Battesimo di fuoco
Disfattismo
Se in Ger 26โ35 si narrano lโinizio del calvario di Geremia e le prospettive di speranza, in Ger 36,1โ45,5 si รจ davanti al rifiuto della parola profetica e alla fine imminente di Gerusalemme assediata dai babilonesi di Nabucodonosor. Essa avverrร nel 587/6.
Sul trono di Giuda, dopo il re Ioiakรฌm (609-597), sale Ioiachรฌn (598-597, tre mesi di regno, a cui segue la sua deportazione a Babilonia), quindi suo zio Sedecia (597-587/6), che si ribella a Nabucodonosor sperando nellโaiuto dellโEgitto. Gerusalemme รจ conquistata nel giugno-luglio 587/586, Sedecia viene catturato mentre fugge e, a Ribla, dopo aver visto uccidere i suoi figli sotto i suoi occhi, viene accecato e condotto in catene a Babilonia.
In precedenza, Sedecia aveva consultato Geremia sul da farsi e il profeta lo aveva consigliato di arrendersi agli assedianti. Nel 588 cโera stato un momentaneo allentamento dellโassedio, ma i babilonesi โ affermava Geremia โ sarebbero tornati presto. I nemici del profeta lo catturano mentre in quel frangente Geremia esce dalla porta nord della cittร per andare a prendere possesso di un campo acquistato come atto fiducia nel futuro di pace. Questo atto viene invece interpretato dai suoi nemici come alto tradimento. Geremia รจ scaraventato in prigione nella casa di Giรฒnata lo scriba (Ger 37,11).
Il re Sedecรฌa lo ascolta e lo fa trasferire nellโatrio della prigione, assicurandogli una focaccia di pane giornaliera 37,21). Geremia continua i suoi proclami di invito alla resa per il bene della cittร : chi si arrende avrร salva la vita; se si resiste, periranno tutti, cittร e cittadini (38,1-3).
I nemici del profeta โ โi capi/haลลฤrรฎmโ di Giuda โ, lo denunciano al re con altezzositร spregiativa: โquestโuomo/hฤโรฎลก hazzehโ, due volte al v. 4); secondo loro Geremia non รจ un profetaโฆ Lo accusano di disfattismo e di demoralizzazione dellโesercito (38,4: โinfiacchire le maniโ). Lo denunciano inoltre falsamente di volere non il โbenessere/ลกฤlรดmโ del popolo, ma la โsventura/male/rฤโฤhโ.
- Pubblicitร -
Questa รจ una loro personale interpretazione dei messaggi profetici di Geremia, interpretazioni superficiali della realtร nel suo insieme โ ancorchรฉ legittime โ, perchรฉ si fermano, appunto, solo alla superficie e non valutano complessivamente le conseguenze dellโostinata ribellione di un popolo esiguo e di una piccola cittร verso una superpotenza mondiale del momento qual รจ Babilonia.
Re imbelle e ondivago, lobbies potenti e determinate
Il re Sedecia รจ ondivago, incerto ed esitante. Ha rispettato il profeta, ha ascoltato la sua parola e ha giร alleggerito una volta la sua condizione carceraria. Ora perรฒ se ne lava le mani. Del profeta e delle sorti sia del popolo sia della cittร . Cede al potere soverchiante dellโaristocrazia e abdica miseramente alle proprie responsabilitร e alla propria autoritร , riconoscendo impudicamente che ยซnon รจ il re puรฒ (fare) (contro di) voi cosa/alcunchรฉยป (lett.). Il re riconosce che non puรฒ fare nulla contro di loro ma, allo stesso tempo, anche che lui stesso รจ un nulla rispetto alla loro cieca protervia. Una situazione incresciosa per il popolo di Israele: un re imbelle in balรฌa del potere illimitato e sovrano delle lobbies economico-finanziario-terriere della cittร e dellโintero paese.
Il re getta la spugna, e senza ulteriori indagini piรน approfondite, consegna il profeta in balรฌa dei suoi nemici: โecco-lui nelle vostre maniโ. Un soggetto-pronome personale, hรปโ, โluiโ. Non ha un nome proprio, non รจ riconosciuto neppure nella dignitร del suo essere umano (โquestโuomoโ, 2 volte al v. 4). Men che meno รจ riconosciuto nella sua missione profetica. Ma anche i nemici di Geremia non sono uomini: sono solo bieco potere, operativo ma cieco e autoreferenziale (โvostre maniโ).
