Commento al Vangelo del 17 dicembre 2017 – dom Luigi Gioia

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Il commento alle Letture di domenica 17 dicembre 2017 (audio e testo), terza domenica di Avvento, a cura di dom Luigi Gioia.

File audio prelevato dal sito web di dom Luigiย  ed il testo del commento รจ presente nel libro “Mi guida la Tua mano – Omelie sui vangeli domenicali. Anno A” disponibile nelle seguenti librerie:

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Una graziositร  nuova

La gioia e l’esultanza espresse da Maria nel salmo responsoriale di questa domenica sono l’eco di quelle del profeta Isaia nella prima lettura. Io gioisco pienamente nel Signore (Is 61,10), dice il profeta, come Maria esclamava: La mia anima magnifica il Signore (Lc 1,49). Isaia poi continua: La mia anima esulta nel mio Dio, perchรฉ mi ha rivestito delle vesti della salvezza… come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli (Is 61,10).

Il motivo di gioia sia del profeta Isaia che di Maria รจ un’avvenenza nuova che il Signore ci conferisce, espressa attraverso l’immagine di vesti nuove, di un mantello, di gioielli e di un diadema, tutti simboli della vera bellezza che il Signore ci dona, vale a dire la grazia.

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Tra i tanti significati della parola โ€˜grazia’ vi รจ appunto anche quello di โ€˜bellezza’. Ne abbiamo la traccia in espressioni ancora in uso oggi, come nell’appellativo โ€˜grazioso’ riferito per esempio ad un volto. Un volto grazioso รจ bello, gradito, ben visto. Visivamente, la corrispondenza tra grazia e bellezza รจ espressa nella differenza tra il volto di Eva prima e dopo la trasgressione nei celebri affreschi della cappella Sistina. Vi si vede prima Eva vicino ad Adamo in una delle immagini di donna piรน belle mai dipinte da Michelangelo. Immediatamente dopo la scena con l’albero avvolto dal serpente, perรฒ, appaiono Adamo ed Eva dopo la loro trasgressione e il viso di Eva รจ contorto, giร  deturpato dalle conseguenze del peccato, giร  sgraziato.

Siamo stati creati ad immagine di Dio, siamo riflessi della sua bellezza, ma solo se restiamo rivolti verso di lui. Quando ci separiamo da lui l’immagine si sbiadisce, si sfigura e la ritroviamo solo se ritorniamo a rifletterci in lui. Abbiamo allora accesso ad una bellezza ritrovata cosรฌ descritta da Isaia: mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il mantello della giustizia (Is 61,10). La grazia che ci rende di nuovo โ€˜graziosi’ รจ quella della salvezza e della giustizia. Con la giustizia siamo resi giusti, cioรจ siamo โ€˜aggiustati’, riparati, restaurati. E’ ristabilita in noi l’immagine di Dio. Uniti a Gesรน siamo di nuovo graditi, accetti a Dio, possiamo cioรจ sentirci dire la frase stessa che il Padre rivolge a Gesรน: Ecco il mio figlio prediletto, – cioรจ il mio figlio che รจ gradito, che รจ grazioso – in lui ho posto tutta la mia gioia (Mt 3,17; Mc 1,11; Lc 3,22).

Il cantico di Maria precisa in cosa consista questa bellezza, questa graziositร  nuova che il Signore ci dona. Maria gioisce ed esulta per questo dono rivolto a lei e a tutta l’umanitร . E’ interessante constatare che nella prima parte del Magnificat Maria non esita a parlare di se stessa. Ci sono sei pronomi possessivi: l’anima mia magnifica il Signore; il mio spirito esulta in Dio mio salvatore; ha guardato all’umiltร  della sua serva; tutte le generazioni mi chiameranno beata; grandi cose ha fatto in me l’onnipotente (Lc 1,46ss). Poi, nella seconda parte, esulta per tutti coloro che sono anch’essi oggetto della misericordia di Dio, che temono Dio – esulta per gli umili, per gli affamati, per Israele. Tutti questi appellativi indicano simbolicamente noi, che siamo il popolo di Dio.

