Vaโ dietro a me!
Se, seguendo la proposta di A. Mello, si accetta come ipotesi di lavoro che Is 34โ66 costituisca la seconda parte del libro di Isaia (il Secondo Isaia), se ne puรฒ delineare cosรฌ la struttura letteraria: 1) Is 34โ35: il processo a Edom e lโintroduzione tematica alla seconda parte (la via del ritorno attraverso il deserto); 2) Is 36โ39: racconti relativi al profeta Isaia dellโVIII secolo per mostrare che anche la sua profezia aveva un carattere salvifico; 3) Is 40โ48: Il Secondo Isaia celebra la liberazione attuata da Ciro che rende possibile il ritorno degli esiliati a Gerusalemme; 4) Is 49โ55: Il Secondo Isaia, con un notevole spostamento, passa da Ciro al profeta stesso (cf. 48,16 ยซOra il Signore YHWH manda meยป, confermato qui), e poi alla misteriosa figura del Servo sofferente; 5) Is 56โ66: il cosiddetto Terzo Isaia รจ una riflessione, dipendente dal Secondo Isaia, circa la ricostruzione di Gerusalemme e lโaccoglienza in essa degli stranieri.
Dopo i cc 40โ48, in 49โ55 si ritorna al linguaggio simbolico, piรน caratteristico della profezia ebraica. Dopo la presentazione del profeta-servo in Is 49,1-6, in Is 50,4-11 si ha una โconfessioneโ del profeta, in cui dapprima si presenta il discepolo (vv. 4-5), poi il profeta perseguitato (vv. 6-7), quindi il profeta assistito da YHWH in tribunale (va. 8-9a) e, infine, una valutazione teologica, in cui il servo รจ identificato con Israele.
Is 50,4-11 รจ un brano autobiografico, ritenuto dai piรน oggi il terzo โCanto del servoโ. Tutta la tradizione, sia giudaica (cf. la testimonianza di Girolamo) sia cristiana (Giovanni Crisostomo, Tommaso dโAquino) pensano che qui a prendere la parola sia il profeta stesso, che perรฒ non si autodefinisce come โservoโ. Questo brano รจ prezioso per ricostruire la statura spirituale del Secondo Isaia, con molte informazioni sulla sua figura profetica.
Il discepolo parla
Il profeta si presenta ai suoi ascoltatori come uno dei โdiscepoli/limmรปdรฎmโ, coloro che imparano/lฤmad, che YHWH โha gratificato del dono/dato/nฤtanโ di una capacitร verbale di rivolgersi a chi รจ stanco, disilluso, senza speranza, per poterlo โsorreggereโ, farsi vicino, assumere la sua fatica senza giudicarlo o condannarlo.
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Il discepolo puรฒ parlare solo perchรฉ prima ha โimparatoโ in un ascolto attento delle parole di YHWH trasmesse dal suo profeta. Limmรปd nel significato di โdiscepoloโ si ritrova solo allโinterno del libro di Isaia (cf. Is 8,16; 50,14; 54,13), mentre le uniche altre ricorrenze di Ger 2,24 e 13,23 hanno il significato di โusoโ, โavvezzoโ.
I โdiscepoliโ sono coloro che hanno ricevuto la rivelazione profetica di Isaia e devono trasmetterla a loro volta: ยซRinchiudi questa testimonianza, e sigilla questo insegnamento nel cuore dei miei discepoliยป (Is 8,16) aveva intimato YHWH a Isaia giร allโinizio del suo ministero.
Il Secondo Isaia si rende conto di essere erede e continuatore dellโopera del profeta storico Isaia dellโVIII secolo. Il suo messaggio, maggiormente consolatorio rispetto a quello del Primo Isaia, รจ perรฒ sempre fondato e rapportato a quello di sventura dellโIsaia storico. Giร esso conteneva implicitamente un certo linguaggio di consolazione, e il Secondo Isaia sottolinea, da parte sua, il rapporto costante e necessario tra le โcose primeโ (il castigo) annunciate da Isaia e le โcose ultimeโ (la consolazione) profetizzate da lui stesso, il Secondo Isaia.
Parla perchรฉ ascolta
Il discepolo puรฒ parlare perchรฉ YHWH ogni mattina โrisveglia/fa splendere/illumina/yฤโรฎrโ (>โรดr= luce) una parola con la quale, in un secondo momento, โrisveglia/fa splendere/ yฤโรฎrโ lโorecchio di modo che egli possa โascoltare/ลกฤmaโโ come richiede lo statuto dei โdiscepoliโ.