ย E โi capiโ usano le mani. Gettano nuovamente Geremia in prigione, stavolta una cisterna piena di fango (Ger 38,6).
Macchina del fango
La cittร รจ sotto assedio, manca tutto, ma una galera la si trova sempre. Ormai Geremia ne ha fatto una collezione intera. Stavolta รจ una โcisterna/pozzo/bรดrโ. Una cisterna regale, appartenente a Malchia, un figlio del re. ร nellโatrio della sua casa, ma non dร acqua/ayim di vita al posto di guardia che la protegge. Solo โfango/แนญรฎแนญโ schifoso e putrido, come le persone che vi abitano sopra. Custodi di cisterne piene di crepe, che non tengono lโacqua (Ger 2,13)โฆ
Non una parola di difesa o un gesto di resistenza da parte di Geremia. Il potere รจ cieco. Non ci sono soggetti verbali espliciti: โprendono/wayyiqeแธฅรปโ Geremia, lo โgettano/wayyaลกlikรปโ nella cisterna/pozzo. Lo โinviano/calano/wayeลกallehรปโ con delle โcorde/แธฅฤbฤlรฎmโ, perchรฉ non si rompa subito lโosso del collo, ma abbia di che soffrire a lungo di fame e di seteโฆ
La macchina del fango avviata contro Geremia ha raggiunto il suo scopo. Mission accomplished. Che Geremia muoia mangiando fango. ร quel che si meritaโฆ
Geremia replica la sorte subรฌta da Giuseppe da parte dei fratelli: ยซlo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senzโacquaยป (Gen 37,24). ร la sorte di tanti servitori di YHWH: ยซSono piรน numerosi dei capelli del mio capo quelli che mi odiano senza ragione. Sono potenti quelli che mi vogliono distruggere, i miei nemici bugiardi: quanto non ho rubato, dovrei forse restituirlo?ยป, si lamenta il salmista (Sal 69,5).
La situazione รจ disperata, come quella di un altro fedele di YHWH che vede arrivare la sua fine: ยซMi hanno chiuso vivo nella fossa e hanno gettato pietre su di me โ si lamenta un prigioniero dal fondo della sua fossa โ. Sono salite le acque fin sopra il mio capo; ho detto: โร finita per meโ. Ho invocato il tuo nome, o Signore, dalla fossa profondaยป (Lam 3,54-55). La preghiera si รจ fatta intensa: ยซLiberami dal fango, perchรฉ io non affondi, che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profondeยป (Sal 69,15).
La sua fede in YHWH รจ incrollabile, come quella di Geremia e, alla fine, la liberazione รจ arrivata, come arriverร anche per il profeta: ยซHo sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si รจ chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passiยป (Sal 69,2-3).
Salvezza dal โneroโ
Perchรฉ Ebed-Mรจlek (โlo schiavo del reโ) non se ne sia rimasto a casa sua, ma come e perchรฉ sia finito in Israele (passando per il Sinai, come oggi?) non รจ dato sapere. ร โil kushitaโ, un epiteto che ricorre tredici volte nellโAT, con o senza lโarticolo. ร un nome gentilizio.
ยซNella Bibbia, Kรปลก รจ una regione che la Settanta e la Vulgata identificano con lโEtiopia. In realtร , perรฒ, connota un territorio a sud dellโEgitto, comprensivo della Nubia e dellโAbissiniaยป, ricorda lโesegeta V. Lopasso. Un โneroโ che doveva stare a casa sua, direbbe oggi qualcuno. Un rifugiato che ha ottenuto asilo? Arrivato legalmente o da clandestino? Non รจ dato sapere. In ogni modo ha fatto carriera.
ร un sฤrรฎs. Il termine ebraico sฤrรฎsรฎm di Ger 29,2 ยซderiva dallโaccadico ลกฤ rฤลกi, โil principaleโ, originariamente il maggiordomo, ed รจ comunemente tradotto con โeunuchiโ โ commenta Lopasso โ. Di per sรฉ puรฒ significare sia eunuchi sia funzionari di corte (34,19; 38,7; 52,25). Nel nostro caso [quello di Ger 29,2], tuttavia, รจ preferibile, come in 41,16, intenderlo come โeunuchiโ, sulla base del contesto: i servitori della regina madre e servitori delle donne del re erano evirati. Invece il Targum conserva lโaltro significato (โprincipiโ)ยป.
