Commento al Vangelo del 2 Giugno 2019 – p. Roberto Mela scj

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Ascensione:ย Assunzione in profonditร 

La ricchezza poliedrica del mistero pasquale mostra oggi un suo aspetto in parte trascurato nella spiritualitร  cristiana di molti fedeli. La Chiesa celebra gli ultimi momenti del mistero di Cristo che patisce, muore, รจ sepolto, risorge, sale al Padre, siede alla sua destra, invia lo Spirito Santo.

Chi dice che โ€œil cieloโ€ sia solo โ€œin altoโ€ e non forse anche โ€œnel profondoโ€ delle cose?

La Pasqua giunge alla profonditร  del mistero di salvezza e di grazia costituito da Gesรน, morto e risorto.

Si mostrรฒ vivo per quaranta giorni

Nel Prologo degli Atti (At 1,1-14), lโ€™autore della seconda parte dellโ€™opera doppia Lc-At (comunemente identificato con Luca) elabora un racconto che raccorda strettamente il finale del Vangelo con lโ€™inizio dellโ€™opera che narra la corsa della parola da Gerusalemme a Roma. Il Vangelo di Luca inizia nel tempio di Gerusalemme (Lc 1,5-22) e termina nello stesso luogo (Lc 24,53).

Con una studiata articolazione a embricatura, Luca inizia il libro degli Atti con un rimando alla prima parte della sua opera conclusa con lโ€™assunzione di Gesรน (Lc 24,51) e vi aggiunge il ricordo del suo comando di non allontanarsi da Gerusalemme fino al compimento della promessa del battesimo nello Spirito (At 1,4). Concluso a Gerusalemme il Vangelo (Lc 24,52), da Gerusalemme (At 1,4) inizia il cammino della Parola che si concluderร  a Roma, capitale dellโ€™impero romano che raggiunge i confini della terra allora conosciuta.

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Luca articola il suo prologo ricordando la promessa dello Spirito e lโ€™invio missionario intimato da Gesรน ai suoi, fino ai confini della terra (At 1,1-8). In una seconda parte racconta in un primo quadro lโ€™Ascensione di Gesรน (At 1,9-11) raccordandolo al secondo quadro che descrive la prima comunitร  a Gerusalemme (1,12-14).

Per il tempo simbolico di quaranta giorni, tempo giudicato piรน che sufficiente dai rabbini del tempo per formare un discepolo, Gesรน risorto accompagna la sua Chiesa, facendosi vedere dagli Undici e ยซmostrandosi ad essi vivo/hois kai parestฤ“sen heauton zลntaยป con molte prove. Colui che era considerato maledetto da Dio per la sua morte infame di croce, aveva vinto la morte, dimostrando la sua giustizia e la veritร  della sua persona e del suo messaggio.

La promessa del Padre: il battesimo nello Spirito

Come ai tempi del diluvio universale (Gen 7,4), la durata della manna nel deserto (Es 16,35), quello della permanenza di Mosรจ sul monte Sinai (Es 24,18; 34,28), il cammino di Israele nel deserto della liberazione (Es Nm 14,3; Dt 2,7; Gs 5,6), il tempo impiegato dagli esploratori della terra promessa (Nm 13,25), la durata del regno di Davide (2Sam 5,4), il cammino di Elia nella fuga verso lโ€™Horeb (1Re 19,8), il tempo concesso da Giona ai niniviti per convertirsi (Gn 3,4), la durata della permanenza di Gesรน nel deserto allโ€™inizio della sua vita pubblica (Mc 1,3), i โ€œquarantaโ€ giorni o anni plasmano la comunione della creatura e del popolo col proprio liberatore, legislatore e Voce a cui obbediscono le voce dei profeti.

Gesรน plasma ulteriormente gli Undici โ€“ dopo il catecumenato prepasquale โ€“ con degli ulteriori insegnamenti circa la regalitร  (Herrschaft) di YHWH/Il Padre che crea il suo Regno (Reich) nel cuore degli uomini e delle societร . Con unโ€™inclusione letteraria perfetta, il libro degli Atti si concluderร  a Roma, con la scena di Paolo che predica il regno di Dio con franchezza e senza impedimento (cf. At 28,31).

