Commento al Vangelo del 17 Giugno 2018 – p. Roberto Mela scj

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Il seme potente

Lโ€™enigma e la parabola

Nellโ€™anno 609 a.C., il faraone Necao, che aveva in precedenza sconfitto e ucciso il re di Giuda Giosia, nomina Ioiakรฌm nuovo re di Giuda. Nel 605, il re di Babilonia Nabucodรฒnosor sconfigge lโ€™Egitto e, nel 597, deporta come prigioniero a Babilonia Ioiachรฌn (o Ieconia), che era succeduto a Ioiakรฌm, morto nel frattempo, regnando in Gerusalemme per soli tre mesi.

Nabucodonosor nomina Sedecรฌa quale re vassallo in Giuda. Sedecรฌa, fratello di Ioiachรฌn, presta un giuramento di fedeltร  al re di Babilonia, diventando un ennesimo regno vassallo di Nabucodรฒnosor e suo prezioso avamposto difensivo sul confine occidentale contro le eventuali pretese espansionistiche dellโ€™Egitto.

Nel 588, perรฒ, Sedecรฌa viola il giuramento contratto con Nabucodรฒnosor e cerca aiuto nellโ€™Egitto del faraone Ofra. Il re babilonese reagisce prontamente e sottomette Giuda con la forza, conquistando Gerusalemme nel 586, distruggendone il tempio e deportando gran parte della popolazione.

Le notizie arrivarono velocemente tra gli esiliati a Babilonia. La possibile alleanza con lโ€™Egitto dovette riaccendere le speranze di una liberazione prossima. Il profeta Ezechiele, che viveva con i deportati a Babilonia, compose lโ€™oracolo riportato nel c. 17 del suo libro probabilmente nel 588. Appena viene a conoscenza della ribellione di Sedecรฌa, il profeta contrasta le speranze umane dei deportati. Sedecรฌa non รจ il re legittimo di Giuda, nรฉ si puรฒ riporre la speranza in un re umano. Non รจ certo dallโ€™Egitto che verrร  la salvezza.

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Avendo presenti i drammatici eventi storici di quegli anni si puรฒ capire chiaramente lโ€™enigma (แธฅรฎdฤh) e la parabola (mฤลกฤl) raccontati da Ezechiele ai deportati su ordine di YHWH. Lโ€™enigma non รจ difficile, la parabola assomiglia piรน ad una allegoria, dove la decodificazione dei particolari รจ quasi piรน importante del filo logico della storia narrata, con la domanda in essa insita alla quale il lettore รจ portato quasi inevitabilmente a rispondere nella direzione indicatagli dallโ€™autore del testo.

Il cedro e la vigna

Ezechiele parla di una grande aquila (hannฤ“ลกser haggฤdรดl, Nabucodรฒnosor) che, dopo aver sorvolato il Libano, strappa un germoglio (Ioiachรฌn, re di Giuda) dalla cima del cedro (โ€™erez) e lo trapianta in una terra seminata e ricca di acque (Babilonia), perchรฉ diventi una vigna (gepen) fiorente. Venne perรฒ unโ€™altra grande aquila (neลกer-โ€™ eแธฅad gฤdรดl, lโ€™Egitto del faraone Ofra) e la vite piegรฒ verso di lei le sue radici e i suoi tralci. Ezechiele domanda al suo pubblico se la vigna riuscirร  a sopravvivere o seccherร  al vento caldo dโ€™oriente (Nabucodรฒnosor), lo scirocco.

Nei vv. 11-21 Ezechiele stesso decodifica in un testo in prosa lโ€™enigma-parabola espressa dapprima in poesia. Sedecรฌa ha violato un patto, che aveva stipulato usando con tutta probabilitร  anche il nome del suo Signore. YHWH afferma che Sedecรฌa ha infranto il โ€œmioโ€ patto (v. 19[bis]). Pur essendo solo un giuramento umano, YHWH vi รจ coinvolto quale garante della veritร  espressa da Sedecรฌa e non puรฒ sopportare lโ€™impudente rottura della parola data con giuramento.

