Riscatto per tutti
Redenzione
Il mistero della redenzione e le modalitร della sua realizzazione hanno sempre provocato delle profonde riflessioni e, talvolta, anche delle indebite derive di natura puramente giuridico-forense, o doloristiche e sostituzionistiche. Le letture odierne illuminano il mistero, se vengono comprese correttamente alla luce dellโintero messaggio biblico, senza lasciarsi sopraffare dalla nostra mentalitร umana giuridico-espiazionistica, che tende a irrompere anche nel dibattito pubblico, nel comportamento sociale e nella psicologia di massa.
Il tema chiama in campo anche una giusta comprensione della volontร salvifica di Dio Padre che passa โprovvidenzialmenteโ attraverso la violenza umana che sacrifica il Figlio, imponendo una modalitร sacrificale tremenda a un dono di sรฉ che, da parte del Figlio, poteva anche avere altre pieghe espressive. La stessa categoria di โsacrificioโ oggi รจ invisa come avvalorante una negazione delle forze positive di realizzazione insite nellโuomo. Compresa invece come โofferta generosa di sรฉโ, puรฒ diventare una chiave della vera autorealizzazione umana, non narcisistica e asfittica, ma estroflessa e rigogliosa.
โNoiโ e โi moltiโ
La lunga riflessione espressa nel quarto canto del servo di YHWH (Is 52,13โ53,12) vede in campo un dialogo compunto e sofferto tra il servo (53,1), un โnoiโ che esprime la coscienza del popolo che contempla la vicenda pentendosi del giudizio espresso precipitosamente sulla sua persona (53,2-10), e YHWH che pronuncia le parole decisive sul suo servo e sul suo destino ultimo (52,13-15; 53,11-12).
Il v. 10 raccoglie la conclusione della riflessione del โnoiโ sulla vicenda del servo. Il โnoiโ potrebbe essere inteso come corrispettivo dei โmoltiโ (v. 11), interpretato come espressivo della voce delle genti. In questo senso โil servoโ riceverebbe unโinterpretazione collettiva, indicando il resto fedele di Israele nei confronti delle genti e il canto come un oracolo divino riguardante il servo e indirizzato ai โmoltiโ identificati con le genti. Nel corpo del canto (Is 53,1-10), il contrasto รจ invece tra un โnoiโ (il popolo di Israele) e un โluiโ (il servo). Is 53,11-12 riprenderebbe lโermeneutica dei versetti inziali (52,13-15), nei quali YHWH rivolge il suo oracolo divino circa il suo servo rivolgendosi alle genti.
Lโha prostrato col dolore
Il testo di Is 53,10 รจ di difficile interpretazione e ha visto diversitร di rese nella versione greca della LXX e in quella latina della Vulgata.
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Lโinizio del versetto puรฒ essere inteso come โรจ piaciuto prostrarlo/schiacciarlo col doloreโ (resa avverbiale di una forma verbale causativa dal significato โha reso afflitto/ha reso ammalatoโ; la Vulgata ha in infirmitate). La traduzione greca della LXX traduce il โprostrarlo/schiacciarloโ con โpurificarlo/katharisai autonโ. La traduzione migliore, che eviterebbe fraintendimenti teologici, sarebbe, secondo Mello, ยซYHWH ha voluto purificarlo con la sofferenzaยป. Nel suo commentario, pur preferendo questa traduzione, di fatto il monaco di Bose residente e docente a Gerusalemme, segue la versione liturgica della CEI 2008 (YHWH ha voluto ยซprostrarlo col doloreยป).
Tutto il quarto canto del servo di YHWH รจ espressione della spiritualitร ebraica connotata da un monoteismo rigido che attribuisce direttamente a YHWH ogni evento che succede sulla terra, esperienza e destino del suo servo compreso. Is 53,10a attribuisce a YHWH la sofferenza patita dal servo: ยซร rientrato nella sua volontร /piacere/hฤpฤแนฃโ prostrarlo col doloreยป.
Dal complesso dei testi biblici non si puรฒ evincere un volto sadico del Dio liberatore e redentore del suo popolo dalla schiavitรน dellโEgitto e dallโesilio in Babilonia. Nel monoteismo rigido puรฒ essere attribuita a YHWH la volontร di purificare in profonditร il suo servo nella sua spiritualitร di abbandono alla volontร di Dio, assumendo su di sรฉ la malvagitร peccatrice del popolo. In tal modo egli รจ reso partecipe della sofferenza immensa che stria il cuore di YHWH al contemplare lo smarrimento di vie e di comunione che coglie il suo popolo/gregge (v. 6). Una tragedia che fa soffrire YHWH per passione (e non per mancanza di qualcosa).