Il re stava seduto nella porta di Beniamino. Il sistema architettonico โportaโ delle cittร maggiori in Israele โ come si puรฒ ben vedere anche a Gerusalemme oggi โ prevede un muro largo, con entrata a L per bloccare la corsa dei cavalli nemici e lโimpeto dei guerrieri che irrompono senza trovare ostacoli. Il muro puรฒ ospitare stanze di guardia, magazzini di viveri e munizioni ecc.
A Gerusalemme cโerano due porte di Beniamino. La porta superiore di Beniamino era una porta nel tempioย (Ger 20,2), mentre la porta di Beniamino era una porta situata sul lato nord della cittร (e quindi apriva sulla strada che portava al territorio della tribรน di Beniamino; cf.ย Ger 37,13; 38,7;ย Zc 14,10, probabilmente la stessa della porta delleย Pecore, cf. Ne 3,1.32; 12,39;ย Gv 5,2).
Il re โsta seduto sulla porta/yรดฤb beลกaโarโ (38,7). Probabilmente sta scrutando le mosse del nemico. A Gerusalemme viene infatti quasi sempre da nord (assiri, babilonesi, siriani, greci come Alessandro Magno, i romani di Tito nel 70 d.C. ecc.).
Ebed-Mรจlek ci mette la faccia, si espone personalmente. Fa una precisa scelta di campo, col pericolo concreto di fare la stessa fine di Geremia. Esce dalla reggia, dal suo sistema protettivo e informa il re della situazione, dandone un preciso giudizio negativo: โhanno fatto (il) male/hฤrฤโรปโ. Avevano accusato Geremia di voler il male della cittร , ma sono loro stessi invece a compierlo di fatto!
Vero โebed del re
Ebed-Mรจlek รจ un vero โconsigliereโ del re. Retto e sincero, come deve essere un funzionario statale, un diplomatico, un agente segreto. I dati che egli fornisce nel suo sintetico rapporto al re sono completi (i primi due dei quali omessi dal โpotere occultoโ responsabile dellโaccaduto negativo).
Essi comprendono la menzione anonima e con un understandment leggermente spregiativo dei responsabili: โquegli uominiโ; unโimmediata valutazione complessiva negativa dellโazione commessa dagli avversari del profeta: โfatto maleโฆ tutto quello che hanno fatto/kol-โฤลกer โฤลรปโ; il nome della vittima della situazione: Geremia; la sua qualifica professionale: โil profeta/hannnฤbรฎโโ; la descrizione dettagliata della fattispecie del reato da loro commesso: lโhanno gettato nella cisterna/pozzo; lโanalisi valutativa prospettica a breve termine โ con il risultato dato giร per scontato (con un โperfetto profeticoโ espresso con un wayyqtol) per il soggetto penalizzato: โรจ morto = morirร /wayyฤmotโ; la descrizione della causa immediata del tipo di morte che interverrร : โcarestia/fame/raโabโ; causa remota invitabile della morte: non cโรจ piรน โpane/cibo/leแธฅemโ nella cittร .
Il re irresoluto, ondivago e inetto, il re che aveva abdicato alla propria dignitร e al proprio potere, diventa ora risoluto, senza tentennamenti o ulteriori discussioni. Adotta in pieno lโanalisi del โservo del reโ e agisce di conseguenza, con potere pieno, autonomo e immediato. Ordina al suo funzionario di prendere con sรฉ una nutrita squadra di commando di teste di cuoio a disposizione del re h24 โe di far risalire/wehaโฤlรฎtฤโ il profeta Geremia (riconoscimento tardivo ma corretto dellโidentitร e della dignitร del soggetto penalizzato ingiustamente) dalla cisterna/pozzo prima che muoia.
Ebed-Mรจlek eseguirร immediatamente gli ordini del re (vv. 11-12) e, con degli stracci vecchi e stoffe logore, legati a delle corde, tirarono su Geremia e lo โfecero risalire/risorgere/wayyaโฤlรปโ dalla cisterna/pozzo della morte. Geremia rimarrร nellโatrio della prigione (v. 13).