Inoltre, ยซlโ€™alleanza del popolo e del re con il Signore esige che si accettino tanto i suoi comandamenti generali quanto le sue decisioni particolari nella storia, da lui comunicati ripetutamente tramite gli oracoli profetici. Sedecia, col ribellarsi al piano storico di Dio formulato da Geremia, ha violato lโ€™alleanza con il Signore. Il giuramento di sudditanza di Sedecia, re per grazia di Nabucodรฒnosor, si ritorce contro di lui. In modo parallelo, la vendetta umana si ritorce in strumento del castigo di Dioยป (Alonso Schรถkel).

Il re di Giuda pagherร  il suo atto vile con la distruzione di Gerusalemme e non ne uscirร  vivo. In effetti, Sedecรฌa fu catturato a Gerico mentre tentava di fuggire dai nemici, fu condotto a Ribla, il quartiere generale delle operazioni di Nabucodรฒnosor. In questa cittร  dellโ€™Oronte, in Siria, situata a 34 km a sud di Homs, il re babilonese fece uccidere i figli di Sedecรฌa davanti ai suoi occhi, fece cavare gli occhi al re vassallo ribelle e lo deportรฒ con sรฉ a Babilonia, dove incontrerร  la morte.

Chi infrange un patto non puรฒ sperare di uscirne vivo e senza danni. YHWH dirige la storia secondo un suo piano di salvezza per Israele, lasciando liberi gli uomini di agire secondo le loro logiche umane, che egli rispetta.

Ma che ne sarร  della casa di Davide, nella quale si รจ condensata la speranza di unโ€™esistenza imperitura di Israele, il popolo di YHWH, che ad esso ha rivolto una promessa irrevocabile di sussistenza permanente? (cf. 2Sam 7; Sal 89). Ezechiele risponde rifacendosi alla sovranitร  storica di YHWH, che puรฒ realizzare le sue promesse al di lร  e al di sopra di tutte le vicende umane.

Uccelli annidati nel cedro frondoso

Nellโ€™aggiunta in prosa di Ez 17,22-25, si riafferma la speranza di Israele, colorandola di toni messianici. YHWH in persona stavolta prenderร  un tralcio dal cedro alto e superbo, dalla gemma che sta in cima strapperร  una barbata e la pianterร  su un monte alto e solitario sul superbo monte di Israele (il monte Sion a Gerusalemme).

Si tralascia lโ€™immagine della vigna (gepen) per tornare a quella del cedro (โ€™erez). รˆ il cedro legittimo. Lโ€™albero vecchio ne trae vantaggio, ma la pianta รจ nuova. ยซSe agli inizi lโ€™oracolo alimentรฒ la speranza di un ritorno in patria, con una dinastia legittima rinnovata, piรน tardi esso fu letto come profezia messianicaยป (Alonso Schรถkel). Altri oracoli che impiegavano immagini tratte dal mondo vegetale furono letti in chiave messianica: cf. Is 11; Ger 23,5; 33,15; Zc 3,8.

Quale albero, per antonomasia, del Libano, nella Bibbia il cedro viene contrapposto, in quanto albero alto e nobile, al rovo (Gdc 9,15), allโ€™issopo (1Re 5,13), al cardo (2Re 14,9); per il suo legno, al sicomoro (1Re 10,27; Is 9,9); in quanto albero silvestre e frondoso a quelli da frutta (Sal 148,9). Il cedro metterร  rami e diventerร  frondoso (cosรฌ accettando il suggerimento, proposto nellโ€™apparato critico della BHS e ripreso da Alonso Schรถkel, di leggere pโ€™rh [fronda] invece di pry [frutto/i]) e maestoso (โ€™addรฎr, detto di piante come la vite in Ez 17,8 e del cedro in Ez 17,23, di persone nobili e re [Sal 136,18], di Dio potente e grande [Is 33,21; Sal 76,5; 93,4]).

Allโ€™ombra dei suoi rami e nellโ€™intrico rigoglioso delle sue fronde faranno il loro nido tutti i passeri e tutti gli uccelli. Nellโ€™immagine dei passeri che si annidano si puรฒ leggere la situazione dei regni vassalli al tempo del re Davide.

Umilio e innalzo, rendo secco e rinverdisco
Lโ€™aggiunta si conclude dettagliando la logica paradossale che guida lโ€™opera di YHWH nella storia. Egli รจ capace di rovesciare le logiche umane, umiliando (hiลกpaltรฎ, gr. LXX egล kyrios ho tapeinลn) il superbo ed esaltando (higbahtรฎ/gr. LXX hypsลn) lโ€™umile. La sua opera porta morte e risurrezione dove gli uomini si aspettano il contrario: YHWH secca lโ€™albero verde e rinverdisce lโ€™albero secco.

