XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) Is 53,10-11 / Sal 32 / Eb 4,14-16 / Mc 10,35-45
Logiche evangeliche
Il secondo Isaia si ritrova a Babilonia, insieme a numerosi deportati dopo il sacco di Gerusalemme ad opera del feroce re Nabucodonosor: se per qualche secolo il regno del Sud รจ riuscito a barcamenarsi tra Assiri ed Egizi, l’ingresso sulla scena internazionale dei babilonesi ha spezzato le fragili speranze di un piccolo popolo mediorientale. Isaia, senza demordere, pensa ad un nuovo stato di cose, ad una nuova potenza, non militare nรฉ politica. Isaia giร vede la nascita di un re “altro”, non diplomatico, nรฉ arrogante, nรฉ astuto. Vede un re semplicemente autentico, che misura il risultato della sua azione politica con l’amore. Isaia giร vede all’orizzonte il Messia.
Il compassionevole
Noi ora leggiamo questa ed altre storie di Israele riconoscendovi il dito di Dio. Ma la nascita di un Messianismo fatto di gesti di pace e di dono di sรฉ non era nรฉ evidente nรฉ scontato. La lunga e complessa lettera agli ebrei, che giร abbiamo ascoltato la scorsa settimana, rilegge la storia di Gesรน il Nazareno: รจ lui il Messia atteso, il Messia compassionevole che, per amore, ha voluto sperimentare in tutto la nostra umanitร . Dio non si รจ riservato un posto a parte, non ha voluto delle riserve, ci ha talmente presi sul serio che, quando ha deciso di divenire uomo, ha voluto sperimentare della nostra umanitร ogni aspetto, eccetto il peccato. (Ovvio: il peccato รจ l’antiumanitร ). Tenendo sott’occhio l’esperienza di Isaia e la riflessione agli ebrei, riusciamo a cogliere l’asprezza della pagina del Vangelo di oggi.
Incomprensione bis
Giร qualche domenica fa abbiamo trovato un Gesรน che, dopo l’annuncio della sua Passione, invece di ricevere ascolto e comprensione da parte dei suoi, si trova di fronte al silenzio imbarazzato dei discepoli che, dimostrando un’immensa insensibilitร , sono piuttosto intenti a descrivere i propri meriti. Oggi Marco, e quindi Pietro, torna sul tema. (Amo Pietro, teneramente. Si sente la lacerante ferita che gli รจ rimasta nel cuore. Non ha paura, ancora ancora, ora che sa, di dire che non aveva capito nulla). I protagonisti oggi, sono Giovanni e Giacomo. Giovanni il perfetto, il mistico, l’aquila, il profondo, chiede a Gesรน una raccomandazione, chiede di sedere alla destra di Gesรน nel momento in cui si fosse instaurato il Regno dei cieli, concepito come un regno politico ed immediato. Non basta avere avuto grandi doni mistici e segni della presenza di Dio nella preghiera per evitare di commettere errori madornali: anche i fratelli e le sorelle che, in mezzo a noi, hanno scelto la strada della contemplazione devono sempre vegliare sul rischio della gloria mondana voluta e cercata.
Gesรน รจ sconcertato, nuovamente. Sa che il suo Regno รจ servizio, sa che questa sua posizione gli costerร del sangue e questi parlano di privilegi e di cariche, di bonus e di benefit. Gli altri apostoli, scocciati, se la prendono con i due fratelli di Cafarnao. Forse perchรฉ gli hanno soffiato l’idea! Gesรน insegna, ancora: il loro ruolo non รจ quello di comandare, ma di amare e servire, come lui, l’unico Maestro, ha saputo fare.
Conversione di Chiesa
Possiamo interrogarci evangelicamente, con franchezza, sul nostro modo di concepire la Chiesa. Penso, in particolare, ha quanti hanno compiti e responsabilitร all’interno della comunitร : vescovi, sacerdoti, ma anche catechisti e animatori. Ho visto persone straordinarie, consapevoli dei propri limiti, consumare la propria vita nell’annuncio del Vangelo. Ho visto sacerdoti in etร di pensione e pieni di acciacchi portare ancora l’immenso dono del Pane di Vita in piccole comunitร sperdute e giovani passare il loro sabato libero a giocare con i ragazzi in un polveroso e improbabile campo di calcio in periferia. Ma ho anche visto (e sento dentro di me), la tentazione dell’applauso e della gloria, del riconoscimento sociale del mio sforzo, del risultato che, in qualche modo, deve essere visibile e quantificabile. Ho visto (e sento dentro di me) rispolverare vecchi titoli e privilegi, giovani preti convinti che basti la loro semplice presenza e simpatia per cambiare le cose. Ho visto e sento dentro di me) catechisti offendersi per un richiamo, lettori incupirsi per una minore attenzione, educatori stancarsi al primo soffio di vento. E penso che dobbiamo ancora fare tanta strada, stare attenti a non cadere nell’inganno della mondanitร , guardare sempre e solo al Maestro che ha amato, senza attendersi dei risultati e ottenendoli proprio dando il meglio di sรฉ, in assoluta umiltร e mitezza.
Fatiche
Gesรน dice di essere come agnelli in mezzo ai lupi. A volte pensiamo che, finchรฉ gli altri non sono degli agnelli, รจ meglio fare i lupi anche noi. Gesรน dice di essere venuto per servire e non per essere servito. A volte la nostra Chiesa lamenta una scarsa attenzione e vorrebbe contare di piรน. Dobbiamo convertirci, semplicemente.
Poteri deboli
Possano le nostre comunitร , marchiate dalla croce, mettersi a servizio dell’umanitร , diventare missionarie di misericordia, di tenerezza, di servizio. Gratuitร , sorriso, piena umanitร che, ricevute da Cristo, contagiano i nostri quartieri, le nostre famiglie, le nostre scuole. Dalla logica del sospetto a quella della fiducia, dalla logica dell’accaparramento a quella della condivisione. Fra noi sia cosรฌ, fra noi รจ cosรฌ se ci accosteremo al distributore di grazia, come suggerisce la lettera agli Ebrei, il Signore Gesรน. Lui, l’amico degli uomini, l’Amante senza misura, la sorgente della tenerezza che ci chiama a diventare suoi testimoni.
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Prossime conferenze di Paolo Curtaz:
- Venerdรฌ 6 novembre a Savona
- 20/21 novembre a Genova
- Venerdรฌ 4 dicembre a Vicenza
- Venerdรฌ 11 dicembre ad Aosta.
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Paolo Curtaz
