Vestita di sole
La donna vestita di sole
La riflessione credente della Chiesa lungo i secoli, la Tradizione vivente di preghiera, studio, martirio, celebrazione della propria fede nella santa liturgia ha portata a far culminare la meditazione sul destino ultimo di Maria nella proclamazione del dogma della sua Assunzione al cielo in corpo e anima (1ยฐ novembre 1950). Maria partecipa, come prima dei redenti, allโopera redentrice di Gesรน, della quale era stata la madre della sua divinitร incarnata.
Nessun testo biblico proclama direttamente il mistero dellโAssunzione di Maria in corpo e anima, ma esso si basa solidamente sullโinsieme dei testi che descrivono la missione terrena di Maria, stretta cooperatrice del suo figlio Gesรน, Verbo incarnato, di cui รจ diventata madre per grazia. Madre di Dio. La seconda lettura, da noi non commentata, รจ quella che maggiormente puรฒ illuminare biblicamente la sorte gloriosa di Maria, la Prima Pellegrinante, segno di sicura speranza per tutto il popolo di Dio in cui รจ inserita.
LโApocalisse รจ un libro scritto non per terrorizzare le persone circa la fine del mondo, ma un libro profetico (Ap 1,3; 19,10; 22,7.18.19; cf. 1,19) di consolazione, che โrivela/apokalypsisโ (Ap 1,1) la vena profonda della storia: Cristo risorto, โin mezzo al tronoโ di Dio โ pienamente partecipe della sua piena potestร โ, agnello come sgozzato ma ritto e vivente (cf. Ap 5,6), ha vinto la guerra nella storia (e nel cielo) contro il nemico di sempre. Battaglie ce ne saranno ancora, i colpi di coda dellโavversario e dei suoi adepti terreni saranno numerosi, ma la vittoria della guerra รจ certa, giร acquisita, contemplata e celebrata dal popolo dei santi nella liturgia nel giorno del Signore. Proprio in quel giorno โdomenicale/kyriakฤโ, il Veggente di Patmos, โfu preso/divenne/egenomฤn dallo Spiritoโ (Ap 1,10) e potรฉ interpretare le profonditร vere della storiareeeeeeeeeeeeeee, al di lร delle vicende dolorose che la Chiesa/le Chiese stava/no vivendo.
Il segno
Il suono della settima tromba (comunicazione nella storia della vittoria pasquale dellโAgnello sul male inoculato dal Nemico nel mondo e nella Chiesa) dร il via, come una matrioska russa, al manifestarsi del secondo e del terzo dei โguaiโ (cf. il primo 9,12; il secondo 11,14a; il terzo 11,14b). Il terzo โguaiโ โcontieneโ/combacia con il manifestarsi dei tre โsegni/sฤmeionโ, il terzo dei quali (15,1 combacia con lo squillo delle sette trombeโฆ). Un concatenarsi di settenari e segni che manifestano la comunicazione fitta che avviene tra il mondo di Dio e quello degli uomini. Non una comunicazione tremenda intesa a distruggere gli uomini e il creato, ma la comunicazione di una purificazione parziale, temporanea, โesodicaโ, in vista della conversione degli uomini.
Il primo โsegno/sฤmeionโ (12,1-2) grandioso/megan appare dopo che nel cielo si era aperto il tempio di Dio ed era apparsa lโarca dellโalleanza divina. Folgori, voci, scoppi di tuoni, terremoti e tempesta di grandine (11,19) simboleggiano il fatto che cโรจ comunicazione tra Dio e gli uomini e la sua alleanza รจ sempre in atto con loro e non li abbandonerร in balรฌa completa del Nemico, il Diavolo (2,10; 12,9.12; 20,2.10), lโAvversario/Satanas (20,2), il grande drago, il serpente antico, colui che รจ chiamato Diavolo e lโAvversario (12,9)โฆ
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Una donna vestita di sole
La donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi, partecipe della potenza vitale e di risurrezione di Dio, reca sul capo le dodici stelle delle tribรน di Israele e insieme dei dodici Apostoli. ร incinta e grida per le doglie e il travaglio del parto. Essa porta in sรฉ la figura della comunitร dellโAntica Alleanza e di quella rinnovata/nuova. Il popolo dellโAntica Alleanza sta per partorire la gloria di Israele, il Messia, il Verbo di Dio incarnato.
Il simboli sono stracarichi di riferimenti antico- e neotestamentari, letti e applicati a loro volta nella storia dalla Tradizione viva alla Chiesa dei propri tempi, a Maria Vergine e a ciascuna โanimaโ dei discepoli di Gesรน. Appare nel cielo anche โun altro segno /allo sฤmeionโ. Esso non รจ definito un โgrandeโ segno, ma la sua potenza รจ grande lo stesso: esso รจ โnel cieloโ, il mondo della potenza sovrumana, lรฌ dove avverrร perรฒ anche la sua sconfitta definitiva.