Gesรน โ€œprende insieme il sale/synalizomenosโ€ con i suoi. Un pranzo che sigilla alleanza, comunione di vita che preserva dalla marcescenza e aiuta ad accendere il fuoco della โ€œlegnaโ€ che dovrร  incendiare il mondo intero. Da Gerusalemme non ci si deve โ€œpartire/allontanare/separarsi/chลrizesthaiโ€, perchรฉ non sta per iniziare unโ€™avventura di carattere โ€œumanoโ€, ma divino (cf. la raccomandazione di Gamaliele ai sinedriti in At 5,38-39).

A Gerusalemme, luogo della morte e risurrezione pasquale di Gesรน, il Figlio di Dio, si deve attendere la pienezza del mistero pasquale: lโ€™effusione dello Spirito Santo. Egli (cf. il pronome dimostrativo maschile personalizzante in Gv 15,26!) รจ la โ€œpromessa/epaggeliaโ€ del Padre, enunciata dal Figlio, fedele plenipotenziario e ambasciatore scrupoloso. Nella sua missione prepasquale Gesรน aveva preannunziato/promesso lโ€™incombente battesimo nello Spirito Santo, dopo un primo battesimo con acqua amministrato da Giovanni Battista.

Gli apostoli non possono iniziare la missione di conversione dei cuori, senza prima essere stati immersi nella vita dello Spirito del Figlio di Dio, lโ€™incendiario del mondo col fuoco del suo Spirito.

Di me sarete testimoni

Gesรน parla del regno di Dio, gli Undici gli chiedono i tempi di realizzazione del regno per Israele. Lโ€™incomprensione politico-militare โ€œterrestreโ€ da parte dei discepoli continua. Il Padre ha posto โ€œnella/enโ€ sua autoritร  i tempi cronologici (chronous) e quelli giusti/escatologici/definitivi/gravidi di decisivitร  (chairous) per la realizzazione del suo Regno, che non รจ di questo mondo e di cui il regno davidico era solo una pallida prefigurazione umana.

Con una distinzione qualitativa ben accentuata (โ€œma/allaโ€), nella sua risposta Gesรน annuncia una venuta e una partenza: ยซRiceverete una potenza/forza sopravveniente del Santo Spirito sopra di voi e sarete di me testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla fine del mondoยป (At 1,8 lett.).

La partenza missionaria testimoniale non potrร  avvenire prima del sopraggiungere intenso e โ€œprecisoโ€ (epelthontosโ€ฆ ephโ€™ hymas) di una potenza (= โ€œdella potenzaโ€: il greco semitizzante nasconde e rivela un costrutto ebraico soggiacente che richiede lโ€™assenza dellโ€™articolo determinativo) che consiste nello Spirito Santo (genitivo epesegetico: la seconda parola spiega la precedente).

Egli attrezzerร  con una potenza divina, sovrumana, spirituale i discepoli quali testimoni allโ€™altezza dellโ€™oggetto della loro testimonianza. Essa non verterร  piรน tanto su โ€œqueste cose/toutลnโ€ (Lc 24,48), ma si concentrerร  interamente sulla persona di Gesรน: sarete testimoni di me. At-testerete nei tribunali e sulle piazze, nei negozi e nelle sinagoghe, sulle navi e lungo il cammino, sul tavola della tortura e nellโ€™intimo delle case ciรฒ che avete sentito, visto, sperimentato personalmente di ciรฒ che sono io, di ciรฒ che sento io, di ciรฒ che vivo io. La vita stessa dei discepoli entrerร  a far parte del vangelo che testimonieranno. Questa รจ la concezione della โ€œtestimonianzaโ€ secondo Luca.