Ora, tra queste due parti del Magnificat, situata al centro del cantico proprio per sottolinearne l’importanza, appare la parola misericordia: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono (Lc 1,50).

La misericordia รจ al centro, perchรฉ Maria teme il Signore, come lo temono tutte le categorie di credenti menzionati nella seconda parte del Magnificat. Solo meditando su questa misericordia capiamo come il Signore ci salvi, ci giustifichi, ci rivesta di grazia e di bellezza nuova. Lo fa perdonandoci, avendo misericordia di noi, chinandosi su di noi, non stancandosi mai di rimettere i nostri peccati.

Il proprio della misericordia รจ che non possiamo fare nulla per meritarla, perchรฉ รจ un dono assoluto. Non la si riceve mai una volta per tutte, ma deve essere mendicata costantemente, come lo confessiamo quando quotidianamente, con il Padre Nostro, proprio questo chiediamo al Signore: Rimetti a noi i nostri debiti. E quotidianamente ripetiamo con Maria: โ€œil Signore ha guardato la mia umiltร , la mia piccolezza, la mia incapacitร โ€, letteralmente โ€œil mio nullaโ€. Se il Signore ci salva, se ci ama, se costantemente ci perdona, non รจ perchรฉ creda che saremo mai capaci di corrispondere al suo amore, di fare grandi cose, di accedere ad una bellezza che potremmo attribuirci. Tutta la nostra bellezza, tutta la nostra capacitร  di corrispondere all’amore del Signore, sono un dono. Ciรฒ che il Signore guarda รจ il nostro bisogno, la nostra piccolezza, la nostra incapacitร .

Non dimentichiamo che, prima di essere qualcosa che il Signore concede, la misericordia rappresenta la sua stessa identitร : Dio รจ misericordia. Questo รจ il nome che si attribuisce quando Mosรจ gli chiede di vedere il suo vero volto: Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso (Es 34,6). Ecco il vero nome del Signore: Dio misericordioso, che conserva il suo amore per mille generazioni e perdona la colpa, la trasgressione e il peccato (Es 34,7).

Nessuno ha espresso questa veritร  piรน eloquentemente di Bach nel suo famoso Magnificat e specialmente nel passaggio: Et misericordia eius a progenie in progenies timentibus eum, โ€˜La sua misericordia, di generazione in generazione su quelli che lo temono’ (cf. Lc 1,50). L’incedere calmo, regolare, inarrestabile di questo brano esprimono la serena determinazione del Signore, la sua affidabilitร , la sua fedeltร : mai rifiuterร  di perdonarci, mai si stancherร  di soccorrerci, non solo di generazione in generazione, ma attraverso tutti i momenti, tutte le tappe della nostra vita.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 17 dicembre 2017 anche qui.

III Domenica di Avvento – Anno B

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Gv 1, 6-8. 19-28
Dal Vangelo secondo Giovanni

6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perchรฉ tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa รจ la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: ยซTu, chi sei?ยป. 20Egli confessรฒ e non negรฒ. Confessรฒ: ยซIo non sono il Cristoยป. 21Allora gli chiesero: ยซChi sei, dunque? Sei tu Elia?ยป. ยซNon lo sonoยป, disse. ยซSei tu il profeta?ยป. ยซNoยป, rispose. 22Gli dissero allora: ยซChi sei? Perchรฉ possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?ยป. 23Rispose: ยซIo sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaiaยป. 24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: ยซPerchรฉ dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, nรฉ Elia, nรฉ il profeta?ยป. 26Giovanni rispose loro: ยซIo battezzo nellโ€™acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandaloยป. 28Questo avvenne in Betร nia, al di lร  del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 17 – 23 Dicembre 2017
  • Tempo di Avventoย III
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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