La donna, il nemico, il Figlio
Lo schema apocalittico di pensiero dellโApocalisse รจ proprio imperniato sul fatto che le battaglie โspiritualiโ che si svolgono sulla terra fra agenti โumani/mondaniโ sono intese come espressione terrena di una lotta ben piรน tremenda che si svolge a livello di potenze celesti. Lo scontro รจ immane nel cielo, straziante sulla terra, ma la vittoria รจ certa e giร acquisita.
Il nemico, qui descritto come un grande drago rosso โ potenza bestiale mortifera e sanguinaria โ, รจ simbolo, al momento della scrizione di Apocalisse, del potere imperiale romano, che porta la pax romana con la guerra e inizia la sua persecuzione anche nellโAsia Minore contro coloro che non si sottomettono al culto imperiale. La potenza del drago รจ bestiale ed enorme, ma parziale nel tempo, nello spazio e nel contenuto della vittoria (โun terzoโ). Esso si pone di fronte alla donna partoriente, per divorare il Messia che da lei nascerร per governare con scettro di ferro (cf Ap 2,27; Sal 2,8-9, salmo sul Messia) tutte le nazioni. Lo scettro frantumerร il male che non si sottomette al bene, ma si rivelerร imporsi dolcemente col legno della croce abbracciata da Gesรน nella potenza dโamore dello Spirito Santo.
Il figlio-Messia sarร tutto partecipe della vita di Dio e della sua potenza sovrana (โtronoโ). La donna comunitร AT/comunitร ecclesiale NT/la vergine Maria/il singolo credente riceve lโaiuto divino della fuga nel deserto protettivo e luogo di rifugio e di liberazione dal nemico oppressore lungo i tempi dellโAT (cf. Es 2,15; 1Re 19,3ss; 1Mac 2,29-30), di cui il faraone era uno dei pallidi esempi.
La comunitร credente/Maria/il credente riceverร un rifugio giร approntato da Dio e il nutrimento vitale per un tempo โparzialeโ (1260 gg = tre anni e mezzo), parzialitร tipica dei tempi e degli elementi appartenenti alla storia degli uomini. Il destino ultimo della donna/Chiesa/credente infatti non รจ di tipo terreno, ma lo sposalizio con Kyrios nel cielo (cf. Ap 2).
Il grido di vittoria che si alza potente nel cielo (12,10) e che proclama la vittoria salvifica e sovrana di Dio e del suo Messia/Cristo presuppone la battaglia celeste descritta nei vv. 7-9, conclusa con la sconfitta del serpente antico/diavolo/satana, /seduttore della terra abitata.
Si รจ compiuta la salvezza
Dio salva la donna che ha partorito il Messia e la prende con sรฉ nella sua salvezza desertica, puro preludio, temporalmente parziale, dellโesito pienamente felice della celebrazione delle nozze della sposa col suo sposo/Signore risorto.
La fidanzata verrร preparata lungo i secoli ad agghindarsi sulla terra per il suo sposo, ma nello stesso tempo scenderร dal cielo, giร preparata da Dio, come suo puro dono di grazia (cf. Ap 22,2). Cammino di fede provata sulla terra, destino di gloria dono della pura grazia di Dio.
ร il destino glorioso della comunitร dellโAntico Testamento fusa (12 x 12) divinamente (x 1000, il tempo di Dio) con quella apostolica del Nuovo Testamento (Ap 7,4, ma anche 7,9, la moltitudine immensa). ร il destino glorioso di Maria Vergine che celebriamo assunta in cielo in anima e corpo, prima di una lunga schiera di credenti, per la sua stretta collaborazione โ unica โ alla redenzione attuata dal figlio suo Gesรน Cristo.
ร il destino glorioso di ogni credente che persevera fino alla fine nella fede (cf. Mt 10,22 e par.; Ap 2,26). Egli parteciperร pienamente, anche col suo โcorpo pneumatizzato/sลma pneumatikonโ (1Cor 15,44), alla gloria di Cristo risorto. Per ora non vediamo che tutte le cose siano sottomesse a lui, ammette un poโ amareggiato lโautore della Lettera agli Ebrei (cf. Eb 2,8), ma la fede e la contemplazione della beata vergine Maria assunta in cielo sono segni di sicura speranza e incoraggiamento nel cammino.
Beata colei che creduto!
Secondo il โvangelo in miniaturaโ nella versione lucana, la giovanissima Maria โsi alza/risorge/anastasaโ (1,39) e corre ad aiutare lโanziana parente incinta, ma anche a confidarle il segreto, ricevuto dallโarcangelo Gabriele, della sua vocazione a diventare madre, la madre del Messia, la madre del Figlio dellโAltissimo. Una confidenza fatta per partecipare una gioia immensa, ma anche per ricevere aiuto, sostegno, complicitร femminile. Maria incinta diventa arca dellโalleanza che evangelizza portando gioia. Portatrice sana di gioia cristologica.