La ripartizione territoriale dellโ€™invio missionario che Gesรน risorto fa nei confronti dei discepoli non ha solo una valenza geografica e non รจ lโ€™unico indice secondo cui strutturare il libro degli Atti. Essa rappresenta i campi principali della propagazione della Parola: la cittร  madre Gerusalemme, il campo spurio ed eretico della Samaria, il mondo vasto delle genti che giunge fino alla โ€œfine del mondoโ€. Allโ€™incontrario del movimento centripeto previsto per la conoscenza della Torah di YHWH nellโ€™Antico Testamento (cf. Is 2,1-5), ora la spinta centrifuga parte da Gerusalemme per raggiungere le genti lร  dove vivono. La Chiesa di Gesรน, radicata nel popolo di Israele, deve essere sempre โ€œin uscitaโ€.

Assunto

Come gli รจ abituale, Luca visualizza in una scena esemplare, episodica e drammatica, una veritร  teologica di fede. Egli dร  fondo a tutta la ricchezza terminologica verbale della lingua greca per esprimere il mistero del ricongiungimento di Gesรน risorto con Padre, principio e termine della sua missione e della sua identitร  profonda. Mentre gli occhi dei discepoli lo โ€œvedono/blepontลnโ€, Gesรน โ€œfu elevato/eperthฤ“ < ep-airลโ€ da una forza esterna divina.

Luca si serve del linguaggio impiegato nellโ€™AT per evocare lโ€™elevazione dei grandi profeti o quello usato dalla storia romana per notificare la scomparsa celeste degli imperatori in vista della loro divinizzazione. Sotto gli occhi dei discepoli, resi testimoni qualificati (a diversitร  di ciรฒ che avvenne con Enoch in Gen 5,23 quando Dio โ€œgli cambiรฒ posto/lo spostรฒ/metethฤ“kenโ€ e con Elia in 2Re 2,11, che โ€œfu portato su/fu assunto/anelฤ“mphthฤ“โ€), Gesรน โ€œfu preso da sotto in su/fu elevato/anelฤ“mpthฤ“ < ana-lambanลโ€ (At 1,2), โ€œfu elevato/eperthฤ“ < ep-airลโ€ (1,9), โ€œuna nube lo prese su da sotto/lo prese in carico/hypelaben < hypo-lambanลโ€, di modo che Gesรน รจ โ€œlโ€™Assunto/ho analฤ“mptheisโ€ (1,11) verso il cielo e โ€œcolui che se ne va/auton poreuomenonโ€ (1,11) verso il cielo, cioรจ Dio/Il Padre.

Luca visibilizza in una scena โ€œspazialeโ€ una veritร  teologica indiscutibile per la Chiesa, della quale gli Undici sono stati testimoni per esperienza propria.

Dopo un tempo opportuno piรน che sufficiente per una ulteriore formazione postpasquale, Gesรน cessa di essere presente in modo visibile alla sua Chiesa, per โ€œraggiungereโ€ in pienezza il termine/lo scopo della sua missione terrena quale Inviato dal Padre. Egli รจ Figlio dellโ€™Altissimo, Colui che siede per sempre sul trono di Davide ormai spiritualizzato per regnare per sempre โ€“ e non solo su Israele โ€“, il Santo (cf. Lc 1,32-35). Il Vangelo dellโ€™Infanzia di Luca, vangelo in miniatura, aveva giร  indicato in anticipo lโ€™altissima dignitร  del nascituro, anticipandola giร  nellโ€™Annunciazione angelica a Maria, la madre, la โ€œTutta trasformata dalla graziaโ€.

Gesรน raggiunge โ€“ trasformato e arricchito della sua vicenda terrena conclusasi con gli sfregi dolorosi della crocifissione โ€“ la pienezza della sua missione, il termine ultimo del compimento della sua stessa identitร  di Figlio di Dio incarnato fra gli uomini. Gesรน raggiunge il Padre, la pienezza della vita divina striata ormai anchโ€™essa del dolore degli uomini. ยซInnalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udireยป (At 2,33) proclamerร  Pietro il giorno di Pentecoste.

โ€œInnalzato/esaltato/hypsotheis < hypsoลโ€ โ€œalla destra/dalla destra/tฤ“i dexiaiโ€ del Padre, siede alla destra del Padre in pari dignitร  di potere regale di dominio e di possesso della pienezza dello Spirito Santo. Gesรน risorto โ€œprende/riceve/accoglie/labลnโ€ dal Padre lo Spirito promesso ai discepoli, perchรฉ egli lo possa riversare sulla terra non quale Spirito Santo โ€œgenericoโ€, ma quale Spirito del Figlio risorto, uno Spirito di figliolanza, che rende figli nel Figlio.