YHWH pone alle sue parole una firma incancellabile, che non puรฒ essere contraddetta da progetti puramente umani. YHWH รจ coerente, potente e fedele. Ciรฒ che dice (dibbฤ“r), egli lo fa (โ€˜ฤล›ฤh). La sua parola รจ efficace, รจ parola-fatto (dฤbฤr).

La logica paradossale di YHWH regge tutta la storia di Israele. Da sempre egli ha scelto strumenti deboli, piccoli e inconsistenti agli occhi degli uomini per realizzare i suoi piani di salvezza. Pastori, ragazzi, donne, piccoli gruppi di guerrieri hanno sconfitto re potenti, avversari temibili, eserciti senza numero. YHWH/Il Padre confermerร  le sue scelte paradossali anche nel Nuovo Testamento, incentrato sul suo Figlio incarnato.

Lโ€™inno di Maria nel Magnificat (Lc 1,46-55) riprende il canto di Anna (1Sam 2,1-10), donna senza figli โ€“ irrisa ripetutamente con sadismo feroce da Peninnร , sua avversaria feconda โ€“, che diventa per grazia di YHWH madre del profeta Samuele.

Gesรน, il Verbo di Dio incarnato, sigillerร  autorevolmente la logica seguita da Dio suo Padre: ยซPerchรฉ chiunque si esalta sarร  umiliatoยป (da Dio, tapeinลyhฤ“setai, passivum divinum) ยซe chi si umilia sarร  esaltatoยป (da Dio, hypsลthฤ“setai, passivum divinum) (Lc 14,11).

La parabola

Nel discorso parabolico del c. 4, lโ€™evangelista Marco ha raccolto quattro parabole con le quali Gesรน ha inteso illustrare il mistero del regno di Dio. La liturgia di oggi presenta le ultime due.

Quella raccontata da Gesรน รจ una vera e propria parabola: un racconto fittizio, con una trama sorretta da un filo logico che, a partire dalla realtร  quotidiana conosciuta dagli ascoltatori, intende illustrare il mistero di una realtร  โ€œaltraโ€, per lo piรน quella del regno di Dio. A questo referente extradiegetico, al di fuori del racconto, Gesรน si riferisce in modo particolare attraverso gli elementi paradossali del racconto, difficilmente riscontrabili nel mondo vitale degli uomini. Ciรฒ che lega il racconto parabolico al referente extradiegetico รจ il tertium comparationis, lโ€™elemento che collega in modo ferreo le due realtร .

Con una domanda precisa o con un invito implicito ma chiaro, Gesรน provoca ciascuno degli ascoltatori a dare una risposta alla domanda posta dalla logica del racconto. Essa non potrร  che essere una e una sola soltanto, se la persona รจ onesta con se stessa e se non vuole cadere nellโ€™irrazionalitร .

Questo costituisce lโ€™effetto parabola, non ottenibile in altro modo. La parabola non รจ un insegnamento da accettare o no, ma una storia su cui prendere posizione personalmente, per poi applicare alla propria vita la risposta data in prima persona. In questo modo le parabole rimangono sempre โ€œviveโ€, โ€œfrescheโ€, a differenza delle allegorie, che โ€œsi spengonoโ€ una volta decodificate nei loro elementi.

Il seme โ€œautomaticoโ€

Il regno di Dio non รจ il seme. Il regno di Dio e la sua logica, la sua vita interna, possono essere paragonati a una storia entro cui vige una logica e uno sviluppo che รจ possibile seguire con la propria onestร  intellettuale. Nel regno di Dio, nellโ€™instaurarsi cioรจ progressivo della regalitร /sovranitร  di Dio nel mondo degli uomini a partire dal popolo convocato, cioรจ la Chiesa, si sviluppa una storia simile a quella narrata nel racconto parabolico. Nel regno di Dio si sviluppa una storia paragonabile, piรน o meno da vicino, alla storia che si sviluppa nelle parabole narrate da Gesรน.

