Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 21 Aprile 2019.
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Non cercate fra i morti il Vivente
Noi cristiani siamo convinti di essere depositari di un progetto di uomo e di societร eccellente e siamo orgogliosi se viene riconosciuto che la proposta morale che predichiamo รจ nobile ed elevata.
Siamo lieti di essere indicati come i messaggeri della fratellanza universale, della giustizia e della pace.
Proviamo invece un certo pudore a presentarci come testimoni della risurrezione, come portatori della luce che rischiara la tomba.
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A volte si ha lโimpressione che, nella stessa notte di Pasqua, i predicatori provino un poโ dโimbarazzo a lasciar trasparire sul loro volto, mentre fanno lโomelia, la gioia per la vittoria di Cristo sulla morte e spesso, invece i parlare del Risorto, ripiegano su argomenti di attualitร che cattivano maggiormente lโattenzione dellโassemblea. Toccano temi sociali seri, importanti che richiedono di essere illuminati dalla luce del vangelo, ma, nella veglia pasquale, la comunitร รจ convocata per udire un altro annuncio. ร riunita per fare festa e cantare al Signore della vita per il prodigio inaudito che ha realizzato risuscitando il suo Servo Gesรน.
Tertulliano, un retore cristiano dei primi secoli, caratterizzava cosรฌ la fede e la vita delle comunitร del suo tempo: โLa speranza cristiana รจ la risurrezione dei morti; tutto ciรฒ che noi siamo, lo siamo in quanto crediamo nella risurrezioneโ.
Ciรฒ che distingue il cristiano dagli altri uomini non รจ una morale eroica. Nobili gesti dโamore sono compiuti anche da non credenti che, senza rendersene conto, sono mossi dallo Spirito di Cristo.
Dai cristiani il mondo si aspetta sรฌ una vita morale coerente con il vangelo, ma chiede anzitutto la risposta allโenigma della morte e la testimonianza che Cristo รจ risorto e ha trasformato la vita su questa terra in gestazione e la morte in nascita.
Lโurgenza di una vita nuova puรฒ essere compresa solo da chi non ha piรน paura della morte perchรฉ, con gli occhi della fede, โha vistoโ il Risorto e coltiva in cuore lโattesa che presto โspunti il giorno e si levi la stella del mattinoโ (2 Pt 1,19).
Per interiorizzare il messaggio, oggi ripeteremo:
Ogni momento della nostra vita รจ illuminato dalla luce del Risorto
Epistola (Rm 6,3-11)
3 O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesรน, siamo stati battezzati nella sua morte?
4 Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perchรฉ come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, cosรฌ anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
5 Se infatti siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione.
6 Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio รจ stato crocifisso con lui, perchรฉ fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo piรน schiavi del peccato. 7 Infatti chi รจ morto, รจ ormai libero dal peccato.
8 Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, 9 sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore piรน; la morte non ha piรน potere su di lui. 10 Per quanto riguarda la sua morte, egli morรฌ al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio.
11 Cosรฌ anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesรน.
Fin dai primi anni di vita della chiesa, i cristiani dichiararono santo โil giorno dopo il sabatoโ e gli assegnarono un nome nuovo. Quello che dai romani era chiamato giorno del sole divenne il giorno del Signore, in latino dominica dies, da cui il nome domenica.
Molto presto sentirono anche il bisogno di dedicare un giorno particolare alla celebrazione della risurrezione di Cristo, evento fondante della loro fede. Nacque cosรฌ la Pasqua considerata la domenica delle domeniche, la festa delle feste, la regina di tutte le feste, di tutte le domeniche, di tutti i giorni dellโanno.
Durante la solenne veglia notturna โ alla quale nessuno poteva mancare โ erano amministrati i battesimi.
Il rito prevedeva che i catecumeni non ricevessero una semplice abluzione, ma venissero totalmente immersi nellโacqua e che poi emergessero dal fonte battesimale โ come da grembo materno โ nuove creature, figli della luce.
Fra canti di gioia, la comunitร accoglieva questi suoi nuovi figli, generati alla vita divina dallโacqua e dallo Spirito.
ร questo rito che fa riferimento Paolo nel brano che ci viene proposto nella lettura.
Ai cristiani di Roma egli ricorda il momento del loro battesimo e la catechesi che hanno ricevuto.
Esordisce con una domanda retorica: Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesรน, siamo stati battezzati nella sua morte? (v. 3), un modo efficace per richiamare loro una veritร che certo hanno giร ben presente. Sono stati battezzati in Cristo e questo ha comportato unโunione intima con lui, una condivisione del suo destino di morte, per giungere con lui alla vita.