Lโarca dellโalleanza aveva giร benedetto la casa di Obed-Edom che lโaveva ospitata per tre mesi, e Davide decide che ormai รจ tempo di trasportarla a Gerusalemme: ยซLโarca del Signore rimase tre mesi nella casa di Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa. Ma poi fu detto al re Davide: โIl Signore ha benedetto la casa di Obed-Edom e quanto gli appartiene, a causa dellโarca di Dioโ. Allora Davide andรฒ e fece salire lโarca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Cittร di Davide, con gioiaยป (2Sam 6,11-12).
Per pura rivelazione divina (essendo rimasta โmisteriosamenteโ nascosta per cinque mesiโฆ) Elisabetta intravede nella giovane cugina la madre del proprio Signore e loda il suo essere benedetta fra le donne per un privilegio cosรฌ grande. Ma ancor piรน la loda per il frutto del suo grembo e per la sua fede nel โcompimento perfetto /teleiลsisโ (compiuto attivamente, โis greco!) attuato da Dio delle sue stesse parole.
ร tutta una lode che sale a Dio, nella gioia, per la sua opera di grazia compiuta in Maria. La radice di tutta la vita umano-divina di Maria sta in quel โkecharitomenฤ/tutta trasformata dalla graziaโ con la quale Gabriele lโaveva salutata (cf. Lc 1,28), rivelandole il suo vero e nuovo nomeโฆ
Magnificat
Tutta coltivata e trasformata da tempo dalla grazia di Dio che perdura tuttโora nel presente nei suoi effetti (questo รจ il senso del participio perfetto passivo greco), Maria puรฒ corrispondere alla e nella grazia con la sua fede โ non preservata da un cammino con momenti notturni e dolorosi โ, alle parole rivoltele โnel passato, con valore duraturo, a partire da presso il Signore Dio ma scendendo in giรน/lelalฤmenois para tou theouโ (prep. para col genitivo).
Maria รจ resa partecipe intimamente della persona, della missione e del destino salvifico del suo figlio, il Figlio dellโAltissimo. Egli la โriempieโ di se stesso fin dallโinizio della sua vita, anzi, ancor prima che essa iniziasse sulla terra. Anche in questo caso, quel che รจ detto della Vergine Maria si puรฒ dire dellโumanitร da sempre sognata da Dio, della comunitร della prima alleanza, della Chiesa e di ogni credente (si veda il bel libro di Gisbert Greshake, Maria โ Ecclesia. Prospettive di una teologia e una prassi ecclesiale fondata in senso mariano, Brescia 2017).
Si puรฒ ben comprendere allora come la Chiesa primitiva abbia recuperato la tradizione riguardante le parole espresse da Maria in quellโoccasione e le abbia mirabilmente elaborate alla luce della preghiera della sterile Anna, graziata da YHWH con la nascita del figlio, il profeta Samuele (cf. 1Sam 2,1-10).
Maria/la Chiesa/il discepolo credente loda e โrende grandiโ i criteri rivoluzionari delle scelte e delle azioni di YHWH/Dio Padre nella sua storia personale e in quella di Israele. Dio capovolge i criteri dellโonnipotenza โgrecaโ con quelli dellโonnipotenza โebraicaโ. Una onnipotenza potentemente โdeboleโ, che sceglie persone/strumenti umanamente fragili, deboli, โinesistentiโ, negletti e insignificanti (cf. 1Cor 1), โvasi di cretaโ (cf. 2Cor 4,7), per attuare i suoi disegni di salvezza.
Ancora una volta la lode e la venerazione per la Vergine Maria, celebrata oggi nella sua Assunzione al cielo in corpo e anima, si trasfigura in una lode alla โmagnificenzaโ di Dio Padre, che ha voluto associare in modo unico la semplice figlia di Sion allโopera di salvezza realizzata dal suo Figlio, il Verbo di Dio incarnato.
Lode a Dio, venerazione a Maria, gloria a lode a Dio per la grandezza della dignitร del nostro corpo umano, destinato anchโesso alla gloria che ci attende nei cieli.
Gloria di pellegrini che arrivano lร dove ci hanno preceduti il Figlio e la Madre.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News
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Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18, 1-5.10.12-14
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesรน dicendo: ยซChi dunque รจ piรน grande nel regno dei cieli?ยป.
Allora chiamรฒ a sรฉ un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
ยซIn veritร io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciรฒ chiunque si farร piccolo come questo bambino, costui รจ il piรน grande nel regno dei cieli. E chi accoglierร un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perchรฉ io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che รจ nei cieli.
Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerร le novantanove sui monti e andrร a cercare quella che si รจ smarrita? In veritร io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerร per quella piรน che per le novantanove che non si erano smarrite. Cosรฌ รจ volontร del Padre vostro che รจ nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda.
Parola del Signore.