Espiazione
Il gruppo/il popolo (il โnoiโ) contempla nel servo un cammino volontario di offerta di sรฉ, espressa in una frase molto difficile da interpretare, a partire dal dato testuale stesso: โse offrirร la sua vita/se stesso in espiazione/sacrificio espiatorio/โim tฤลรฎm โฤลกฤm napลกรดโ. Cosรฌ come si presenta โ commenta Mello โ, il testo dovrebbe essere tradotto: ยซSe porrai (tu, Dio) la sua vita (del servo) in espiazioneยป ed esprimerebbe una supplica rivolta a Dio perchรฉ gradisca il sacrificio del servo.
Solo con delle modifiche alla persona del verbo โ dalla seconda alla terza persona singolare, da โporraiโ a โporrร โ โ o al suffisso pronominale del termine โvitaโ โ dalla terza persona alla seconda, da โsuaโ a โtuaโ โ si puรฒ arrivare a delle traduzione alternative. Esse suonerebbero cosรฌ: 1) ยซSe porrai (tu, servo) la tua vita in espiazioneยป (in questo caso, รจ una preghiera che Dio rivolge al servo, perchรฉ porti a compimento il dono di se stesso); 2) ยซSe porrร (il servo) la sua vita in espiazioneยป (รจ la soluzione della Vulgata, quella della CEI, e probabilmente la piรน semplice).
Se il servo avrร dato la sua vita in sacrificio di espiazione o di riparazione โ il โseโ esprime la volontarietร della sua scelta, che perรฒ si dร per scontata โ, egli permetterร a YHWH di espiare il peccato del suo popolo. Lโofferta generosa di sรฉ/โsacrificioโ, di tipo personale, esistenziale e non rituale da parte del servo fino a morire (v. 12) diventerร lo strumento storico mediatore dellโespiazione che solo YHWH (come sempre nella Bibbia!) puรฒ compiere โlavando, purificandoโ il peccato del popolo (cf. il rito compiuto nella festa del Kippur in Lv 16 e la descrizione dei vari tipi di sacrifici per il peccato in Lv 5). La Lettera agli Ebrei esprimerร molto bene e con larghezza di riflessioni il sacrificio esistenziale, nuovo, vissuto da Gesรน Cristo.
โRisurrezione deboleโ?
Il gruppo/popolo (il โnoiโ) intravede con certezza un esito positivo del cammino doloroso del servo (persona singola profetica? resto di Israele fedele in rapporto allโinsieme di Israele?). In conformitร allโinesistenza nellโIsraele del tempo di una concezione ultraterrena della vita per i fedeli di YHWH, il gruppo del โnoiโ intravede una continuitร della vita del servo nella sua discendenza, nel prolungarsi dei suoi giorni in una qualche modalitร di vita che solo YHWH conosce (nello Sheol vissuto con serenitร ?).
Una โrisurrezione deboleโ ma certa, vittoriosa. Il tempo della realizzazione piena di una โrisurrezione forteโ รจ imprecisato. Il profeta probabilmente non lo sa, ma in questo momento sta vedendo la gloria di Gesรน e ne sta parlando: ยซQuesto disse Isaia perchรฉ vide la sua gloria e parlรฒ di luiยป (Gv 12,41).
Con il suo comportamento e il suo atteggiamento interiore di offerta generosa di sรฉ (= sacrificio), il servo permetterร che si compia โla volontร /il compiacimento/hฤpฤแนฃ di YHWH (cf. โรจ piaciutoโ allโinizio del versetto). Un compiacimento/una volontร certamente non di un annientamento sadico della vita del servo e del suo popolo, ma di โsalvezzaโ integrale dalle sue vie di smarrimento e di morte. Quale sarร la โriuscitaโ della volontร di YHWH? La fine del v. 11 sembra identificarla con una โgiustificazioneโ nei confronti dei โmoltiโ.