La catena di trasmissione dellโascolto discepolare ha la sua fonte sorgiva nella grazia di YHWH che โrisveglia una parolaโ alla luce della giornata, la rende viva e performativa allโorecchio del discepolo, perchรฉ possa ascoltare non una parola morta, trita e ritrita, ma viva, efficace, che penetra fino al midollo la personalitร del discepolo (cf. Eb 4,12), facendone una parola vivente, una parabola viva, โche fa pensareโ chi lo vede e chi lo ascolta.
Il โrisveglioโ dellโorecchio consiste nella sua โapertura/pฤtaแธฅโ. Forse si allude allโoperazione con la quale un padrone โforavaโ il padiglione auricolare allo schiavo che, alla fine del suo servizio, potendo scegliere fra la libertร e la continuitร nel suo lavoro, sceglieva di rimanere per sempre al servizio del suo signore (cf. il caso dello schiavo ebreo giunto al settimo anno, quello giubilare, Es 21,2-6, โforare/rฤแนฃaโโ).
Ogni mattino YHWH โrisvegliaโ la parola e lโorecchio del servo e questi conferma ogni mattino la sua scelta di rimanere col suo Signore, lasciandosi โaprire/forareโ lโorecchio. Il suo servizio gli appare essere cosa migliore di una libertร ab-soluta, sciolta da ogni legame indispensabile con la veritร delle cose e con lโamore costruttivo, legato responsabilmente alle persone.
Ascolta senza ribellarsi
Il profeta/discepolo ogni mattina sceglie di non โribellarsi/mฤrฤhโ, di non commettere cioรจ il peccato piรน grave consumato da Israele durante il cammino di liberazione nel deserto.
In Es 23,21 YHWH intima al popolo: ยซnon ribellarti a luiยป, allโangelo che io mando davanti a te per custodirti nel cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato per te. In Nm 14,8-9 Giosuรจ e gli esploratori invitano il popolo a non ribellarsi e a non cadere nello scoraggiamento: ยซSe il Signore ci sarร favorevole, ci introdurrร in quella terra e ce la darร : รจ una terra dove scorrono latte e miele. Soltanto, non vi ribellate al Signore e non abbiate paura del popolo della terra, perchรฉ ne faremo un boccone; la loro difesa li ha abbandonati, mentre il Signore รจ con noi. Non ne abbiate pauraยป.
Secondo Nm 27,13-14 la โribellioneโ impedรฌ a Mosรจ โ proprio lโinviato da YHWH a liberare il popolo e a guidarlo verso la terra della promessa! โ di poter entrare a godere il compimento del dono: ยซQuando lโavrai vista, anche tu sarai riunito ai tuoi padri, come fu riunito Aronne tuo fratello, perchรฉ vi siete ribellati contro il mio ordine nel deserto di Sin, quando la comunitร si ribellรฒ, e non avete manifestato la mia santitร agli occhi loro, a proposito di quelle acqueยป (cf. Nm 20,11-12). Aver battuto due volte la roccia, anzichรฉ limitarsi a โparlareโ ad essa, gli costรฒ il godimento della realizzazione della promessa.
La ribellione di Israele si manifestรฒ come mormorazione (cf. Dt 1,26), mancanza di fede e disobbedienza, un โpeccato originaleโ: ยซQuando il Signore volle farvi partire da Kades-Barnea dicendo: โEntrate e prendete in possesso la terra che vi doโ, voi vi ribellaste allโordine del Signore, vostro Dio, non aveste fede in lui e non obbediste alla sua voce. Siete stati ribelli al Signore da quando vi ho conosciutoยป (Dt 9,23-24).
Un peccato che tentรฒ anche le due tribรน e mezzo dislocate al di lร del Giordano (cf. Gs 22,16.29).
Il discepolo/servo/profeta non si รจ ribellato, non si รจ tirato indietro dal proprio compito. Lโha abbracciato perchรฉ quella era la sua vera libertร .
Torturato e umiliato, ma assistito โdivinamenteโ
Ed ecco abbattersi sul discepolo le torture piรน feroci. Non si รจ sottratto a YHWH e al compito da lui affidatogli. Non si รจ sottratto agli oppositori, ai suoi torturatori. Ha โdonatoโ prontamente la schiena al tremendo supplizio inflittogli dai flagellatori, le guance a coloro che strappavano con ferocia la barba. โNon ha nascosto/lลโ histartรฎโ la faccia allโumiliazione degli scherni e degli sputi.
Oggi gli stupri, le scosse elettriche, la privazione del sonno, la denutrizione, la roulette russa, i colpi sotto le piante dei piedi, le botte e le incisioni nella carne proseguono ancora sul corpo degli umiliati, sui testimoni della fede, su coloro che fuggono per la loro vitaโฆ
Il Signore YHWH perรฒ โassiste/aiuta/protegge/sostiene/yaโฤzorโ il suo discepolo, lo sorregge nellโintimo perchรฉ non ceda agli scherni e non sia svergognato, mettendosi sullo stesso livello barbaro dei suoi aguzzini o accettando lo svilimento della propria dignitร .
