione: ยซร lecito, o no, dare il tributo a Cesare?ยป. ร forse la piรน famosa domanda che Gesรน abbia ricevuto, divenuta illustre per la nota brillantezza della risposta. Si deve sapere che lโimpero romano esigeva un denaro da ogni suddito in etร fra i 12/14 anni e i 65 anni. Il trabocchetto della domanda รจ evidente. Se Gesรน avesse risposto che รจ lecito si sarebbe schierato filoromano, aumentando lโantipatia farisaica verso di sรฉ. Va ricordato perรฒ che Egli pagava le tasse, utilizzando come bancomat la bocca di un pesce (cfr Mt 17,24-27). Se avesse risposto: ยซNon รจ lecitoยป, i farisei avrebbero avuto un ulteriore capo di accusa contro di lui, da far valere davanti a Pilato. Fatto sta che Gesรน, scenograficamente, chiede una moneta, quasi non ne avesse mai viste, e domanda: ยซQuesta immagine e lโiscrizione di chi sono?ยป. Ottenuta la scontata risposta, scocca la grande, proverbiale, sentenza: ยซRendete dunque a Cesare quello che รจ di Cesare e a Dio quello che รจ di Dioยป. A Gesรน, probabilmente, Cesare e i suoi diritti interessavano poco. Per lui la circostanza รจ preziosa per riaffermare il primato di Dio. Abbiamo il teorema di quello che mi piace chiamare il โqualunquismo politicoโ del Nuovo Testamento, rincarato da Paolo, non senza qualche sfumatura di ottimismo, in Rom 13,1-7 e da Pietro in 1 Pt 2,13-15.
Insomma a Gesรน interessava troppo il regno di Dio per impaludarsi nei regni di questo mondo. Se nโรจ accorto Pilato quando si รจ sentito dire da quellโimbarazzante imputato: ยซIl mio regno non รจ di questo mondoยป (Gv 18,36). Ne รจ pure diversa la logica, come Gesรน non manca di rilevare in una rampogna assestata ai discepoli, motivata dalla richiesta avanzata da una madre petulante: ยซVoi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra di voi perรฒ non sarร cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarร vostro servitore e chi vuole essere primo tra voi sarร vostro schiavoยป (Mt 20,25-27).
Una logica sorprendente e spiazzante, che procede impavida sino allโaccettazione del sopruso, come leggiamo in Mt 5,38-41, trovando unโeco ancora piรน radicale in Paolo (1 Cor 6,7): ยซร giร per voi una sconfitta avere liti tra voi! Perchรฉ non subire piuttosto ingiustizie? Perchรฉ non lasciarvi piuttosto privare di ciรฒ che vi appartiene?ยป. Abbiamo qui il capitolo piรน arduo del messaggio evangelico, che non devโessere annacquato ma accettato nella sua eroica rudezza. In barba al ritornello quotidiano ยซchiedo solo giustiziaยป, intonato da chi, in questi tempi miseri e feroci, subisce qualche misfatto. Gesรน non รจ venuto a convalidare lโuomo e le sue tapine meningi, ma รจ venuto a mettere in crisi il corrente modo di pensare, squillando da subito: ยซBeati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perchรฉ saranno saziatiยป (Mt 5,6). Beatitudine boomerang! Gli affamati e assetati di giustizia non sono i moltissimi che se la sono veduta negare dai prepotenti; ma sono quelli che sanno di non essere giusti e rimpiangono di non esserlo.
Se quanto detto fin qui รจ in linea col Vangelo, mi รจ sempre piรน difficile capire lโattuale deriva della Chiesa verso il sociale โ da quando vescovi sessantottini occupavano i caselli autostradali โ con frequenti proclami a vari livelli, scippati ai sindacalisti: dare lavoro agli italiani, dare lavoro ai giovani, cementificazione selvaggia, disastro annunciato, sia fatta giustizia, e via reclamando. Non voglio dire che questi slogan non abbiano contenuti importanti, ma sono talmente scontati e risaputi che non รจ il caso che ci si metta anche la Chiesa a farvi da cassa di risonanza. La quale, a mio sommesso parere, dovrebbe dare su questi temi un altro tipo di messaggio. Va bene che si solleciti chi di dovere a intervenire, ma le non poche situazioni di odierno disagio dovrebbero essere metabolizzate con le armi benefiche del Vangelo, che non promette soluzioni immediate ma invita alla paziente ed eroica sopportazione, da associarsi idealmente alla passione di Cristo, in attesa dellโequo ripristino nellโeternitร . Ma la Chiesa (italiana) parla ancora di eternitร ?
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Quanto ci ha portato lontano la moneta di Cesare!
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 22 ottobre 2017 anche qui.
XXIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 45, 1. 4-6; Sal.95; 1 Ts 1, 1-5; Mt 22, 15-21
Mt 22, 15-21
Dal Vangelo secondoย Matteo
15Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: ยซMaestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo veritร . Tu non hai soggezione di alcuno, perchรฉ non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, diโ a noi il tuo parere: รจ lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?ยป. 18Ma Gesรน, conoscendo la loro malizia, rispose: ยซIpocriti, perchรฉ volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributoยป. Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandรฒ loro: ยซQuesta immagine e lโiscrizione, di chi sono?ยป. 21Gli risposero: ยซDi Cesareยป. Allora disse loro: ยซRendete dunque a Cesare quello che รจ di Cesare e a Dio quello che รจ di Dioยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 22 – 28 Ottobre 2017
- Tempo Ordinario XXIX
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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