La salvezza per Geremia arriva da YHWH, per mezzo di un funzionario dโorigine straniera che si prende a cuore la sua persona.
Provvidenza umana, sangue di alleanza
La Provvidenza di YHWH ha sempre il volto, gli occhi, le mani e il cuore di uomo/di donna. Uno che non si volta dallโaltra parte e vuol salvare vite.
Un uomo/Una donna che si china e ascolta il grido di chi affoga nel fango. Un uomo/Una donna che restano umani.
La salvezza si presenta allora con volto amico, un volto di uomo: ยซHo sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si รจ chinato, ha dato ascolto al mio grido. Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passiยป (Sal 40,3).
La promessa di alleanza di sangue espressa da YHWH a Sion, attestata secoli piรน tardi nella seconda parte del libro del profeta Zaccaria (Zc 9โ14), si realizza in anticipo per Geremia grazie a delle mani di un uomo: ยซQuanto a te, per il sangue dellโalleanza con te, estrarrรฒ i tuoi prigionieri dal pozzo senzโacquaยป (Zc 9,11).
Fuoco acceso
Le parole appena pronunciate da Gesรน (Lc 12,35-48) circa la venuta certa ma imprevedibile del โpadrone/signore/kyriosโ e lโinvito successivo a discernere il โtempo decisivo/kairosโ (vv. 54-59) pongono i vv. 48-53 in un innegabile contesto escatologico. Gesรน (e Luca) stanno parlando delle realtร decisive della vita cristiani, ultime nel senso di urgenza di decisione da prendere nei loro confronti, e ultime anche in senso cronologico. Riguardano cioรจ le realtร โescatologiche/ultimeโ: lโincontro con il Signore al termine della vita dellโuomo e dellโumanitร .
Gesรน รจ venuto a portare un โfuocoโ sulla terra. NellโAT il fuoco รจ unโimmagine per descrivere la parola di Dio (cf. Ger 5,14; 23,29) o il giudizio divino (cf. Sal 66,12; Ez 38,22; cosรฌ anche nei testi paratestamentari, cf. 1En 90,9; 100,1-2.9).
Allโinizio del Vangelo di Luca, Giovanni Battista aveva preannunciato lโarrivo del messia che avrebbe battezzato lโumanitร in Spirito Santo e fuoco (Lc 3,6). A differenza del battesimo penitenziale di Giovanni, che sigillava una disposizione di conversione e predisponeva al perdono dei peccati, il battesimo del messia sarebbe stato โinfuocatoโ, purificando non solo esternamente ma cambiando la realtร interna dellโuomo con il dono dello Spirito Santo.
Alla luce dellโinizio degli Atti degli Apostoli, la promessa dello Spirito si rivela essere collegata inscindibilmente alla morte, risurrezione e ascensione di Gesรน al cielo. Lo Spirito con il quale i Dodici saranno battezzati (dal Padre e al Cristo Messia asceso al cielo) li renderร testimoni di Gesรน fino ai confini della terra.
Il dono dello Spirito, che incendierร il mondo con la corsa della Parola attestata negli Atti degli Apostoli, avverrร perรฒ solamente dopo che Gesรน stesso sarร battezzato, cioรจ immerso nella sua morte ignominiosa. Egli รจ giร in cammino verso Gerusalemme, dove รจ consapevole che lo attende una fine dolorosa. Il dono dello Spirito sgorgherร da questa morte e risurrezione, da questo passaggio ineludibile. ร una realtร che stringe il cuore di Gesรน, con un certo tormento e dolore umano comprensibili. Una realtร che opprime, stringe, affligge (synechomai).
Gesรน vorrebbe che questo fuoco fosse giร acceso (cosรฌ CEI 2008 e S. Grasso). Tenendo presente il fondo aramaico, forse la difficile frase puรฒ essere tradotta anche: ยซe che voglio, se non che sia acceso?ยป (S. Fausti, anche se ammette che la versione dal greco ยซe che voglio se รจ giร acceso?ยป รจ piรน corretta.
Qualcuno suggerisce la traduzione: ยซe che cosa voglio (di piรน) se รจ giร acceso?ยป. Con la venuta di Gesรน che inaugura il regno sulla terra, il fuoco della Parola, del giudizio, del cammino verso la morte abbracciata con tremore ma con pieno slancio รจ giร acceso.