Anche Gesรน un giorno ha impiegato lโimmagine del battesimo: โCโรจ un battesimo che devo ricevere e come sono angosciato finchรฉ non sia realizzatoโ (Lc 12,50). Si riferiva alla sua โimmersioneโ nelle acque della morte, dalle quali sarebbe poi riemerso nel giorno di Pasqua.
Il cristiano โ spiega Paolo โ รจ chiamato a percorrere lo stesso cammino del Maestro. Per essere accomunato alla pienezza di vita del Risorto, deve prima far morire โlโuomo vecchioโ con tutta la sua condotta perversa. Questo avviene nel rito dellโimmersione nel fonte battesimale. Scendere in questa vasca significa accettare di morire al peccato, di โseppellireโ il proprio passato e iniziare una vita completamente nuova, una vita in sintonia con quella di Cristo (v. 4-6).
Nella Lettera ai galati, Paolo spiega questo passaggio dalla morte alla vita con una drammatica contrapposizione fra โle opere della carneโ e โil frutto dello Spirito: โLe opere della carne โ dice โ sono ben note: fornicazione, impuritร , libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come giร ho detto, che chi le compie non erediterร il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece รจ amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontร , fedeltร , mitezza, dominio di sรฉโ (Gal 5,19-23).
La notte di Pasqua รจ per ogni cristiano โ bambino, adolescente, giovane o adulto โ il momento piรน appropriato per richiamare a se stesso gli impegni che si assume chi vuole comportarsi in modo coerente con il proprio battesimo.
Dopo essersi soffermato, nella prima parte del brano, sullโaspetto negativo, sulla morte al peccato, nella seconda parte (vv. 8-11) Paolo introduce il tema positivo, lโingresso nella vita: โSe siamo morti con Cristo, crediamo anche che vivremo con luiโ.
Si passa attraverso la morte, ma il destino ultimo รจ la vita.
I cristiani delle prime generazioni hanno interiorizzato profondamente questa catechesi paolina sul battesimo, hanno cercato di tradurla in pratica nella loro vita e sono andati via via arricchendo anche il rito con altri gesti simbolici molto eloquenti.
Hanno introdotto il gesto di rivestire i neofiti con una veste candida, segno della vita completamente nuova e senza macchia che questi si impegnavano a condurre. Era il vescovo che la consegnava loro, dopo averli abbracciati mentre risalivano dal fonte battesimale. In alcune comunitร il vescovo poneva anche sulle loro labbra alcune gocce di latte e di miele, gli alimenti promessi da Dio a coloro che sarebbero entrati nella terra promessa, terra che โ per i neofiti โ รจ il regno di Dio.
Anche la forma di queste vasche venne acquistando significati simbolici. Le piรน antiche โ a Nazaret ne sono conservate due molto celebri โ erano quadrate o rettangolari per richiamare al battezzando la tomba nella quale entrava insieme con Cristo per seppellirvi โlโuomo vecchioโ con tutta la sua condotta perversa e poi risorgere con Cristo a nuova vita. Altre vasche erano circolari per riprodurre la volta del cielo e indicare ai neofiti il regno celeste in cui facevano il loro ingresso. Quelle cruciformi richiamavano al battezzando il dono della vita; erano lโinvito a unirsi al Maestro e ad offrire se stesso ai fratelli. Quelle ovali infine presentavano un simbolismo ancora piรน evidente: come dallโuovo esce la vita, cosรฌ dal fonte battesimale nasce lโuomo nuovo.
Vangelo (Lc 24,1-12)
1 Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba, portando con sรฉ gli aromi che avevano preparato.
2 Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3 ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesรน.
4 Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.
5 Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: โPerchรฉ cercate tra i morti colui che รจ vivo? 6 Non รจ qui, รจ risuscitato. Ricordatevi come vi parlรฒ quando era ancora in Galilea, 7 dicendo che bisognava che il Figlio dellโuomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giornoโ.
8 Ed esse si ricordarono delle sue parole.
9 E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.
10 Erano Maria di Mร gdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli.
11 Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.
12 Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornรฒ a casa pieno di stupore per lโaccaduto.
Il venerdรฌ santo alcune donne che avevano accompagnato Gesรน dalla Galilea e che, sul Calvario, da lontano, avevano assistito al dramma che lรฌ si era compiuto (Lc 23,49), erano tornate in cittร e avevano preparato aromi e oli profumati. Il giorno di sabato avevano osservato il risposo, come prescriveva la legge (Lc 23,55-56) e il primo giorno della settimana, di buon mattino, si erano nuovamente dirette verso il sepolcro.
Era usanza che, dopo la sepoltura, le donne tornassero a visitare la tomba. Si riteneva infatti che, per quattro giorni, il soffio vitale del defunto continuasse ad aleggiare attorno al cadavere e potesse tornare a rianimarne il corpo. Era accaduto al tempo dei profeti Elia ed Eliseo e anche Gesรน aveva operato alcune rianimazioni: aveva riportato in vita il figlio della vedova di Nain, la figlia di Giairo e Lazzaro.