La sessione alla destra del Padre รจ il penultimo atto โ€œteologicoโ€ del mistero pasquale. Nella pienezza del potere sovrano compartecipatogli dal Padre, Gesรน risorto e asceso al cielo, seduto alla destra del Padre, puรฒ โ€œeffondere/spargere/execheenโ€ sulla terra lo Spirito Santo cha ha โ€œpreso/accoltoโ€ nella comunione col Padre. Si compie in tal modo la realtร  di base perchรฉ possa compiersi la promessa del battesimo nello Spirito Santo, lo Spirito del Figlio risorto.

Verrร  allo stesso modo

I due uomini in bianche vesti โ€“ esseri angelici che partecipano del mondo divino (โ€œbiancoโ€) e che aiutano in modo personalizzato il cammino degli uomini โ€“ scuotono con un elegante rimprovero i discepoli che ยซse ne stavano in continuitร  a fissare con sguardo attento e fisso in un punto solo verso il cielo/atenizontes ฤ“san eis ton ouranonยป. Non bisogna restare a fissare il mondo di Dio, perchรฉ Gesรน risorto e innalzato/elevato/portato su dal Padre e ยซโ€œche se ne va per virtรน propria/poreuomenou autouโ€ (verso il cielo/il mondo di Dio), โ€œverrร /eleusetai < erchomaiโ€ = venire (non โ€œtornareโ€ o โ€œritornareโ€โ€ฆ)ยป nello stesso modo in cui i discepoli lโ€™hanno visto โ€œandarsene/poreuomenonโ€.

Cristo glorioso e seduto alla destra del Padre verrร  certamente, e non solo alla fine dei tempi. Verrร  con la pienezza dello Spirito donato dal Padre (Gv 14,17), Spirito inviato dal Padre nel nome di Gesรน Signore (Gv 14,26), lo Spirito che Gesรน Signore invierร  da presso il Padre (Gv 15,26), lo Spirito che procede da presso il Padre (Gv 15,26), lo Spirito che sopraggiunge sui discepoli a Pentecoste (At 1,8) e che โ€œsi posa (a sedere)/ekathisenโ€ su ciascuno di loro (At 2,4).

รˆ lo Spirito effuso da Cristo Signore assiso alla destra del Padre dopo averlo โ€œpreso/accolto/labลnโ€ da lui (At 2,33), lo Spirito di cui furono riempiti tutti coloro che erano radunati in preghiera dopo la liberazione di Pietro e Giovanni (At 4,31), lo Spirito Santo che testimonia insieme agli apostoli interrogati nel sinedrio (At 5,32), lo Spirito che riempie Stefano e โ€œi Setteโ€ (At 6,3.5; 7,55), che i samaritani ricevono tramite lโ€™imposizione delle mani da parte di Pietro e Giovanni (At 8,15.17.18) ecc. รˆ lo Spirito di Gesรน che impedisce a Paolo e a Timรฒteo di passare in Bitinia (At 16,7).

La Chiesa si consolida, cammina nel timore del Signore e cresce di numero in Giudea, in Galilea e nella Samaria con il conforto dello Spirito Santo (At 9,31).

Gesรน risorto viene nella sua Chiesa con il suo Santo Spirito e lโ€™accompagna fin dโ€™ora nel suo cammino di โ€œtestimonianza/martyriaโ€ โ€“ talvolta โ€œmartirialeโ€ โ€“ fino a raggiungere il confine del mondo (cf. At 1,8), i confini di ogni cuore.

Cominciando da Gerusalemme

Nel primo giorno della settimana, gli eventi si accavallano: le donne trovano la tomba di Gesรน vuota, ricevono il messaggio degli angeli e lo riferiscono agli Undici e agli altri (24,1-11), Pietro corre alla tomba (v. 12), i due discepoli di Emmaus incontrano il misterioso viandante e raccontano agli Undici di averlo riconosciuto e questi proclamano la sua apparizione a Pietro (vv. 13-35); tutti godono, infine, dellโ€™incontro pasquale che Gesรน regala loro (vv. 36-49) e a Betania ricevono la benedizione di colui che ยซviene portato su nel cieloยป (vv. 50-53).