Il Signore YHWH gli dร la forza di rendere come pietra il suo volto, deciso e fermo nella sua testimonianza (LXX: ethฤka ton prลsopon mou hลs sterean petran; cf. Lc 9,51 to prosลpon estฤrisen tou poreuesthai eis Ierousalฤm/[Gesรน] rese dura la sua faccia verso Gerusalemme).
Innocente!
Il giudice โche riconosce la sua innocenza e lo assolve/maแนฃdรฎqรฎโ รจ vicino al teste innocente torturato. Chi potrร mai โintentargli una lite bilaterale/rรฎb โittรฎโ โstando in piedi insieme/comparendoโ (in sede giudiziaria)? (il rรฎb di per sรฉ non รจ un โmiลกpaแนญ/giudizioโ che richiede uno schema trilaterale di figure giuridiche che compaiono in tribunale). Chi sarร โil padrone del suo giudizio/il rivale/lโavversario/la controparte/baโal miลกpaแนญรฎโ? Compaia in giudizio!
YHWH รจ colui che sostiene il discepolo, colui che dimostra la sua innocenza; chi mai potrร dichiararlo colpevole?
Le persecuzioni, le sofferenze e le torture possono essere state reali per il Secondo Isaia (forse perchรฉ predicava contro il regime di Babilonia, e/o profetizzandogli la sconfitta di fronte allโemergente avversario medo-persiano). Furono certo quelle del popolo esiliato in Babilonia. Furono quelle perpetrate nel genocidio degli armeni, quelle annientatrici inflitte diabolicamente a Israele nella Shoah, quelle praticate fra hutu e tutsi. Sono quelle scatenate nelle fetide celle sparse nel Medio Oriente, in Libia, a Guantanamo, commesse nei linciaggi dei cristiani in India e in Pakistanโฆ
Vieni in soccorso, Signore, dei tuoi discepoli perseguitati.
Risveglia ogni mattino la tua parola e i nostri orecchi.
Ascolteremo e parleremo.
Testimonieremo e, se necessario, soffriremo per te.
Vogliamo essere tuoi discepoli.
Tu sei la nostra libertร .
Tu sei il Cristo!
A metร del Vangelo di Marco si staglia la professione di fede di Pietro in Gesรน, il Messia. ร il punto di svolta del buon annuncio messo per iscritto. Dopo aver conosciuto chi Gesรน sia (Mc 1โ8), bisogna seguirlo nel suo cammino verso Gerusalemme, verso il dono della sua vita (Mc 9โ16).
I sondaggi sulle opinioni della gente riguardo a Gesรน rimandano al passato, lo inquadrano in figure profetiche giร conosciute e pensate redivive. Pietro prende di petto la domanda personale (ยซMa voiโฆยป!) posta da Gesรน al gruppo dei Dodici โper la strada/en tลi hodลiโ [verso Cesarea di Filippo, al confine settentrionale di Israele; in realtร verso Gerusalemme, il confine della vita terrena di Gesรน!]. Quale portavoce del gruppo, Pietro risponde con slancio: ยซTu sei il Cristo/lโUnto/il Messia, lโInviato da YHWH a giudicare i popoli, a liberare Israele, a sottomettere definitivamente i nemici di YHWHยป.
Contenuto vero, comprensione incompleta ed errata.
Meglio star zitti, per ora!
Insegnava la morte e la risurrezione
A questo punto, negli splendidi angoli di Cesarea di Filippo, trafitti dalle sorgenti tumultuose del Giordano, ricoperti da boschi riposanti e fragranti del profumo intenso degli eucalipti, Gesรน non fa il primo dei tre presunti annunci riguardanti la sua ultima sorte.
Il suo non รจ un annuncio profetico, ma un insegnamento (ฤrxato didaskein) di ciรฒ che รจ costitutivo in modo permanente del suo essere e di quello dei suoi discepoli. Insegna ciรฒ che ha progressivamente maturato nella sua coscienza umana: la sua fine conoscerร la sofferenza, il rifiuto, lโarresto, la sofferenza della tortura, lo svilimento, la morte.
Lo insegna apertamente, con coraggio. Ha giร accettato ed elaborato nel cuore quello che gli si profila sempre piรน chiaramente.
Il Padre lo soccorrerร , lo aiuterร nella testimonianza e la sigillerร col sigillo della risurrezione.
Dietro a me, Satana!