Ma rianimare non รจ sconfiggere la morte. Tutti coloro che sono stati rianimati da qualche uomo di Dio sono poi deceduti di nuovo e per sempre. La morte, implacabile, รจ sempre tornata a riprendersi la preda che le era stata momentaneamente sottratta.
Risorgere non รจ tornare alla vita di prima โ come avviene nella rianimazione โ ma entrare in una forma di vita completamente nuova, una vita sulla quale la morte non ha piรน alcun potere.
Che cosa si aspettavano le donne che, il mattino di Pasqua, si sono recate al sepolcro?
Una rianimazione? Ritrovare qualche segno di vita nel cadavere che Giuseppe dโArimatea aveva mestamente deposto nel proprio sepolcro?
No, una rianimazione del corpo martoriato di Gesรน era assolutamente impensabile.
Una risurrezione allora? ร vero, Gesรน ne aveva parlato, ma nessuno aveva mai capito cosa intendesse dire. Era completamente estraneo alla cultura giudaica del tempo lโidea che il defunto passasse immediatamente da questa a unโaltra forma di vita.
Negli ultimi due secoli prima di Cristo, in Israele si era cominciato a parlare di un โrisveglio di coloro che dormono nella polvere della terraโ (Dn 12,2). Ma questo risveglio era proiettato molto lontano, si riteneva che si sarebbe realizzato soltanto alla fine del mondo.
I piรน saggi fra i rabbini assicuravano che ai giusti, ai martiri che si erano sacrificati per la fede, sarebbe stata ridonata quella vita che era stata loro brutalmente tolta. Quando sulla terra avrebbe avuto inizio lโatteso regno di pace e giustizia universale, il Signore li avrebbe riportati in vita e li avrebbe fatti partecipare alla gioia del mondo completamente rinnovato. Il destino degli empi invece era la morte eterna. La loro fine sarebbe stata come quella degli animali e delle piante: di loro nessuno avrebbe conservato neppure il ricordo.
A questo โrisveglio dalla polvere della terraโ perรฒ credevano solo i farisei. I sadducei โ che a Gerusalemme costituivano la casta sacerdotale che officiava nel tempio โ non credevano in alcuna forma di vita dopo la morte. La gente semplice, la massa del popolo aveva problemi concreti di sopravvivenza in questo mondo e non aveva molto tempo per disquisire sullโaltro mondo.
Essendo questa la mentalitร diffusa, nessuno, in quel primo giorno dopo il sabato, poteva aspettarsi una rianimazione del corpo di Gesรน. Lโunico pensiero consolante che qualcuno probabilmente coltivava era la vaga speranza di un suo ritorno alla vita alla fine dei tempi.
Quando le donne giungono al sepolcro, ecco perรฒ la sorpresa: la pietra รจ stata rotolata via. Entrano e non trovano il corpo di Gesรน.
Non capiscono, non sono ancora in grado di interpretare in modo corretto il segno che Dio ha voluto porre davanti ai loro occhi stupiti e increduli. Avrebbero dovuto riflettere, ricordare e comprendere le parole di risurrezione che avevano piรน volte udito dal Maestro.
Il loro primo pensiero invece รจ stato un altro: i ladri sono entrati nella tomba.
Malgrado la pena di morte comminata dalla legge romana contro chi violava le tombe, lโasportazione di oggetti e suppellettili dai sepolcri era prassi comune. โHanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lโhanno postoโ โ dirร la Maddalena a Pietro e allโaltro discepolo (Gv 20,2).
Un timido pensiero โ che lo spirito vitale abbia rianimato il corpo di Gesรน? โ ha forse attraversato la mente delle donne, ma รจ stato subito rimosso come assurdo.
Allora sono rimaste โincerteโ, o meglio โ come dice letteralmente il testo dellโevangelista โ sono venute a trovarsi โsenza via dโuscitaโ (v. 4).
A quel punto solo una luce del cielo poteva introdurle nella novitร assoluta cui non solo non avevano mai pensato, ma che neppure erano in grado di concepire.
โEcco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgorantiโ (v. 4). Piรน avanti verranno identificati come angeli (Lc 24,23). Marco parla di โun giovaneโ, Matteo di โun angelo del Signore, sceso dal cieloโ, Giovanni di โdue angeliโ.
Il linguaggio letterario impiegato da ognuno degli evangelisti รจ diverso, ma il messaggio รจ lo stesso: il cielo invia la sua luce per rischiarare il mistero della morte, per dare una risposta al maggiore degli enigmi che da sempre angoscia lโuomo.