Il v. 11a prosegue la riflessione sullโesito positivo della vicenda del servo. Avendo sofferto di persona (CEI 2008: ยซintimo tormentoยป), vedrร ยซla luceยป. Nel testo ebraico รจ da supplire probabilmente il sostantivo โluce/โรดrโ, come presuppongono la versione greca della LXX e il manoscritto di Qumran 1QIsb, a meno di non comprendere il verbo โrฤโฤh/vedereโ come omologo di โrฤโฤh/saziarsiโ, e quindi sinonimo del verbo โลฤbaโ/saziarsiโ, che segue immediatamente.
Il servo vedrร /si sazierร (di luce), cioรจ si sazierร dellโintima โconoscenza/esperienza amorosa personale/daโatโ di YHWH. Anticipando il termine โgiusto/แนฃaddรฎqโ dalla seconda parte del versetto โ, come suggerisce lโapparato filologico della Biblia Hebraica Stuttgartensia โ si ha una frase con un soggetto esplicito e un senso compiuto: ยซSรฌ, avendo sofferto di persona, vedrร una luce, il giusto si sazierร della sua conoscenzaยป (A. Mello).
Giustificazione
Il v. 11b sembra identificare la โriuscitaโ della vicenda del servo e, per suo tramite, della volontร di YHWH, nella giustificazione di molti.
La giustificazione, nella Bibbia, non รจ un concetto forense da intendere in senso distributivo quale attribuzione egualitaria di ciรฒ che spetta a ciascuno. Nella Bibbia la giustificazione รจ un concetto relazionale e salvifico. Dio รจ โgiustoโ perchรฉ รจ fedele al suo patto e โrende giustoโ riportando alla fedeltร al patto colui che se ne fosse allontanato colpevolmente.
Solo Dio puรฒ attuare la giustificazione, che assume sempre anche la connotazione di una riconciliazione misericordiosa. In questo caso YHWH si serve della mediazione provvidenziale dellโofferta generosa di sรฉ compiuta dal suo servo. Egli si carica del peso collocato normalmente su degli animali: un carico negativo e costituito non di provviste per la vita, ma dalle iniquitร dei โmoltiโ, cioรจ dellโIsraele infedele e delle genti tutte.
Le moltitudini in premio
Il v. 12 รจ un sfogo oracolare di YHWH che puรฒ preannunciare che premierร il suo servo con quello che si merita.
Il premio prevede: 1) in prima battuta, la parte di ereditร fra โi moltiโ ai quali ha procurato, per mediazione, la giustificazione con YHWH; 2) il che significa partecipare del bottino di solito riservato ai grandi, cioรจ poter fare incetta delle vite riscattate dei โmoltiโ, dopo aver raggiunto la sua risurrezione โdeboleโ. In Cristo Gesรน questo oracolo raggiungerร la sua profonditร realizzativa escatologica, definitiva, con la partecipazione a tutti i suoi โfratelliโ della propria vita filiale di Risorto, che gode di una risurrezione โforteโ.
Con lโamore per โi moltiโ che pervade lโintera offerta generosa di sรฉ compiuta dal servo, egli li ha โgiustificatiโ, li ha riportati cioรจ a un rapporto buono con YHWH, facendoli โconvertireโ dalla loro valutazione sbagliata sulla sua vicenda. Egli ha sofferto ed รจ morto non castigato da YHWH per colpe proprie, ma a vantaggio e anche al posto di tutti, quale rappresentante dei malvagi โ ma da innocente!
Egli ha โversato/svuotato/(anche: denudato, spogliato, snudato, scoperto)/โฤrฤhโ la propria โvita/nepeลกโ, fino alla morte, ingloriosa e infame agli occhi degli uomini. Si รจ lasciato infatti contare nel numero dei โpeccatori/colpevoli/pลลกeโรฎmโ, dopo aver portato il peso delle loro colpe e interceduto per essi. ร morto da โgiusto/innocente/แนฃaddรฎqโ, venendo a trovarsi di fatto โ volontariamente โ nel campo di โgiustiziaโ opposto a quello perรฒ che, purtroppo, si poteva vedere e giudicare dallโesterno. ร questa la sofferenza morale piรน grande del servo, patita anche a livello umano-divino da Gesรน, Figlio di Dio (e da Maria, dal discepolo Amato e da tutti i discepoli di Gesรน).
A destra e a sinistra
Gesรน prosegue il suo cammino che sale a Gerusalemme, luogo in cui egli prevede che la sua vita potrร subire quasi certamente una fine non pacifica. Questo non lo distoglie dalla volontร di annunciare il vangelo del Regno proprio nel cuore della religiositร ebraica, nella cittร e nel suo tempio, in cui il popolo รจ convinto di incontrare il nome di YHWH che vi abita.