Lโacqua del battesimo in cui Gesรน sta per essere battezzato sta giร versandosi nel corso della sua vita generosa, estroflessa, una pro-esistenza. La miccia del fuoco รจ giร stata accesa, farร esplodere la vita di Gesรน nel dono totale di sรฉ che egli ha perรฒ giร abbracciato con grande forza interiore dal momento che ha scelto con decisione forte e irremovibile (ยซfece la faccia duraยป) di dirigersi verso Gerusalemme (Lc 9,51). Essa รจ il luogo previlegiato per la morte di un profeta: ยซPerรฒ รจ necessario (dei) che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perchรฉ non รจ possibile (ouk endechetai) che un profeta muoia fuori di Gerusalemme!ยป (Lc 13,33).
Pace discriminante
Gli angeli annunciano la nascita di Gesรน messia, il Figlio dellโAltissimo, il Salvatore, con una proclamazione gioiosa: ยซGloria a Dio nel piรน alto dei cieli e pace in terra agli uomini, che egli amaยป (Lc 2,14). La folla dei discepoli di Gesรน, al momento in cui egli era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi cominciรฒ a lodare Dio per le meraviglie viste, facendo eco al coro degli angeli con cui si era aperto il Vangelo: ยซBenedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel piรน alto dei cieliยป (Lc 19,38).
Unโampia tradizione biblica presentava il messia come principe della pace (cf. Is 9,5-6; 11,6-9; cf. anche Sal 72,3.7). Eppure Gesรน annuncia la dura realtร di una divisione (diamerismon) che egli รจ venuto a portare. Essa attraversa perfino i luoghi piรน intimi dellโaffettivitร umana, quelli delle relazioni interfamiliari fra padre e figlio, madre e figlia, nuora e suocera. In una famiglia di cinque persone, la divisione opporrร due persone alle altre tre.
La venuta di Gesรน e, con essa, quella del Regno, รจ una realtร che supera anche i beni familiari voluti, benedetti e custoditi dal Dio creatore anche con leggi molto severe. Di fronte alla persona e alla proposta di Gesรน, i legami familiari possono perรฒ patire una divisione, causata dallโadesione di fede o no alla sua persona e al vangelo. Nel campo della fede ognuno ha infatti la propria responsabilitร personale, insurrogabile da qualsiasi altra persona o relazione di natura familiare, affettiva, sociale.
Gesรน ha sempre protetto e custodito il matrimonio e la famiglia con la sua vita โnascostaโ per trentโanni a Nazaret, con il suo atteggiamento complessivo e il suo insegnamento. Ha confermato, tra lโaltro, il divieto del divorzio, risalendo alla volontร originaria del Creatore, allโinizio (Mt 19,1-12; Mc 10,1-12). Gesรน รจ felice di riconsegnare vivo il figlio unico alla vedova di Nain (Lc 7,11-17) e di ridonare viva la figlia al capo della sinagoga Giaรฌro (Lc 8,40-42.49-56).
Questione seria
Nel campo della fede, perรฒ, ognuno ha la propria responsabilitร , non delegabile ad altri, nemmeno ai familiari. Gesรน profetizza da subito quello che รจ avvenuto, purtroppo, lungo tutti i secoli successivi: genitori pieni di fede e figli totalmente lontani da un discorso di adesione a Gesรน; figli impegnati nel campo delle fede e nelle attivitร ecclesiali (anche con le scelte totalizzanti della vita claustrale e contemplativa), con genitori totalmente indifferenti a queste scelte, se non addirittura contrari. Fiumi di lacrime sono stati tristemente versati, spesso da parte dei genitori, a partire da Monica madre di Agostino fino ai nostri giorni.
La divisione che Gesรน prospetta รจ realistica, e realizza la triste profezia di Mi 7,6. Certamente essa non deve essere perรฒ vissuta ignorando lโinsieme dellโinsegnamento impartito da Gesรน: amore, accoglienza, perdono, tolleranza, amore fra le varie componenti familiari, comunione fra le varie famiglie. Un insegnamento costante di Gesรน e degli apostoli in tutti gli scritti del Nuovo Testamento.
La vita di fede รจ una questione seria. Gesรน chiama i discepoli ad amarlo piรน delle persone care: ยซSe uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepoloยป (Lc 14,26).