Come avviene nel mondo agricolo della Palestina del I secolo, un uomo getta il seme sopra la terra, prima di arare il terreno che lo fa andare sotto terra. Il seme sviluppa progressivamente i suoi stadi vegetali: stelo, spiga, spiga piena di grani (da quindici a trenta). Il vegliare continuo del contadino non potrebbe impedire o accelerare la crescita della spiga.

Oggi รจ evidentemente possibile accelerare la crescita e aumentare la resa del prodotto per chilometro quadrato, dopo aver ottenuto incroci di specie tramite prodotti geneticamente modificati, ma il โ€œmisteroโ€ affascinante della crescita delle messi rimane immutato davanti a chi lo contempla con sguardo sapienziale. Che il contadino vegli o che dorma, il seme germoglia e cresce secondo un processo che (al tempo di Gesรน) egli non conosce e non sa spiegare.

Anche oggi, comunque, lโ€™evento prodigioso della forza vitale del seme che fa biondeggiare i campi seminati nei mesi precedenti suscita ogni anno lโ€™ammirazione stupita dellโ€™agricoltore. La terra produce automaticamente (automatฤ“ hฤ“ gฤ“ karpophorei), con la forza generativa propria e cioรจ senza una causa visibile, la spiga piena di chicchi, il โ€œfruttoโ€, passando attraverso vari stadi evolutivi.

La mietitura

Quando il frutto โ€œdร /permette/consegna/affida/elargisce/cede/paradoi<paradiodลmiโ€, immediatamente lโ€™โ€œuomoโ€ โ€œmanda/invia/apostelleiโ€ la falce, perchรฉ (il tempo del)la mietitura โ€œรจ giunto/parestฤ“ken<paristฤ“miโ€.

Oltre a quella della vendemmia, nellโ€™immaginario biblico la mietitura (con lโ€™immagine della falce che la accompagna) รจ il simbolo del giudizio escatologico di Dio che interviene alla fine della storia per raccogliere i frutti della vita degli uomini (cf. Ap 14,14: โ€œfalce affilata/drepanon oxyโ€ in mano a uno sulla nuvola simile a un uomo. 15 comando: โ€œinvia/pempsonโ€ la falce. 16 colui che sedeva sulla nube gettรฒ/ebalen la falce sulla terra. 17: un altro angelo con unโ€™altra spada affilata. 18[bis]: grido a voce alta per lโ€™โ€œinvio della falce/pempson ton drepanonโ€ per vendemmiare i grappoli della vite della terra. 19: lโ€™angelo โ€œgettรฒ la sua falce/ebalen to drepanon autouโ€ sulla terra).

Spesso lโ€™interpretazione comune ha messo lโ€™accento sullโ€™attivitร  giudicatrice finale da parte di Dio, mentre la parabola sembra porre lโ€™accento โ€“ con la descrizione โ€œlentaโ€ e dettagliata delle varie fasi di maturazione della spiga โ€“ sul dispiegarsi misterioso ma โ€œpotente in modo automaticoโ€ della forza generativa insita nel seme di grano stesso.

Gesรน intendeva probabilmente parlare del Padre che semina la sua Parola potentemente efficace al di lร  della collaborazione o meno da parte dellโ€™uomo. Al tempo della messa per iscritto del Vangelo di Marco (probabilmente nel 70 d.C.), la Chiesa intendeva probabilmente ricuperare la parola originaria di Gesรน riferendola allโ€™opera potente di Gesรน risorto che faceva โ€œcrescere la sua Parolaโ€ incentrata sul mistero pasquale (cf. At 6,7: la parola di Dio cresceva; 12,24; la parola di Dio cresceva e si sviluppava; 19,20 la Parola cresceva e si rafforzava secondo la potenza del Signore). Tutto questo in mezzo a difficoltร  incontrate nel rapporto col mondo giudaico e con quello pagano.

Ognuno degli ascoltatori non poteva che essere dโ€™accordo con la logica che sorreggeva la storia raccontata da Gesรน e con il suo esito naturale, conseguito attraverso passaggi misteriosi e automatismi sconosciuti e affascinanti, non creati dallโ€™uomo ma โ€“ al massimo โ€“ ritrovati, accompagnati, modificati, potenziati.