Gesรน sceglie lโannuncio del vangelo; ciรฒ che segue รจ abbracciato di conserva, senza desideri autolesionistici o masochistici. Gesรน non รจ venuto in terra per morire in croce, ma per annunciare il vangelo e salvare gli uomini. Sarร la loro violenza a dare un volto tragico e umanamente infame al dono che egli fa della propria vita. Una pro-esistenza.
Gesรน parla, quindi, per la terza volta del destino che verosimilmente lo attende (Mc 10,32-34; cf. 8,31; 9,31), parola ricuperata e approfondita nei particolari al momento della redazione dei vangeli.
Forse fraintendendo le parole sugli ultimi che diverranno i primi (Mc 10,31), i due ยซfigli del tuonoยป (Mc 3,17), Giacomo e Giovanni, chiedono con decisione a Gesรน di porli nelle due posizioni apicali al suo fianco nellโambito della sua gloria. Ennesimi pensieri di prestigio e di potere, dopo la deplorevole discussione seguita immediatamente alla seconda parola di Gesรน sul suo tragico destino (Mc 9,30-32), vertente su chi fosse il piรน grande (Mc 9,33-37). La volontร di potenza impedisce e stravolge la comprensione e lโassimilazione delle parole di Gesรน, anche le piรน semplici e chiare.
I due affermano di comprendere alla perfezione il senso del discorso di Gesรน e di avere le capacitร di condividere il destino di sofferenza e morte a cui Gesรน va liberamente incontro (ยซbere il caliceยป). Gesรน accetta per buona la disponibilitร dei due fratelli, ma rincara la portata delle sue parole aggiungendo che il calice che anchโessi berranno sarร un vero e proprio ยซbattesimoยป, unโimmersione totale nella sofferenza e nella morte, come รจ quella abbracciata da Gesรน.
Il destino finale di ciascun discepolo di Gesรน รจ perรฒ nelle mani del Padre, fonte di ogni disegno di salvezza ed estuario felice del cammino di ogni uomo che vive sotto il sole.
Gli altri dieci (che siano discepoli non viene ricordatoโฆ) si arrabbiano con i due per le loro pretese di supremazia, facendo trasparire di non essere fondamentalmente diversi da loro.
Start-up.โNon รจ cosรฌ tra voiโ
Gesรน convoca a sรฉ tutto il gruppo e illustra chiaramente lโenorme differenza qualitativa che esiste fra le disposizioni che animano coloro che guidano i popoli secondo la logica umana e quelle che reggono fin dโora la vita della comunitร dei discepoli.
Coloro che pensano di โessere capi/archeinโ dei popoli, li โdominano dallโalto verso il basso/katakyrieousinโ, tradendo cosรฌ la loro funzione di โcapo/fonte/archฤโ da cui nasce la regolamentazione del bene pubblico, la solidarietร sociale, la difesa delle fasce piรน deboli della popolazione, la ricerca della pace e della giustizia nella convivenza serena con altri popoli, culture e sentimenti religiosi.
I โgrandi/megaloiโ fra i popoli, inoltre, โesercitano la loro autoritร dallโalto verso il basso/katexousiazousinโ nei confronti dei loro sottoposti, sconfinando nel dispotismo e nella dittatura (piรน o meno nascosta dal guanto di velluto).
Nella comunitร dei discepoli di Gesรน la vita ecclesiale si regge giร ora su strutture motivazionali opposte: โNon รจ cosรฌ fra voi/ouch houtลs de estin en hyminโ. La vita non รจ impostata su questi presupposti e non lo dovrร essere mai nemmeno in futuro.
Diaconi vs grandi
Chi vuol essere โil grande/il piรน grande/megasโ (grado positivo per il superlativo assoluto) in dignitร , autoritร e responsabilitร nel campo ecclesiale sarร /dovrร essere/estaiโ (con sfumatura potenziale) โservo/diacono/diakonosโ โdelle persone/hymลnโ (non delle struttureโฆ). Lo sarร โin mezzo alle persone-fratelli/en hyminโ, e non dominando โdallโalto verso il basso/kataโ, con spocchia piรน o meno dissimulata o con un senso di superioritร piรน o meno narcisistico e infantile. ยซCon mentalitร principescaยป, direbbe papa Francesco.