Nel finale del suo Vangelo, Luca concentra gli incontri pasquali di Gesรน in un unico luogo (Gerusalemme) e in un unico tempo (il giorno di Pasqua).

Negli Atti degli Apostoli, il secondo momento della sua opera in due atti (Doppelwerk), egli invece โ€œstoricizzaโ€ i fatti e distribuisce didatticamente in quaranta giorni la compagnia che il Risorto offre alla sua Chiesa che muove i primi passi.

Da Gerusalemme tutto รจ partito, con Zaccaria che prega nel tempio, ma non riesce a benedire il popolo (Lc 1,21-22). Nel tempio di Gerusalemme si concluderร  il Vangelo con la preghiera gioiosa degli Unici (e degli altri). Da Gerusalemme (su ordine del Risorto, cf. Lc 24,49 e At 1,4) riprenderร  il cammino degli apostoli e della loro testimonianza, che troverร  unโ€™apertura incontrastata a livello mondiale con lโ€™apostolo Paolo che annuncia il regno di Dio a Roma (cf. (At 28,31).

Gerusalemme รจ il perno della storia e della geografia della salvezza, โ€œombelico della terra/omphalos tฤ“s gฤ“sโ€ (cf. Gdc 9,37LXX; Ez 38,12LXX), centro del mondo nuovo che nasce col Risorto. Lโ€™annuncio della conversione dai peccati deve essere comunicato per primo ad essa, e da essa raggiungere i confini della terra. รˆ il frutto maturo del mistero pasquale di sofferenza, morte e risurrezione di Gesรน (Lc 24,44-47). La testimonianza di queste cose (Lc 24,47), che in At 1,8 diventerร  ยซdi me sarete testimoniยป, sarร  possibile perรฒ agli apostoli solo dopo la ricezione della promessa del Padre, che li rivestirร  di potenza dallโ€™alto (Lc 24,49; At 1,4).

Portato su, nel cielo, mentre benediceva

Gesรน porta i suoi apostoli a Betania, sulle pendici orientali del monte degli Ulivi. Alza le mani al cielo come un sacerdote e li benedice con una benedizione che porta a compimento quella di Dio nella creazione (Gen 1,28), quella donata a Noรจ e alla sua famiglia (Gen 9,1) e quella concessa ad Abramo prima della sua partenza (Gen 12,1-3). I patriarchi avevano benedetto i figli: benedizioni usurpate (Gen 27), o fraudolente (Gen 48). Mosรจ aveva benedetto a lungo Israele prima di morire (Dt 33) e aveva insegnato ad Aronne la benedizioni da impartire a Israele (Nm 6,22-27).

Verso il 180 a.C. il sommo sacerdote Simone II, figlio di Onia, era bellissimo quando ยซalzava le sue mani su tutta lโ€™assemblea dei figli dโ€™Israele per dare con le sue labbra la benedizione del Signore e per gloriarsi del nome di luiยป (Sir 50,20).

Come un patriarca, Gesรน benedice i suoi e come sacerdote benedice lโ€™assemblea riunita attorno a lui e che si inchina al suo cospetto. Gesรน risorto dona quella benedizione che Zaccaria, rappresentante del popolo dellโ€™Antico Testamento, non era riuscito a dare al popolo che lo aspettava disorientato fuori dalla tenda dellโ€™incenso. Benedizione โ€œsospesaโ€ nel tempo della gestazione, ora concessa nel momento del parto.

La benedizione รจ un gesto che realizza ciรฒ che esprime, รจ performativo: ยซโ€ฆ comunica la benevolenza e la protezione, assicura la continuitร  e la fedeltร  nel momento della partenza e della separazioneยป. Di solito, le parole dette in questi momenti assurgono a parole di giuramento. ยซNel nostro passo vi รจ dunque un paradosso del ritiro e del dono, dellโ€™assenza e della presenzaโ€ฆ il paradosso di Emmaus qui si ripeteยป (F. Bovon).