A Gesรน e alla Chiesa interessa cogliere nella storia la forza prodigiosa, immanente, โ€œautomaticaโ€ del seme della Parola, che รจ capace di crescere in situazioni umanamente molto difficili e contrarie. La Chiesa puรฒ aver compiuto unโ€™applicazione ecclesiale di alcune parabole, a volte modificando la โ€œdirezioneโ€ del racconto fatto da Gesรน (cf. la parabola del seminatore in Mc 4,1-9 rispetto alla sua applicazione ecclesiale riportata in 4,13-20). Resta il fatto della grande consolazione che la compagine della Chiesa ne ricava, sentendo che la vicenda della Parola nel crogiuolo della storia รจ totalmente/automatฤ“ nelle mani di Dio e del suo Cristo.

Capocchia di spillo

Anche la logica che sorregge la storia successiva raccontata da Gesรน per illustrare al meglio la realtร  del regno di Dio e la sua logica interna รจ del tutto evidente e condivisibile. La parabola narra del piccolissimo seme di senape che diventa col tempo la piรน grande fra le piante dellโ€™orto, offrendo riparo al nido degli uccelli.

La logica della storia non puรฒ che essere condivisa da ogni ascoltatore che sia attento osservatore della natura e sia onesto con se stesso. รˆ impressionante lโ€™enorme contrasto tra la piccolezza iniziale del seme di senape e la rispettabilissima grandezza della pianta matura, capace di ospitare alla sua ombra i nidi degli uccelli.

Nellโ€™estate del 1982 potevo osservare questo spettacolo proprio di fronte allโ€™entrata del Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme. Il seme di senape era ai tempi di Gesรน il seme piรน piccolo visibile a occhio nudo, grande come la capocchia di uno spillo. Purtroppo i semi di senape raccolti per essere mostrati agli studenti furono persi miseramente durante il viaggio. Non avviene cosรฌ della parola di Dio e del popolo che la accoglie e la vive con lโ€™entusiasmo e la determinazione forniti dallo Spirito Santo.

Il regno di Dio trova le sue primizie primaverili nella vita della Chiesa, mentre il suo esito finale รจ solo nella mente e nel cuore di Dio. Gesรน consola e rafforza la vita di fede della Chiesa, senza volerle inoculare alcun delirio di onnipotenza e di machismo ecclesiale.

La pianta di senape non puรฒ decidere quale uccello o nido ospitare fra i suoi rami. La Chiesa accoglie tutti. รˆ la โ€œlocanda/pandokeion<pan + dechomai/tutti accogliereโ€ (cf. Lc 10,34), alla quale il Buon Samaritano porta il disgraziato viandante politraumatizzato, affidandolo a โ€œColui che tutti accoglie/pandokeus (Lc 10,35). รˆ il rifugio alpino che non puรฒ respingere nessuno, la nave in mare che non lascia nessuno in mare ad annegare, lโ€™albergue che ti viene incontro consolante sul Camino di Santiago.

Potenza automatica misteriosa, crescita assicurata, esiti impressionanti rispetto agli umili inizi. La vicenda del seme della Parola e della vita ecclesiale non intende spingere a cullarsi su un โ€œautomatismoโ€ miracolistico che induca ad atteggiamenti di superioritร  o โ€“ al contrario โ€“ di passivitร  rassegnata. Altre parole di Gesรน e del Nuovo Testamento stimoleranno allโ€™opera fruttuosa del credente.

In questa pagina del Vangelo di Marco ha perรฒ il sopravvento la consolazione della compagnia di Dio, che ha in mano il cammino di ogni uomo. Egli vuol far entrare tutti nel suo Regno, attraverso i confini visibili e invisibili della sua Chiesa visibile.

Il trapianto ha sempre successo quando opera Dio.
Il piccolo ramo diventa un cedro frondoso e superbo.
Il seme invisibile agli occhi si trasfigura in rami accoglienti di nidi.
Nella Chiesa cโ€™รจ serena fiducia. La primavera โ€œspingeโ€ lโ€™estate.
Il seme ha una forza โ€œautomaticaโ€, ma il custode di Israele non dorme mai (cf. Sal 121,3-4).
Anche gli automatismi hanno bisogno di manutenzioneโ€ฆ

Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ Domenica della Santissima Trinitร ย โ€“ ANNO B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 27 Maggio 2018 anche qui.

Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 28,16-20

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi perรฒ dubitarono.
Gesรน si avvicinรฒ e disse loro: ยซA me รจ stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciรฒ che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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