Abbracciare la persona di Gesรน e la sua proposta di vita porta perรฒ la pace al discepolo e, tendenzialmente, essa si deve estendere per contagio anche a tutte le persone che, di fatto, non condividono lo stesso cammino di fede.
Chi sceglie Gesรน non spezzerร alcun legame di amore e di affetto, ma li ritroverร sublimati in un ordine che dona ad essi la giusta prospettiva e importanza.
Li ritroverร moltiplicati, ingigantiti e sublimati in qualitร .
Cento volte tanto (Mc 10,30).
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News
Letture della
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Come punisti gli avversari, cosรฌ glorificasti noi, chiamandoci a te.Dal libro della Sapienza
Sap 18,6-9
La notte [della liberazione] fu preannunciata
ai nostri padri,
perchรฉ avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltร .
ย
Il tuo popolo infatti era in attesa
della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici.
Difatti come punisti gli avversari,
cosรฌ glorificasti noi, chiamandoci a te.
ย
I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,
intonando subito le sacre lodi dei padri.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 32 (33)
R. Beato il popolo scelto dal Signore.Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti รจ bella la lode.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua ereditร . R.
ย
Ecco, lโocchio del Signore รจ su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.
ย
Lโanima nostra attende il Signore:
egli รจ nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.
Seconda Lettura
Aspettava la cittร il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 11,1-2.8-19
Fratelli, la fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
ย
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andava.
ย
Per fede, egli soggiornรฒ nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la cittร dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
ย
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโetร , ricevette la possibilitร di diventare madre, perchรฉ ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre giร segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si puรฒ contare.
ย
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla cosรฌ, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilitร di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioรจ a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una cittร .
ย
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrรฌ Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrรฌ il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: ยซMediante Isacco avrai una tua discendenzaยป. Egli pensava infatti che Dio รจ capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
ย ย
Oppure forma breve: Eb 11,1-2.8-12
Aspettava la cittร il cui architetto e costruttore
รจ Dio stesso.
Dalla lettera agli Ebrei
ย
Fratelli, la fede รจ fondamento di ciรฒ che si spera e prova di ciรฒ che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
ย
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedรฌ partendo per un luogo che doveva ricevere in ereditร , e partรฌ senza sapere dove andava.
ย
Per fede, egli soggiornรฒ nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la cittร dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stesso.
ย
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dellโetร , ricevette la possibilitร di diventare madre, perchรฉ ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre giร segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si puรฒ contare.
Parola di Dio
Vangelo
Anche voi tenetevi pronti.
Lc 12, 32-48
ย
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ย
ยซNon temere, piccolo gregge, perchรฉ al Padre vostro รจ piaciuto dare a voi il Regno.
ย
Vendete ciรฒ che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perchรฉ, dovโรจ il vostro tesoro, lร sarร anche il vostro cuore.
ย
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
ย
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร ancora svegli; in veritร io vi dico, si stringerร le vesti ai fianchi, li farร mettere a tavola e passerร a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโalba, li troverร cosรฌ, beati loro!
ย
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโora che non immaginate, viene il Figlio dellโuomoยป.
ย
Allora Pietro disse: ยซSignore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?ยป.
ย
Il Signore rispose: ยซChi รจ dunque lโamministratore fidato e prudente, che il padrone metterร a capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverร ad agire cosรฌ. Davvero io vi dico che lo metterร a capo di tutti i suoi averi.
ย
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: โIl mio padrone tarda a venireโ, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverร un giorno in cui non se lโaspetta e a unโora che non sa, lo punirร severamente e gli infliggerร la sorte che meritano gli infedeli.
ย
Il servo che, conoscendo la volontร del padrone, non avrร disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrร fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverร poche.
ย
A chiunque fu dato molto, molto sarร chiesto; a chi fu affidato molto, sarร richiesto molto di piรนยป.
Parola del Signore
ย ย
Oppure forma breve: Lc 12,35-40
Anche voi tenetevi pronti..
Dal Vangelo secondo Luca
ย
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ย
ยซSiate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
ย
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร ancora svegli; in veritร io vi dico, si stringerร le vesti ai fianchi, li farร mettere a tavola e passerร a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dellโalba, li troverร cosรฌ, beati loro!
ย
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโora che non immaginate, viene il Figlio dellโuomoยป.