Il โprimo in grado/prลtosโ per responsabilitร e doveri sarร โschiavo/servo/doulosโ di tutti allโinterno della comunitร (e non solo), abbracciando anche lโultima persona per condizione fisica, sociale, economica, morale e spirituale.
Lโalternativa fra la logica mondana e quella discepolare-ecclesiale nellโesercizio dellโautoritร e nel piรน ampio ambito dei rapporti fra le persone non poteva essere piรน secca e tranciante.
ร il regno di Dio che viene, si รจ avvicinato e ha toccato le frange della storia umana con la vita dei discepoli di Gesรน. ร la logica aziendale della start-up creata da Gesรน.
ร il lievito che fa crescere la pasta non stravolgendo i suoi elementi compositivi, ma facendoli crescere, lievitare verso la pienezza del loro senso e del โgustoโ saporoso della vita.
Una logica controcorrente, e quindi โinnovativaโ e โmodernaโ, per tutti quelli che ricercano la non omologazione verso il basso e che rifiutano la globalizzazione del dominio dei pochi, lโoligarchia dei plutocrati, la dittatura di chi detiene le chiavi della technฤ e il possesso massonico ed elitario dei big data e delle โciecheโ risorse finanziarie.
Riscatto per โmoltiโ
La logica radicalmente innovativa della start-up di Gesรน si spiega (โkai gar/ancheโฆ infattiโ, inizio enfatico del v. 45) a partire dal fondamento che regge lโedificio, dal Motivatore che spiega e dona la forza di vivere lโintrigante alternativa.
Il Figlio dellโuomo โ cioรจ lโUomo Gesรน e ogni uomo che nella sua individualitร voglia giungere alla pienezza soddisfatta e vera della propria identitร โ non รจ venuto infatti nel mondo per โfarsi servire da diaconi-servi-schiavi/diakonฤthฤnaiโ (infinito aoristo passivo), ma per โservire da diacono-servo-schiavo/diakonฤsaiโ (infinito aoristo attivo) in prima persona.
Unโannotazione grammaticale, che รจ al tempo stesso teologica. ยซLa grammatica รจ teologiaยป, diceva Lutero.
Il tempo verbale dellโaoristo, allโinfuori del modo indicativo, segnala solo la qualitร dellโazione, lโazione in sรฉ, e non la sua temporalitร , quando lโazione avviene. Gesรน รจ venuto nel mondo per compiere quella specifica azione, โservire da diaconoโ, e per nessunโaltra.
La volontร di โservire da diacono-servo/diakonฤsaiโ da parte di Gesรน si specifica come ยซun dare la vita in riscatto per moltiยป. Gesรน รจ venuto per servire, cioรจ โ kai epesegetico che spiega lโespressione verbale precedente โ per dare la propria vita in riscatto per moltiโ.
Il dono della propria vita รจ lโofferta generosa di sรฉ che Gesรน compie in tutta la sua vicenda terrena.
E il dare la vita comporta un โmorireโ uguale a quello del servo di YHWH di Is 53,12.
ร un dare la vita โper altri, al posto di altri, in rappresentanza di altri/gr. antiโ non meritevoli, โmessi maleโ, peccatori, infelici, dead men walking sulla strada del proprio fallimento esistenziale. Un atto quindi connotato completamente da misericordia solidale.
E gli altri sono โmoltiโ, โi moltiโ di Is 53,12, la moltitudine degli uomini, tutti gli uomini.
La logica dellโuomo semita non opponeva infatti una singola unitร (โunoโ) alla totalitร (โtuttiโ), ma era colpita dalla contrapposizione tra โpochiโ e โmoltiโ. Ciรฒ che il semita โ e quindi anche Gesรน โ intendeva esprimere con โmoltiโ corrisponde al nostro โtuttiโ, cosรฌ come รจ compreso dallโuomo occidentale cresciuto con la filosofia greca.
Sacrificio?
Lโofferta generosa di sรฉ fino alla morte da parte di Gesรน assume il carattere del sacrificio esistenziale e non rituale. Non รจ un sacrificio che distrugge le sue potenzialitร espressive di vita, il desiderio gioioso di realizzare la propria personalitร secondo i doni ricevuti. Non una castrazione del desiderio di autorealizzazione vera e piena. Questa nozione negativa di โsacrificioโ va davvero โsacrificataโ definitivamente e cancellata dal subconscio della spiritualitร cristiana (cf. M. Recalcati, Contro il sacrificio. Al di lร del fantasma sacrificale).