Pietro aveva detto il giusto, ma lo comprendeva in modo sbagliato. Nella sua concezione messianica la sofferenza non trovava posto. Il riscatto e la liberazione attraverso il dono sofferto della propria vita da parte del Messia non era previsto nei libri sacri e nella tradizione orale trasmessa nelle sinagoghe.
Pietro โprende con sรฉ/proslabomenosโ Gesรน per rinchiuderlo nella sua visione messianica che ha introiettato fin da piccolo. Ma Gesรน โsi volta/si retroverte/si ri-volta/epistrapaheisโ da questa visione e, guardando bene in faccia i suoi discepoli, rimprovera Pietro che lโaveva rimproverato.
ยซVattene dietro di me, Satana/Hypage opisล mou, Satanaยป, รจ il suo comando perentorio. Non andare lontano, via da me, perchรฉ ti perderesti nelle tue fantasie da mente ristretta, e io non voglio perdere nessuno.
Vattene dietro di me, come il primo giorno che ti ho chiamato dietro di me (Mc 1,17 deuteopisล mou), insieme a tuo fratello Andrea per farvi miei discepoli, pescatori di uomini. Voi avete lasciato immediatamente le reti e mi avete seguito (Mc 1,18 ฤkolouthฤsan autลi), come hanno fatto Giovanni e Andrea suo fratello, che sono venuti dietro a me (Mc 1,20 apฤlthon opisล autou) dopo aver abbandonato il padre e gli operai nella barca.
Torna, Pietro, a quel giorno, a quella fiducia immensa che hai avuto in me. Io ti โho chiamato a me/proskaleitaiโ (Mc 3,13) prima di tutto perchรฉ stessi con me (cf. Mc 3,14 hina hลsin metโautou), aprissi il tuo orecchio, ascoltassi la mia parola che ti svegliava ogni mattina, diventassi un discepolo che ha assimilato le parole e il cuore del suo signore. In questo momento, invece, tu sei un Satana per me, un Sฤแนญฤn, un avversario. I tuoi pensieri sono puramente umani, mondani, contrari al mio, allโunitร che ho costruito come uomo giorno per giorno con la volontร del Padre: salvare col dono di me, riscattare col per-dono, redimere con mezzi deboli, โim-potentiโ.
Chi perde trova
Gesรน โchiama a sรฉ/proskalesamenosโ di nuovo la folla e i discepoli, perchรฉ ha un insegnamento forte da dare loro: se uno vuole โdietro di me, seguire [da discepolo]/opisล mou akoloutheinโ (cf. Mc 1,17 + 1,18), deve dire di no alle proprie vedute, alla propria libertร illusoriamente libera, alla propria volontร di potenza, al peggio di sรฉ, e prendere su la propria croce portandosela dietro a me.
Io sono la croce da portare; le mie scelte, i miei pensieri sono quelli che tu devi portare nel cuore e nella vita per essere mio discepolo. Chi, pur essendo un semplice uomo, vuole โsalvare/sลsaiโ la propria vita arraffando, stringendo fra le grinfie la vita e le persone, la โperderร /apoleseiโ tragicamente nel nulla, mancando la propria vera autorealizzazione. Morirร stringendo il narciso, il cuore infartuato dalle cose e dallโavere. Come uomo non potrร mai tirarsi su per i propri capelli, in cerca di unโimpossibile autoredenzione.
Chi invece perde la propria vita a causa mia, cioรจ della buona notizia del vangelo, la perderร solo agli occhi degli uomini, ma la salverร davanti a me e al Padre mio. Lo faremo giungere alla pienezza dellโamore oblativo, al traboccare del dono, alla pacificazione dellโessere. Lo riconosceremo innocente dal reato di chiusura su se stesso, dalla potenza di dominio, dal voler cambiare puntando sullโesterno.
Ha fatto spazio al vangelo, cioรจ a me; ha ascoltato, ha parlato, ha sofferto, ha amato, ha costruito.
Lโho assistito nel tribunale del mondo, di fronte allโavversario del pensiero unico, alla globalizzazione dellโegoismo, allโomologazione robotica, alle fake news convertite in veritร lampante.
Vaโ dietro di me, fatti o torna a essere mio discepolo.
Troverai la vita.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 16 Settembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Is 50, 5-9; Sal. 114; Gc 2, 14-18; Mc 8, 27-35
Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8, 27-35
ย
27Poi Gesรน partรฌ con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarรจa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: ยซLa gente, chi dice che io sia?ยป. 28Ed essi gli risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profetiยป. 29Ed egli domandava loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro gli rispose: ยซTu sei il Cristoยป. 30E ordinรฒ loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciรฒ a insegnare loro che il Figlio dellโuomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverรฒ Pietro e disse: ยซVaโ dietro a me, Satana! Perchรฉ tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiยป.
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: ยซSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร .
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 16 – 22 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXIV
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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