Commento al Vangelo del 16 Settembre 2018 – Charles de Foucauld

CHARLES DE FOUCAULD

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

MEDITAZIONE NUM. 212
MC 8, 27-35

Come sei buono, mio Dio, a  riprendere così vivamente San Pietro, per la nostra istruzione,  per il fatto che non gustava la croce! Come sei buono a mostrarci con la vivacità della Tue parole quanto la croce è del gusto di Dio, quanto amare la croce, cercare la croce, desiderare, chiedere la croce a Dio, è avere lo stesso gusto di Dio; e quanto fuggire, cercare  di evitare la croce, è avere lo stesso gusto del mondo…

Come sei buono, mio Dio,  a  insegnarci qui in una maniera così viva e così perentoria che tutti così come siamo, se vogliamo avere lo stesso gusto di Dio, imitare Dio, essere uniti a Dio, bisogna desiderare, cercare la sofferenza, la croce! Grazie, mio Dio, di dirci qui così chiaramente questa verità  che ci hai insegnato con tante parole ed esempi, ma che, malgrado tutto, con l’astuzia del demonio e la vigliaccheria della nostra natura, sembra essere senza fine al lavoro per cancellarsi dal nostro pensiero.

Amiamo, cerchiamo, desideriamo, chiediamo la croce, la sofferenza, dicendo sempre, dalle labbra e dal cuore: «Tuttavia, non la mia volontà, ma la tua», e rimanendo in tutto nell’obbedienza a Dio e ai suoi rappresentanti, nei nostri desideri  come  nei  nostri  atti, poiché «l’obbedienza vale più del sacrificio», poiché dobbiamo portare non una croce qualunque, ma quella che Dio ci destina, e dobbiamo portare, non quella che ci piace, ma quella che glorifica di più Dio, e che Lui solo conosce…

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Amiamo, cerchiamo, desideriamo, domandiamo la croce sempre, sempre, sia con la preghiera, sia chiedendola al  nostro  direttore spirituale… Ma rimaniamo in una perfetta obbedienza, poiché le nostre croci non glorificano Dio che a condizione di esserci donate da Lui stesso, dalla Sua stessa mano o da quella dei suoi rappresentanti…

E ogni volta che la croce ci è data, chiesta o no, attesa o no, baciamola con amore, abbracciamola con tutto il nostro cuore, portiamola con amore, guardiamoci dal lasciarla cadere, e dal  gettarla a  terra, portiamola come  Nostro Signore, fino a cadere sotto il suo peso…

È caduto tre volte sotto il suo peso durante il cammino della croce, per insegnarci a non lasciarla mai, ma a portarla sempre, sempre, senza lasciarla, dovessimo cadere e ricadere sotto di essa… Dopo tutto, perché ci è  data questa vita, se non  per portare la nostra croce, fino a cadere con Nostro Signore Gesù ed essere inchiodato su di essa come Suo vero fratello, condividendo i Suoi tormenti per partecipare alle Sue buone opere e condividere la Sua  gloria… Se Gesù ha tanto sofferto, se  ci  ha detto di  imitarlo, non è evidente che vuole che tutti noi soffriamo…

Se ci ha detto che la seconda condizione per essere Suo discepolo è portare la nostra croce ogni giorno, non è perché vuole che la sofferenza sia il nostro pane quotidiano?.. Mio Signore Gesù, degnati, Te ne prego, di penetrarmi molto del valore, della necessità della sofferenza, della cura con la quale  dobbiamo portare con amore la nostra croce ogni giorno, affinché gustiamo così ciò che è di Dio e non gustiamo ciò che è del mondo.

 Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo .

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 16 Settembre 2018 anche qui.

Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8, 27-35
 
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16 – 22 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXIV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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