La reazione delle donne di fronte al fulgore della luce di Dio รจ il religioso timore. Chinano il volto a terra, assumono lโatteggiamento di chi accoglie in modo rispettoso e devoto la rivelazione del cielo.
โPerchรฉ cercate tra i morti il Vivente? โ viene chiesto loro โ Non รจ qui, รจ risuscitatoโ (vv. 5-6).
La rianimazione รจ unโesperienza che puรฒ essere constata, la risurrezione โ cioรจ lโingresso definitivo nella forma di vita immortale propria di Dio โ non รจ verificabile con i sensi, non รจ una scoperta della mente dellโuomo nรฉ รจ frutto di ragionamenti e deduzioni logiche, puรฒ essere rivelata soltanto da Dio.
Il sepolcro รจ vuoto non perchรฉ la vittima รจ provvisoriamente sfuggita alla morte, ma perchรฉ Dio lo ha trasformato in un grembo dal quale รจ nata una nuova vita. Dio รจ stato la levatrice che ha provocato il parto.
Le donne non devono piรน cercare Gesรน nel regno dei morti. Egli รจ il Vivente e con la sua morte ha svuotato ogni sepolcro.
Dal giorno di Pasqua รจ insensato pensare di incontrare nel cimitero coloro che hanno lasciato questo mondo. Lร si trovano solo le spoglie, gli atomi, le molecole che non entrano in cielo. La persona cara che cerchiamo รจ vivente, con Cristo, con Dio.
Le donne โ come noi oggi โ desideravano vedere Colui che puรฒ essere riconosciuto solo con lo sguardo della fede.
I messaggeri celesti indicano a loro โ e a noi โ il modo per incontrarlo: โRicordatevi come vi parlรฒ quando era ancora in Galileaโ (v. 6).
Ricordate la sua Parola, cercatelo nella sua Parola!
ร attraverso questa Parola che lo potrete incontrare e โvedereโ.
โEd esse si ricordaronoโ (v. 8).
ร questo il momento in cui il loro cuore si รจ aperto alla fede nel Risorto.
ร il ricordo delle parole del Signore che getta una luce sugli eventi, altrimenti assurdi, accaduti a Gesรน e che dร un senso positivo anche a tutte le morti di oggi.
Nel vangelo di Luca le donne hanno un posto privilegiato. Sono collocate, accanto ai Dodici, al seguito di Gesรน che va per cittร e villaggi predicando e annunciando la buona novella del regno di Dio (Lc 8,1-3).
Nel giorno di Pasqua esse raggiungono il punto piรน alto della loro missione: sono le prime a lasciarsi coinvolgere dalla rivelazione del cielo, sono le prime a ricordarsi della Parola e ad annunciare la Risurrezione.
Nella cultura ebraica la testimonianza delle donne non aveva valore.
Dio sconvolge non solo le attese degli uomini, ma anche i loro criteri di giudizio: sceglie โ come dirร Paolo โ โciรฒ che nel mondo รจ stolto per confondere i sapientiโฆ ciรฒ che nel mondo รจ debole per confondere i fortiโฆ ciรฒ che nel mondo รจ ignobile e disprezzato, ciรฒ che non conta nullaโ per realizzare i suoi disegni (1 Cor 1,27-28).
La reazione degli apostoli allโannuncio delle donne รจ la piรน naturale: โQuelle parole parvero loro dei deliriโ (v. 11).
In tutto il NT, il termine โdeliriโ ricorre solo qui e dร lโidea di come la risurrezione fosse un pensiero assurdo che non sfiorava nemmeno la mente di un israelita.
Quando, nel suo discorso di autodifesa davanti al procuratore, Paolo accennerร alla risurrezione di Gesรน, Festo lo interromperร dicendo: โSei pazzo Paolo, la troppa scienza ti ha dato al cervelloโ (At 26,24).
Pietro non crede, ma parte, inizia il cammino che hanno fatto le donne: va prima al sepolcro e lรฌ trova le bende, incontra i segni della morte. Sono lโunica realtร che gli occhi dellโuomo possono verificare.
La sua reazione perรฒ non รจ piรน lโincredulitร , ma la meraviglia.
ร il primo passo che egli compie verso la fede. Il passo decisivo lo farร soltanto quando il Risorto gli โricorderร โ le parole che aveva detto (Lc 24,44) e gli aprirร la mente per comprendere le Scritture (Lc 24,45-47).
Luca, piรน degli altri evangelisti, sottolinea la difficoltร degli apostoli ad accettare la rivelazione del cielo, la loro incredulitร , la loro meraviglia.
La loro storia รจ la nostra storia, il cammino di fede che hanno percorso รจ il nostro cammino.