Lโofferta della vita di Gesรน Figlio dellโuomo, ma soprattutto Figlio di Dio, รจ lโofferta di un uomo innocente, a favore di altri, che sono colpevoli, che ha come esito finale positivo quello di bucare il fondale nero della morte con la forza esplosiva dellโamore donatogli dallo Spirito, e poter cosรฌ compartecipare ai fratelli del Risorto la propria vita filiale che riscatta dalla schiavitรน della morte, del peccato e dellโinsignificanza esistenziale.
ร un dono personale, oneroso, costoso. Un dono che funge da โriscatto/lytronโ di uomini schiavi e infelici. ร il dono personale della vita che corona la logica dellโamore che ha sorretto Gesรน in tutti i suoi giorni.
Il riscatto, non pagato ad alcuno โ nรฉ a Dio, nรฉ alla morte, nรฉ al diavolo โ, indica lโonerositร del dono totale che Gesรน fa della propria vita a persone schiave e non meritevoli di chissร quali gratificazioni.
Il โriscattoโ non va interpretato secondo una logica di tipo giuridico-forense, con la connotazione penale-sostituzionista che la caratterizza da santโAnselmo dโAosta in poi.
Nel subconscio dei cristiani รจ rimasto spesso infatti questo tragico schema di pensiero: Dio Padre รจ stato offeso dagli uomini con una colpa che lo tocca a livello divino; la colpa va espiata con una pena esemplare inflitta a una persona a livello divino, che plachi al fine la maestร offesa di Dio Padre. La vittima immolata รจ Gesรน, il Figlio di Dio, che paga per tutti lโoffesa inferta dagli uomini al Padre, e muore al posto di tutti loro. Dio Padre scarica in tal modo su uno solo, il proprio Figlio, lโira che avrebbe dovuto scaricare su tutti gli uomini.
Una terribile logica mercantile, giuridico-sostitutiva, che sopravvive ancora nella mente di molti, specialmente quando si trovano in situazioni di difficoltร a livello di salute: โChe cosa ho fatto di male perchรฉ Dio mi punisca cosรฌ?โ.
Liberi tutti
Gesรน ci riscatta per amore, vincendo il peccato e la morte con lโamore dellโinnocente Figlio di Dio fatto uomo e non per lโimponenza delle sue sofferenze fisiche. Egli muore per noi, a favore nostro; in parte anche al posto nostro. Ma รจ nostro rappresentante, non semplicemente un nostro sostituto.
Dolce schiavo degli uomini, servo degli ultimi, bilancia del grande riscatto. A te volgono gioiosi lo sguardo i tuoi fratelli, riscattati al mercato della morte.
La tua gloriosa ferita ci ha guariti, la tua volontร dโamore ci ha santificati.
Servire รจ la vera gioia, la gioia della Chiesa.
Riscatto per i โmoltiโ.
Tana libera.
Liberi tutti.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 Ottobre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Sap 7, 7-11; Sal. 89; Eb 4, 12-13; Mc 10, 17-30
Vendi quello che hai e seguimi.
Mc 10, 17-30
Dal Vangelo secondoย Marco
17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandรฒ: ยซMaestro buono, che cosa devo fare per avere in ereditร la vita eterna?ยป. 18Gesรน gli disse: ยซPerchรฉ mi chiami buono? Nessuno รจ buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madreยป. 20Egli allora gli disse: ยซMaestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezzaยป. 21Allora Gesรน fissรฒ lo sguardo su di lui, lo amรฒ e gli disse: ยซUna cosa sola ti manca: vaโ, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!ยป. 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andรฒ rattristato; possedeva infatti molti beni.
23Gesรน, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: ยซQuanto รจ difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!ยป. 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesรน riprese e disse loro: ยซFigli, quanto รจ difficile entrare nel regno di Dio! 25ร piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dioยป. 26Essi, ancora piรน stupiti, dicevano tra loro: ยซE chi puรฒ essere salvato?ยป. 27Ma Gesรน, guardandoli in faccia, disse: ยซImpossibile agli uomini, ma non a Dio! Perchรฉ tutto รจ possibile a Dioยป.
28Pietro allora prese a dirgli: ยซEcco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguitoยป. 29Gesรน gli rispose: ยซIn veritร io vi dico: non cโรจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva giร ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrร .
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 14 – 20 Ottobre 2018
- Tempo Ordinario XXVIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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