Mentre, come un patriarca, Gesรน benedice i suoi, egli si separa per iniziativa propria da loro: โ€œsi staccรฒ/diestฤ“โ€ dai suoi. Allo stesso tempo, egli โ€œveniva portato su, verso il cielo/anephereto eis ton ouranonโ€ da unโ€™altra potenza, quella del Padre (passivum divinum).

Rispetto agli Atti, Luca impiega qui unโ€™ulteriore radice verbale per esprimere il cambiamento di condizione di Gesรน, che arriva alla profonditร  della vita con il Padre e lo Spirito e al compimento della sua missione. Il verbo anapherล non esprime un rapimento violento, ma un atto dolce di presa in carico (lambanล), un innalzamento verso il mondo di Dio (โ€œcieloโ€). Un movimento dal basso verso lโ€™alto (ava-) che vuole indicare la differenza di luogo e di condizione a cui Gesรน va incontro. Egli lascia il mondo egli uomini (ยซsi staccรฒ da loroยป), per entrare definitivamente nel mondo del Totalmente Altro, il mondo di Dio Padre (โ€œcieloโ€).

Gioia e lode nel tempio

Ricevuta la benedizione discendente del patriarca-sacerdote portato dal Padre nella condizione completamente โ€œcelesteโ€, divina, gli Undici tornano a Gerusalemme dalla sua periferia orientale dove erano stati portati da Gesรน.

Il Monte degli ulivi riunisce come una cerniera perenne il suo versante orientale, Betania, con quello occidentale, la cittร  vera e propria. Lโ€™evangelista aveva presente lโ€™antica tradizione biblica secondo la quale la venuta finale del Signore sarebbe avvenuta sul Monte degli ulivi (cf. Zc 14,4: ยซIn quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il Monte degli ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente, e il Monte degli ulivi si fenderร  in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda; una metร  del monte si ritirerร  verso settentrione e lโ€™altra verso mezzogiorno; Ez 11,23: Quindi dal centro della cittร  la gloria del Signore si alzรฒ e andรฒ a fermarsi sul monte che รจ a oriente della cittร ยป, sul quale tornerร  dopo essersene andata con Israele in esilio a Babilonia).

Secondo lโ€™evangelista Luca, รจ necessario uscire (non del tutto) da Gerusalemme e andare a Betania perchรฉ la parusia si sarebbe svolta come lโ€™ascensione, solo in ordine inverso (cf. At 1,11: ยซโ€ฆ Questo Gesรน, che di mezzo a voi รจ stato assunto in cielo, verrร /eleusetai [non โ€œritornerร โ€!] allo stesso modo/outลsโ€ฆ hon tropon in cui lโ€™avete visto andare/poreuomenon in cieloยป).

Con immensa gioia gli Undici โ€œinnalzano la loro lode continua/eulogountesโ€ a Dio/il Padre nel tempio, luogo dove รจ invocato il suo Nome (cf. 1Re 8,29.43; 2Cr 6,6.33). รˆ la benedizione ascendente dei discepoli radunati nella Chiesa, innestati nel corpo risorto di Gesรน, casa di Dio โ€“ rinnovata โ€“, casa di preghiera (cf. Lc 24,46 [= Ger 7,11]; Mt 21,13; Gv 2,13-22) per tutti i popoli (Mc 11,17).

La Chiesa โ€œloda/benedice ascensionalmente/eulogountesโ€ il Padre, ringraziandolo per il destino glorioso riservato al Figlio e lodandolo per il suo piano di salvezza portato a compimento.

La Chiesa non piange unโ€™assenza, ma benedice una presenza diversa, nella potenza dello Spirito del Risorto (cf. At 2, 33).

Felicitร  per una presenza-assenza.

Felicitร  di chi, con gli occhi del cuore, vede lโ€™invisibile e gioisce per la sorte gloriosa dellโ€™Amato che va al Padre (cf. Gv 14,28).

รˆ asceso il Buon Pastore, ascenda con lui il nostro cuore (s. Agostino).

Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News

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